Casanova (Bardi)

Frazione

Casanova è una frazione del comune di Bardi, in provincia di Parma.

Casanova
frazione
Casanova – Veduta
Casanova – Veduta
Chiesa di Santa Maria Assunta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Bardi
Territorio
Coordinate44°39′27.7″N 9°47′55.6″E / 44.657694°N 9.798778°E44.657694; 9.798778 (Casanova)
Altitudine550 m s.l.m.
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale43032
Prefisso0525
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Casanova
Casanova

La località dista 6,13 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica modifica

Il piccolo borgo appenninico di Casanova sorge alla quota di 550 m s.l.m., sul versante sinistro della val Ceno.[2]

Origini del nome modifica

Il toponimo ha origine alto-medievale, in riferimento probabilmente a un massaro al quale fu affidata la gestione di un manso nella zona verso il IX secolo.[2]

Storia modifica

In epoca alto-medievale la val Ceno era attraversata da importanti strade di collegamento tra la val Padana e la costa ligure e toscana;[3] per questo nel piccolo borgo di Casanova, citato per la prima volta nell'874,[2] fu fondata entro il IX secolo una pieve con giurisdizione su tutto il territorio circostante fino a Bardi.[3]

A protezione della zona, sul luogo di un casale fondato probabilmente dai Longobardi entro l'VIII secolo fu edificato intorno al 900 il castello di Lacore; la fortificazione fu abbandonata in seguito al crescente prevalere della rocca di Bardi,[4] acquistata da Ubertino Landi nel 1257.[5]

Alla fine del XVI secolo Casanova fu colpita da una forte carestia, cui seguì la diffusione di un'epidemia di tifo che causò la morte del 15 % degli abitanti; nel 1631 arrivò nel borgo anche la peste, che tuttavia ebbe effetti meno gravi rispetto alle altre località dei dintorni.[2]

In seguito all'abolizione dei diritti feudali sancita da Napoleone per il ducato di Parma e Piacenza nel 1805,[6] Casanova divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Bardi.[7]

Il borgo, dopo aver raggiunto un picco di circa 1000 abitanti agli inizi del XX secolo, si spopolò drasticamente nei decenni seguenti, in seguito all'emigrazione di buona parte dei nativi.[2]

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Chiesa di Santa Maria Assunta modifica

 
Facciata della chiesa di Santa Maria Assunta
 
Campanile e cappella cimiteriale della chiesa di Santa Maria Assunta
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Maria Assunta (Bardi, Casanova).

Menzionata per la prima volta nell'898, la pieve originaria fu ricostruita in stile romanico entro il XII secolo e arricchita di un esonartece nel XIII secolo; risistemata e allungata nel XVII secolo, fu profondamente ristrutturata in stile tardo-barocco tra il 1777 e il 1779; dotata di una nuova facciata neogotica nel 1891, fu completamente restaurata nel 1996, riportando alla luce le fondazioni dei due templi medievali. La chiesa, sviluppata su un impianto a tre navate con sei cappelle, è decorata internamente con stucchi rococò e affreschi e conserva varie opere di pregio, tra cui un'antichissima grande vasca battesimale in arenaria, vari arredi in legno intagliato e la pala raffigurante l'Assunzione, eseguita da Giovan Battista Trotti agli inizi del XVII secolo.[3][8][9]

Castello di Lacore modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Lacore.

Fondato in epoca alto-medievale probabilmente dai Longobardi, Lacore fu menzionato come casale tra il 770 e l'898; trasformato in castello difensivo verso il 907 per via della sua strategica posizione a picco sul Ceno, continuò a essere abitato fino almeno all'XI secolo; successivamente abbandonato, cadde in rovina. Dell'antico maniero si conservano, seminascoste da un querceto, le rovine della mura esterne e interne, parzialmente riportate alla luce tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo.[4][10]

Molino Castelletto modifica

Menzionato per la prima volta nel 1825, il mulino fu modificato più volte negli anni seguenti; situato in località Castelletto, costituisce uno dei rari esempi di mulini ad acqua ancora funzionanti.[2]

Note modifica

  1. ^ Casanova, su portaleabruzzo.com. URL consultato il 7 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2019).
  2. ^ a b c d e f Sergio Gabrovec, Casanova, l'antica pieve di Bardi (PDF), in L'Araldo della Madonna di San Marco, giugno 2017. URL consultato il 7 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2019).
  3. ^ a b c Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 161.
  4. ^ a b Il castello di Lacore, su valcenoweb.it. URL consultato il 10 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2016).
  5. ^ Filiberti, Gorreri, p. 18.
  6. ^ L'eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su treccani.it. URL consultato il 16 gennaio 2019.
  7. ^ Molossi, p. 66.
  8. ^ Chiesa della Beata Vergine Assunta "Casanova Val Ceno, Bardi", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato l'8 gennaio 2019.
  9. ^ Schede delle frazioni e delle località: Casanova, su halleyweb.com. URL consultato l'8 gennaio 2019.
  10. ^ Destefanis, p. 74.

Bibliografia modifica

  • Eleonora Destefanis, Il monastero di Bobbio in età altomedievale, Firenze, All'Insegna del Giglio, 2002.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
  • F. Filiberti, G. Gorreri, Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto..., Castello di Compiano.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.

Voci correlate modifica

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