Castello di Calice al Cornoviglio

castello di Calice al Cornoviglio (SP)

Il castello Doria-Malaspina è stato un edificio difensivo sito in via Castello sovrastante il borgo di Calice al Cornoviglio, nella media e bassa val di Vara in provincia della Spezia. L'edificio è oggi sede di alcuni uffici comunali, turistici e del Centro di Educazione Ambientale del parco naturale regionale di Montemarcello-Magra; negli altri due piani del palazzo sono altresì ospitati il museo dell'apicoltura, la pinacoteca David Beghè e il piccolo museo Pietro Rosa.

Castello di Calice al Cornoviglio
Castelli della Val di Vara
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
CittàCalice al Cornoviglio
IndirizzoPiazza del Leone, Calice Al Cornoviglio (SP)
Coordinate44°14′30.15″N 9°50′07.89″E / 44.241709°N 9.835526°E44.241709; 9.835526
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Calice al Cornoviglio
Informazioni generali
Tipocastello-dimora
CostruzioneXI secolo-XVII secolo
Condizione attualein buono stato di conservazione
Proprietario attualeComune di Calice al Cornoviglio
Visitabile
Informazioni militari
UtilizzatoreVescovi-conti di Luni
Signoria dei Malaspina
Signoria dei Fieschi
Signoria dei Doria
Granducato di Toscana
Ducato di Modena
Regno d'Italia
Comune di Calice al Cornoviglio
Funzione strategicaProtezione del borgo di Calice e controllo delle principali vie di comunicazione tra la val di Vara e la Lunigiana
Termine funzione strategicaXIX secolo
Notesede museale e civica
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Storia modifica

 
Il torrione

Già nell'XI secolo[1] fu edificata una prima fortificazione o dimora, probabilmente un presidio degli Obertenghi[1], citata in diversi documenti e atti datati al 1077. Di proprietà della famiglia Malaspina dal XIII secolo[2], il castello fu occupato dal conte vescovo di Luni Gualtiero II[2] dando inizio ad un contenzioso che, già nel 1206[2], fu risolto con un apposito lodo (sentenza di Tancredi Onesto[3]) dove ufficialmente si restituiva a Guglielmo e Corrado Malaspina la proprietà sul castrum calisi[2].

Nel 1266 o 1272[2] il castello diverrà, per parentele, proprietà indiretta dei Fieschi grazie al matrimonio tra Alagia Fieschi - figlia del conte Niccolò - con Morello II, quest'ultimo figlio del capostipite della famiglia Giovagallo, già signori di Calice, Veppo e Madrignano. Per ragioni politiche già nel 1276 la famiglia fliscana fu quasi costretta a cedere buona parte delle loro proprietà - tra cui il castello di Calice - alla Repubblica di Genova che li lasciò tuttavia quali feudatari[1].

Nella prima metà del XIV secolo il castello ritornò nelle mani dei Malaspina del ramo di Villafranca[2] e ancora, dal 1355, ad un altro esponente della famiglia Malaspina, ma del ramo di Lusuolo, Azzone[2]. I continui passaggi di proprietà tra i due rami della famiglia malaspiniana furono però interrotti nel 1416[2] con l'occupazione dei genovesi e il successivo infeudamento[2] ai Fieschi dei quindici castelli conquistati, tra cui quello di Calice.

Nel 1547 la stessa repubblica infeudò il castello e i vari feudi fliscani ai Doria dopo la tentata congiura di Gian Luigi Fieschi; il castello verrà donato da Carlo V allo stesso Andrea Doria[2].

Ciò nonostante alcune bande legate alla famiglia fliscana tentarono un vero e proprio assalto[1] al castello allo scopo di catturare la marchesa Placidia I Doria Spinola, feudataria del maniero in sostituzione del marito. La marchesa riuscì tuttavia a sfuggire all'agguato rifugiandosi, con i figli, probabilmente nel borgo di Veppo (Rocchetta di Vara), mentre il castello verrà dato alle fiamme così come le vicine abitazioni[1]. Un'altra marchesa, Placidia Doria, sposata con un Del Carretto e discendente del celebre ammiraglio, trasformerà la struttura in palazzo residenziale.

Nel 1772 con il passaggio di tutti il feudo nel Granducato di Toscana il castello diverrà sede del locale podestà e della guarnigione fiorentina. Stesse funzioni e usi ebbe con il successivo passaggio nel Ducato di Modena. Con il Regno d'Italia, invece, l'ex residenza signorile fu adibita a sede del giudice mandamentale, della stazione dei regi carabinieri e, successivamente al piano nobile, di alcuni uffici comunali e della scuola elementare.

Dopo l'8 settembre 1943 fu sede della Guardia Nazionale Repubblicana, fino all'assalto condotto dai reparti partigiani comandati da Daniele Bucchioni e Gordon Lett.

Dalla seconda metà del Novecento il castello è utilizzato inoltre quale sede di un polo culturale con l'apertura del museo dell'apicoltura, di una pinacoteca e di altri spazi analoghi.

È sede di alcune realtà museali, dal 2013 anche del Museo della Brigata Val di Vara[4].

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e Fonte dal sito turistico della Provincia della Spezia, su turismoprovincia.laspezia.it. URL consultato il 12 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2011).
  2. ^ a b c d e f g h i j Fonte dal sito del Comune di Calice al Cornoviglio, su comune.calicealcornoviglio.sp.it. URL consultato il 12 maggio 2011.
  3. ^ Fonte dal sito La Sprugola.com, su lasprugola.com. URL consultato il 13 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2008).
  4. ^ Museo della Brigata "Val di Vara", su nuke.castellicalice.com, Comune di Calice al Cornoviglio. URL consultato l'8 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2015).

Bibliografia modifica

  • Mauro Minola, Beppe Ronco, Castelli e Fortezze della Liguria, Genova, Edizioni Servizi Editoriali, 2006, ISBN 88-89384-15-8.

Voci correlate modifica

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