Castello di Gagliano Aterno

castello nel comune italiano di Gagliano Aterno (AQ)

Il castello di Gagliano Aterno sorge nella Valle Subequana, a 653 m s.l.m., nel comune di Gagliano Aterno, in provincia dell'Aquila, in Abruzzo[1].

Castello di Gagliano Aterno
Il castello visto dalla piazza del paese
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
CittàGagliano Aterno
Coordinate42°07′37.59″N 13°41′57.6″E / 42.127108°N 13.699332°E42.127108; 13.699332
Informazioni generali
TipoCastello
Costruzionefine XII secolo-inizio XIII secolo
Condizione attualeRestaurato
Visitabile
Informazioni militari
Occupanti
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Storia modifica

Il castello di Gagliano Aterno venne costruito tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII secolo dai Berardi, noti come Conti dei Marsi, una volta entrati in possesso della contea di Celano nel 1143, cui il feudo apparteneva[2], ed ampliato nel 1328 dalla contessa Isabella d'Aquino[1]. Il feudo di Gagliano Aterno con l'annesso castello seguì quindi le sorti della contea e nel corso del tempo passò dunque per eredità diretta ai vari membri della casata dei Berardi[2] e poi alle sue famiglie di derivazione, quali Ocre prima[3] e Celano dopo[4]. In particolare, il castello, seguì principalmente la discendenza di Odorisio di Ocre, figlio di Offreduzio[3], quindi la successione: Oddone da Celano; Pietro, Riccardo e Nicolò da Celano; Ruggero da Celano; Tommaso da Celano; Ruggero da Celano; Pietro, Matteo e Paolo da Celano; Nicolò da Celano, per confluire infine nella sua ultima figlia Jacovella da Celano, che con le sue terze nozze lo portò in dote al suo marito Lionello della famiglia Accrocciamuro e quindi al loro figlio primogenito Ruggero Accrocciamuro[4]. Dal 15 al 17 novembre 1462 il castello fu danneggiato e saccheggiato dall'assedio attuato da Jacopo Piccinino e il suo esercito, in combutta con Ruggero Accrocciamuro, il quale volle attaccare la madre Jacovella da Celano, rifugiatasi al suo interno, per vedersi da lei riconosciuti i diritti feudali di successione sulla contea di Celano[5]. Il feudo di Gagliano Aterno con l'annesso castello passò l'anno seguente ad Antonio Piccolomini, che lo riparò aggiungendovi anche due cerchia di mura difensive[1], per successivamente passare ai Barberini e poi agli Sciarra-Colonna, che lo mantennero fino al 1806, quando passò ai Pietropaoli, per giungere infine alla famiglia Lazzaroni[6]. Il castello è utilizzato come residenza privata, ma alcune parti del piano terra sono visitabili[6].

Architettura modifica

 
L'ingresso del castello mediante ponte levatoio

Il castello è caratterizzato da due cinte murarie: quella interna è raggiungibile mediante un ponte levatoio che passa sopra un fossato[6]. Agli angoli vi sono tre torrioni cilindriche di rinforzo ed in più una torre poligonale[6]. Oltre le merlature si sviluppa il palazzo residenziale, costituito da più corpi posti attorno ad un cortile interno dotato di un pozzo e circondato da un portico e da una loggetta al primo piano, raggiungibile tramite una scalinata a giorno[6]. Durante la trasformazione del castello in dimora aristocratica sono state ampliate le finestre ed è stata realizzata la loggia su due livelli che dà sul paese sottostante, con archi a sesto acuto nel cortile interno ed a sesto pieno al primo piano[6].

Note modifica

  1. ^ a b c La storia, su comune.gaglianoaterno.aq.it.
  2. ^ a b Zazzera (1615), p. 112.
  3. ^ a b Engenio Caracciolo et al. (1617), p. 252.
  4. ^ a b Ammirato (1580), pp. 192-193.
  5. ^ Carafa (1572), p. 249; Costanzo (1710), pp. 508-509.
  6. ^ a b c d e f Portalecultura.egov.regione.abruzzo.it.

Bibliografia modifica

  • Scipione Ammirato, Delle famiglie nobili napoletane, vol. 1, Firenze, Giorgio Marescotti, 1580, ISBN non esistente.
  • Giovanni Battista Carafa, Dell'historie del Regno di Napoli, Napoli, Giuseppe Cacchi, 1572, ISBN non esistente.
  • Angelo di Costanzo, Historia del Regno di Napoli, Napoli, Domenico Antonio Parrino, 1710, ISBN non esistente.
  • Cesare d'Engenio Caracciolo, Enrico Bacco, Ottavio Beltrano e al., Breve descrittione del Regno di Napoli, Napoli, Ottavio Beltrano, 1617, ISBN non esistente.
  • Francesco Zazzera, Della casa de' Conti de' Marsi, in Della nobiltà dell'Italia, Napoli, Giovanni Battista Gargano e Lucrezio Nucci, 1615, ISBN non esistente.

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