Cavalieri di San Lazzaro

ordine religioso cavalleresco (1119-1572)

I cavalieri di San Lazzaro, o Lazzariti, furono religiosi ospedalieri e militari appartenenti all'Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme, un ordine costituitosi a Gerusalemme nel XII secolo, nato per dare cure e assistenza ai lebbrosi, come il loro santo patrono, il Lazzaro della parabola, e soppresso nel XVI secolo.[1]

Cavalieri di San Lazzaro
Simbolo dell'Ordine di San Lazzaro: una croce ottagona verde su sfondo bianco.
TipologiaOrdine religioso cattolico
MottoAtavis et armis
IstituzioneXI secolo
Cessazione1572
Confluito inOrdine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Nastro dell'ordine
Stemma dell'Ordine di San Lazzaro

Storia modifica

 
Insegna dei Cavalieri di San Lazzaro
 
Bandiera dell'Ordine di San Lazzaro

Secondo la tradizione l'Ordine dei Cavalieri di San Lazzaro sorse intorno al 1063 d.C. nella città di Gerusalemme. Essi si occupavano di assistere i lebbrosi e ricevere i pellegrini che si recavano in Terra Santa, difendendoli in armi dagli attacchi dei musulmani. È in questo periodo che viene collocata la costruzione dell'ospedale fuori le mura di Gerusalemme, posto sotto la protezione di San Lazzaro.[2] La struttura venne subito affidata ai Lazzariti, i quali furono accresciuti da san Basilio Magno, così come ricordato da Pio IV nella sua bolla e nell'opera di san Gregorio Nazianzeno dedicata allo stesso Basilio.[3]

Cacciati i cristiani dalla Palestina, anche l'Ordine riparò in Europa, e nel 1154 il re di Francia Luigi VII detto il Giovane donò all'Ordine la terra e il castello di Boigny presso Orléans.[4] Nel 1228 i cavalieri lazzariti gestiscono l'ospedale di Capua che, dopo un periodo di decadenza, assieme ad altri beni passa sotto il dominio dei Giovanniti. Il provvedimento è però revocato da Leone X, che restituisce ai lazzariti l'ospedale capuano e quelli di san Giovanni di Palermo e sant'Agata di Messina.[5] Al riguardo il pontefice Paolo II assegna il titolo di "Maestro" al nosocomio capuano.[6]

Era sotto la giurisdizione del patriarca greco-melchita di Gerusalemme e condotto da monaci retti dalla regola di San Basilio Magno[senza fonte].

L'ordine medioevale di San Lazzaro di Gerusalemme prese vita da questo ospedale e dall'ordine che lo gestiva verso il 1119[1]. A differenza degli altri ordini militari e religiosi stabilitisi in Terra santa nel periodo precedente o durante la prima crociata, che dipendevano dalla Chiesa latina, i Lazzariti erano sotto la giurisdizione della Chiesa d'Oriente [senza fonte], anche se in seguito passarono sotto la giurisdizione della Chiesa di Roma [senza fonte]. In assenza del patriarca greco-melchita, il gran maestro dei Lazzariti diventava grande elettore dell'arcivescovo di Armenia [senza fonte].

Dopo la presa di Gerusalemme da parte dei crociati, nel 1099, i cavalieri ammalati di lebbra andavano nell'ospedale di San Lazzaro a farsi curare, molti di essi entravano nella comunità monastica e ne pronunciavano i voti, pur mantenendo le loro prerogative cavalleresche.

Troviamo i Cavalieri di San Lazzaro a Gerusalemme sotto Baldovino II (1118-1131), il quale li prende sotto la sua protezione per favorirli nella cura dei lebbrosi.[7] Altre fonti che abbiamo in merito a questo ordine risalgono al 1142 quando re Folco di Gerusalemme gli concede dei terreni.[8]

Nel XII secolo i Lazzariti adottarono la regola di Sant'Agostino. In questa veste definitiva venne confermato come ordine religioso militare e ospedaliero con la bolla papale dell'11 aprile 1255 di papa Alessandro IV.

Fu prassi consolidata che il Gran Maestro dell'Ordine fosse sempre un guarito dalla lebbra. Questa usanza durò fin sotto al pontificato di Innocenzo IV, verso l'anno 1253. In quell'anno i cavalieri di san Lazzaro chiesero al pontefice facoltà di eleggere gran maestro qualcuno di loro che non fosse lebbroso, poiché gli infedeli avevano ammazzato tutti i cavalieri lebbrosi del loro ospedale di Gerusalemme.[9]

Come principale attività essi si occuparono della cura dei lebbrosi e dell'accoglienza dei cavalieri di altri ordini che avevano contratto questa grave malattia. L'ordine dei Templari prevedeva nella sua regola la possibilità di entrare nell'ordine dei Lazzariti se affetti da lebbra.

Non è del tutto chiaro quando l'Ordine di San Lazzaro abbia assunto per la prima volta connotati militari, ma già nel 1187, dopo la presa di Gerusalemme da parte di Saladino i cavalieri di San Lazzaro erano presenti [senza fonte]. Essi parteciparono attivamente alla presa di San Giovanni d'Acri nel 1191 nell'ambito della Terza crociata condotta da Filippo di Francia e Riccardo Cuor di leone. Durante la loro permanenza a Tolemaide i lazzariti ricevettero numerosi doni sia dai baroni latini che signoreggiavano quei luoghi sia da Federico II di Svevia e da alcuni pontefici.[10]

Furono nella crociata del 1227 al fianco dell'imperatore Federico II Hohenstaufen e nel 1244 svolsero un ruolo eroico nella Battaglia di Gaza, dove tutti i cavalieri lazzariti rimasero uccisi sul campo assieme all'arcivescovo di Tiro.[11]

Nel 1249 furono al fianco del Re di Francia nelle battaglie di Damietta e di Al Mansurah[senza fonte]

Nel 1257 papa Alessandro IV confermò l'Ordine sotto la regola di Sant'Agostino. È in quest'epoca che la compagine cavalleresca prospera e si arricchisce soprattutto in Sicilia, Puglia e Campania, dove alle iniziali donazioni di Federico Barbarossa si aggiungono anche quelle di Enrico IV e Federico II; e poi di Enrico d'Inghilterra e di Teobaldo di Blois.[12]

L'ordine, in questi due secoli, fondò commende in molti paesi europei: Francia, Inghilterra, Scozia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Italia, Svizzera, Fiandre, Slesia[senza fonte]

Dopo una temporanea fase di declino tra il XIV e il XVI secolo in cui Sisto IV nel 1480 e Innocenzo III nel 1489 tentarono di unire l'Ordine a quello dei Giovanniti.[13] Pio IV nel 1564 volle valorizzarlo in funzione anti-turca concedendo al gran maestro Giannotto Castiglioni i poteri necessari al suo risanamento morale ed economico ed ancora estendendo con Bolla pontificia la giurisdizione dell'Ordine su tutti i lebbrosari e i luoghi posti sotto l'invocazione di san Lazzaro. Una ulteriore misura fu quella del recupero delle commende precedentemente appartenute ai Lazzariti che nel frattempo erano state incamerate da alcuni Ordini.[14]

Come stabilito nella bolla pontificia, Pio IV creò il Castiglioni gran maestro di tutto l'Ordine (totum Orbem) e non soltanto del ramo italiano.[15]

Con la morte di Pio IV si intavolarono trattative per una possibile fusione con l'Ordine di Malta, che tuttavia fallirono, sì che il Castiglioni su consiglio del conte Carlo Cicogna il 13 gennaio 1571 rinunciò al Gran Magistero in favore del duca Emanuele Filiberto di Savoia.[16]

In occasione della Battaglia di Lepanto, il 7 ottobre 1571, aderendo il Ducato di Savoia alla Lega Santa, numerosi cavalieri di san Lazzaro furono imbarcati sulle galere sabaude.[17]

Unificazione con l'Ordine di San Maurizio modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Nel 1572, con bolle pontificie Gregorio XIII riunisce l'Ordine gerosolimitano di San Lazzaro, con tutte le sue rendite, a quello di San Maurizio,[18] fondato nel 1434 dal duca Amedeo VIII di Savoia, dando così origine all'attuale Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, il cui governo, gestione e gran magistero è stato conferito dalla Santa Sede irrevocabilmente al Capo della Real Casa Savoia, che regnò anche in Italia dal 1861 fino al 1946.

In Francia l'Ordine di San Lazzaro restava momentaneamente sotto il gran magistero del Salviati e l'influenza della real casa francese, quindi i difficili negoziati per il passaggio di molte commende ivi possedute all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro non furono perfezionati a causa dell'opposizione dello stesso Salviati.[19] Il ramo francese, ridotto a pura delegazione regia, con il gran maestro Filiberto di Nerestang ottenne dal pontefice Paolo V la riforma dell'Ordine con l'attribuzione di nuove insegne, nuovi titoli e statuti. Nasceva l'Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo e di San Lazzaro.[19] Al riguardo nel 1608 Enrico IV soppresse con proprie lettere patenti l'ufficio di gran maestro dell'Ordine di san Lazzaro e unì "commende, priorati e benefici" al costituendo Ordine che stabilì la sua sede a Boigny presso Orleans sotto il gran magistero che lo stesso sovrano affidò a Filiberto di Nerestang, al cui collo pose il collare dal quale pendeva una croce con l'immagine di Nostra Signora circondata di raggi d'oro. Dopo tale cerimonia, nella chiesa di san Lazzaro a Parigi, furono creati i primi cento cavalieri.[20]

Circa l'esistenza in epoca contemporanea dell'Ordine di San Lazzaro ramo di Boigny, l'Osservatore Romano con nota del 15-16 aprile del 1935 ebbe modo di ribadirne la definitiva soppressione nel 1608 ad opera di Paolo V e del sovrano francese Enrico IV.[21]

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Charles Savona-Ventura, The Order of St Lazarus in the Kingdom of Jerusalem, in Journal of the Monastic Military Orders, vol. 1, ottobre 2008, pp. 55–64.
  2. ^ D. Jannotta, Notizie storiche della chiesa, e spedale di san Lazzaro, Napoli, St. Di Domenico, 1772, p. 13.
  3. ^ D. Jannotta, Notizie storiche della chiesa, e spedale di san Lazzaro, Napoli, St. Di Domenico, 1772, p. 14.
  4. ^ Dizionario delle Origini, Invenzioni e Scoperte, III, Milano, Bonfanti, 1830, p. 1400;..
  5. ^ D. Jannotta, op. cit., p. 15
  6. ^ D. Jannotta, op. cit., p. 21
  7. ^ I. Gobry, Cavalieri e pellegrini, Roma, Città Nuova, 2000, p. 243.
  8. ^ A. de Marsy, Fragment d'un Cartulaire de l'Ordre de Saint-Lazare en Terre Sainte. Archives de l'Orient latin, vol. 2, Paris, 1883.
  9. ^ G. F. Michaud, Storia delle crociate, II, Firenze, 1845, p. 579.
  10. ^ A. Sala, Fascicolo conclusione dell'opera circa S. Carlo Borromeo, Pinerolo, Tip. Chiantore, 1862, p. 94.
  11. ^ L. Cibrario, Breve storia dell'Ordine del Tempio, Torino, Fontana, 1848, p. 84.
  12. ^ Goffredo di Crollalanza, Enciclopedia araldico-cavalleresca, Pisa, 1878, p. 363.
  13. ^ Dei tempieri e della loro abolizione degli ordini equestri.
  14. ^ CASTIGLIONI, Giannotto in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 20 settembre 2021.
  15. ^ D. Jannotta, op. cit., p. 24.
  16. ^ Annuario diplomatico del Regno d'Italia, 1931 - IX, Roma, Tip. Ministero degli Affari Esteri, p. 683.
  17. ^ G. Arenaprimo (barone di Montechiaro), La Sicilia nella battaglia di Lepanto, Messina, Principato Editore, 1892, p. 47.
  18. ^ L. Fransoni, Storia della chiesa metropolitana di Torino, Torino, Fontana, 1840, p. 332.
  19. ^ a b L. Cibrario, Dei tempieri e della loro abolizione. Degli Ordini equestri di S. Lazzaro, S. Maurizio e dell'Annunziata, Torino, Tip. Botta, 1868, p. 255.
  20. ^ H. Sainte Marie, Dissertazioni storiche e critiche sopra la cavalleria antica e moderna, secolare e regolare, Brescia, Rizzardi, 1761, p. 259.
  21. ^ Ordine di San Lazzaro, in Osservatore Romano, 15-16 aprile 1935.

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Collegamenti esterni modifica

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