Centri sussidiari di trazione delle Ferrovie dello Stato italiane

I Centri sussidiari di trazione furono degli impianti ferroviari delle Ferrovie dello Stato italiane istituiti durante la seconda Guerra mondiale[1].

Avevano la funzione di ospitare i mezzi di trazione per allontanarli dai depositi locomotive preesistenti, ubicati all'interno delle città e quindi facilmente soggetti a bombardamenti[Nota 1].

Terminato il periodo bellico essi furono soppressi o trasformati in rimesse o in depositi.[1]

Cronologia modifica

I primi centri sussidiari di trazione furono istituiti nella seconda metà del 1942, ripristinando le funzioni tipiche dei depositi in impianti che in origine erano stati depositi o rimesse locomotive e che, prima del conflitto, erano stati soppressi con trasferimento dei mezzi di trazione già a essi assegnati ad altri impianti.[1]

Nel 1942 erano attivi (fonti:[1][2]) i centri sussidiari di trazione di Antrodoco, Arona, Avellino, Brescia, Brindisi, Casale Monferrato, Caserta, Cervignano, Chiusi, Chivasso, Falconara, Ferrara, Genova Pontedecimo, Grosseto, Modica, Orte, Parma, Pontremoli, Potenza, Roma Trastevere, Sant'Agata di Militello, Velletri, Vicenza, Viterbo.

Nel 1946 erano attivi (fonti:[2]) i centri sussidiari di trazione di Antrodoco, Arona, Avellino, Brescia, Brindisi, Casale Monferrato, Caserta, Cervignano, Chiusi, Chivasso, Falconara, Ferrara, Genova Pontedecimo, Grosseto, Modica, Orte, Parma, Pontremoli, Potenza, Sant'Agata di Militello, Velletri, Viterbo.

Nel 1953 erano attivi (fonte:[3]) i centri sussidiari di trazione di Antrodoco, Arona, Brescia, Brindisi, Chivasso, Ferrara, Grosseto, Pontedecimo.

Note modifica

  1. ^ Nel 1945 le valutazioni dei danni bellici determinarono che il parco dei mezzi di trazione aveva subito perdite comprese tra il 56% delle locomotive a vapore (2 280 unità fuori servizio su 4 059 possedute) e l'86%[dato errato] delle automotrici termiche (770 unità fuori servizio su 794 possedute). Fonte: Nascimbene, La lunga, p. 64

Riferimenti modifica

Bibliografia modifica

  • Filippo Cesari, Vito Rizzo e Settimio Lucchetti, Elementi generali dell'esercizio ferroviario. Tradizione, evoluzione, sviluppi, 2ª ed. a cura di Luca Franceschini, Antonio Garofalo, Renzo Marini e Vito Rizzo, Roma, Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, 2017, ISBN 978-88-95634-12-8.
  • Guido Corbellini, Il cinquantenario delle Ferrovie dello Stato, in 1905-1955. Il Cinquantenario delle Ferrovie dello Stato, in Ingegneria ferroviaria, 9 (1955), n. 5-6, pp. 333-528, ISSN 0020-0956 (WC · ACNP).
  • Attilio Di Iorio, Nei depositi si cambia!, in I treni, vol. 18, n. 190, 1997, pp. 20-25, ISSN 0392-4602 (WC · ACNP).
  • Ministero dei Trasporti. Ferrovie dello Stato, Relazione per gli anni finanziari 1949-50, 1950-51, 1951-52, 1952-53, vol. 1, Roma, Direzione generale delle Ferrovie dello Stato, 1957.
  • Ministero dei Trasporti. Ufficio Stampa, Le Ferrovie italiane dello Stato rinascono. La ricostruzione fino all'aprile 1948, prefazione di Giovanni Di Raimondo, Roma, Ministero dei Trasporti. Ufficio Stampa, 1948.
  • Angelo Nascimbene, La lunga notte del Quarantaquattro, in Tutto treno, vol. 21, n. 230, 2009, pp. 36-65, ISSN 1124-4232 (WC · ACNP).
  • Angelo Nascimbene e Gianfranco Berto, Depositi locomotive. Dal grande vapore all'alta velocità, in Tutto treno tema, (1997), n. 11, pp. 1-83, ISSN 1124-4232 (WC · ACNP).