Cetara

comune italiano

Cetara è un comune italiano di 1 943 abitanti della provincia di Salerno in Campania.

Cetara
comune
Cetara – Stemma
Cetara – Bandiera
Cetara – Veduta
Cetara – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoFortunato Della Monica (lista civica Cetara d'amare) dal 5-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021)
Territorio
Coordinate40°39′N 14°42′E / 40.65°N 14.7°E40.65; 14.7 (Cetara)
Altitudine10 m s.l.m.
Superficie4,97 km²
Abitanti1 943[1] (31-10-2023)
Densità390,95 ab./km²
FrazioniFuenti
Comuni confinantiMaiori, Vietri sul Mare
Altre informazioni
Cod. postale84010
Prefisso089
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065041
Cod. catastaleC584
TargaSA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 999 GG[3]
Nome abitanticetaresi
Patronosan Pietro apostolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cetara
Cetara
Cetara – Mappa
Cetara – Mappa
Posizione del comune di Cetara all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

Celebre centro di produzione della colatura di alici, dal 1997 il territorio comunale è Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO in quanto parte della costiera amalfitana.

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Pittoresco borgo marinaro della costiera amalfitana, Cetara sorge ai piedi del monte Falerio e, distendendosi in una profonda vallata fiancheggiata da vigneti ed agrumeti, si apre quasi a ventaglio sulla stretta fascia pianeggiante a livello del mare.

Clima modifica

La stazione meteorologica più vicina è quella di Ravello. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +7,3 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +23,4 °C[4].

Origini del nome modifica

Cetara è sempre stato un paese di pescatori, non a caso il suo nome deriva dal latino Cetaria, tonnara, o da cetari, venditori di pesci grossi. Lo stesso vocabolo latino deriva probabilmente dal greco Ketèia, che vuol dire sempre tonnara. Recentemente, nel libro Cetara: una sponda del Mediterraneo, l'avvocato cetarese Costantino Montesanto avanza l'ipotesi, già citata nel libro di G.D.Serra Lineamenti di una storia linguistica dell'Italia Meridionale, che il toponimo in realtà derivi dal termine caeditaria, cioè "pertinenza della caedita", ossia luogo disboscato. Ancora, si potrebbe far risalire l'origine al termine citrus, ossia limone, da secoli coltura importantissima non solo nel paese ma in tutta la costiera amalfitana. Già insediamento nell'880 di un gruppo di armati musulmani, con la benedizione del vescovo di Napoli Atanasio II, che così poteva colpire i suoi nemici locali di Capua, Salerno, Spoleto o Benevento, nel 1551 Cetara fu assalita dalle armate turche che fecero strage di chi non voleva imbarcarsi al loro servizio. Dopo il tragico episodio, a seguito dell'ordine del 1567 del viceré spagnolo di costruire lungo la costiera amalfitana 19 torri di avvistamento per scongiurare il pericolo arabo, anche a Cetara fu innalzata una possente torre (oggi restaurata e adibita a museo del mare), simbolo caratteristico della ridente cittadina.

Dal 1685 la vita cetarese ebbe nei Francescani un essenziale punto di riferimento pedagogico, culturale e morale. La loro presenza è testimoniata dall'imponente complesso monumentale conventuale. Le bellezze naturali ed artistiche, complice la posizione geografica, hanno reso Cetara patrimonio dell'UNESCO, con la costiera amalfitana.

Storia modifica

La strada che da Vietri continua tortuosa fino alla punta di Fuenti, attraversa il vallone dell'Albore ed è dominata per breve tratto dai paesi di Raito e Albori, continua poi fino a raggiungere l'antica conca di Cetara avvolta dal monte Falerio, in parte verdeggiante e rigoglioso di agrumi ed in parte rado e selvaggio. Ultimo possedimento e confine dell'antico Ducato e diocesi amalfitana della banda orientale della costiera fu roccaforte dei Saraceni nell'842 e nell'879 al tempo dell'assedio di Salerno. Cetara è sempre stata un paese di pescatori, ed infatti il suo nome deriva da Cetaria. o tonnara o da "cetari", venditori di pesci grossi, i tonni appunto.

Fin dal 1030 Cetara fu debitrice al vescovo di Amalfi, dal quale dipendeva, dello "ius piscariae," la decima della pesca. Nel 1120 il borgo passò sotto la dominazione politica di Amalfi e fu poi soggetta, con i normanni, all'abbazia benedettina di Santa Maria di Erchie ed infine passò alle dipendenze dell'abbazia di Cava. L'abbazia aveva collegamenti marittimi con i monasteri benedettini e traffici di pellegrini e merci in Africa. Pietro Pappacarbone, terzo abate di Cava e nipote di Sant'Alferio, fondatore della badia cavense, ebbe in donazione da Ruggero il porto di Vietri nel 1086 da Guglielmo quelli di Fonti nel 1117 e di Cetara nel 1120. Più tardi, nel 1124, I'abate Simeone comprò il porto detto del Traverso presso Punta Licosa per 15 soldi di tari salernitani, e il cenobio acquistò altri cinque porti o cale sulle spiagge cilentane i porti davano un reddito di diritti marittimi al monastero, in virtù della tassa di ancoraggio, che era variabile a seconda dell'appartenenza della nave a gaetani, sorrentini, calabresi e siciliani, oppure genovesi, pisani o romani. Nel 1534 i turchi, forti di 22 galee e capeggiati dal tremendo rinnegato Sinan pascià, fecero schiava gran parte della popolazione "menò seco 300 abitanti in ischiavitù e tutti coloro che si mostrarono renitenti all'imbarco furono senza pietà sgozzati per mano di quei barbari", mentre gran parte dei superstiti trovò scampo a Napoli.

Ed è appunto per difendersi da simili attacchi che venne costruita la Torre vicireale.

 
Torre di Cetara

Tradizione antica, che si è prolungata nel tempo, è quella della partenza dei pescatori per l'Algeria e il Marocco nei mesi di marzo ed aprile, per dedicarsi alla pesca delle acciughe, e conservare come acciughe sotto sale, per ritornare in autunno dopo aver rifornito i mercati di Messina, Genova e Livorno.

La terra di Cetara, vedesi situata in un'angusta, ma lunga vallata, anticamente murata dalla parte del mare, e cinta dalle imminenti balze dell'elevato monte Falerzio, tutto vestito di boschi e di vigne. Ella giace esposta ad oriente, con piccola marina e ruscello (Cetara, dal popolo chiamato Cannillo piccolo corso d'acqua). Negli antichi tempi molto esteso n'era il territorio cetarese; confinante all'acqua delle Fischetole; e verso Erchie comprendeva gli eccelsi monti di Carbonara, Falerzio, Sett'albori, Ferolito, Capo-d'acqua, Valle maggiore ecc. Altra porzione del suo tenimento possedevasi dalla Cava, ma nello spirituale sottostava alla, giurisdizione del metropolitano di Amalfi.

Villaggio dipendente di Vietri (a sua volta frazione di Cava fino al 1806), fu distaccato ed elevato a Comune con real decreto del 15 novembre 1833.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone progettati dallo storico e araldista Prof. Maurizio Ulino, sono stati approvati dal consiglio comunale il 30 novembre 2007 per essere poi concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 aprile 2008.[5][6]

«Troncato: il primo, di rosso; il secondo, fasciato di argento e di azzurro; al delfino rivoltato, attraversante, d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di rosso, il motto, in lettere maiuscole di oro, CETARIA CRESCENT. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
Vista di Cetara
 
Convento di San Francesco
  • Torre di Cetara (XVI secolo);
  • Chiesa e convento di San Francesco del XVII secolo, la cui cupola dell'unica navata esistente fu affrescata dal pittore Marco Benincasa;
  • Chiesa di San Pietro Apostolo, ristrutturata nel XVIII secolo, ha l'interno barocco, con la cupola maiolicata e il campanile duecentesco a bifore, e la cella campanaria a forma ottagonale.
  • Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (XIX secolo).

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[7]

Religione modifica

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana di rito cattolico appartenenti all'arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni.

Cultura modifica

Cinema modifica

Cetara è stata utilizzata come set cinematografico per i film L'uomo, la bestia e la virtù, Le castagne sono buone, Sgarro alla camorra, Menzogna, Il mare non c'è paragone, la serie Tv I Diavoli e la fiction Capri 2.

Cucina modifica

La gastronomia tipica di Cetara è essenzialmente a base di pesce (tonno ed alici in particolar modo). Tipici del paese sono gli spaghetti con la colatura di alici, che è il ricavato della fermentazione delle alici messe a marinare negli orci: l'antico "garum" dei romani. Altro prodotto gastronomico localmente diffuso è il cosiddetto "cuòppo", cioè un cartoccio contenente pesce preparato e fritto in vari modi, soprattutto alici e pesce di paranza.

Eventi modifica

 
Processione di San Pietro

Il 29 giugno si svolge la festa patronale di S.Pietro, corredata da fuochi pirotecnici sul mare.

Infrastrutture e trasporti modifica

Strade modifica

  • Strada statale 163 Amalfitana, principale asse viario di accesso al territorio comunale.
  • Strada Provinciale 304 Innesto SS 163-Fuenti verso Cetara.

Porti modifica

Nel comune è presente un Porto turistico.

Amministrazione modifica

Con decreto del 15 novembre 1833, a firma del re Ferdinando II, veniva stabilito che "a contare dal dì primo gennaio 1834 il villaggio di Cetara nella provincia di Principato citeriore sarà elevato a comune con amministrazione indipendente e separata da quella del Comune di Vietri di cui finora ha fatto parte".[8]

Sindaci modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1834 1835 Pietro De Crescenzo Sindaco
1835 1840 Giuseppe Di Crescenzo Sindaco
1840 1841 Pietro Di Crescenzo Sindaco
1841 1846 Pasquale Forcellino Sindaco
1846 1849 Tommaso Autuori Sindaco
1849 1856 Pasquale Forcellino Sindaco
1856 1861 Gennaro Pappalardo Sindaco
1862 1869 Andrea Forcellino Sindaco
1870 1870 Camillo Ghezzi (delegato straordinario) Sindaco
1871 1871 Aniello Galano (assessore funz. Sindaco) Sindaco
1871 1872 Salvatore Pappalardo (assessore funz. Sindaco) Sindaco
1873 1884 Gennaro Pappalardo Sindaco
1885 1896 Luigi Gatto Sindaco
1896 1899 Raffaele Montesanto Sindaco
1900 1903 Costantino Montesanto Sindaco
1903 1903 Francesco Benincasa (assessore funz. Sindaco) Sindaco
1903 1909 Pasquale Forcellino Sindaco
1909 1910 Domenico Pappalardo (assessore funz. Sindaco) Sindaco
1911 1926 Cav. Giovanni Montesanto Sindaco
1927 1930 Giulio Della Corte Partito Nazionale Fascista Podestà
1930 1935 Cav. Giovanni Montesanto Partito Nazionale Fascista Podestà
1936 1940 Cav. Francesco Montesanto Partito Nazionale Fascista Podestà
1940 1940 Cav. Serafino Di Giulio Commissario
1940 1942 Cav. Giovanni Montesanto Commissario
1942 1942 Cav. Giovanni Montesanto Partito Nazionale Fascista Podestà
1942 1943 Alberto Ettore Rebeck Partito Nazionale Fascista Podestà
1944 1944 Raffaele Vuolo Commissario
1944 1945 Raffaele Vuolo Sindaco
1946 1946 Nunziato Malzone Commissario
1946 1947 Gennaro Ferrigno Sindaco
1947 1949 Gennaro Pappalardo Sindaco
1950 1951 Alfonso Galano Sindaco
1951 1952 Pasquale Pappalardo Sindaco
1952 1952 Alfonso Pappalardo Sindaco
1952 1953 Raffaele Autuori Sindaco
1953 1953 Mario Bonifacio Sindaco
1953 1956 Luigi De Crescenzo Sindaco
1956 1967 Napoleone Marano Sindaco
1967 1969 Domenico pappalardo Sindaco
1969 1975 Alfonso Punzi Sindaco
1975 1993 Benito D'Emma DC Sindaco
6 giugno 1993 27 aprile 1997 Benito D'Emma DC Sindaco
27 aprile 1997 13 maggio 2001 Benito D'Emma centro-destra Sindaco
13 maggio 2001 28 maggio 2006 Francesco Liguori centro-destra Sindaco
29 maggio 2006 15 maggio 2011 Secondo Squizzato lista civica Sindaco
16 maggio 2011 5 giugno 2016 Secondo Squizzato lista civica Cetara nuova - Insieme per crescere Sindaco
5 giugno 2016 in carica Fortunato Della Monica lista civica Cetara d'amare Sindaco

Gemellaggi modifica

Altre informazioni amministrative modifica

Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Destra Sele.

Sport modifica

Ha sede nel comune la società Cetara Calcio, più volte rifondata, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.

Note modifica

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Tabella climatica mensile e annuale (TXT), in Archivio climatico DBT, ENEA (archiviato dall'url originale il 2016 circa).
  5. ^ Cetara (Salerno) D.P.R. 22.04.2008 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 10 agosto 2022.
  6. ^ CETARANOTIZIE (PDF), su cavanotizie.it.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ https://www.comune.cetara.sa.it/index.php?action=index&p=1487
  9. ^ Gemellaggio fra Cetara e Ceriale (SV): due sponde dei Mediterraneo, su positanonews.it. URL consultato il 28 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2014).

Bibliografia modifica

  • Mappa turistica e delle passeggiate di Cetara.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN136040001 · BNF (FRcb12525955p (data)
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