Charles Meryon

incisore, pittore, disegnatore e poeta francese

Charles Meryon (Parigi, 23 novembre 1821Charenton-le-Pont, 14 febbraio 1868) è stato un incisore, pittore, disegnatore e poeta francese.

Ritratto di Charles Meryon eseguito da Léopold Flameng (1858)

Biografia modifica

 
Ministero della Marina
 
La Galleria di Notre-Dame (1853)

Figlio illegittimo del medico inglese Charles Lewis Meryon e di Narcisse Chaspoux, ballerina all'Opéra di Parigi[1], visse un'infanzia in povertà[2]. Dopo una carriera come ufficiale di marina, studiò infatti alla Scuola navale di Brest dal 1837 al 1839[3], nel 1848 iniziò a dedicarsi esclusivamente all'incisione[4], ispirandosi ai ricordi dei suoi viaggi[4], principalmente in Oceania[5]. Navigò dapprima nel Mediterraneo poi, nei primi anni '40 salpò per la base francese di Akaroa in Nuova Zelanda, rimanendo nel Sud Pacifico per parecchi anni e visitando vari porti, tra cui quello di Sydney e Valparaíso: di questo periodo restano varie centinaia di disegni[3]. Studiò a Tolone presso Vincent Cordouan dal 1839 al 1841 e, dopo il suo ritorno in Francia dal Pacifico, presso Charles-Francois Phélippes, un allievo di Jacques-Louis David, nel 1846[4], ma abbandonò del tutto la pittura a causa di una grave forma di cecità ai colori[1]. Apprese le tecniche d'incisione dall'acquafortista Eugène Bléry dal 1849 al 1850[2][3][4] ed eseguì copie dai maestri olandesi del XVII secolo, in particolare Zeeman, da cui realizzò le sue prime incisioni ("Eaux-fortes sur Paris", 1850-1855[2][4], 22 acqueforti[5]) e Van de Velde[5]. Al Salon del 1850 espose Le Petit Pont, appartenente proprio a questa serie[4]. Nel 1857 eseguì una Veduta di San Francisco a partire da cinque dagherrotipi[4], commissionata con intento promozionale dall'azienda Pioche, Bayerque e Company che possedeva vasti immobili in loco[3], tra il 1860 e il 1863 incise delle Vedute dell'Oceania[4], tra cui Nouvelle Zélande e L'assassinat de Marion-Dufrêne dans la baie des Îles[5] e copie di vedute di Parigi del XVII e del XVIII secolo (Il vecchio Louvre da un dipinto di Zeeman)[4]. Realizzò, inoltre, altre 72 tavole su Parigi, alcune pubblicate da L'Artiste (Tour de l'Horloge, Pompe Notre-Dame)[5].

Eseguì principalmente architetture, marine, scene con soggetti ornitologici[6] e anche alcuni ritratti[5]. Le sue incisioni sono caratterizzate da un gioco rigoroso di linee intersecantesi[4], da una precisione degna d'un disegnatore navale[5], da un audace chiaroscuro con effetti drammatici[4] e con fantasie romantiche e inquietanti[1], che gli meritarono l'ammirazione del poeta Charles Baudelaire[4]. Solitamente incideva su rame, anche se a volte preferiva l'acciaio, come nel caso della sua Veduta di San Francisco[3].

Corredava, inoltre, le sue incisioni di didascalie in versi[3].

Ammalatosi di un disturbo mentale, fu internato presso l'ospizio di Charenton-le-Pont, dove morì il 14 febbraio 1868[1][4].

Opere modifica

Note modifica

Bibliografia modifica

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Collegamenti esterni modifica

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