Chianti (vino)

vino DOCG toscano

Il Chianti è dal 1984 un vino a DOCG[1] prodotto in Toscana.

Chianti
Dettagli
StatoItalia Italia
RegioneToscana
Resa (uva/ettaro)9,0-11.00 t/ha (3 kg/ceppo)
Resa massima dell'uva70%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
10,5%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
11,5%
Estratto secco
netto minimo
20,0 g/l
Riconoscimento
TipoDOCG
Istituito con
decreto del
2 luglio 1984 modificato 25/07/2019
Vitigni con cui è consentito produrlo
[1]

Zona di produzioneModifica

Comprende in tutto o in parte le province di: Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Pistoia, Prato.

Vitigni con cui è consentito produrloModifica

  • Sangiovese 70-100% (per la sottozona Chianti Colli Senesi, 75-100%)
  • altri vitigni idonei alla coltivazione nell'ambito della regione Toscana (vitigni complementari sottoelencati).

Inoltre:

  • i vitigni a bacca bianca non potranno, singolarmente o congiuntamente, superare il 10%;
  • i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon non potranno, singolarmente o congiuntamente, superare il 15% (per la sottozona Chianti Colli Senesi il limite è del 10%).

Vitigni complementariModifica

  • Vitigni a bacca rossa:

Abrusco, Aleatico, Alicante, Alicante Bouschet, Ancellotta, Barbera, Barsaglina, Bonamico, Bracciola nera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Calabrese, Caloria, Canaiolo Nero, Canina nera, Carignano, Carmenere, Cesanese d'Affile, Ciliegiolo, Colombana nera, Colorino, Foglia Tonda, Gamay, Groppello di S. Stefano, Groppello Gentile, Lambrusco Maestri, Malbech, Malvasia nera, Malvasia Nera di Brindisi, Malvasia Nera di Lecce, Mammolo, Mazzese, Merlot, Montepulciano, Mondeuse, Petit Verdot, Pinot Nero, Pollera nera, Prugnolo Gentile, Pugnitello, Rebo, Refosco dal Peduncolo Rosso, Sagrantino, Sanforte, Schiava Gentile, Syrah, Tempranillo, Teroldego, Vermentino Nero

  • Vitigni a bacca bianca:

Albana, Albarola, Ansonica, Biancone, Canaiolo Bianco, Chardonnay, Clairette, Durella, Fiano, Grechetto, Greco, Incrocio Bruni 54, Livornese Bianca, Malvasia Bianca di Candia, Malvasia Bianca Lunga, Malvasia Istriana, Manzoni Bianco, Marsanne, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Orpicchio, Petit Manseng, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling Italico, Riesling renano, Roussane, Sauvignon, Sémillon, Traminer Aromatico, Trebbiano Toscano, Verdea, Verdello, Verdicchio Bianco, Vermentino, Vernaccia di S. Gimignano, Viogner

Tecniche produttiveModifica

Sono idonei unicamente i vigneti di giacitura collinare ed orientamento adatti. I nuovi impianti ed i reimpianti dovranno avere una densità non inferiore ai 4100 ceppi/ettaro con eccezione della sottozona Chianti Rufina dove i nuovi impianti devono essere realizzati con almeno 4500 ceppi/ettaro.

I sesti di impianto e le forme di allevamento devono essere tali da non modificare le caratteristiche peculiari dell’uva e del vino. In particolare, è vietata ogni forma di allevamento su tetto orizzontale tipo tendone.

È vietata ogni pratica di forzatura, ma è consentita l'irrigazione di soccorso.

Nella vinificazione è ammessa la tradizionale pratica enologica del governo all'uso Toscano, che consiste in una lenta rifermentazione del vino appena svinato con uve dei vitigni autorizzati, leggermente appassite.

Tutte le operazioni di vinificazione, invecchiamento, imbottigliamento e affinamento ove previsto devono essere effettuate nell’ambito della zona di produzione ma sono ammesse deroghe su preventiva autorizzazione.

L’immissione al consumo del vino Chianti DOCG è consentita dal 1º marzo dell'anno successivo alla vendemmia.

Caratteristiche organoletticheModifica

  • colore: rubino vivace, tendente al granato con l'invecchiamento;
  • odore: intenso, talvolta con profumo di mammola che si affina nella fase di invecchiamento;
  • sapore: secco, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subìto il «governo» presenta vivezza e rotondità.

Informazioni sulla zona geograficaModifica

Il Chianti nasce in una area geologicamente assai omogenea, situata a sud dell'Appennino settentrionale e fra le latitudini che ricomprendono Firenze e Siena.

Una fascia inizia a nord, dalla zona del Mugello verso Rufina e Pontassieve, prosegue lungo i monti del Chianti fino ad arrivare a ricomprendere il territorio del Comune di Cetona. L'altra si origina sul Montalbano e si allaccia alla Val di Pesa con direttrici verso San Gimignano e Montalcino. Il nucleo centrale è contornato da propaggini legate ai sistemi collinari dell'Aretino e del Senese, del Pistoiese, del Pisano e del Pratese. Queste fasce estreme e periferiche sono collegate fra loro da briglie trasversali.

In particolare, il territorio del Chianti, dal punto di vista geologico, per la sua vastità, può essere suddiviso in quattro sistemi, in ordine di età di formazione decrescente: dorsali preappenniniche mio-eoceniche, le colline plioceniche, la conca intermontana del Valdarno Superiore con i depositi pleistocenici, ed i depositi alluvionali.

Il clima dell'area si inserisce nel complesso climatico cosiddetto della collina interna della Toscana. Il clima del comprensorio può essere definito da "umido" a "subumido", con deficienza idrica in estate. La piovosità media annua è di 867 mm con un minimo di 817 mm ed un massimo di 932 mm. La piovosità massima si registra, di regola, nel mese di novembre con 121 mm e la minima in luglio con 32 mm. Il mese di agosto è quello mediamente più caldo, con temperature medie di oltre 23 °C, mentre il mese più freddo è solitamente gennaio, con temperature medie intorno ai 5 °C.[1]

StoriaModifica

Il nomeModifica

Il nome Chianti deriva dall'omonima zona geografica toscana e non ha un etimo chiaro, ma da molti studiosi è stato ricondotto a un'origine etrusca. Si pensa che possa derivare da un nome personale etrusco clante o clanti[2][3]. Altri studiosi pensano a un idronimo etrusco[4].

Nella zona avevano notevole estensione le aree boscose e pascolative, ma oggi il territorio di produzione del vino Chianti deve la fama ai prodotti vinicoli. Dalla regione enologica, infatti, prende nome il vino toscano DOCG.

Il termine Chianti rappresenta, assieme alle tradizioni culturali secolari, alla storia, alla letteratura, alla gastronomia, alla popolazione ivi residente, non solo un grande vino, ma anche un sistema socio-economico più complesso.

Molte dispute si sono accese per stabilire quanti anni abbia il Chianti. Lamberto Paronetto , in un suo libro, ne menziona l'uso in un atto di donazione del 790 appartenente alla Badia di San Bartolomeo a Ripoli[5]. Dall'atto di donazione si passa, con un salto di molti secoli, ai documenti dell'archivio Datini (1383-1410) di Prato, dove viene anche usato, per la prima volta, il termine "Chianti" per designare un tipo speciale di vino. Comunque, una fra le remote e sicure citazioni della parola "Chianti", riferita al vino, sembra quella apparsa nella sacra rappresentazione di S. Antonio sulla fine del Quattrocento o dei primi anni del Cinquecento. Tuttavia, nonostante le rare apparizioni quattrocentesche e cinquecentesche della parola, la denominazione corrente di questo vino resterà ancora per parecchio tempo riferita al nome di "vermiglio" o a quello di "vino di Firenze". Solo nel seicento, con l'intensificarsi dello smercio e delle esportazioni, il nome della regione verrà universalmente riconosciuto anche per il celebre prodotto di questa territorio[6].

La famiglia dei Medici e il ChiantiModifica

 
Il Bandi del 1716

Il grande sviluppo della viticoltura si è avuto con la famiglia dei Medici, Signori di Firenze, del contado e, dal Cinquecento, Granduchi di Toscana. Già nella seconda metà del Quattrocento, Lorenzo dei Medici, nel Simposio e nella Canzone di Bacco, illustra un clima popolaresco, dove il vino è l'essenza di un teatro di arguzie e banalità, al limite grottesco.

Il 24 settembre 1716 a Firenze il Granduca Cosimo III de' Medici emanò il Bando Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d'Arno di Sopra, nel quale venivano specificati i confini delle zone entro le quali potevano essere prodotti i vini citati (in pratica una vera e propria anticipazione del concetto di Denominazione di Origine Controllata), ed un Decreto con il quale istituiva una Congregazione di vigilanza sulla produzione, la spedizione, il controllo contro le frodi ed il commercio dei vini (una sorta di progenitore dei Consorzi)[7].

Sotto il Regno d'ItaliaModifica

 
Bettino Ricasoli

Il Barone Bettino Ricasoli favorì l'introduzione di speciali tecniche di vinificazione, quali quella del "governo", utilizzando uve "colorino", preventivamente appassite su stuoie di canne (cannicci). La pratica del "governo", conferisce al vino un più elevato tenore di glicerina e ne risulta una maggiore rotondità di "beva", che lo rende adatto ad accompagnarsi ai piatti tipici toscani, quali salumi, arrosti, carne alla griglia, ecc.

Nel 1870, Ricasoli, scriveva al professor Studiati dell'Università di Pisa: "il vino riceve dal Sangioveto (nome locale del Sangiovese) la dose principale del suo profumo e una certa vigoria di sensazione; dal Canaiolo l'amabilità che tempra la durezza del primo senza togliergli nulla del suo profumo, per esserne pur esso dotato; la Malvasia tende a diluire il prodotto delle prime due uve, ne accresce il sapore e lo rende più leggero e più prontamente adoprabile all'uso della tavola quotidiana".[8]

Nel NovecentoModifica

Nel 1932 il Governo italiano decide di ampliare notevolmente la zona di produzione del vino Chianti. La zona di produzione della denominazione di origine controllata e garantita “Chianti” corrisponde a quella prevista dal D.M. 31 luglio 1932 (G.U. 209 del 9 settembre 1932), ampliata dal D.P.R. n. 9 agosto 1967 (G.U. n. 217 del 30 agosto 1967) ed integrata infine con la delimitazione della sottozona “Montespertoli” costituita con D. M. 8 settembre 1997 e ricadente tutta nel territorio dell'omonimo comune in Provincia di Firenze.

L'evoluzione degli uvaggiModifica

 
Grappoli di Sangiovese

Fino a tutto il 1700 il vino della zona enologica del Chianti veniva prodotto utilizzando solo le uve del vitigno sangiovese; dai primi anni dell'Ottocento si iniziò ad applicare la pratica di mescolare varietà diverse di uve per migliorare la qualità del vino prodotto (uvaggio).

In quel periodo vennero sperimentate varie miscele, ma fu il Barone Bettino Ricasoli intorno al 1840 a divulgare la composizione da lui ritenuta più idonea per ottenere un vino rosso piacevole, frizzante e di pronta beva e che sarebbe poi diventata la base della composizione ufficiale del vino Chianti[9]: 70% di Sangioveto (denominazione locale per il Sangiovese), 15% di Canaiolo, 15% di Malvasia; e l'applicazione della pratica del governo all'uso Toscano; tale formula, alla quale successivamente venne aggiunto anche un vitigno a bacca bianca, il Trebbiano, viene utilizzata ancora oggi, seppur in via minoritaria e comunque quasi sempre come taglio (miscela di vini vinificati separatamente) non come uvaggio. La maggior parte dei produttori utilizza oggi o solo sangiovese o sangiovese con l'aggiunta di piccole quantità di merlot e/o di cabernet sauvignon.

DisciplinareModifica

Non essendo la produzione del territorio in grado di far fronte alla crescente domanda si cominciò a produrre vino con i sistemi e gli uvaggi utilizzati nel Chianti anche nei territori limitrofi, ottenendo prodotti che, in un primo tempo, venivano chiamati all'"uso Chianti" e che in seguito vennero addirittura venduti come Chianti tout court.[1]

Il famoso vino prodotto nella zona geografica del Chianti veniva quindi "imitato" in altre parti della Toscana rendendo necessaria la creazione di un organismo che lo tutelasse dai plagi. A tale scopo il 22 febbraio 1927 un gruppo di 30 produttori dà vita al Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca di origine.

SottozoneModifica

Il disciplinare prevede le seguenti sottozone di denominazione:

  • Colli Aretini
  • Colli Fiorentini
  • Colli Senesi
  • Colline Pisane
  • Montalbano
  • Montespertoli
  • Rùfina

e due tipologie, Riserva e Superiore.

Nella designazione del vino Chianti può essere utilizzata la menzione vigna.

Disciplinari Chianti comparati nei loro dati principali (Fonte: Mipaaf - Disciplinari di produzione)
Chianti Colli Aretini Colli Fiorentini Colli Senesi Colline Pisane Montalbano Montespertoli Rùfina Superiore
Max. prod. uva (t/ha) 11,0 9,5 9,0 9,0 9,5 9,5 9,5 9,5 9,5
Max. prod. uva (kg/ceppo) 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0
Numero minimo ceppi/ha 4100 4100 4100 4100 4100 4100 4100 4500 4100
Età minima del vigneto (anni) 3 3 3 3 3 3 3 3 3
Resa uva/vino (%) 70 70 70 70 70 70 70 70 70
Titolo alcolometrico naturale minimo (%) 10,5 11,8 11,8 11,5 11,0 11,0 11,0 11,50 11,5
Estratto non riduttore minimo (g/l) 20 21 21 21 21 21 21 21 22
Titolo alcolometrico totale minimo (%) 11,5 11,5 12,0 12,0 11,5 11,5 12,0 12,0 12,0
Acidità totale minima (g/l) 4,5 4,5 4,5 4,5 4,5 4,5 4,5 4,5 4,5
Invecchiamento minimo vino (mesi dal 1º gennaio) 3 3 9 3 3 3 6 9 9

Precedentemente all'attuale disciplinare questa DOCG era stata:

  • Approvata DOC con DPR 09.08.1967 (G.U. 217 - 30.08.1967)
  • Approvata DOCG con DPR 02.07.1984 (G.U. 290 - 20.10.1984)
  • Modificata con DM 08.01.1996 (G.U. 25 - 31.01.1996)
  • Modificata con DM 05.08.1996 (G.U. 219 - 18.09.1996)
  • Modificata con DM 29.10.1996 (G.U. 269 - 16.11.1996)
  • Modificata con DM 08.09.1997 (G.U. 231 - 03.10.1997)
  • Modificata con DM 22.11.1997 (G.U. 284 - 05.12.1997)
  • Modificata con DM 15.03.1999 (G.U. 65 - 19.03.1999)
  • Modificata con DM 10.03.2003 (G.U. 73 - 28.03.2003)
  • Modificata con DM 26.04.2004 (G.U. 103 - 04.05.2004)
  • Modificata con DM 19.06.2009 (G.U. 152 - 03.07.2009)
  • Modificata con DM 19.01.2010 (G.U. 29 - 05.02.2010)
  • Modificata con DM 30.11.2011 (Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza - Vini DOP e IGP)
  • Modificata con DM 13.12.2013 (G.U. 2 03.01.2014) (Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza - Vini DOP e IGP)
  • Modificata con DM 05.11.2014 (Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza - Vini DOP e IGP)
  • Modificata con DM 19.07.2017 (Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza - Vini DOP e IGP)
  • Modificata con DM 25.07.2019 (Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza - Vini DOP e IGP)

BottiglieModifica

 
Sistema tradizionale di imbottigliamento nei fiaschi del Chianti

Recipienti

Le bottiglie o altri recipienti contenenti i vini “Chianti” all’atto dell’immissione al consumo devono essere consoni ai tradizionali caratteri di un vino di pregio anche per quanto riguarda la forma dell’abbigliamento.

Qualora i vini “Chianti” siano confezionati in fiaschi, è vietata l’utilizzazione di un fiasco diverso di quello tradizionale all’uso toscano.

Sistema di chiusura

Per il confezionamento dei vini Chianti sono consentiti i sistemi di chiusura previsti dalla normativa vigente.

Per le tipologie qualificate con la menzione “riserva” deve essere utilizzato solo il tappo raso bocca.

È in ogni caso vietato confezionare i recipienti con tappi a corona o con capsule a strappo.

Abbinamenti consigliatiModifica

Arrosti e cacciagione, formaggi stagionati ma non piccanti, primi piatti saporiti.[10]

ProduzioneModifica

Superfici di riferimento e produzione di Chianti nelle sottozone nel 2004[11]
superficie di raccolta Chianti Colli Aretini Colli Fiorentini Colli Senesi Colline Pisane Montalbano Montespertoli Rùfina Superiore
Sup. di rif. (ha) 10.470 50 30 1.048 3 113 69 532 1.378
Prod. vino (hl) 526.517 1.718 12.504 34.408 118 5.558 2.200 20.477 58.331
Percentuale sul totale (vino)

660.345

80,00 0,26 1,89 5,21 0,017 0,84 0,33 3,10 8.83

Chianti riservaModifica

 
Bottiglia Chianti Riserva

Il vino Chianti, se sottoposto ad un invecchiamento di almeno due anni, può aver diritto alla qualifica Riserva purché, all'atto dell'immissione al consumo, abbia un titolo alcolometrico volumico totale minimo del 12,5 %. Il periodo di invecchiamento viene calcolato a decorrere dal 1º gennaio successivo all'annata di raccolta delle uve.

Il ConsorzioModifica

 
Logo del Consorzio Vino Chianti

Sin dal 1927 esiste il Consorzio Vino Chianti che oggi riunisce oltre 3000 produttori che interessano più di 15000 ettari di vigneto per oltre 80 milioni di litri di vino Chianti prodotto ogni anno. Il Consorzio è incaricato sin dal 1978 da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali della vigilanza per la DOCG Chianti e per le altre denominazioni di competenza, ovverosia le DOC Vin Santo del Chianti, Colli dell'Etruria Centrale e Bianco dell'Empolese dal 2019.

Il Consorzio è incaricato per le medesime denominazioni della vigilanza nella fase di commercializzazione e rilascia i contrassegni Chianti solo ai vini che hanno superato l'esame di idoneità. Ogni anno vengono inoltre prelevate dal Consorzio numerose bottiglie fregiantesi del nome Chianti dal mercato, sia italiano che estero, in modo da controllare che quanto effettivamente immesso al consumo possegga i requisiti previsti dal disciplinare di produzione.

Prodotti trasformati

La legge 238/2016 “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”, e precisamente l’articolo 44 “Utilizzo delle denominazioni geografiche, delle menzioni tradizionali e delle altre indicazioni riservate ai prodotti vitivinicoli DOP e IGP”, comma 9, disciplina “l’utilizzo al riferimento ad una DOP o IGP nell’etichettatura, nella presentazione o nella pubblicità di prodotti composti, elaborati o trasformati a partire dal relativo vino a DOP o IGP”. Il Consorzio Vino Chianti, in virtù del suo riconoscimento Erga Omnes, autorizza, laddove ne ricorrano i presupposti, gli utilizzatori del prodotto composto, elaborato o trasformato a partire dal relativo vino DOP, all’utilizzo in etichetta, presentazione o pubblicità, della docg Chianti e delle Denominazioni che ricadono sotto la sua tutela. Anche questi prodotti trasformati, sono sottoposti alla attività di vigilanza.

Riferimenti culturaliModifica

Il nomignolo Chiantishire deriva dall'abitudine diffusa tra molti membri della classe benestante inglese di passare le vacanze in questa regione, o talvolta di trasferirvisi. Il Foreign and Commonwealth Office ha stimato nel 2012 che circa 28.000 britannici vivano stabilmente in Italia, di cui una frazione significativa nell'area del Chianti [12]

Nel romanzo Il segno dei quattro, scritto da Arthur Conan Doyle nel 1890, il protagonista, l'investigatore Sherlock Holmes, assieme al fido dottor Watson ed alla loro assistita, la signorina Morstan, fanno visita al signor Thaddeus Sholto; questi li riceve in una lussuosa quanto eccentrica abitazione. Durante il colloquio, Thaddeus si rivolge alla giovane ospite chiedendole: «Posso offrirle un bicchiere di Chianti, signorina Morstan?».

Nel film Il silenzio degli innocenti, diretto da Jonathan Demme nel 1991, Anthony Hopkins (Hannibal Lecter) pronuncia la famosissima frase: «Uno che faceva un censimento una volta cercò di interrogarmi. Mi mangiai il suo fegato, con un bel piatto di fave, ed un buon Chianti...». Lo stesso personaggio, sempre interpretato da Hopkins, riappare nel film Hannibal, diretto da Ridley Scott nel 2001 dove menziona nuovamente la regione: "Penso che berremo anche una bottiglia di vino rosso...com'è il vostro "Cianti"?. "Il nostro "Chianti è molto buono, mediamente corposo, con un accenno di ciliegia".

NoteModifica

  1. ^ a b c d Disciplinare di produzione, su catalogoviti.politicheagricole.it. URL consultato il 12 gennaio 2018.
  2. ^ (DE) Wilhelm Schulze, Zur Geschichte lateinischer Eigennamen, Berlin, Weidmann, 1933 [1904], p. 529.
  3. ^ Silvio Pieri, Toponomastica della Valle dell'Arno, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1919, p. 29, SBN IT\ICCU\UFI\0219040.
  4. ^ Carlo Alberto Mastrelli, Il nome del Chianti, in Chianti. Storia e origine di un nome, 1988, pp. 41-47.
  5. ^ Lamberto Paronetto, Chianti : the history of Florence and its wines, Londra, Wine and spirit publications, 1970.
  6. ^ Giovanni Righi Parenti, La storia del Chianti, Polistampa, stampa 2005, ISBN 88-8304-854-7, OCLC 955596417. URL consultato il 25 febbraio 2023.
  7. ^ Chianti, 300 anni fa il bando del Granduca, su Rainews. URL consultato il 25 febbraio 2023.
  8. ^ Disciplinare di produzione
  9. ^ il barone Ricasoli, oltre ad essere Ministro nel Governo del Granducato di Toscana e poi Presidente del Consiglio nel Regno d'Italia era anche uno dei maggiori produttori di Chianti.
  10. ^ Agraria.org
  11. ^ Fonte: Unione Italiana Vini
  12. ^ Spectrum IFA targets the Chiantishire market, su international-adviser.com. URL consultato il 19 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2012).

Voci correlateModifica

  • Chianti (vino)
  • Chianti Colli Aretini
  • Chianti Colli Fiorentini
  • Chianti Colli Senesi
  • Chianti Colline Pisane
  • Chianti Montalbano
  • Chianti Montespertoli
  • Chianti Rufina
  • Chianti Superiore
  • Consorzio Vino Chianti
  • DOCG
  • Vin Santo del Chianti
  • Colli dell'Etruria Centrale
  • Bianco dell'Empolese

Altri progettiModifica

Collegamenti esterniModifica

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 35204 · LCCN (ENsh85023216 · BNF (FRcb17089882b (data) · J9U (ENHE987007285525805171