Chiesa di San Zulian

edificio religioso italiano in Venezia
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La chiesa di San Zulian (dialetto veneziano per "San Giuliano") è un edificio religioso della città di Venezia, situato nell'omonimo campo del sestiere di San Marco, non lontano dalla piazza omonima.

Chiesa di San Zulian
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàVenezia
Coordinate45°26′08.92″N 12°20′19.1″E / 45.43581°N 12.33864°E45.43581; 12.33864
Religionecattolica
Titolaresan Giuliano
Patriarcato Venezia
ArchitettoJacopo Sansovino e Alessandro Vittoria
Stile architettonicorinascimentale
Inizio costruzione832

Storia modifica

La chiesa è intitolata al martire san Giuliano, che con la moglie Basilissa subì il martirio negli anni tra 302 e 304 nella Tebaide.

Agli inizi del XII secolo la chiesa risultava soggetta alla speciale giurisdizione della basilica di San Marco e del suo primicerio: era dunque separata dalla diocesi di Castello e, dopo il 1451, dal Patriarcato di Venezia. Solo nel 1804, con la soppressione della giurisdizione marciana e l'unione dei capitoli canonici di San Marco e San Pietro di Castello, la chiesa di San Zulian passò sotto l'autorità patriarcale.

La Cronaca del Doge Andrea Dandolo, scritta a metà del '300, pone la fondazione della chiesa di San Giuliano nell'832. Il primo documento certo sull'esistenza della chiesa risale al 1061.

Nel 1205 un incendio devasta la città e la chiesa di San Giuliano, che venne riedificata. A metà del '500 la chiesa duecentesca è ormai pericolante e la ricostruzione si intreccia con la straordinaria figura di medico ed erudito Tommaso Rangone da Ravenna (1493-1577). Nel 1553 il Rangone ottiene dal Senato della Repubblica che venga accolta la sua offerta di ricostruire la facciata della chiesa di San Giuliano: in cambio egli potrà collocarvi la propria statua. In corso d'opera il tetto della vecchia chiesa crolla. Il Rangone contribuisce alla spesa ottenendo in cambio che la sua tomba sia collocata al centro del presbiterio.

 
Statua di Tommaso Rangone

La facciata di questa chiesa venne realizzata da Jacopo Sansovino, ma dopo la sua morte nel 1570 subentrerà Alessandro Vittoria. Ai due lati del portale principale vi sono due iscrizioni, una in lingua greca e l'altra in ebraico, che celebrano il medico e filosofo ravennate Tommaso Rangone, che finanziò il rifacimento della facciata in cambio della sua trasformazione in un monumento a propria esaltazione. In particolare la scritta in lingua latina fornisce dati biografici e informazioni di natura giuridica, quella in greco vanta i meriti culturali dell'uomo e quella in ebraico ricorda la possibilità di realizzare sulla terra il progetto divino di vivere fino a 120 anni[1]. Nella lunetta del frontone il Rangone si erge su un'urna funebre, rivestito della toga dottorale mentre consegna ai posteri la sintesi del suo sapere avvolto in una complessa simbologia. Nella mano destra, invece della penna, tiene i rimedi del Nuovo Mondo: la sottile e lunga radice con il viticcio della salsapariglia ed il ramo con le foglie lanceolate del guaiaco. Ricordiamo che il Rangone doveva la sua fortuna anche economica alla cura della sifilide nel secolo della prima virulenta diffusione.

Descrizione modifica

L'interno dell'edificio si presenta ad una sola navata, pressoché quadrata, con il presbiterio rettangolare coperto da una volta a crociera, affiancato da due piccole cappelle.

All'interno di San Giuliano il tono fondamentale della decorazione che ricopre pareti e soffitto è dato da opere del decennio successivo alla consacrazione, avvenuta nel 1580.

Si possono individuare tre percorsi fondamentali:

  1. ciclo cristologico che circonda l'aula nel suo registro superiore.
  2. otto figure allegoriche attorno al soffitto scandiscono la riflessione sulla Passione del Cristo e circondano il trionfo di san Giuliano, posto al centro del soffitto a conclusione del ciclo di san Giuliano
  3. a questi due cicli si devono aggiungere le testimonianze della comunità, delle varie Arti, delle Confraternite e Scuole di devozione che si sono espresse negli altari laterali.

Gli altari sono in tutto sette: notevole è la pala del monumentale altare maggiore (opera di Giuseppe Sardi), con una Incoronazione della Vergine e santi firmata da Gerolamo Santacroce.

L'organo

L'organo in una cantoria sulla contro-facciata fu costruito da Gaetano Callido. Risale dal 1764 Op.12.

Note modifica

  1. ^ "La facciata della Chiesa di San Zulian" in Venezia insolita e segreta di Thomas Jonglez e Paola Zoffoli, Jonglez editore, 2014, pag. 57.

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