Chiesa evangelica metodista (Firenze)

edificio religioso di Firenze
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La chiesa evangelica metodista è un luogo di culto metodista che si trova in via de' Benci a Firenze, già chiesa cattolica col nome di San Jacopo tra i Fossi.

Chiesa evangelica metodista
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Coordinate43°46′05.09″N 11°15′34.38″E / 43.768081°N 11.25955°E43.768081; 11.25955
Religionecristiana metodista
TitolareGiacomo il Maggiore
Consacrazione1º gennaio 1874

Storia modifica

 
Stemma di San Salvi sulla facciata

La denominazione della chiesa, già esistente nell'XI secolo, si riferisce al fossato che correva lungo le mura della seconda cinta: non a caso via de' Benci si chiamava anticamente "via della Fossa". Secondo la tradizione, la chiesa fu eretta con materiali recuperati dal vicino anfiteatro romano. Fu elencata tra le dodici leggendarie priorie dell'antica città. Per donazione di papa Alessandro III, con bolla del 27 maggio 1170, vi si insediarono i vallombrosani di san Salvi e vi costruirono il convento. Al tempo la chiesa guardava ad oriente e quindi la facciata prospettava su una piazza posta laddove oggi è tracciata via delle Brache, in cui si notano ancora tracce di questa primitiva struttura. Furono gli stessi monaci vallombrosani che capovolsero l'ingresso della chiesa portandolo sull'antica via del Fosso, presumibilmente attorno alla fine del Trecento, quando le mura del XII secolo erano state smantellate, il fossato ricoperto e la nuova strada si era oramai configurata come direttrice di notevole importanza nell'assetto viario del tempo.

Nel 1532, con decreto del 6 aprile, papa Clemente VII assegnò la chiesa e il convento ai frati Agostiniani della congregazione di Lombardia, che avevano avuto smantellato il loro monastero fuori porta San Gallo nell'assedio del 1529-1530. Nel decreto si includeva nella donazione una casa contigua alla chiesa di proprietà dei Medici. A fianco a questa un'altra casa fu acquistata direttamente dai frati per ampliare il convento.

 
Il soffitto intagliato e dipinto

Nel Seicento la chiesa assunse l'attuale impianto a navata unica con altari laterali, ornata dal prezioso soffitto ligneo. Gli agostiniani (e per alcuni periodi i domenicani e gli umiliati) tennero il complesso fino al 1810: nel 1821 la chiesa fu dichiarata prioria sotto la direzione dei padri secolari, quindi, nel 1849, soppressa come parrocchia.

Il convento fu soppresso nel 1808, disperdendo tutte le opere d'arte presenti, fatto salvo il solo soffitto intagliato e dipinto, e divenne caserma.

Nel 1874 l'intero complesso fu acquistato dal reverendo John Mac Douglall della Chiesa scozzese e donato alla Chiesa libera italiana; In questa fase della sua storia ebbero sede in questi ambienti l'Istituto evangelico del Ferretti e, nel 1909, un collegio per fanciulli profughi dal terremoto di Messina.

Con il passaggio dell'immobile alla Chiesa metodista Wesleyana (1905) il complesso edilizio ospitò l'orfanotrofio E. Pestalozzi (come ricorda una targa interna ancora presente), fino a quando l'istituzione si fuse nel 1943 con l'Istituto Gould trasferendo la sua sede in via de' Serragli. Successivamente l'immobile è stato utilizzato a fini residenziali, mentre la chiesa è stata adattata a locale di culto della comunità metodista di Firenze, confluita poi dal 1946 nella Chiesa evangelica metodista italiana.

Danneggiato notevolmente a seguito dell'alluvione del 1966 il complesso è stato restaurato negli anni settanta.

Descrizione modifica

 
L'interno della chiesa
 
Il chiostro
 
Il chiostro

La chiesa modifica

La facciata semplice, con spioventi a capanna, nasconde un altrettanto semplice interno, a navata unica priva di cappelle laterali. Si discosta da tanta austerità solo il ricco soffitto, con intagli bicromi e una grande tela di Alessandro Gherardini con il Trionfo della Fede con sant'Agostino in estasi (1690 circa).

Tracce di affreschi restano nell'intradosso di un grande arco ogivale, in corrispondenza della parete destra.

L'ex-convento modifica

L'edificio ai numeri 7-9 di via de' Benci nacque come parte del complesso di San Jacopo ai Fossi, come una serie di ambienti un tempo adibiti a convento. Si presenta su via de' Benci nelle forme assunte nei primi decenni del Novecento, a seguito di un intervento (1939) che ne ha ridisegnato il fronte in stile neomedioevale, caratterizzato da buche pontaie con mensole in forte aggetto, svilito dalla recente tinteggiatura che non ha tenuto di conto dell'originaria volontà di armonizzare la casa agli edifici in pietra forte antistanti.

Al di là di tale affaccio, il complesso si sviluppa essenzialmente lungo via delle Brache, giungendo fino a via de' Neri, organizzandosi attorno ad un ampio chiostro interno, con una lato porticato, con colonne ed altri elementi in pietra serena databili ai primi del Seicento (su un architrave è la data 1609).

Nell'atrio che collega il chiostro alla strada sono presenti due lapidi: una ricorda Girolamo Savonarola e risale al IV centenario della sua morte (quindi al 1898), un'altra testimonia il passaggio della chiesa al culto evangelico per iniziativa di Giovanni R. MacDougall e l'istituzione delle scuole popolari, con data 1º gennaio 1874.

QUESTA CORONA
DESTINATA ALLA CELLA
DI
GIROLAMO SAVONAROLA
IN S. MARCO
PER IL IV° CENTENARIO DI SUO MARTIRIO
CONSORTERIE TUTTORA IMPERANTI
LO IMPEDIRONO
ORA QUI ASPETTA
LA VOLONTÀ DI DIO
CHE MUTA I TEMPI E LE STAGIONI

 

A
GIOVANNI R. MAC-DOUGALL
CHE
AMICO D'ITALIA E DELLA EVANGELIZZAZIONE
QUESTA CASA
GIA DEDICATA AL CULTO CATTOLICO ROMANO
SOTTOPOSTA AL GOVERNO SUCCESSIVAMENTE
DI PRETI COMMENDATORI E FRATI
A PREZZO RISCATTANDO
IL I. GENNAIO MDCCCLXXIV
IN
CHIESA EVANGELICA E SCUOLE POPOLARI
CONVERTIVA
I FRATELLI DI FIRENZE RICONOSCENTI
QUESTA MEMORIA
POSERO

 

Notevole la scala che accede al piano superiore con accesso al termine del loggiato. Nel cortile esistono poi due traguardi in marmo a segnare i livelli raggiunti dalle acque del fiume in occasione delle alluvioni del 3 dicembre 1740 e del 3 novembre 1844.

 
Targhe delle alluvioni del 1740 e del 1844

Opere già in loco modifica

La chiesa conservata alcune opere portate dal distrutto monastero di San Gallo, come il Noli me tangere, l'Annunciazione e la Disputa sulla Trinità di Andrea del Sarto. All'altare maggiore invece si trovava la Pietà di fra Bartolomeo e Giuliano Bugiardini, oggi alla Galleria Palatina. Infine una Resurrezione di Lazzaro ad affresco di Agnolo Gaddi.

Bibliografia modifica

  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, pp. 227–232, n. 37;
  • Arnaldo Cocchi, Le chiese di Firenze dal secolo IV al secolo XX, Pellas, Firenze 1903.
  • Saulo Torti, La chiesa di San Jacopo trafossi e le sue opere d'arte, Firenze, tip. Ciardelli, 1909.
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 360;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978.
  • Osanna Fantozzi Micali, Piero Roselli, Le soppressioni dei conventi a Firenze. Riuso e trasformazioni dal sec. XVIII in poi, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1980, pp. 172–173;
  • Lara Mercanti, Giovanni Straffi, Le chiese parte prima. Arte e storia degli edifici religiosi di Firenze, Alinea, Firenze 2001.
  • Franco Cesati, Le chiese di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2002.
  • Luciano Artusi, Campane e campanili di Firenze, Semper, Firenze 2006.
  • Claudio Paolini, Lungo le mura del secondo cerchio. Case e palazzi di via de’ Benci, Quaderni del Servizio Educativo della Soprintendenza BAPSAE per le province di Firenze Pistoia e Prato n. 25, Firenze, Polistampa, 2008, pp. 54–55, n. 8;
  • Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 84–85, n. 88.

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