Chiesa di San Pancrazio (Bergamo)

chiesa di Bergamo

La chiesa di San Pancrazio è un luogo di culto cattolico posto nella parte alta della città di Bergamo, con l'ingresso rivolto su piazza San Pancrazio, e la parte laterale in via Gombito. La chiesa dava il nome alla vicinia omonima.

Chiesa di San Pancrazio
Chiesa di San Pancrazio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàBergamo
IndirizzoVia San Pancrazio, 5
Coordinate45°42′13.1″N 9°39′52.56″E / 45.703638°N 9.664599°E45.703638; 9.664599
Religionecattolica di rito romano
TitolareSan Pancrazio
Diocesi Bergamo
Inizio costruzioneIX secolo
CompletamentoXVI secolo

Storia modifica

Un documento già nel 888 nomina una chiesa e una vicinia di San Pancrazio a Bergamo, ampliata poi nel 1280[1], successivamente nel XV secolo (il portale nel 1452) e consacrata il 3 ottobre 1474 dal vescovo Lodovico Donà. La chiesa aveva un'area cimiteriale che si estendeva tutto intorno, così come riportato della relazione da san Carlo Borromeo nella sua visita pastorale del 1575[2].

La riforma del Concilio di Trento e la presenza di artisti sul territorio porteranno a un restauro e ampliamento della chiesa, dal XVII fino al XIX secolo con la costruzione della sagrestia, della torre campanaria, l'ammodernamento degli altari, e l'ornamento con stucchi su progetto di Giovan Battista Caniana[3].

Il 22 giugno 1805 fu soppressa la parrocchia e la chiesa divenne sussidiaria della cattedrale di Sant'Alessandro.
Nei primi anni del Novecento venne ridipinta la facciata esterna, rifatta la pavimentazione e dipinta la volta da Giovanni Cavalleri con scene della vita di san Pancrazio. Nel 2010 venne restaurata la volta dopo i danni subiti dal terremoto del 2004[4].

Descrizione modifica

 
San Pancrazio- interno
 
Particolare del portale della chiesa di San Pancrazio

Esterno modifica

Il fronte principale a capanna della chiesa si affaccia sull'omonima piazzetta dove domina la piccola fontana di San Pancrazio detta boccio di giacinto del 1549[5], mentre quello laterale sulla centrale via del Gombito.

L'ingresso della chiesa ospita il portale trecentesco ad arco ogivale modanato in pietra grigia, terminante nell'ultima parte con due volti d'angelo scolpiti, e con la lunetta dove sono scolpiti nella parte inferiore ad altorilievo san Pancrazio, la Madonna col Bambino, un vescovo benedicente e nella parte superiore l'affresco raffigurante l'immagine del Padre Eterno che regge Cristo crocifisso e la colomba a simboleggiare la Trinità centrali, e i santi Sebastiano e san Francesco, laterali.[6]

Sulle parti laterali vi sono due aperture lunettate complete di inferriate e nella parte superiore si apre una finestra circolare.[7]

Interno modifica

L'interno a una sola navata, ha cinque cappelle per lato inserite in altrettante campate divise da lesene. Le lesene hanno basamento in pietra arenaria e capitelli corinzi e reggono la trabeazione dalla quale s'imposta la volta a botte.[8]

Le cappelle dell'aula: Cappella della Madonna in stile neoclassico su disegno di Angelo Cattò del 1830, ha due statue del 1842 opera di Gaetano Manfredini mentre gli stucchi sono di Giovanni Brina.
Cappella dell'Immacolata appartenente dalla famiglia Moroni, ha la pala dell'Immacolata concezione opera di Cristofano Allori, il paliotto dell'altare di Giovan Giacomo Manni.
Cappella della Beata Vergine, documentata già nel 1638 come appartenente alla confraternita del Rosario, con la pala della Vergine col Bambino di Ermanno Stroiffi e i quindici misteri del rosario di Vincenzo Angelo Orelli.
Cappella dei Santi Pietro e Paolo ha la pala raffigurante la Vergine col Bambino e santi Pietro e Paolo di Gian Paolo Cavagna.

 
Cristofano Allori-Immacolata, santi e annunciazione

La Cappella Madonna con Rosario con la pala attribuita a Jacopo Palma il Giovane[9].
Cappella di San Carlo è documentata nella visita pastorale del 1659 con la pala del santo attribuita a Chiara Salmeggia.
Cappella dei diecimila Martiri ha la pala del Crocefisso attribuita al Moroni.[10]

Il presbiterio, rialzato da tre gradini e delimitato dalla balaustra marmorea, ha la cupola ellittica e il grande altare in stile barocco. Il coro absidale, ospita le tele di Antonio Balestra raffiguranti Estasi di santa Teresa d'Avila datata 1715, di Francesco Terzi la Madonna con Bambino in Gloria, mentre la Madonna in trono e santi opera di Jacopino Scipioni, e il coro ligneo.[11].

Note modifica

  1. ^ dieci chiese di Bergamo da vedere, su bergamopost.it, Bergamopost. URL consultato il 29 luglio 2018.
  2. ^ Mazzariol, p.3.
  3. ^ San Pancrazio, su architettosironi.it, Architetto Adele Sironi. URL consultato il 2 settembre 2016.
  4. ^ Chiesa di S.Pancrazio, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia beni culturali. URL consultato il 29 luglio 2016.
  5. ^ Fontana di San Pancrazio, su comune.bergamo.it, comune di Bergamo. URL consultato il 29 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2016).
    «Le sponde della vasca inferiore furono rifatte a fine 1700, probabilmente in seguito alle dissennate distruzioni provocate dal decreto del marzo 1797 con cui la Municipalità, dominata dai bonapartisti, intimava di distruggere tutti gli stemmi dell'antico dominio veneto»
  6. ^ Portale di San Pancrazio, su tripadvisor.com, tripadvisor. URL consultato il 29 luglio 2016.
  7. ^ Chiesa di San Pancrazio <Bergamo>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  8. ^ Mazzariol, p. 6.
  9. ^ San Pancrazio Bergamo, su chiesedellabergamasca.blogspot.it, Chiese della begamasca. URL consultato il 29 luglio 2016.
  10. ^ Mazzariol, p. 25.
  11. ^ Mazzariol, p 21.

Bibliografia modifica

  • Paolo Mazzaiol, La fabbrica seicentesca della chiesa di S. Pancrazio martire, Bergamo, Atti Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, 2013, ISSN 1724-2347 (WC · ACNP).
  • Gloria Caminiti, La vicinia di S. Pancrazio a Bergamo, Provincia di Bergamo, 1999.
  • Paolo Mazzariol, Chiesa di san Pancrazio, Petit museum, ISBN 978-88-96060-82-7.

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