Chiesa di Sant'Antonio (Predappio)

edificio religioso di Predappio

La chiesa di Sant'Antonio è il principale luogo di culto cattolico di Predappio, in provincia di Forlì-Cesena, sede dell'omonima parrocchia della diocesi di Forlì-Bertinoro. Fa parte del vicariato della Val di Rabbi.

Chiesa di Sant'Antonio
Facciata e campanile
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàPredappio
Indirizzopiazza Sant'Antonio 4 ‒ Predappio (FC)
Coordinate44°06′05.4″N 11°58′53.51″E / 44.1015°N 11.981531°E44.1015; 11.981531
Religionecattolica di rito romano
TitolareAntonio di Padova
Diocesi Forlì-Bertinoro
Consacrazione27 ottobre 1935
ArchitettoCesare Bazzani
Stile architettoniconeorinascimentale
Inizio costruzione1931
Completamento1934

Storia modifica

La costruzione di una chiesa parrocchiale venne progettata durante il processo di fondazione di Predappio Nuova. Con lo spostamento della popolazione dall'antico borgo verso il centro di nuova fondazione, l'edificazione di una chiesa era stata considerata indispensabile per il funzionamento del nuovo paese.

Nel 1925, su un terreno donato da un privato e sotto il patrocinio di Rachele Mussolini ed Arnaldo Mussolini, fu posta la prima pietra della chiesa di Predappio, dedicata a Santa Rosa da Lima, in prossimità all'ingresso del paese. Nel 1926 il Ministero dei lavori pubblici bandì un secondo concorso per la realizzazione di una chiesa di maggiori dimensioni. Il concorso nazionale mirava alla realizzazione di un progetto di grande qualità architettonica che portasse alla realizzazione di una chiesa dall'aspetto monumentale.

Il concorso fu vinto da Cesare Bazzani nel 1926, al tempo all'apice della sua carriera professionale. I lavori per la realizzazione della chiesa però andarono molto a rilento a causa delle difficoltà politiche che intercorrevano tra Stato e Chiesa e poterono ripartire solo dopo la conclusione dei Patti Lateranensi. Nell'ottobre del 1931, Rachele Mussolini presenziò alla posa della prima pietra della chiesa, non più dedicata a Santa Rosa (per la quale, nel terreno ceduto dal privato, erano stati edificati un oratorio ed un asilo, arricchiti di opere d'arte quali la celebre Madonna del fascio), ma a Sant'Antonio da Padova, attivissimo in Romagna e noto da giovane come Antonio da Forlì, del quale in quell'anno ricorreva il centenario della morte.

La chiesa venne ultimata in 3 anni, inaugurata il 27 ottobre del 1934, anniversario della Marcia su Roma ed Anno Santo della Redenzione, e consacrata al culto il 13 giugno 1935.

Descrizione modifica

Arte e architettura modifica

 
Veduta esterna
 
Interno

Lo studio di Bazzani per il progetto della nuova chiesa mirava ad unire gli stilemi della tradizione classica, cari al linguaggio del regime, con elementi compositivi tipici del '400 e del '500. L'architettura monumentale, il suo essere isolato e fuori scala rispetto agli edifici circostanti e la sua posizione scenografica, lo rendevano l'edificio più importante della piazza, soddisfacendo pienamente le aspettative del concorso bandito.

La facciata della chiesa è rivestita da lastre di marmo di Cagli e Trani. Nella lunetta bronzea, opera di Morbiducci, è collocata la statua di Sant'Antonio appoggiata su un ceppo di quercia, il tutto ingentilito da rondini in volo e pesci ed ornamenti floreali.

La torre campanaria, ispirata al campanile di San Marco a Venezia, servì da prototipo per molti dei campanili costruiti in quegli anni in tutto il forlivese.

La chiesa presenta un impianto a croce latina a tre navate: le due laterali di dimensioni contenute, mentre la centrale ampia e voluminosa. All'incrocio del transetto con la navata principale si innalza un tiburio, a pianta ottagonale, che sorregge una cupola dalle fogge bramantesche, ricoperta esternamente da lastre di rame. L'asse della chiesa coincide con quello del corso e di questo ne presenta la medesima larghezza.

L'interno della chiesa attualmente è spoglio anche se i progetti ne prevedevano la decorazione. Oltre al rivestimento marmoreo, era previsto infatti un ciclo di affreschi sulle pareti laterali affidato alla mano di Ubaldo Oppi.

Organo a canne modifica

Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne Mascioni opus 516, costruito nel 1938. Lo strumento è a trasmissione elettrica e dispone di 15 registri. La consolle, anch'essa in cantoria, è fissa e indipendente e dispone di due tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note.

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