Chiuro
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Chiuro, (Ciǜür in dialetto valtellinese[4]), è un comune italiano di 2 399 abitanti della provincia di Sondrio in Lombardia. È situato nella media Valtellina sulla sponda destra del fiume Adda, che dista circa 10 chilometri ad est dal capoluogo.
Chiuro comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Tiziano Maffezzini (lista civica) dal 7-6-2009 |
Territorio | |
Coordinate | 46°10′14.96″N 9°59′21.68″E / 46.170821°N 9.989355°E |
Altitudine | 389 m s.l.m. |
Superficie | 51,76 km² |
Abitanti | 2 399[1] (31-5-2022) |
Densità | 46,35 ab./km² |
Frazioni | Casacce, Castionetto |
Comuni confinanti | Brusio (CH-GR), Castello dell'Acqua, Lanzada, Montagna in Valtellina, Ponte in Valtellina, Poschiavo (CH-GR), Teglio |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 23030 |
Prefisso | 0342 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 014020 |
Cod. catastale | C651 |
Targa | SO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 873 GG[3] |
Nome abitanti | chiuresi, chiuraschi, maiarani. |
Patrono | san Giacomo e sant'Andrea |
Giorno festivo | 30 novembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Reperti preistoriciModifica
Nel 1959 Maria Reggiani Rajna rinvenne, incastrate nel muretto di una vigna presso la contrada Castionetto, due stele preistoriche attualmente custodite presso il Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio.
La prima stele ha forma di parallelepipedo (60 cm per 30 cm) ed è decorata su entrambe le facce. Su una faccia è raffigurato un elemento a tre linee parallele, probabilmente una collana. Secondo gli esperti risalirebbe all'eneolitico (2200 - 1800 a.C.). L'altra faccia rappresenta una figura antropomorfa che afferra nella mano destra un'ascia dal lungo manico, una sorta di alabarda. Secondo il Priuli, si sovrapporrebbero ben 5 fasi di incisioni in cui l'ultima fase sarebbe di epoca medioevale.
La seconda stele mostra una rappresentazione di una ruota a doppio cerchio con otto raggi interni. Secondo Emmanuel Anati, archeologo e direttore del Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte, questa figura sarebbe "comune nell'arte rupestre camuna a partire dal secondo periodo, ossia dall'eneolitico, ma sconosciuto altrove". Potrebbe trattarsi di un simbolo solare o semplicemente di una raffigurazione di una ruota.
Luoghi di interesseModifica
La chiesa dei Santi Giacomo e AndreaModifica
La chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Andrea risale all'epoca medioevale. Fu consacrata il 24 giugno 1487 da Antonio vescovo di Salona. Venne ricostruita in stile barocco nella seconda metà del 1600. L'interno, con ricche decorazioni in stucco del ticinese Agostino Silva (1620-1706), presenta numerose opere d'interesse: nella seconda cappella a sinistra Crocifissione di Gian Giacomo Borni (1635-1700), detto Giacomo Bate, una predella I quattro Evangelisti di scuola valorsiana del 1567, nel presbiterio tele e affreschi del pittore di Caspano, nel comune di Civo, Giacomo Parravicini (1660-1729) dai toni cupi, sopra l'altare maggiore il ciborio ligneo dorato dell'intagliatore della Val di Sole Michele Cogoli realizzato nel 1692, gli stalli corali lignei sono del comasco Pietro Brasca del 1527. La volta presenta affreschi del bergamasco Giuseppe Brina. Nella casa parrocchiale, posta a lato della chiesa, si trova un San Vincenzo Ferreri del pittore ticinese Giuseppe Antonio Petrini di Carona (1677-1759).
Nel 1896-97, a causa dell'incremento demografico, si decise di ampliare la chiesa prolungandola di una campata. La facciata si trovò pertanto addossata al Portico dei Disciplini, riccamente affrescato dal pittore grosino Cipriano Valorsa (1514-1604) attiguo alla Cappella di Santa Marta con affreschi della scuola di Giovannino da Sondalo.
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Portico dei Disciplini
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Portico dei Disciplini
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Portico dei Disciplini
Chiesa della Madonna della Neve e San CarloModifica
La chiesa fu edificata nel 1600, per voto del nobile Giovanni Antonio Quadrio, su una preesistente chiesetta. Consacrata il 18 settembre 1628 dal vescovo di Como Lazaro Carafino, è dedicata alla Beata Vergine della Neve e a San Carlo Borromeo. L'8 gennaio 1748 venne benedetto l'altare dedicato a San Francesco di Paola e il 22 giugno 1751 l'altare dedicato a San Vincenzo Ferreri. Nell'anno 1773, Carlo Domenico Giudice realizzò il portale in marmo dell'ingresso principale. La facciata presenta tre statue, Sant'Andrea, San Carlo Borromeo e Maria, madre di Gesù, realizzate dal ticinese Andrea Casella. All'interno la navata è coperta da una volta a botte completamente affrescata con tre medaglioni dipinti da Cesare Ligari (1716-1770) e incastonati entro quadrature di Giuseppe Coduri detto il Vignoli (1720-1802). Muovendosi dall'ingresso verso l'altare maggiore, le pitture presenti sulla volta raffigurano: Davide e Salomone,l’Allegoria della Purezza, l’Assunzione di Maria e l’Allegoria della Verità. Il tema dell'Assunzione si ritrova nel presbiterio, più precisamente nel dipinto eseguito dal valtellinese Giacomo Parravicini detto il Gianolo (1660-1729). A tema mariano è anche l'altare maggiore, dove trova posto una statua raffigurante la Madonna col Bambino. Altre opere conservate all'interno della chiesa: una grande tela raffigurante il Miracolo della Madonna della Neve realizzata nel 1716 da Giuseppe Brina, affreschi realizzati nel 1751 dal milanese Alessandro Parravicini, episodi della vita di San Giuseppe, opera di Torildo Conconi, una tela con San Nicola vescovo del bormino Carlo Marni.
La torre di CastionettoModifica
La Torre di Roncisvalle detta anche Torre di Castionetto è una torre di osservazione che sorge in contrada Castionetto ad un'altitudine di 689 m s.l.m. e viene tradizionalmente indicata come appartenuta a Stefano Quadrio, condottiero del XV secolo. Si affaccia sulla Valtellina a costituire, ancora oggi, un punto di osservazione preferenziale.
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La Torre di Roncisvalle
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Ingresso originale al primo piano
SocietàModifica
Evoluzione demograficaModifica
Abitanti censiti[5]

EconomiaModifica
ArtigianatoModifica
L'artigianato locale è incentrato sulla produzione del tappeto tipico denominato il <<pezzotto>> valtellinese, caratterizzato da una grande vivacità e varietà di colori, oltre a pregevoli disegni geometrici.[6][7]
AmministrazioneModifica
Galleria d'immaginiModifica
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Stemma Quadrio
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Stemma Quadrio
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Stemma Quadrio
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Stemma abraso
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Stemma Besta de Gatti
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Stemma Gaifassi di Morbegno
NoteModifica
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2022 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 239.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 12.
- ^ Prodotti artigianali della Lombardia, su guidaconsumatore.com. URL consultato il 17 aprile 2016.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chiuro
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su comune.chiuro.so.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 238775693 |
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