Ciclisti morti in incidenti in bicicletta

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Le seguenti liste dei ciclisti morti in incidenti in bicicletta rappresentano i professionisti che hanno perso la vita mentre utilizzavano la bicicletta, sia durante una competizione sia in allenamento.

Ciclisti morti durante una competizione o in seguito a incidenti avvenuti durante una competizione modifica

Nome Immagini Status competitivo Data del decesso Nazionalità Informazioni aggiuntive
Pierre Forget - Ciclista su pista 1894, 21 agosto   Francia Caduta all'interno del Velodromo di Vichy durante una gara di tandem. Morì 6 giorni più tardi all'età di 21 anni. Fu la prima morte in ambito ciclistico su suolo francese
Bert Harris - Ciclista su pista 1897, 21 aprile   Gran Bretagna Durante una gara a Aston, la ruota anteriore di Harris toccò la ruota posteriore di un altro atleta, provocando la caduta dell'inglese, il quale impattò con il volto sul terreno. Harris morì pochi giorni più tardi senza aver mai ripreso conoscenza
Oscar Aaronson - Ciclista su pista 1900, 22 dicembre   Svezia Rimasto coinvolto in un incidente avvenuto il 16 Dicembre durante la Sei Giorni del Madison Square Garden di New York City, morì 6 giorni più tardi a causa delle conseguenze della caduta per una polmonite
Charles Kerff - Ciclista su strada 1902, 18 maggio   Belgio Durante la competizione Marsiglia-Parigi, Kerff cadde. Venne portato d'urgenza all'ospedale di Aix-en-Provence, ma all'arrivo fu dichiarato deceduto
Harry Elkes - Ciclista su pista 1903, 30 maggio   Stati Uniti Morì a seguito di un incidente al Velodromo di Charles River a Cambridge (Massachusetts)
Alfred Görnemann - Ciclista su pista 1903, 11 ottobre   Germania Cadde dopo aver impattato con la ruota anteriore nella ruota posteriore del suo compagno l'11 ottobre, morendo la sera dello stesso giorno. L'anno prima di passare professionista, nel 1902 il tedesco aveva vinto il campionato del mondo amatoriale su pista nella specialità col derny
Jules Oreggia - Ciclista su pista 1904, 15 maggio   Francia Morto in seguito a una caduta durante una gara nella specialità col derny al Velodromo di Marsiglia
Pilack - Ciclista su pista 1904, 16 giugno   Germania Morto in una gara su pista a causa di un incidente mentre stava correndo come gregario
Paul Dangla - Ciclista su pista 1904, 18 giugno   Francia Morto nel Velodromo di Magdeburgo. Dangla era il detentore del record del mondo di ciclismo su pista vinto nel 1903
Karl Käser - Ciclista su pista 1904, 14 agosto   Germania Rimase coinvolto in uno scontro fatale in gara con Thaddeus Robl al Velodromo Plauen in Sassonia. Käser stava usando un tubolare di misura 24 pollici su una ruota di misura 22 pollici e, pochi attimi prima dell'incidente, si era sfilato il casco protettivo
George Leander - Ciclista su pista 1904, 23 agosto   Stati Uniti Al Velodromo Parc des Princes di Parigi, rimase coinvolto in una caduta alla velocità di 92 km/h, morendo a seguito del trauma riportato
Jimmy Michael - Ciclista su strada e su pista 1904, 21 novembre   Gran Bretagna Negli anni precedenti al decesso, Michael era stato vittima di diverse cadute al Velodromo di Berlino, almeno una delle quali aveva provocato la frattura del cranio. Probabilmente, aveva subito anche un trauma cerebrale, dato che dall'incidente aveva iniziato a soffrire di mal di testa, aveva manifestato una paralisi parziale del volto e aveva presentato diversi vuoti di memoria. La notte prima di una competizione tra Regno Unito e Stati Uniti d'America sul piroscafo 'Savoia', Michael ebbe problemi di salute, riportando nausea e dicendo al capitano della nave che quei sintomi derivavano da un incidente avuto al Velodromo di Berlino. Le fonti riportano che Michael morì di delirium tremens causato dall'alcol, sostanza di cui aveva iniziato ad abusare per lenire i mal di testa, o per un'emorragia cerebrale
Charles Albert Brécy - Ciclista su pista 1904, 25 novembre   Francia Subì una caduta a causa di un problema al motore della moto che lo precedeva su pista, morendo 11 giorni più tardi. L'incidente avvenne durante un tentativo da parte di Brécy di abbattere il record dell'ora dietro moto al Velodromo di Parc des Princes
Hubert Sevenich - Ciclista su pista 1905, 7 maggio   Germania Al Velodromo di Brunswick, morì in seguito a una collisione con un derny durante una competizione
Willy Schmitter - Ciclista su pista 1905, 18 Settembre   Germania Durante i campionati europei al Velodromo di Leipzig, una caduta gli provocò la frattura del cranio, causandone la morte poche ore dopo
Gustav Freudenberg - Ciclista su pista 1906, 29 aprile   Germania Morì in pista in seguito alla collisione con un derny a causa delle ferite riporate
Richard Huhndorf - Ciclista su pista 1906, 22 luglio   Germania Durante la competizione Kleinen Golden Rad von Halle, gara di 100 km, fu coinvolto in una caduta rivelatasi fatale
Charles Péguy - Ciclista su pista 1907, 9 giugno   Francia Morto in seguito a un incidente al Velodromo Spandau di Berlino
Louis Mettling - Ciclista su pista 1907, 21 giugno   Stati Uniti Morto nel sonno in seguito a un incidente avvenuto nei 50 km dietro derny al Velodromo di Dresda ben 12 giorni prima
Gustav Schadebrodt - Ciclista su pista 1907, 22 ottobre   Germania Morto al Velodromo di Brandeburgo durante una competizione dietro il derny guidato da suo fratello Otto, suo compagno di squadra
Karel Verbist - Ciclista su pista 1909, 21 giugno   Belgio Morto al Velodromo di Bruxelles in seguito all'impatto con il derny del suo compagno di squadra Constant Ceurremans. Verbist divenne per l'incidente subito il protagonista di un poemetto che recita
Chareltje, Chareltje Verbist, hadt ge niet gereden op de pist(e), hadt ge niet gelegen in de kist
il quale può essere tradotto con
Verbist, se tu non avessi corso con la tua bicicletta, potresti non essere finito in una bara
Fritz Theile - Ciclista su pista 1911, 4 giugno   Germania Morto al Velodromo di Zehlendorf
August Kraft - Ciclista su pista 1913, 25 luglio   Germania Morto al Velodromo di Strasburgo
Richard Scheuermann - Ciclista su pista 1913, 8 settembre   Germania Morto quasi istantaneamente al Velodromo di Colonia in una gara di 100 km. Gus Lawson, alla guida del derny di Paul Guignard, perse il controllo del mezzo in seguito alla fuoriuscita del tubolare posteriore della moto. Emil Meinhold, il compagno di squadra di Scheuermann alla guida del suo derny, si schiantò a circa 80 km/h contro la moto avversaria, provocando la caduta anche del tedesco. Entrambi i compagni di squadra vennero dichiarati morti nell'incidente, ma fu un errore dato che a perire nell'incidente non fu l'uomo che guidava il derny di Scheuermann ma quello avversario, ossia Gus Lawson. In seguito, invece, Emil Meinhold continuò la propria attività al volante del derny nelle mondo delle competizioni su pista
Hans Lange - Ciclista su pista 1913, 21 settembre   Germania Morto al Velodromo di Hall
Max Hansen - Ciclista su pista 1913, 12 ottobre   Germania Morto al Velodromo di Berlino
Piet van Nek sr. - Ciclista su pista 1914, 14 Aprile   Paesi Bassi In una competizione al Velodromo di Leipzig, il tubolare si sgonfiò. La competizione era il Grote Oostprijs, una corsa su pista di oltre 100 km. La lapide di van Nek è tutt'oggi monumento di interesse di Amsterdam
Willy Hamann - Ciclista su pista 1914, 21 luglio   Germania Morto in seguito a un incidente al Velodromo di Treptow occorso 6 giorni prima del decesso
Jacob Esser - Ciclista su pista 1917, 8 luglio   Germania Morto poco dopo un incidente avvenuto al Velodromo di Düsseldorf in seguito allo scoppio di un suo tubolare che ne causò la caduta
Louis Darragon - Ciclista su pista 1918, 28 aprile   Francia Morto in una caduta al Vélodrome d'Hiver di Parigi
Peter Günther - Ciclista su pista 1918, 7 ottobre   Germania Il tedesco ebbe un incidente il 6 ottobre al Velodromo di Düsseldorf quando il ciclista si scontrò contro il proprio derny dopo che la ruota posteriore di questo aveva preso fuoco. La caduta ne causò la morte il giorno seguente
Hans Schneider - Ciclista su pista 1920, gennaio   Germania
Emanuel Kudela - Ciclista su pista 1920, 22 settembre   Germania Morto in seguito a un incidente in gara al Velodromo Olympia di Berlino
Walter Ebert - Ciclista su pista 1924, 1º giugno   Germania Morto in seguito a un incidente in gara al Velodromo di Magdeburgo
Gustave Ganay - Ciclista su pista 1926, 23 Agosto   Francia Morto in seguito a un incidente in gara al Velodromo di Parc des Princes di Parigi. L'incidente fu descritto da Ernest Hemingway nella sua autobiografia incompiuta Festa Mobile scrivendo:
Where we saw that great rider Ganay fall and heard his skull crumple under the crash helmet as you crack an hard-boiled egg against a stone to peel it on a picnic.
ovvero
Quindi vedemmo la caduta di quel gran corridore di Ganay e sentimmo il suo cranio accartocciarsi sotto il casco come un uovo sodo contro una roccia quando lo si pulisce a un picnic
Franz Krupkat - Ciclista su pista 1927, 1º giugno   Germania Morto nel Velodromo di Leipzig
Georg Pawlack - Ciclista su pista 1933, 10 giugno   Germania Travolto da un derny dopo che era caduto a causa del terreno della pista, scivoloso a causa della pioggia
Georges Lemaire - Ciclista su strada 1933, 29 settembre   Belgio Morì in una caduta durante i campionati belgi su strada per club a Uccle. Precedentemente, nel 1929, Lemaire si era aggiudicato il titolo di campione nazionale belga su strada
Emil Richli - Ciclista su pista 1934, 13 maggio   Svizzera Morì in una caduta durante una competizione su pista
Francisco Cepeda - Ciclista su strada 1935, 14 luglio Spagna Durante il Tour de France 1935, Cepeda cadde fatalmente in un burrone vicino a Bourg-d'Oisans durante la discesa del Col du Galibier. Cepeda fu il primo dei tre ciclisti a morire sulle strade del Tour (dopo di lui ci furono Tommy Simpson nel 1967 e Fabio Casartelli nel 1995)
Giulio Bartali - Ciclista su strada (dilettante) 1936, 14 giugno   Italia Fratello e compagno di allenamento di Gino Bartali, Giulio stava partecipando insieme a Gino in una gara regionale a Firenze, la Targa Chiari, quando un'auto irruppe sul percorso investendo l'italiano. Giulio morì due giorni dopo in ospedale, senza aver mai ripreso conoscenza. Nel 1959, in seguito alla morte del chirurgo che lo aveva operato, fu resa pubblica una lettera scritta dallo stesso dottore per chiedere scusa alla madre del defunto in cui veniva confessato un errore irrimediabile in sala operatoria, il quale, secondo l'autore, avrebbe causato la morte del ciclista
Len Johnson - Ciclista su strada 1936, 8 agosto   Australia Durante la competizione Melbourne-Sale, Johnson rallentò a causa di una foratura sulla Princes Highway, venendo così travolto da un camion carico di legname
Stefan Veger - Ciclista su pista 1936, 1º novembre   Paesi Bassi Morto durante una competizione al Velodromo di Gand
André Raynaud - Ciclista su pista 1937, 20 marzo   Francia Morto durante una competizione allo Sportpaleis di Anversa. Raynaud si era laureato campione del mondo nel 1936 nella specialità col derny
Adrien Buttafochi - Ciclista su strada 1937, 29 giugno   Francia Durante il Grand Prix d'Antibes, nella discesa del Col Esteret, Buttafochi si schiantò contro un veicolo contromano che stava risalendo la strada. Dopo alcuni giorni di coma, il francese morì
Hefty Stuart - Ciclista su pista 1938, 9 dicembre   Australia Durante un evento dietro moto, il tubolare anteriore di Stuart si sgonfiò, causandone la caduta. L'australiano fu travolto da un'altra moto dell'evento, morendo due settimane dopo l'incidente
Jean Alavoine - Ciclista su strada (ex professionista) 1943, 18 luglio   Francia Dopo una lunga e vittoriosa carriera, durata dal 1908 al 1925, in cui aveva trionfato per ben 17 volte in tappe del Tour de France, sfiorando più volte il successo finale e aggiudicandosi il primo podio francese nella storia del Giro d'Italia, Alavoine morì all'età di 55 anni in una gara amatoriale per vecchie glorie ad Argenteuil
Richard Depoorter - Ciclista su strada 1948, 16 giugno   Belgio Durante il Tour de Suisse, nella discesa del Passo del Susten vicino a Berna, Depoorter cadde in un burrone non riuscendo a impostare correttamente una curva all'uscita di una galleria, morendo poco dopo l'incidente. In carriera Depoorter aveva vinto la Liegi-Bastogne-Liegi nel 1943 e 1947
Léon Level - Ciclista su pista 1949, 26 marzo   Francia In una competizione al Velodromo di Parc des Princes di Parigi, Level cadde fratturandosi fatalmente il cranio. Attivo anche su strada, nel 1936 era riuscito anche a imporsi in una frazione del Tour de France
Paul Chacque - Ciclista su pista 1949, settembre   Francia Morto fratturandosi il cranio in un incidente durante una competizione al velodromo del Parco dei Principi di Parigi
Paul Kroll - Ciclista su pista 1949, 8 novembre   Germania occupata Deceduto in un incidente al Velodromo Funkturm di Berlino durante la gara di 1000 giri
Gerard van Beek - Ciclista su strada 1951, 15 marzo   Paesi Bassi Durante la Sei giorni di Berlino di marzo, van Beek cadde fratturandosi fatalmente il cranio
Camille Danguillaume - Ciclista su strada 1951, 26 giugno   Francia Durante il Critérium International, Danguillaume ebbe una collisione con una moto della stampa restando ucciso
Serse Coppi - Ciclista su strada 1951, 29 giugno   Italia Al Giro del Piemonte, durante lo sprint finale infilò con la ruota un binario del tram, cadde e picchiò la testa a terra, in Corso Casale a Torino, a poche centinaia di metri dall'arrivo al Motovelodromo. Le conseguenze dell'incidente non sembrarono in un primo momento gravi, ma dopo essere rientrato in albergo le sue condizioni peggiorarono improvvisamente e l'infortunio si rivelò fatale: fu colpito da un'emorragia cerebrale e morì a soli 28 anni la sera dello stesso giorno
Rudi Mirke - Ciclista su pista 1951, 10 dicembre   Germania Alla Sei giorni di Berlino, morì in seguito a una caduta in gara
Orfeo Ponsin - Ciclista su strada 1952, 20 maggio   Italia Durante la quarta tappa del Giro d'Italia 1952, Ponsin morì in seguito a una caduta nella discesa della Merluzza, sbattendo contro un albero nel corso della quarta tappa Siena-Roma. Il padovano Ponsin divenne così la prima delle quattro vittime del Giro d'Italia, essendo seguito da Juan Manuel Santisteban nel 1976, Emilio Ravasio nel 1986 e Wouter Weylandt nel 2011
Erich Metze - Ciclista su pista 1952, 28 luglio   Germania Nel corso della sua lunga carriera che spazzava dal 1930 al 1952, Metze si era provocato tre fratture del cranio, l'ultima delle quali, procurata al Velodromo di Erfurt si rivelò fatale
Stan Ockers - Ciclista su pista 1956, 1º ottobre   Belgio Il 29 settembre 1956, durante una gara su pista nel Palasport di Anversa, cadde fratturandosi il cranio. Trasportato in ospedale, morì due giorni dopo. Campione tra i più amati in Belgio grazie ai suoi successi su strada, fra i quali il Campionato del mondo di ciclismo su strada 1955 e la Liegi-Bastogne-Liegi 1955, fu onorato con funerali solenni, alla presenza del re Baldovino del Belgio e di ventimila persone. L'anno seguente fu eretto un monumento in suo onore a La Roche-en-Ardenne, sulla Côte des Forges, nelle Ardenne
Joaquín Polo - Ciclista su strada 1958, 4 agosto   Spagna Morto di disidratazione durante la Volta a Portugal
Raúl Motos - Ciclista su strada 1958, 4 agosto   Spagna Morto di disidratazione durante la Volta a Portugal
Russell Mockridge - Ciclista su strada 1958, 13 settembre   Australia Mockridge fu investito durante il Tour of Gippsland da un autobus. Mockridge aveva precedentemente vinto due ori olimpici su pista nel 1952, una nel chilometro da fermo e una nel tandem
Knud Enemark Jensen - Ciclista su strada 1960, 26 agosto   Danimarca Quello di Jensen è stato il primo decesso durante i Giochi olimpici moderni, morendo durante i Giochi della XVII Olimpiade di Roma nel 1960 e una delle prime vittime del doping nello sport. Il 26 agosto 1960 a Roma era una giornata molto calda, con punte di 42 °C: si correva la 100 chilometri a squadre olimpica. Intorno a metà prova, in località Casal Palocco, Jensen perse l'equilibrio e cadde, vittima di un'apparente insolazione, fratturandosi il cranio. Subito apparso versare in gravi condizioni, con un ematoma frontale e febbre oltre 40 °C, venne trasportato d'urgenza all'Ospedale Sant'Eugenio di Roma, ma entrò in coma e, pur posto in tenda a ossigeno, venne dichiarato morto tre ore dopo l'incidente. L'autopsia mostrò che la causa della caduta non era stata una semplice insolazione, a differenza di quanto pensato inizialmente, ma un'intossicazione dovuta all'assunzione, per via endovenosa, di una dose troppo forte di stimolanti, aggravata chiaramente dallo sforzo fisico cui l'atleta era sottoposto durante la prova. Anche Jørgen Jørgensen, un altro dei componenti della selezione danese per la cronosquadre, trascinato nella caduta da Jensen, fu vittima della pretesa "insolazione". Poco dopo il decesso di Jensen, un giornale pubblicò una confessione dell'allenatore della squadra danese ai Giochi, Jørgensen. Il coach dichiarava che i suoi atleti avevano effettivamente assunto una sostanza, per la precisione un medicinale svizzero, atto a migliorare la circolazione sanguigna, e che i medici della formazione sapevano di queste pratiche. Tale versione venne sostenuta anche del presidente della Federciclismo danese, ma venne poi ritrattata dallo stesso allenatore. A quanto pare poco prima del via Jensen aveva assunto Ronicol, nome commerciale di un farmaco contenente alcol di nicotinile tartrato, un principio attivo che funziona da dilatatore dei vasi periferici, per favorire l'afflusso di sangue in loco, ma che può portare a cali di pressione; dall'esame tossicologico vennero comunque trovate tracce di diversi tipi di anfetamine. Ciò nonostante il 24 marzo 1961 i tre medici che effettuarono l'autopsia presentarono il referto definitivo in cui affermavano che la morte era stata causata dalla frattura del cranio conseguente al colpo di calore, senza menzionare le sostanze dopanti trovate nel suo corpo. La famiglia di Jensen ricevette un milione di lire (del 1960) come risarcimento. La morte dell'atleta indusse il Comitato Olimpico Internazionale a istituire nel 1967 una commissione medica e test per la ricerca di sostanze dopanti ai Giochi invernali del 1968 a Grenoble e ai Giochi estivi di Città del Messico.
Alessandro Fantini - Ciclista su strada 1961, 5 maggio   Italia Fantini morì dopo una caduta alla sesta tappa del Giro di Germania. In precedenza era riuscito a vincere sette tappe del Giro d'Italia e due tappe del Tour de France
Tom Simpson - Ciclista su strada 1967, 13 giugno   Gran Bretagna Simpson aveva vinto in carriera i Campionati del mondo di ciclismo su strada 1965, il Giro delle Fiandre 1961, la Milano-Sanremo 1964 e il Giro di Lombardia 1965. Simpson è ricordato soprattutto per la sua tragica morte, avvenuta durante la tredicesima tappa del Tour de France 1967: nella salita del Mont Ventoux, in una giornata eccezionalmente calda, Simpson andò in crisi e si fermò, ma volle proseguire anche per l'incitamento ricevuto dai presenti. Dopo pochi minuti ebbe un collasso cardiaco e tutti i tentativi di rianimarlo furono inutili. In base ai risultati dell'autopsia, concause della morte furono il caldo e le anfetamine da lui assunte per migliorare la propria prestazione. Simpson è per questo motivo considerato una delle prime vittime del doping. Simpson è stata la seconda vittima del Tour de France dopo Francisco Cepeda nel 1935 e seguito da Fabio Casartelli nel 1995
Valentín Uriona - Ciclista su strada 1967, 30 giugno   Spagna Uriona morì durante i Campionati spagnoli di ciclismo su strada. In precedenza, Uriona aveva trionfato in tre tappe della Vuelta a España
José Samyn - Ciclista su strada 1969, 28 agosto   Francia Morì a causa di un incidente occorsogli in un criterium a Zingem, dopo aver colpito uno spettatore, aver battuto pesantemente la testa ed essere andato in coma. Il decesso avvenne a distanza di tre giorni dall'incidente. Alla sua memoria è oggi dedicata una corsa in linea che si svolge tra Frameries e Dour, nella provincia dell'Hainaut, in Belgio. La corsa oggi si chiama semplicemente Le Samyn e prese questo nome dal 1970, alla sua terza edizione, perché José Samyn fu il ciclista che si aggiudicò la prima edizione di questa competizione quando si chiamava Grand Prix de Fayt-le-Franc. Dal 2012 viene organizzata anche una prova femminile Le Samyn des Dames. In carriera Samyn si era affermato, oltre che nella competizione che poi prese il suo nome, anche in altre gare su Pavé e persino in una tappa del Tour de France 1967
Radamés Treviño - Ciclista su strada 1970, 12 aprile   Messico Treviño morì a seguito di una caduta durante una gara regionale fra Pachuca e Città del Messico. Dopo la sua morte, è stato dedicato all'onore del corridore un velodromo in Messico
Jean-Pierre Monseré - Ciclista su strada 1971, 15 marzo   Belgio Monseré in carriera aveva già vinto il Giro di Lombardia 1969 e si era laureato campione del mondo su strada nel 1970. L'anno successivo il neocampione del mondo si era preparato con grandissima intensità per fare sua la Milano-Sanremo, obiettivo dichiarato, e battere Eddy Merckx, già tre volte vincitore. Dopo aver curato la preparazione in Spagna, vincendo in febbraio la Vuelta ad Andalucía, tornò in Belgio per prendere parte a un'ultima kermesse, pochi giorni prima della gara. Proprio qui trovò la morte, investito da un'automobile uscita fuori dalla fila nonostante polizia e organizzatori intimassero a tutti di fermarsi. La Sanremo 1971 venne vinta da Eddy Merckx, che il giorno dopo andò a deporre i fiori della premiazione sulla tomba dello sfortunato rivale.

All'epoca Monseré era già padre di un bimbo di tre anni, Giovanni. Per una tragica coincidenza, prima di compiere i sette anni Giovanni perse la vita investito da un'auto mentre passeggiava in bicicletta per le strade di Rumbeke

Manuel Galera - Ciclista su strada 1972, 14 febbraio   Spagna Galera morì durante la Vuelta a Andalucía 1972. In sua memoria nel 1974 una scuola di ciclismo fu rinominata col nome di Galera e, dal 2004 si disputa il Memorial Manuel Galera
Graeme Jose - Ciclista su strada 1973, 23 giugno   Spagna Jose morì mentre stava prendendo parte a una gara a Feldkirch, in Austria. Jose si schiantò nel retro di un camion parcheggiato, perdendo la vita
Juan Manuel Santisteban - Ciclista su strada 1976, 21 maggio   Spagna Santisteban, vincitore in carriera di due tappe della Vuelta a España, è la seconda delle quattro vittime delle strade del Giro d'Italia. Nella tappa di Acireale, all'uscita di curva Santisteban sbandò, cadendo e battendo violentemente la testa contro il guard rail. Portato d'urgenza all'ospedale di Catania, le operazioni di soccorso si rivelarono inutili. Prima di lui, al Giro d'Italia era morto Orfeo Ponsin nel 1952, mentre sono succedute alla morte di Santisteban quelle di Emilio Ravasio nel 1986 e di Wouter Weylandt nel 2011
Karl Kaminski - Ciclista su pista 1978, 8 ottobre   Germania Est Morto in seguito a una caduta al Velodromo di Leipzig
Joaquim Agostinho - Ciclista su strada 1984, 10 maggio   Portogallo Nell'aprile 1984, durante la Volta ao Algarve, gara a tappe che stava conducendo, a pochi metri dall'arrivo della tappa di Quarteira (Loulé), Agostinho urtò un cane entrato alla sede stradale, cadendo rovinosamente a poche centinaia di metri dall'arrivo e battendo pesantemente la testa. Risalì in sella e tagliò il traguardo accompagnato da altri corridori. Apparentemente soltanto stordito dalla botta, venne medicato dall'ambulanza e fece ritorno in albergo. Dopo due ore, però, venne portato all'ospedale di Faro, dove una radiografia evidenziò la rottura dell'osso parietale del cranio. Trasferito d'urgenza a Lisbona, cadde in coma durante il tragitto in ambulanza, morendo in ospedale dieci giorni dopo, senza essersi più ripreso
Emilio Ravasio - Ciclista su strada 1986, 28 maggio   Italia Ravasio morì durante la sua seconda stagione da professionista sulle strade del Giro d'Italia. Il brianzolo fu vittima di una caduta nella prima tappa del Giro: si rialzò e arrivò al traguardo posto a Sciacca, ma dopo poche ore fu colpito da un malore e morì dopo sedici giorni di coma all'ospedale di Palermo. Ravasio fu la terza delle quattro vittime del Giro d'Italia dopo Orfeo Ponsin nel 1952 e Juan Manuel Santisteban nel 1976 e prima di Wouter Weylandt nel 2011
Vicente Mata - Ciclista su strada 1987, 17 febbraio   Spagna Morì in seguito a una collisione con una macchina durante il Trofeo Luis Puig
Michel Goffin - Ciclista su strada 1987, 27 febbraio   Belgio In seguito a una caduta al Tour du Haut-Var, Goffin rimase sei giorni in coma, per poi morire per le ferite riportate
Connie Meijer - Ciclista su strada 1988, 17 agosto   Paesi Bassi Meijer stava gareggiando a Naaldwijk, quando iniziò ad accusare una forma grave di nausea. Si rese necessario l'intervento dell'ambulanza, ma l'olandese morì per un attacco di cuore prima che questa raggiungesse l'ospedale. Approfondimenti successivi portarono alla luce che la causa della morte era stata un'influenza ignorata. In sua memoria, fu inaugurato il Trofeo Connie Meijer, una competizione femminile a Parel van de Veluwe, rinominando una competizione già esistente nella quale la stessa Meijer si era affermata vincitrice nel 1988
Fabio Casartelli - Ciclista su strada 1995, 18 luglio   Italia Fabio Casartelli era il campione olimpico di ciclismo su strada in carica, avendo vinto l'oro fra i dilettanti (unica competizione ai Giochi in quegli anni) ai Giochi della XXV Olimpiade di Barcellona nel 1992. Il 18 luglio 1995 si stava correndo la quindicesima tappa del Tour de France, da Saint-Girons a Cauterets. Verso mezzogiorno, mentre il gruppo dei corridori scendeva il Colle di Portet-d'Aspet verso Ger-de-Boutx, a una velocità di circa 80 km/h, si verificò una caduta collettiva. Anche Casartelli rimase coinvolto: perse il controllo della bicicletta, sbatté violentemente la testa contro un paracarro e restò a terra esanime. Subito soccorso dal dottor Gérard Porte, fu trasportato in elicottero all'ospedale di Tarbes, dove venne dichiarato morto alle ore 14:00, dopo tre arresti cardiaci e senza aver mai ripreso conoscenza. Lasciò la moglie Annalisa, ex ciclista, sposata nell'autunno del 1993, e il figlio Marco, nato il 13 maggio 1995, con i quali viveva ad Albese con Cassano, sulle colline tra Erba e Como. Al momento della caduta, Casartelli non indossava il casco di protezione. La sua morte provocò una forte commozione nel mondo del ciclismo professionistico e iniziò una discussione sull'introduzione di norme che rendessero obbligatorio l'utilizzo del casco nelle gare di ciclismo, il che avvenne però solo nel 2003 dopo la morte di un altro ciclista, Andrej Kivilëv. Il giorno successivo alla morte di Casartelli, dopo un minuto di silenzio, partì la sedicesima tappa, che venne neutralizzata: in un mesto trasferimento, il gruppo rimase compatto e a bassa andatura; al traguardo, davanti al resto del gruppo, passarono affiancati tutti i ciclisti della Motorola, squadra di Casartelli. Primo, solo per la cronaca, concluse Andrea Peron. Due giorni dopo, all'arrivo della diciottesima tappa, tagliando per primo il traguardo, Lance Armstrong alzò le dita al cielo dedicando la vittoria di tappa allo sfortunato compagno di squadra. Nel 1997 venne eretta una stele nel luogo della tragedia, di fronte alla quale i corridori del Tour de France si fermano in raccoglimento in un minuto di silenzio in memoria di Fabio Casartelli ogni qual volta il percorso del Tour de France passa per il Colle di Portet-d'Aspet. Poiché era molto legato a Forlì, città della sua compagna e anche luogo natale di suo figlio, a Fabio Casartelli è stata dedicata, con un'apposita targa commemorativa, la nuova pista ciclabile che, dal 2016, collega Forlì con Forlimpopoli. La Fondazione Fabio Casartelli organizza in ricordo dello sfortunato campione la Mediofondo "Fabio Casartelli", una manifestazione dalla spiccata vocazione non agonistica rivolta a cicloamatori e cicloturisti di ambo i sessi ad Albese con Cassano.

Casartelli è il terzo dei tre ciclisti deceduti sulle strade del Tour de France, dopo Francisco Cepeda nel Tour de France 1935 e Tommy Simpson al Tour de France 1967

José Antonio Espinosa - Ciclista su strada 1996, 20 ottobre   Spagna Il 19 ottobre 1996, durante il Criterium de Fuenlabrada, investì un organizzatore della manifestazione e cadendo sbatté la testa sulla strada; trasportato all'Ospedale San Carlos di Madrid, venne operato per un edema cerebrale, in condizioni di coma, ma spirò il giorno successivo
Manuel Sanroma - Ciclista su strada 1999, 19 giugno   Spagna Nella seconda tappa della Volta a Catalunya del 1999, Sanroma partì come favorito, ma a 1 km dall'arrivo di Vilanova i Geltru cadde di testa sul cordolo in pietra della strada. Lo spagnolo morì in ambulanza durante il trasporto in ospedale
Saúl Morales - Ciclista su strada 2000, 28 febbraio   Spagna Durante il Tour of Argentina del 2000, Morales fu colpito da un furgone che per errore si ritrovò fra i corridori. In segno di protesta, molte squadre europee abbandonarono la corsa e dal 2000 la corsa non fu più disputata
Nicole Reinhart - Ciclista su strada 2000, 17 settembre   Stati Uniti Reinhart rimase uccisa in un circuito di 68 km durante una competizione durante il percorrimento di un viale di 6 km ad Arlington, nel Massachusetts. Reinhart colpì con il piede sinistro e il relativo pedale il cordolo, finendo catapultata contro un albero. L'incidente avvenne durante l'ultima delle 4 frazioni del 2000 BMC Software Cycling Grand Prix. Reinhart aveva vinto le precedenti 3 frazioni e stava lottando per la vittoria della quarta e ultima, in considerazione del premio extra offerto dall'organizzazione di $250.000 per chi avesse vinto tutte e 4 le gare. Tale premio fu devoluto alla famiglia della vittima, con i quali fu istituita la Nicole Reinhart Foundation a Macungie, in Pennsylvania, in suo ricordo. Le fu poi dedicato nel 2001 un parco alla Cutter School di Arlington, in Massachusetts. Nel 2004, Reinhart fu inserita postuma nella Lehigh Valley Velodrome Hall of Fame a Breinigsville, in Pennsylvania
Andrej Kivilëv - Ciclista su strada 2003, 12 marzo   Kazakistan L'11 marzo 2003, mentre era in testa insieme ad altri due corridori nella Parigi-Nizza, franò addosso alla bicicletta del ciclista Volker Ordowski (che era scivolato in precedenza per un problema meccanico) e cadde a terra, battendo violentemente la testa: rimasto privo di sensi, venne trasportato all'ospedale di Saint-Chamond, dove entrò in coma vigile e con un trauma cranico-facciale; trasportato all'ospedale di Saint-Étienne, morì a causa di edema. Fu soltanto con la sua morte che si arrivò a una ferma decisione in merito a rendere obbligatorio l'uso del casco nella categoria dei professionisti. Il suo utilizzo divenne obbligatorio dallo stesso anno anche se fino al 2005 era possibile toglierlo in alcune parti della gara. Dal 2006 il casco obbligatorio divenne permanente
Garrett Lemire - Ciclista su strada (dilettante) 2003, 15 marzo   Stati Uniti Durante la seconda tappa del Tucson Bicycle Classic, Lemire morì in un frontale con una macchina cercando di evitare tre ciclisti caduti a terra
Juan Barrero - Ciclista su strada (dilettante) 2004, 11 giugno   Colombia Barrero morì in seguito a una caduta al Tour of Colombia occorsa durante una discesa ad alta velocità nella prima parte della tappa. Barrero morì in ospedale poco dopo l'incidente
Tim Pauwels - Ciclocrossista 2004, 26 settembre   Belgio Morto durante una competizione di inizio stagione di ciclocross a Erpe-Mere, in Belgio. Il decesso avvenne a seguito di una caduta, anche se alcune fonti riportano che Pauwels avrebbe avuto un arresto cardiaco precedente (e quindi causa) della caduta
Alessio Galletti - Ciclista su strada 2005, 15 giugno   Italia Galletti morì in gara il 15 giugno 2005: un arresto cardio-circolatorio lo stroncò a 15 km dall'arrivo della Subida al Naranco, in Spagna, e l'immediato trasporto all'ospedale di Oviedo risultò vano. Lasciò un figlio di nove mesi e la moglie Consuelo in attesa del secondogenito
Isaac Gálvez - Ciclista su pista 2006, 26 novembre   Spagna Morì all'età di 31 anni durante la Sei giorni di Gand, in Belgio, dopo essersi scontrato con Dimitri De Fauw e aver impattato una balaustra, subendo gravi ferite interne; al momento dell'incidente era sposato da tre settimane. Dopo l'accaduto, Dimitri De Fauw cadde in depressione, fino a togliersi la vita il 6 novembre 2009. Dopo che la seconda tappa dell'edizione della Vuelta a Murcia 2007 fu annullata a causa di forti venti, gli organizzatori assegnarono i premi di giornata a Gálvez in suo ricordo. Il pistard spagnolo si era laureato in due occasioni campione del mondo nel madison, titolo di cui era campione in carica al momento della morte
Bruno Neves - Ciclista su strada 2008, 11 maggio   Portogallo È morto dopo essere stato colpito da arresto cardiaco durante la Clássica de Amarante; in un primo momento la causa del decesso era stata attribuita alle ferite riportate nell'incidente. La sua morte è stata collegata a un utilizzo di doping da parte di Neves, comunque mai riscontrato durante la carriera del ciclista
Thomas Casarotto - Ciclista su strada 2010, 15 settembre   Italia Il 10 settembre 2010, nel corso del Giro del Friuli Venezia Giulia a Pesariis, Casarotto colpì lo specchietto di un SUV parcheggiato a bordo strada, cadendo. L'italiano morì cinque giorni dopo a causa delle ferite provocategli dalla caduta alla testa
Wouter Weylandt - Ciclista su strada 2011, 9 maggio   Belgio Nel corso della terza tappa del Giro d'Italia 2011, è vittima di una grave caduta lungo la discesa del Passo del Bocco, in frazione di Isola di Borgonovo di Mezzanego. Nonostante l'intervento dei sanitari, che per circa quaranta minuti tentano la rianimazione, Weylandt muore. L'indomani la tappa con arrivo a Livorno viene neutralizzata in segno di cordoglio, con tutta la squadra dello sfortunato belga, la Leopard Trek, e l'amico Tyler Farrar che tagliarono il traguardo distanziati dal resto del gruppo, prima di ritirarsi dalla competizione. L'intero montepremi della tappa fu inoltre devoluto alla famiglia di Weylandt. Dopo la scomparsa, oltre ai tantissimi tifosi lungo le strade percorse dalla carovana, anche l'organizzazione ha voluto ricordare lo sfortunato atleta: da menzionare, sul palco della premiazione finale in piazza Duomo, la scritta "108 WW Always With Us" e la fascia rosa sull'asfalto dopo la linea del traguardo della crono finale con la scritta "WW 108". Dopo la sua scomparsa l'organizzazione del Giro d'Italia ha deciso, in suo onore, di ritirare il dorsale numero 108 nelle successive edizioni della corsa; la terza tappa del Giro d'Italia 2012 è stata inoltre a lui dedicata.

In carriera Weylandt era riuscito a imporsi in una tappa del Giro d'Italia 2010 e in una tappa della Vuelta a España 2008. Quella Weylandt è la quarta delle quattro morti sulle strade del Giro d'Italia, seguendo quelle di Orfeo Ponsin nel 1952, Juan Manuel Santisteban nel 1976 ed Emilio Ravasio nel 1986

Wouter Dewilde - Ciclista su strada (élite senza contratto) 2013, 1º marzo   Belgio Dewilde fu coinvolto in un incidente rivelatosi fatale durante una gara regionale per élite senza contratto a Bruges, nelle Fiandre Occidentali del Belgio
Junior Heffernan - Ciclista su strada (dilettante) 2013, 3 marzo   Irlanda Heffernan morì in seguito a una collisione con una macchina nel corso dell Severn Bridge Road Race, competizione che si disputa a Gloucestershire
Jeanné Nell - Ciclista su pista 2014, 11 febbraio   Sudafrica Morto a Città del Capo, in Sudafrica, nel corso di una competizione su pista nella specialità del keirin
Annefleur Kalvenhaar - Biker 2014, 23 agosto   Paesi Bassi Il 22 agosto, durante una prova di Coppa del mondo di mountain bike, nella competizione Cross-country elimination, la ciclista olandese cadde battendo violentemente su un ponte. Il trasporto d'urgenza in elicottero all'ospedale di Grenoble non si rivelò sufficiente e la biker spirò il giorno successivo
Antoine Demoitié - Ciclista su strada 2016, 27 marzo   Belgio Il venticinquenne belga stava partecipando alla Gand-Wevelgem 2016, quando rimase coinvolto in una caduta di gruppo presso Sainte-Marie-Cappel. A terra, fu travolto da una moto del servizio corsa. I danni causati dall'impatto causarono la morte del ciclista la sera stessa in ospedale
Randall Fox - Ciclista su strada (dilettante) 2016, 29 marzo   Stati Uniti Durante una gara universitaria, il ciclista statunitense perse il controllo della propria bici nel corso della discesa, andando a sbattere contro il guard rail in un impatto rivelatosi fatale
Gijs Verdick - Ciclista su strada 2016, 9 Maggio   Paesi Bassi Nella notte fra il 2 e il 3 maggio 2016, Verdick fu colpito da due attacchi di cuore. L'olandese stava partecipando a una competizione riservata alla categoria under 23, la Carpathian Couriers Race in Polonia. L'8 maggio fu trasportato dalla Polonia all'Isala hospital di Zwolle, nei Paesi Bassi, dove morì il giorno seguente. Dopo la sua morte, diversi suoi organi furono donati
Diego Andrés Suta Robayo - Ciclista su strada (dilettante) 2016, 30 agosto   Colombia Il giovane colombiano cadde riportando gravi danni alla testa nel corso della discesa di Alto de Daza, posta al 12° chilometro della seconda tappa della Vuelta de la Juventud, lunga complessivamente 162 km
Bahman Golbarnezhad - Ciclista su strada (paralimpico) 2016, 17 settembre   Iran Veterano della guerra Iran-Iraq, durante il servizio alle armi, nel 1988 aveva perso la gamba sinistra a causa di una mina terrestre. Dopo essersi dedicato con discreto successo nel sollevamento pesi e nella lotta, a seguito di un incidente a una spalla, decise di concentrarsi sul ciclismo su strada paralimpico. Già olimpionico grazie alla partecipazione ai XIV Giochi paralimpici estivi di Londra nel 2012, e superato il lutto della moglie e madre del proprio figlio, morta a causa di un cancro, l'iraniano ebbe la possibilità di rappresentare la sua nazione ai XV Giochi paralimpici estivi di Rio de Janeiro nel 2016 in quella che sarebbe stata la sua ultima gara, la prova in linea C 4-5 maschile di ciclismo su strada, riservata agli atleti con amputazioni agli arti inferiori e con una gamba munita di protesi. Verso le 10:40 circa ora locale, durante il primo giro di competizione, si lancia lungo le curve del circuito di Grumari ad alta velocità, ma una volta arrivato nelle vicinanze della zona di Prainha, impatta contro una pietra e perde il controllo del suo mezzo, battendo violentemente la testa contro l'asfalto. Finito in una canalina per lo scolo dell’acqua, è soccorso immediatamente sul luogo, ma durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale di Barra da Tijuca è vittima di un arresto cardiaco. Ricoverato con un grave trauma cranico, i tentativi di rianimarlo all'ospedale Barra d'Or si rivelano inutili e dopo alcuni tentennamenti gli organi ufficiali del Comitato Paralimpico Internazionale ne comunicano ufficialmente il decesso alle ore 18. Benché si trattasse di vie differenti, le pericolose strade affrontate nel circuito ciclistico erano già state centro di attenzione nel corso dei Giochi olimpici disputatisi un mese prima, con una sequenza di rovinose cadute avvenute in discesa come ad esempio quella dell'italiano Vincenzo Nibali e quella dell'olandese Annemiek Van Vleuten. Immediate sono state le condoglianze dell'ambiente sportivo e degli organi paralimpici, mentre il segretario generale del comitato paralimpico iraniano Masoud Ashrafi l’ha definito "il miglior ciclista paralimpico iraniano". La squadra di sitting volley iraniana ha dedicato più tardi la sua vittoria dell'oro alla memoria di Golbarnezhad. In suo ricordo è stato osservato un minuto di silenzio durante la cerimonia di chiusura dei Giochi paralimpici al Maracanã. L'Unione Ciclistica Internazionale ha annunciato in seguito l'avvio di un'investigazione in merito alla morte di Golbarnezhad. I funerali di Golbarnezhad si sono svolti a Teheran il 22 settembre 2016.

La sua morte costituisce il terzo decesso avvenuto fra gli atleti durante la partecipazione ai Giochi olimpici, il primo se si considera nello specifico i Giochi paralimpici

Eslam Nasser Zaki - Ciclista su pista 2017, 20 marzo   Egitto L'egiziano fu colpito da un attacco cardiaco rivelatosi fatale durante la gara di omnium ai Campionati africani di ciclismo su pista al Cyril Geoghegan Velodrome di Durban, in Sudafrica. Al momento del decesso, Zaki militava per il Bahraini VIB Bikes road race team
Mike Hall - Ultraciclista 2017, 31 marzo   Gran Bretagna Morto dopo essere stato investito da una macchina nei sobborghi di Canberra, in Australia. Hall stava partecipando a una competizione di ultracycling di 5 310 km nota come Indian Pacific Wheel Race e si trovava al secondo posto. La corsa fu poi annullata in seguito all'incidente
Michael Goolaerts - Ciclista su strada 2018, 8 aprile   Belgio Morto durante la Parigi-Roubaix 2018 a causa di un infarto
Bjorg Lambrecht - Ciclista su strada 2019, 5 agosto   Belgio Morto a causa di una caduta nella terza tappa del Giro di Polonia 2019
Gino Mäder - Ciclista su strada 2023, 16 giugno   Svizzera Morto a causa di una caduta nella quinta tappa al Giro di Svizzera 2023

Ciclisti morti in allenamento o in seguito a incidenti avvenuti in allenamento modifica

Nome Immagini Status competitivo Data del decesso Nazionalità Informazioni aggiuntive
Ernst Feja - Ciclista su pista 1927, 1º giugno   Germania Morto durante un allenamento nel Velodromo di Oerlikon di Zurigo
Daan Myngheer - Ciclista su strada 2016, 28 marzo   Belgio Il 26 marzo 2016, mentre si trovava in Corsica a Porto Vecchio per disputare il Critérium International 2016, è colpito da un infarto e ricoverato ad Ajaccio, dove muore due giorni dopo a soli 22 anni
Michele Scarponi - Ciclista su strada 2017, 22 aprile   Italia Morto durante un allenamento a Filottrano in vista del Giro d'Italia 2017
Davide Rebellin - Ciclista su strada 2022, 30 novembre   Italia Morto dopo poche settimane dalla fine della sua carriera professionistica. Investito da un camion
Tijl De Decker - Ciclista su strada 2023, 25 agosto   Belgio Investito da un'autovettura durante l'allenamento. Morto dopo due giorni di agonia
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