Cimitero monumentale di Brescia

cimitero nel comune di Brescia

Il cimitero monumentale di Brescia, o Vantiniano, opera dell'architetto Rodolfo Vantini, è il primo cimitero monumentale della storia dell'arte[2][3][4].

Cimitero monumentale di Brescia
recinto funebre interno, cimitero Vantiniano
TipoCivile
Confessione religiosaCattolica
Stato attualeIn uso
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàBrescia
Costruzione
Periodo costruzione1814-1935
Data apertura19 gennaio 1810[1]
ArchitettoRodolfo Vantini
Tombe famoseGiuseppe Zanardelli, Tito Speri, Rodolfo Vantini, Marietta Ambrosi
Mappa di localizzazione
Map

Costruzione del cimitero monumentale cittadino

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Il faro, realizzato tra il 1849 e il 1864. Fotografia di Stefano Riviera

In ossequio alla direttiva napoleonica del 1806, le civiche autorità indagarono con attenzione il luogo più adatto al futuro campo santo. La scelta cadde su di un terreno fuori Porta Milano, a solo mezzo chilometro dalla città, verso ponente. Era, questa, un’area di campagna punteggiata da occasionali dimore contadine in cui s’immetteva l’antica strada di collegamento con la Franciacorta e il capoluogo lombardo. Percorsa da commercianti e viaggiatori, ma anche numerosi bresciani che la inforcavano per diporto, devozione ai vari conventi e santuari sul percorso o, infine, raggiungere le nobili dimore estive, era certo luogo frequentato e caro ai più. Lo spazio acquistato dalla deputazione cittadina fu cinto da un muro di tre metri d’altezza e, dopo la benedizione dell’allora vescovo Gabrio Nava, il 20 gennaio 1810, avvenne la prima tumulazione.

All’epoca non si pensava a dotare l’area d’orpelli artistici o fabbricati di pregio: fu a seguito dell’insistenza degli stessi bresciani che si valutò d’integrare l’area sepolcrale con nuove strutture. La società civile della città, nobili e notabili in primis, si fece allora garante della copertura economica e, nel 1814, prese forma l’idea d’un ambiente sacro dedicato ad esequie e preghiera per i defunti. Fu indetto un concorso e la commissione incaricata premiò il progetto dell’architetto Vantini: nelle sue tavole, ai due lati dell’elegante cappella neoclassica, erano immaginati porticati atti ad accogliere tombe di famigli, un ulteriore strumento di sensibilizzazione e “attenzione economica” ai futuri sviluppi del cimitero. Il nulla osta ai lavori fu in breve ufficializzato e il giorno 9 di novembre del 1815 il vescovo Nava posava la prima pietra del tempio. L’estate dell’anno seguente sarebbe stata avviata l’edificazione dei porticati, anche se fu da subito chiaro che la dotazione economica sarebbero risultata un problema. Le tombe di famiglia stentavano infatti ad esser vendute per via del costo giudicato eccessivo: l’ambiente non suggeriva ancora quella maestosa eleganza che solo in seguito gli sarebbe stata riconosciuta. Vantini, sull’esempio del camposanto di Bologna, suggerì allora d’appoggiare dei colombari sulle arcate e al retro dei muri di fondo dei porticati. Così facendo si sarebbe ottimizzata l’opera, riducendo il prezzo degli intercoloni e al contempo aprendo alla più ampia utenza l’acquisto di uno spazio di pregio per i propri estinti. La fabbrica vantiniana guadagnò la prima di numerose altre porzioni d’edificio che, lentamente avrebbero visto la luce. Successivi sussidi, donazioni, fondi pubblici e investimenti privati avrebbero consentito al Cimitero Vantiniano di crescere.

Con la realizzazione di quella che sarà la Cappella di S. Michele si avvertì in breve l’esigenza d’abbandonare la tortuosa e malagevole strada che fino a quel momento conduceva il seno al cimitero dal lato, sostituendola con una nuova via d’accesso perpendicolare a via Milano. L’architetto progettò allora il viale fiancheggiato da cipressi fra i quali avrebbero trovato posto vari monumenti che prese poi un nome evocativo "emiciclo verde". Nella sua visione, via Milano avrebbe visto un’imponente cancellata posta tra due edicole e sovrastata dalle statue di donne, meste e piangenti, entrambe appoggiate ad un’urna. Quest’elegante e sublime ingresso fu purtroppo bocciato dalla commissione per il cimitero che preferì rivolgere le proprie cure al fabbricato principale, dove le tombe di famiglia stavano ricevendo richieste sempre più numerose d’acquisto.

Correva l'anno 1841 quando un altro importante tassello del Vantiniano vide l’avvio dei lavori: il Pantheon. Ultimato nel 1910, avrebbe dovuto serbare il ricordo dei bresciani che più si erano distinti nel campo delle lettere e delle arti. Anche in questo caso il progetto fu del Vantini, che non molto dopo, nel 1849, presentò anche i disegni di quelli che sarebbero stati l’elegante rotonda centrale sormontata dal celebre faro di terra unico al mondo. Consuetudine della città era (ed è ancora) illuminare il cimitero nella notte dedicata alla commemorazione dei defunti: ecco allora che il Vantini propose di raccogliere tutto l’olio che i cittadini, pietosi, andavano acquistando per allumare le singole tombe e, depostolo a bella posta in un grande vaso, utilizzarlo per rischiarare dal faro tutto il camposanto. L’intuizione, va detto, non era stata dell’architetto quanto dell’Arici: il poeta l’aveva infatti postulata anni prima nel suo carme Il camposanto di Brescia. Apparsa da subito convincente, i disegni dell’architetto furono approvati e, dal 1850 al 1864, il cimitero assistette ai complessi lavori della suggestiva colonna dorica.

Dorico fu del resto anche lo stile prediletto dal Vantini per le finiture di tutti gli edifici funebri: sobrio, raffinato e di antica memoria, ben si adatta alla severità del luogo. Per il materiale si opzionò lo splendido marmo di Rezzato, roccia di non facile lavorazione, tanto che il Vantini, per assicurarsi operai qualificati, fondò a proprie spese una scuola in Rezzato. V’insegnava egli stesso disegno, architettura e nozioni di plastica.

Il Campo santo di Brescia resterà per sempre il capolavoro e l’inesauribile eredità di questo visionario Architetto

Edifici principali che compongono il cimitero Vantiniano

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Le aree principali sono:

  • La cappella centrale dedicata a San Michele, nella quale campeggia la statua dell'omonimo arcangelo, ad opera di Democrito Gandolfi[5].
  • La cella del Municipio o rotondina comunale, primo vero pantheon del complesso monumentale: in essa, dal 1833 al 1904, vennero seppelliti venticinque protagonisti della vita politica e sociale di Brescia, tra i quali il poeta Cesare Arici[6].
  • L'emiciclo verde antistante la cappella di San Michele, costituito da sessantasette cenotafi che ricordano vari personaggi più o meno noti della storia di Brescia, come poeti, letterari, imprenditori o militari[7].
  • Il faro, ultimato nel 1864 con cinquantacinque metri d'altezza, dispone d'un basamento circolare attorniato da portici e sepolcri ed è sormontato da una lanterna, allegoria della luce che vuole illuminare la via nell'aldilà. L'architetto tedesco Johann Heinrich Strack trasse ispirazione da essa per la realizzazione della colonna della Vittoria di Berlino, inaugurata nel 1873[8]. Inoltre, nella sala centrale del monumento è collocata la statua di Rodolfo Vantini, ivi seppellito, opera di Giovanni Seleroni[9].
  • L'ossario militare, edificato negli anni Venti del XX secolo a commemorazione dei caduti della prima guerra mondiale, è tra gli edifici funebri militari cimiteriali più grandi d'Italia[10].
  • Il Pantheon o famedio, una sala destinata a contenere i monumenti degli illustri bresciani[11].
  • La tomba piramidale del beato Giovanni Battista Bossini[12].

Galleria d'immagini

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Galleria immagini notturne

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  1. ^ Data della benedizione del primo nucleo del campo santo da parte del vescovo di Brescia Gabrio Maria Nava. Enciclopedia Bresciana
  2. ^ Lionello Costanza Fattori, Rodolfo Vantini, 1ª ed., Lonato, Fondazione Ugo da Como, 1963, OCLC 601150987, SBN SBL0135356.
  3. ^ Francesco Marino, Edilizia funeraria. Progettazione, normativa, esempi, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2014, p. 11, ISBN 9788838783425.
    «[...] Venne realizzato attorno al 1813 il Cimitero Monumentale di Brescia o Vantiniano. Qui le tombe vennero allestite sommariamente, cosicché si decise di costruire prima una chiesa e poi nel 1813 venne dato l'incarico all'architetto e ingegnere Rodolfo Vantini [...] di procedere con un progetto. È un'opera di grandissima importanza poiché fu il primo cimitero monumentale italiano, prototipo di tutti i cimiteri neoclassici dell'Ottocento. L'opera impegnò il suo ideatore per tutta la vita [...]»
  4. ^ Livia Maltese Degrassi, a cura di Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale delle antichità e belle arti, Bollettino d'arte, serie IV, anno XLVIII, fascicolo 3, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato P. V., luglio-settembre 1963, p. 287, ISSN 0391-9854 (WC · ACNP).
    «[...] Tra queste particolarmente importanti il Cimitero monumentale di Brescia che, iniziato dal Vantini nel 1815, può essere considerato il primo cimitero monumentale che sia stato progettato; [...]»
  5. ^ Terraroli, Valerio, 1956-, Il Vantiniano : guida ai monumenti, Comune di Brescia, 2015, p. 30, ISBN 979-12-200-0627-9, OCLC 1015985166. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  6. ^ Terraroli, Valerio., Il Vantiniano : la scultura monumentale a Brescia tra Ottocento e Novecento, Comune di Brescia, 1990, p. 37, ISBN 88-7385-066-9, OCLC 26126308. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  7. ^ Terraroli, Valerio, 1956-, Il Vantiniano : guida ai monumenti, Comune di Brescia, 2015, pp. 66-67, ISBN 979-12-200-0627-9, OCLC 1015985166. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  8. ^ Alberto Ottaviano, Sono tornati a ruggire i bianchi leoni di pietra del cimitero Vantiniano (PDF), su ancebrescia.it. URL consultato il 7 marzo 2019.
  9. ^ Terraroli, Valerio., Il Vantiniano : la scultura monumentale a Brescia tra Ottocento e Novecento, Comune di Brescia, 1990, p. 72, ISBN 88-7385-066-9, OCLC 26126308. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  10. ^ SAVOIA, Casa - Enciclopedia Bresciana, su enciclopediabresciana.it. URL consultato il 20 dicembre 2020.
    «Umberto II (1904-1983) il 10 settembre 1933 inaugurava al Cimitero Vantiniano l'Ossario dei caduti e il monumento ai Lupi di Toscana»
  11. ^ Terraroli, Valerio, 1956-, Il Vantiniano : guida ai monumenti, Comune di Brescia, 2015, pp. 66-69, ISBN 979-12-200-0627-9, OCLC 1015985166. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  12. ^ Terraroli, Valerio, 1956-, Il Vantiniano : guida ai monumenti, Comune di Brescia, 2015, p. 55, ISBN 979-12-200-0627-9, OCLC 1015985166. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  13. ^ a b c d e f "NOTTURNO" fotografia d'arte al cimitero Vantiniano, Associazione Capitolium, immagini di Stefano Riviera, Fen edizioni anno 2022..

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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