Ciociaria nella storiografia

Voce principale: Ciociaria.

Dal secondo dopoguerra fu sollevato da diversi autori il problema di individuare se esistesse anche una regione storica ciociara e quali fossero le sue caratteristiche ed i suoi limiti. Pur non essendo in grado di provare l'esistenza storica e istituzionale della Ciociaria, costoro avanzarono soluzioni molto divergenti fra loro già soltanto per provare a definire il territorio dell'indagine. Soluzioni tanto varie che si arrivò ad identificare la Ciociaria ora col territorio fra il Liri e i Castelli romani, ora con parte dell'antica provincia pontificia di Campagna e Marittima, o persino con l'intera provincia di Frosinone o buona parte del Lazio meridionale, senza però le prove di un documentato riscontro bibliografico.

Il duomo di Anagni.

Storiografia francese modifica

Lo storico Armando Dubarry, che in un'opera del 1875 testimonia l'uso di chiamare volgarmente Ciociaria l'intera delegazione apostolica di Frosinone, all'epoca soppressa, è il primo a caratterizzare geograficamente il territorio laziale e a stabilire un criterio per individuarvi la regione. L'opera in cui tratta l'argomento è una ricostruzione storica del brigantaggio italiano, con un riferimento più preciso al periodo dell'occupazione napoleonica dell'Italia e del fallimento delle esperienze rivoluzionarie anche per l'intervento dei briganti. Egli mette chiaramente in relazione il termine Ciociaria con la calzatura di contadini e milizie irregolari del frusinate, la ciocia.[1] Costoro poi ricorda che erano detti ciociari e l'aggettivo ciociaro fu da allora strettamente connesso al toponimo, assumendo un significato non più etnico o sociale ma specificatamente «qualificativo» e regionale.

La Ciociaria secondo David Silvagni modifica

Una primitiva sistemazione geografica della fine del XIX secolo rappresenta cosa si indicasse comunemente a Roma con Ciociaria, che accantona definitivamente in ambito storiografico le accezioni etniche e sociali a cui si riferivano i primi studiosi che parlarono di ciociari. David Silvagni, ne «La Corte Pontificia e la Società Romana» fa propria un'interpretazione di Carlo Maria Curci il quale riteneva che la Ciociaria fosse l'«antico Ernico», quindi approssimativamente l'area dei comuni laziali a ridosso dei Monti Ernici, termine quest'ultimo entrato nell'uso comune solo molto tempo dopo l'Unità d'Italia. David Silvagni precisa che «Ciociaria è la parte più montuosa e incolta del circondario di Frosinone e Sora» e chiama «ciociari» tutti i cardinali originari delle diocesi cattoliche tra Anagni e Terracina. Egli prosegue con un elenco di costoro, biasimati per il provincialismo e per dubbie capacità amministrative, in cui si citano pure le località di nascita di ciascuno, tutte esplicitamente agglomerate a costituire una regione che chiama Ciociaria, anche se palesemente estranee al comprensorio ernico (Sonnino, Ceprano, Ceccano, Gorga, Paliano, Anagni, Ninfa, Roccasecca dei Volsci, Carpineto, Monte San Giovanni Campano).

 
I monti Ernici dall'Acropoli di Alatri.

Sono tutte città campanine, organizzate entro diocesi immediatamente soggette alla Santa Sede e perciò accomunate dallo stesso sistema politico, economico e sociale, che furono estranee per identità e tradizione ai territori delle diocesi suburbicarie e alle vicende storiche della realtà cittadina di Roma.

Diocesi della Campagna e Marittima modifica

Elenco dei cardinali originari della Campagna e Marittima modifica

Note modifica

  1. ^ Dubarry A., Le brigandage en Italie depuis les temps les plus reculés jusqu'à nos jours, Plon & Cie, Parigi 1875, pp. 269-286.

Bibliografia modifica

  • «Atlante Storico Mondiale», De Agostini, Novara 1993.
  • Curci C. M., Il vaticano regio, Fratelli Benesci Editori, Roma-Firenze 1883.
  • Dubarry A., Le brigandage en Italie depuis les temps les plus reculés jusqu'à nos jours, Plon & Cie, Parigi 1875.
  • David Silvagni, La Corte Pontificia e la Società Romana, Biblioteca di Storia Patria, Roma 1971, vol. I-IV.