La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento Svizzera è stata messa in dubbio.
Motivo: Toni troppo enfatici nella parte conclusiva, dove si parla del fatto che la Svizzera ha vietato le corse automobilistiche sul suo territorio
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Il circuito di Bremgarten era un tracciato stradale semipermanente situato a Berna, in Svizzera. Ha ospitato cinque edizioni del Gran Premio di Svizzera di Formula 1 (dal 1950 al 1954) e cinque del Gran Premio di Svizzera del Motomondiale (nel 1949 e dal 1951 al 1954). Il circuito, lungo 7 280 metri, era ritenuto tra i più belli ma anche tra i più pericolosi del mondo per le sue curve, per i suoi continui saliscendi, per il suo fondo irregolare e per il suo continuo passaggio da zone di luce a zone d'ombra provocate dagli alberi che costeggiavano la strada. Inaugurato nel 1931 con una gara motociclistica, si aprì al mondo dell'automobilismo sportivo nel 1934, quando venne organizzato il primo Gran Premio Automobilistico della Svizzera, onorato dalla presenza di tutte le più grandi case automobilistiche dell'epoca: Mercedes, Auto Union, Bugatti, Maserati e Alfa Romeo. Su questa pista, durante le prove del gran premio motociclistico, persero la vita, per un atroce caso del destino, nello stesso giorno (1º luglio 1948), nella stessa curva (Eymatt) e a poche ore di distanza l'uno dall'altro Omobono Tenni, indimenticato campione di motociclismo, e Achille Varzi, uno dei più grandi piloti automobilistici di tutti i tempi, mentre il 4 luglio dello stesso anno, durante il gran premio automobilistico, rimase ucciso anche il pilota locale Christian Kautz. Sull'onda dell'emozione provocata dalla tragedia della 24 Ore di Le Mans 1955, il Governo Svizzero decise di proibire tutte le gare motoristiche sul suo territorio; ciò decretò la fine del tracciato elvetico dal mondo delle corse, divieto ancora oggi in vigore e fortemente contestato in quanto ritenuto oggi inutile per lo scopo cui era entrato in vigore, contestato inoltre per via della sua illegalità in quanto vietante una disciplina Sportiva, infatti lo Sport è riconosciuto e promosso da UNESCO e dalla stessa Svizzera e facente parte dei Diritti Umani.