Classe Evangelista Torricelli

classe di sommergibili della Marina Militare Italiana
Voce principale: Classe Balao.

La classe Torricelli della Marina Militare fu costuitita da tre vecchi sommergibili statunitensi della classe Balao, ceduti all'Italia nel quadro di un programma di assistenza militare. Si trattava dell'USS Lizardfish, USS Capitaine e USS Besugo, veterani della guerra contro l'Impero giapponese e rispettivamente ribattezzati Evangelista Torricelli, Alfredo Cappellini e Francesco Morosini.[2]. I tre battelli prima della consegna vennero sottoposti a lavori di ammodernamento Fleet Snorkel, versione più economica del programma GUPPY.[1]

Classe Evangelista Torricelli
ex classe Balao della US Navy
Descrizione generale
Tiposommergibile
ClasseEvangelista Torricelli
Entrata in servizio9 gennaio 1960[1]
Radiazione1º ottobre 1976[1]
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione2460 t
Dislocamento in emersione1550 t
Lunghezza93,6 m
Larghezza8,31 m
Profondità operativa90 m
Propulsionediesel elettrica
4 motori diesel General Motors da 1350 CV
2 motori elettrici da 1020 KW
2 gruppi di batterie ricaricabili a 126 celle
Velocità in immersione 9 nodi
Velocità in emersione 20 nodi
Autonomiain superficie: 11800 miglia a 10 nodi
in immersione: 100 miglia a 3 nodi
Equipaggio85
Armamento
ArtiglieriaAlla costruzione:
Silurisiluri:10 tubi lanciasiluri da 533mm (6 anteriori + 4 posteriori)
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Il Torricelli è stato il primo dei tre a entrare in servizio nella Marina Militare e fu consegnato a Pearl Harbor, il 9 gennaio 1960: giunse a Taranto il 4 aprile seguente e rimase in servizio fino al 1976, svolgendo attività di addestramento. Il primo ottobre 1976 fu riconsegnato alla marina statunitense che lo vendette per la demolizione.[1] Gli altri due battelli sono entrati in servizio nella seconda metà degli anni sessanta sostituendo i sommergibili Giada e Vortice che avevano servito nella Regia Marina durante la seconda guerra mondiale. Il Cappellini è stato in servizio dal 5 marzo 1966 al primo giugno 1977, mentre il Morosini dal 31 marzo 1966 al 30 settembre 1971 quando fu messo in disarmo per poi essere restituito il 16 aprile 1976. Entrambi svolsero attività di addestramento.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e A. Turrini, Almanacco dei sommergibili, Tomo II, Rivista Marittima, 2003.
  2. ^ Sito ufficiale Marina Militare Italiana, su marina.difesa.it. URL consultato il 17/09/2011.

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