Clodoveo di Boemia

Clodoveo (in ceco Vladivoj; 981 circa – gennaio 1003) fu duca di Boemia dal 1002 fino alla sua morte.

Clodoveo
Duca di Boemia
In carica1002 –
gennaio 1003
PredecessoreBoleslao III di Boemia
SuccessoreJaromír di Boemia
Nascita981 circa
Mortegennaio 1003
DinastiaPiasti
PadreMieszko I di Polonia
MadreDubrawka oppure Oda di Haldensleben

Biografia modifica

Probabilmente era un membro della dinastia dei Piasti, forse il secondo figlio di Dubrawka, figlia del duca Boleslao I di Boemia, e suo marito duca Miecislao I di Polonia, o un parente distante. Secondo altri, era figlio di Miecislao e della seconda moglie Oda[1][2]. Quando il duca Boleslao III di Boemia fu detronizzato a seguito di una rivolta dal clan ceco dei Vršovci, i nobili boemi elevarono Clodoveo, che in precedenza era fuggito in Polonia, divenendo duca nel 1002[3]. Lo storico ceco Dušan Třeštík scrive che Clodoveo assunse il trono boemo con il sostegno del duca polacco Boleslao il Coraggioso[4]. A novembre ottenne anche il sostegno del re tedesco Enrico II che lo infeudò del ducato di Boemia.

Dopo la morte di Clodoveo nel 1003, Boleslao il Coraggioso invase la Boemia e rimise sul trono ducale Boleslao III che fece però uccidere molti nobili boemi nei giorni di Quaresima del 1003[5][3]. Il massacro del clan Vršovci a Vyšehrad ordinato da Boleslao III portò alla sua deposizione e alla successione del fratello minore Jaromír.

Si dice che Clodoveo fosse un alcolizzato[6][7] e che il suo bere abbia contribuito alla sua morte.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Lestek Siemowit  
 
 
Siemomysł  
 
 
 
Miecislao I di Polonia  
 
 
 
 
 
 
 
Vladivoj di Boemia  
 
 
 
 
 
 
 
?  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note modifica

  1. ^ Tietmaro, Tavole genealogiche, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 329, ISBN 978-8833390857.
  2. ^ Tietmaro di Merseburgo, Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, a cura di Piero Bugiani, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 366, nota 89, ISBN 978-88-99959-29-6.
  3. ^ a b Manteuffel 1982, p. 65.
  4. ^ Třeštík 2011, p. 78.
  5. ^ Berend, Urbańczyk & Wiszewski 2013, p. 142.
  6. ^ Tietmaro, Libro V, 23, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 132, ISBN 978-8833390857.
  7. ^ Tietmaro di Merseburgo, Libro V, 23, in Piero Bugiani (a cura di), Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, pp. 365-367, ISBN 978-88-99959-29-6.

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