Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2018

coalizione politica italiana del 2018

La coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche in Italia del 2018 comprendeva quattro distinte formazioni politiche:

Coalizione di centro-sinistra del 2018
LeaderMatteo Renzi
Emma Bonino
Beatrice Lorenzin
Giulio Santagata
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazionedicembre 2017
Dissoluzione5 settembre 2019
Confluito inCentro-sinistra 2022
PartitoPartito Democratico
+Europa
Civica Popolare
Insieme
CollocazioneCentro/Centro-sinistra
Partito europeoPSE (PD, IEI)
ALDE (+Eu)
PPE (CPL)
PVE (IEI)
Seggi massimi Camera
116 / 630
Seggi massimi Senato
57 / 315

Storia modifica

Formazione della coalizione modifica

In vista del rinnovo del parlamento con le elezioni del 4 marzo 2018 si forma una coalizione di centro-sinistra che comprende il Partito Democratico a guida dell'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, la lista Civica Popolare guidata dal ministro della salute Beatrice Lorenzin, la lista Italia Europa Insieme di ispirazione ulivista guidata da Giulio Santagata e la lista +Europa con l'appoggio di Centro Democratico guidata da Emma Bonino e Bruno Tabacci.

Elezioni modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni politiche in Italia del 2018.

La coalizione di centro-sinistra ottiene il 22,86% dei voti alla Camera dei deputati (116 seggi) e il 23% al Senato della Repubblica (57 seggi), attestandosi come terza forza politica dietro al Movimento 5 Stelle e alla coalizione di centro-destra. Il Partito Democratico risulta essere il primo partito della coalizione, mentre le altre 3 liste non raggiungono la soglia di sbarramento imposta dal Rosatellum per la ripartizione dei seggi nel proporzionale.[1]

Nel dettaglio:[2][3]

  • il PD ottiene il 18,76% alla Camera e il 19,14% al Senato, con rispettivamente 107 e 51 seggi;
  • +Europa ottiene il 2,56% alla Camera e il 2,37% al Senato, con rispettivamente 2 e 1 seggi eletti nel maggioritario;
  • Civica Popolare ottiene lo 0,54% alla Camera e lo 0,52% al Senato, con rispettivamente 2 e 1 seggi eletti nel maggioritario;
  • Italia Europa Insieme ottiene lo 0,58% alla Camera e lo 0,54% al Senato, con rispettivamente 1 e 0 seggi eletti nel maggioritario;
  • SVP-PATT ottiene lo 0,41% alla Camera e lo 0,42% al Senato, con rispettivamente 4 e 3 seggi eletti.

Nella circoscrizione Valle d'Aosta si presenta solo il PD alleato con l'Union Valdôtaine, l'Union Valdôtaine Progressiste e Edelweiss Popolare Autonomista Valdostano attraverso una lista unitaria chiamata Vallée d'Aoste - Tradition et Progrès: ottiene il 21,7% alla Camera e il 25,8% al Senato riuscendo ad eleggere il senatore Albert Lanièce[4]. Nella circoscrizione Estero, la coalizione si è presentata con liste separate.

Si assiste a una forte flessione nei voti per il Partito Democratico, che ha riscosso il peggior risultato della sua storia. A seguito dell'esito deludente, il segretario Matteo Renzi ha annunciato per la seconda volta le proprie dimissioni.[5][6] Le dimissioni vengono formalizzate il 12 marzo 2018 davanti alla Direzione Nazionale del partito, che nomina Maurizio Martina segretario ad interim.

Formazione del governo e successivi sviluppi modifica

Il Partito Democratico forma in entrambi i rami del Parlamento gruppi autonomi. SVP forma alla Camera il gruppo Minoranze linguistiche mentre al Senato il gruppo Per le Autonomie a cui aderisce anche Pier Ferdinando Casini di CpE eletto con Civica Popolare. I deputati eletti di Italia Europa Insieme e Civica Popolare formano alla Camera la componente del Gruppo misto Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica. +Europa crea le componenti del Misto +Europa-Centro Democratico alla Camera e +Europa al Senato.

Il 1º giugno, dopo una crisi istituzionale durata quasi 3 mesi e dopo un mandato a Carlo Cottarelli per ricercare una maggioranza che sostenesse un Governo Tecnico, entra in carica il governo Conte, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega, a cui tutto il centro-sinistra si schiera all’opposizione.

Nei mesi successivi:

In vista delle Europee 2019 il centro-sinistra, nonostante alcuni tentativi, non si presenta con una lista unitaria.

Gli schieramenti nel campo del centro-sinistra sono così composti:

Dopo le Elezioni, Nicola Fratoianni, leader de La Sinistra annuncia di voler avviare il dialogo con il Partito Democratico per tornare nella coalizione.

L'8 agosto Salvini dichiara "conclusa" l'esperienza di Governo con il Movimento 5 Stelle,[7] annunciando di voler chiedere la sfiducia del Premier Conte[8] per andare il prima possibile a nuove elezioni con la coalizione di centro-destra.[9]

Successivamente Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali (in seguito pure Italia Viva) si accordano per un governo di legislatura sempre con Conte come premier e portando alla nascita del Governo Conte II, che giura il 5 settembre 2019. Questa nuova maggioranza spaccherà quindi definitivamente la coalizione:

L'accordo con i pentastellati di PD, IV e LeU (all'epoca composto da Articolo Uno di Roberto Speranza e Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni) porta inoltre alla fuoriuscita dal PD di Carlo Calenda che decide di trasformare il manifesto di Siamo Europei in Azione. Il nuovo partito progressista, a cui aderisce il senatore Matteo Richetti, avvia fin da subito un dialogo con +Europa e PRI, anch'essi contrari all'alleanza con il Movimento 5 Stelle.

Programma modifica

I leader delle principali liste di centrosinistra: Matteo Renzi (Partito Democratico), Emma Bonino (+Europa), Beatrice Lorenzin (Civica Popolare) e Giulio Santagata (Insieme)

Il programma del PD proponeva tra i punti principali l'introduzione di un salario minimo orario di 10 €, misura che avrebbe interessato il 15% dei lavoratori, ovvero coloro che non rientravano nei contratti collettivi nazionali; un taglio del cuneo contributivo per i contratti a tempo indeterminato (dal 33 al 29%); un assegno di ricollocamento per tutti i disoccupati; l'estensione delle esistenti detrazioni fiscali sui figli a carico minorenni fino a 240 euro mensili, in misura graduata rispetto al reddito e all'età del figlio; un bonus di 400 € per i bambini fino a tre anni da utilizzare per baby-sitter e asili nido; l'introduzione di una sorta di patente fiscale a punti per scoraggiare l'evasione; una nuova legge sullo ius soli al fine di far ottenere la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori immigrati regolari e ai minori immigrati in Italia entro il dodicesimo anno di età, purché avessero frequentato almeno un ciclo di studio per cinque anni o seguito un percorso di istruzione e formazione professionale[10][11][12]. Quanto ai costi, il programma del Partito Democratico prevedeva l'adozione di misure espansive per un totale di 38 miliardi di euro e il mantenimento del livello di avanzo primario al 2% fino a dieci anni, determinando - secondo i calcoli dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - un effetto cumulato di aumento del debito pubblico pari a 122 miliardi in cinque anni[13].

La lista Civica Popolare aveva proposto asili nido gratis, una defiscalizzazione del welfare aziendale e altre misure in materia di sanità, tra cui il contrasto alle lunghe lista d'attesa e l'abolizione del superticket di 10 euro[14].

Il programma della lista Italia Europa Insieme invece puntava sul rilancio di un "piano casa" da mezzo miliardo l'anno, l'aumento dei fondi destinati alla lotta contro la povertà, la riduzione della tassazione sul lavoro, e un Green New Deal per l'attuazione di un modello di economia verde che auspicava, entro il 2030, di ridurre del 40% le emissioni di gas rispetto ai livelli del 1990[15][16].

Con Civica Popolare e Insieme, faceva parte della coalizione di centrosinistra anche +Europa, che, come suggerisce il nome della lista, puntava su una difesa dei temi europeisti, auspicando una maggiore integrazione tra i paesi dell'Unione Europea, difendendo con forza la moneta unica e quella che era stata definita l'unica "vera" sovranità, ovvero quella europea[17][18]. +Europa proponeva anche il superamento della legge Bossi-Fini, la riduzione delle aliquote IRPEF, il congelamento della spesa pubblica per cinque anni e l'imposizione di un contributo di solidarietà sulle pensioni retributive[19]. Infine, la lista promuoveva «libertà di ricerca», mirando a rimuovere gli ostacoli alle ricerche sulle malattie rare, sulla procreazione assistita, sugli embrioni e sulle biotecnologie, e mirava a istituire una nuova "agenzia per la ricerca"[20].

Risultati elettorali modifica

Elezione Voti % Seggi
Politiche 2018 Camera 7.506.723 22,86
116 / 630
Senato 6.947.199 23,0
57 / 320

Componenti modifica

Sulla scheda elettorale modifica

Non presenti sulla scheda elettorale modifica

Note modifica

  1. ^ Alessandro Sala, Elezioni 2018, i risultati: M5S primo partito, nel centrodestra la Lega Nord supera FI - Lo spoglio in tempo reale, su Corriere della Sera, 4 marzo 2018. URL consultato il 19 aprile 2018.
  2. ^ Elezioni 2018 – Risultati – Camera – 4 marzo - Tutti i dati, i partiti, le coalizioni, su la Repubblica, 4 marzo 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  3. ^ Elezioni 2018 – Risultati – Senato – 4 marzo - Tutti i dati, i partiti, le coalizioni, su la Repubblica, 4 marzo 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  4. ^ Marco Camilli, Elezioni: in Valle d'Aosta vince a sorpresa la candidata deputata del M5s, Aostaoggi.it, 5 marzo 2018. URL consultato il 24 maggio 2018.
  5. ^ Sara Dellabella, Le dimissioni incomplete di Matteo Renzi, in Panorama, 5 marzo 2018. URL consultato l'11 marzo 2018.
  6. ^ Matteo Renzi annuncia le dimissioni: "Lascio la guida del Pd dopo la formazione del Governo". Zanda attacca: "Non si danno dimissioni con manovre", in L'Huffington Post, 5 marzo 2018. URL consultato l'11 marzo 2018.
  7. ^ Stefano Rizzuti, Salvini: “Finita alleanza M5s-Lega e governo Conte, andiamo al voto”, su Fanpage.it, 8 agosto 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  8. ^ Redazione ANSA, Governo, la Lega presenta la mozione di sfiducia a Conte. M5s a Salvini: 'Renzi-Di Maio? Inventa altro', su ANSA, 10 agosto 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  9. ^ Redazione, Salvini: Matteo Salvini di nuovo con Silvio Berlusconi: “Alle elezioni con FI e Giorgia Meloni”, su Fanpage.it, 12 agosto 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  10. ^ Bruno Vespa, Porta a Porta: puntata del 10 gennaio 2018, Rai 1. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  11. ^ Pd, Renzi ecco il programma elettorale: 240 euro al mese per figlio. "Taglio contributi per tempo indeterminato", in repubblica.it, 2 febbraio 2018. URL consultato il 2 febbraio 2018.
  12. ^ Nel programma Pd "patente fiscale" a punti: vantaggi a chi paga le tasse, in Il Sole 24 ORE, 2 febbraio 2018. URL consultato il 2 febbraio 2018.
  13. ^ Commento al programma di finanza pubblica del Partito Democratico (PDF), su osservatoriocpi.unicatt.it. URL consultato il 19 febbraio 2018.
  14. ^ Bruno Vespa, Porta a Porta: puntata del 16 gennaio 2018, Rai 1. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  15. ^ Elezioni 2018, programmi a confronto su ambiente e energia, in Wired.it, 11 febbraio 2018. URL consultato il 12 febbraio 2018.
  16. ^ Giulio Santagata, Migliorare la qualità della spesa è necessario anche per eliminare l'attuale livello di disuguaglianza, in Huffington Post, 19 gennaio 2018. URL consultato il 19 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2018).
  17. ^ Elezioni, Bonino (+Europa) sceglie l’apparentamento col Pd, in dire.it, 20 gennaio 2018. URL consultato il 21 gennaio 2018.
  18. ^ Bonino: «Ci apparentiamo con il Pd per impedire la vittoria di chi non vuole l'Europa», in ilgazzettino.it, 20 gennaio 2018. URL consultato il 21 gennaio 2018.
  19. ^ Massimo Percossi, Il Programma di +Europa, in Il Post, 2 febbraio 2018. URL consultato il 19 febbraio 2018.
  20. ^ Elezioni 2018, programmi a confronto su scienza, salute e università, in Wired.it, 8 febbraio 2018. URL consultato l'11 febbraio 2018.

Voci correlate modifica