Collegio universitario don Nicola Mazza

Il Collegio Universitario Don Nicola Mazza è un Collegio Universitario di Merito con sede legale nella città di Padova, e sedi staccate a Verona e Roma. È inserito fra le quattordici istituzioni universitarie riconosciute come "Ente di alta qualificazione culturale" dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca[1] ed aderisce alla Conferenza dei Collegi Universitari di Merito[2].

Collegio Universitario Don Nicola Mazza
La sede centrale del Collegio, a Padova.
AbbreviazioneCollegiomazza
TipoEnte morale di Cultura e Assistenza
Fondazione1839
FondatoreNicola Mazza
Sede centraleBandiera dell'Italia Padova
IndirizzoVia dei Savonarola 176, Padova
Altre sediVerona, Roma
Area di azioneUniversità e Formazione
PresidenteProf. Nicola Mori
DirettoreMirco Paoletto
MottoHumilitas, Utraque Unum
Sito web

La sede centrale del collegio, situata nel centro storico di Padova, ospita circa 200 studentesse e studenti tra gli iscritti all'ateneo patavino, selezionati sulla base di un concorso pubblico per titoli ed esami e la cui permanenza presso il collegio è subordinata ad una verifica annuale dei risultati accademici conseguiti[3].

Storia modifica

Nel 1839 Nicola Mazza apre una casa universitaria a Padova in via Ognissanti, nei pressi di Porta Portello. Si era manifestata, infatti, la necessità di rispondere alle esigenze di alloggio e di proseguimento degli studi per quegli studenti che avevano completato il percorso formativo a Verona presso l'Istituto maschile San Carlo e mantenendo l'impostazione e lo spirito dell'opera veronese.[4] Inizialmente nella casa erano alloggiati due studenti e un chierico con funzioni di assistente.[5] e veniva chiamato Colleggino d'Ognissanti. Ma, nonostante la casa fosse “condotta e diretta da Preti (...) i quali attendono alla sorveglianza e al mantenimento dei (...) giovani”[6], sorgono problemi perché gli studenti, pur raggiungendo ottimi risultati, sono ancora numericamente pochi e l’ambiente universitario non è pronto ad accogliere gli studenti “poveri di mezzi” ai quali era diretta l'opera di don Mazza. [7]. Il ‘’Colleggino” verrà chiuso nel 1848 per poi essere riaperto nel 1850 e chiuso ancora nel 1859.

Al termine della Seconda Guerra mondiale il sacerdote veronese don Giuseppe Tosi (1918-1975), frequentando gli incontri culturali che si tenevano presso il centro culturale di Sant'Anastasia di Verona, ha l'opportunità di incontrare alcuni ex allievi dell'Istituto don Mazza e nasce in lui il desiderio di rinnovare quell’esperienza del collegio di via Ognissanti a Padova conclusasi quasi un secolo prima.[8]. Per realizzare questo suo sogno, don Tosi coinvolge quattro ex allievi che, impegnandosi personalmente, fondano la società Pietas et Scientia e acquistano a Padova in via Umberto 10, il palazzo dei conti Arrigoni degli Oddi che viene messo a disposizione per ricostituire il Collegio. Per interessamento del Ministro dell'Istruzione Guido Gonella la società Pietas et Scientia, emanazione dell'Istituto San Carlo, diviene un nuovo Ente universitario legalmente riconosciuto dal Ministero.

Presto la sede di via Umberto si rivela troppo piccola e don Tosi identifica l'ex-collegio San Marco di via Savonarola come possibile nuova sede del progetto mazziano[9]. Il complesso era stato in tempi più recenti una caserma degli Alpini e, pertanto, aveva subito gravi danni durante la guerra. Esso comprendeva, oltre all'edificio affacciato su via Savonarola, la chiesa di Chiesa di Sant'Antonio di Vienna e il terreno annesso. L'intera proprietà viene divisa in due parti e quella assegnata al Ministero dei Beni culturali diviene sede del collegio. Nel 1953 il Ministero assegna, in comodato gratuito all'Istituto don Mazza di Verona e per una durata di 29 anni, il complesso San Marco con la finalità di realizzare un Collegio universitario. Il 29 ottobre del 1954 il Collegio universitario don Nicola Mazza viene eretto a Ente di Cultura e Assistenza sotto la vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione.[10] Nel 1962, in ottemperanza della Legge 1073 la concessione diviene perpetua e gratuita. Il complesso viene ristrutturato dalla Soprintendenza ai Monumenti di Venezia mentre l'interno dell’edificio storico è ricostruito con gli stanziamenti finanziari del Genio Civile. Gradualmente gli studenti si trasferiscono al suo interno a partire da luglio 1955. L'inaugurazione ufficiale avverrà l'8 aprile 1958 alla presenza del Patriarca di Venezia cardinale Urbani e del Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Gui.[11]

Nel 1965, in concomitanza con lo sviluppo delle prime attività di quella che diventerà l'Università degli Studi di Verona, viene aperta in Verona una sede staccata del Collegio. Contestualmente, Don Tosi propone alla Pia Società Don Nicola Mazza di valutare la possibilità di costruire nuovi spazi per il collegio padovano all'Arcella, visto che "il S.Marco non basta certamente per i più che 350 studenti universitari che lo abitano e lo invadono da ogni parte". Tuttavia, il capitolo della Pia Società ritiene di non portare avanti il progetto al fine di privilegiare la "qualità rispetto alla quantità"[9].

Nel 1989 verrà aperta una sede staccata del collegio a Roma.

Nel 2016 viene aperta a Padova in Via Belzoni, a poca distanza dal luogo in cui aveva sede il Colleggino d'Ognissanti, la residenza JobCampus. La residenza, riservata agli studenti di laurea magistrale o che hanno intrapreso il terzo anno del percorso triennale, è caratterizzata da una attenzione particolare al mondo delle imprese e dell'innovazione[12].

La sede centrale modifica

Il complesso San Marco modifica

Ricorda il Portenari che "l'ordine degli hospitalarij di S. Antonio di Vienna" fondarono "in contrada della Savonarola l'hospitale di S. Antonio da Vienna, edificandovi anco un monastero e una chiesa ad honore dell'istesso santo". Era forse il principio del XIII secolo. A partire dal 1353, nella festa del Santo, i cittadini con a capo il Podestà, convenivano fin qui in processione. In seguito la chiesa e il monastero passarono ai Canonici Lateranensi di San Salvatore che restaurarono nel 1570 l'intero complesso su progetto dell'architetto Andrea da Valle, erigendo il portico a serliana che si affaccia sulla via.

 
Prospetto del complesso San Marco a fine Settecento.

Dopo la soppressione dei conventini, avvenuta nel 1769, nel 1771 i vari edifici furono adattati su progetto dell'architetto Domenico Cerato[13] a collegio destinato agli studenti disagiati dello Studio per decreto del Senato Veneto[14]. L'istituzione di questo collegio, a cui venne dato nome di Collegio San Marco, faceva parte di uno sforzo generale della Repubblica Veneta, rallentato da opposizioni politiche interne e poi fallito a causa della caduta della Repubblica per mano delle truppe francesi, di trasformare l'università di Padova in un'università collegiata modellata sull'esempio oxoniense secondo il progetto delineato da Simone Stratico[15] e portato avanti da Sebastiano Foscarini[16]. Il collegio, che divenne subito uno dei principali collegi della città insieme a Pratense e Tornacense, venne formato aggregando gli studenti provenienti dal Collegio Arquà, e dai Collegi Ravenna, Cocco, e Castaldi, oltre ai percettori delle molte borse di studio erogate in virtù di lasciti testamentari[17]. Tra i professori chiamati come pubblici precettori presso il collegio San Marco a partire dal 1773, per insegnarvi "logica, geometria, fisica, diritto naturale e delle genti"[18], furono Daniele Francesconi e Giuseppe Avanzini[19]. Al primo di questi si deve la formazione del primo nucleo di quella che diverrà la biblioteca del collegio. Dopo la sua nomina a precettore infatti il Francesconi acquisterà diversi volumi, alcuni dei quali provenienti dalla biblioteca dell'astronomo e fisico Giuseppe Toaldo[20]. Tuttavia, la biblioteca verrà costituita formalmente solo a partire dal 1774 su impulso dei riformatori allo studio e con il supporto dello Stratico, che in quegli anni era impegnato nel riordino della Biblioteca Universitaria[21]. Oltre alle lezioni offerte dai pubblici precettori, il collegio offriva ai propri studenti altre attività culturali che andavano ad integrare i loro studi universitari. Visto il gran numero di studenti di materie umanistiche, per esempio, nel 1781 venne proposto un cenacolo letterario. Oltre a dare spazio agli scritti degli studenti, il cenacolo si poneva l'obbiettivo di dibattere temi di importanza sociale e politica. Come riportato dal Giornale enciclopedico di Elisabetta Caminer Turra, per esempio, il primo incontro si pose l'obbiettivo di discutere "se era meglio la custodia delle donne presso gli orientali o la libertà degli occidentali". Il cenacolo ebbe presto una fortuna tale che corsero ad assistervi anche scolari esterni, professori amici dei collegiali, qualche canonico del duomo e addirittura il sindaco artista. Fra gli studenti del collegio coinvolti in questa iniziativa sono noti, in particolare, Luigi Fossati e Giuseppe Urbano Pagani Cesa[22]. Si conoscono diverse informazioni ulteriori sulla vita degli studenti. Innanzitutto, lo statuto del collegio imponeva che gli studenti del Collegio San Marco, per distinguersi da quelli non collegiali, indossassero quando si trovassero fuori dalle sue mura "un Abito unito in panno color Marrone per i secolari, e di color Nero per gli ecclesiastici col segno sopra la Velata del Collegio di San Marco ricamato in Oro"[23]. Lo statuto inoltre indicava cinque celebrazioni annuali da officiarsi nella cappella del collegio, considerate messe collegiali, a cui gli studenti erano tenuti a partecipare. Queste si svolgevano nei giorni di apertura e chiusura annuale del collegio (il 3 novembre ed il 6 maggio) e in tre ulteriori occasioni. La prima era il 25 novembre, giorno di Santa Caterina d'Alessandria, patrona dell'Università. In tale data si celebrava tradizionalmente a Padova e nel resto della Repubblica Veneta la Festa dei Dotti[24][25] e venivano aperti al pubblico per la giornata tutti i luoghi di insegnamento[26]. La seconda, il mercoledì delle ceneri. E la terza il 25 aprile, giorno di San Marco, patrono del collegio e della Repubblica[27]. Si sa inoltre che, al fine di dare riconoscimento ed incentivare gli sforzi accademici dei propri studenti, il collegio assegnava, assieme al governo veneto, una medaglia agli studenti più meritevoli[28][29].

Il collegio non sopravvisse all'arrivo delle truppe francesi, le quali nel 1797 lo ridussero a caserma. Nonostante nel 1837 il rettore dell'Università Luigi Configliachi propose al Governo austriaco di riaprire un collegio nel complesso[30] e lo stesso tentativo fu fatto da altri rettori nel corso dell'ottocento[31], il progetto ricevette sempre opposizioni da parte dell'esercito e la struttura conservò la funzione di caserma. Al momento dell'entrata in guerra, nel 1915, vi erano acquartierati i Battaglioni del 7º Reggimento Alpini, il “Pieve di Cadore” e il “Belluno”[32]. A partire dai primi anni trenta dell'ottocento il collegio venne comunque ricostituito nelle vesti di una borsa di studio gestita dall'Università, finanziata dai beni già precedentemente legati ad esso. Essa era intesa sostenere tre studenti di Giurisprudenza, tre di Scienze e Ingegneria, e uno di Farmacia, e fu bandita per l'ultima volta nell'anno 1944-1945[33]. Fra gli studenti sostenuti da tale borsa di studio va ricordata in particolare la matematica Libera Trevisani Levi-Civita[34].

Fu solo nel 1953, a seguito della decisione del Mons. Giuseppe Tosi (1918-1975) di riprendere l'esperienza di Nicola Mazza a Padova, che il complesso San Marco tornò ad essere un collegio universitario. Scelto a tale scopo dopo varie vicessitudini, ne vennero restaurati radicalmente gli spazi sotto la direzione del sovraintedente e architetto Ferdinando Forlati[35] visto che i bombardamenti del 1943 avevano causato il crollo di tutta la sezione nord occidentale del complesso. In questo frangente vennero eretti la palazzina, sita dove si trovava un tempo la sezione settentrionale del complesso collegiale, che ospita oggi la grande maggioranza delle stanze degli studenti maschi del collegio, il refettorio ed una sala comune; inoltre venne costruito l'auditorium e sala cinematografica che si affaccia oggi su Via Domenico Campagnola.

La chiesa di Sant'Antonio di Vienna modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Sant'Antonio di Vienna.

La chiesa è stata interessata dalle stesse vicissitudini storiche che hanno interessato il resto degli edifici. Nonostante ciò, restaurata radicalmente negli anni '50 per opera dello stesso Mons. Giuseppe Tosi, ha mantenuto l'impianto originale essenzialmente invariato. Essa è officiata oggi come cappella del Collegio don Mazza, funzione che aveva svolto anche all'interno del Collegio San Marco.

Vita degli studenti a Padova modifica

Il collegio propone agli studenti una formazione integrativa rispetto a quella offerta dall'università. Oltre alla periodica organizzazione di iniziative culturali, corsi e conferenze di varia tematica, talvolta in collaborazione con l'Università[36][37][38], la Facoltà teologica del Triveneto[39], ed altre realtà cittadine[40], il collegio si avvale "della collaborazione di docenti universitari che hanno il compito di valutare i risultati accademici degli studenti e di svolgere nei loro confronti una funzione di tutoring"[41]. Tali docenti sono formalmente organizzati in un comitato scientifico, un tempo noto come commissione accademica, guidato da un presidente. Fra le figure più note che hanno ricoperto questa carica vanno ricordati in particolare il botanico Giuseppe Gola, primo docente a presiedere la commissione[9], e l'archeologo ed ex-rettore Carlo Anti[42].

Gli studenti si raccolgono periodicamente in un'assemblea ed eleggono un loro rappresentante dotato di diritto di voto all'interno del consiglio di amministrazione, oltre che ad un rappresentante interno al collegio. Gli studenti sono inoltre raccolti in gruppi che si occupano di organizzare le ulteriori attività culturali, attività musicali, attività sportive, e attività ricreative che animano la vita dell'istituzione. Fra queste sono particolarmente note le attività del Cinema interno al collegio, in cui gli studenti organizzano proiezioni settimanali aperte alla cittadinanza e sostenute dall'amministrazione[43]. Aperta a tutti gli studenti dell'università è stata anche il Gran Galà, festa organizzata nel 2016 e 2017 dall'unione degli studenti in collaborazione con il Caffè Pedrocchi[44].

Oltre a quelle organizzate dagli studenti, si svolgono all'interno del collegio diverse iniziative musicali organizzate dall'Associazione filarmonica Nova Symphonia Patavina, che sostiene le attività dell'orchestra sinfonica ed alcuni ensemble strumentali e vocali che risiedono presso il collegio ed organizza ivi una stagione concertistica ed una masterclass orchestrale con cadenza annuale[45], dall'Associazione In Chordis et Organo a cui è affidata la cura dell'organo a canne in stile Schnitger che si trova nella cantoria della chiesa di Sant'Antonio Abate e che organizza concerti d'organo[46], concorsi, corsi di studio e di perfezionamento per giovani organisti[47], ed infine dal Coro Universitario del don Mazza[48]. Le attività musicali della cappella sono coordinate dal direttore artistico Ruggero Livieri, organista e docente del Conservatorio di Rovigo[49].

Dalla fine degli anni settanta fino all'avvio del Progetto Erasmus, il collegio ha mantenuto accordi di scambio con l'Inghilterra, la Francia e la Germania. Per quanto riguarda il primo paese, il collegio aveva accordi di mobilità con l'Università di Warwick, il Politecnico di Londra Centrale (oggi Università di Westminster), e la Università del Sussex. Per quanto riguarda i restanti due, con le Università di Augusta e Angers[50]. Attualmente, oltre a sostenere la partecipazione all'Erasmus da parte dei propri studenti, il collegio offre alcune occasioni di mobilità organizzate nel contesto dell'Associazione Europea dei Collegi Universitari (EucA)[51]. Fra queste, oltre a proposte di scambio con altri collegi parte dell'associazione, va ricordata in particolare l'annuale Summer School ospitata dal Newnham College di Cambridge[52]. Infine, il collegio ospita nelle proprie strutture alcuni studenti del programma di studio a Padova dell'Università di Boston[53].

Il collegio ospita una biblioteca, parte del sistema bibliotecario di ateneo dell'Università di Padova, intitolata a Giuseppe Gola. Oltre ad una sezione composta da scritti su Don Nicola Mazza, ed una raccolta delle opere di Giuseppe Gola, la biblioteca custodisce il fondo Saccone, di ambito medico, ed il fondo Gui, prevalentemente di ambito giuridico. Questi ultimi sono stati donati al collegio rispettivamente dalle famiglie di Italo Saccone, professore di Medicina dell'Università di Padova, e di Luigi Gui, politico e ministro della repubblica italiana[54].

Ex allievi modifica

Gli ex allievi del collegio si raccolgono, insieme a quelli delle altre realtà educative gestite dalla Pia Società Don Nicola Mazza, nell'Unione Allievi di Don Nicola Mazza fondata nel 1923[55].

Fra i più noti ex allievi del Collegino d'Ognissanti vanno ricordati il Beato Giuseppe Tovini e Alessandro Pandian, primo direttore del quotidiano l'Arena di Verona[56]. Fra i più noti studenti del collegio di via dei Savonarola vanno menzionati invece lo psichiatra Vittorino Andreoli[57], il costituzionalista Mario Bertolissi[58], il critico d'arte Giorgio Segato[59], i politici Giuliano Zoso e Flavio Rodighiero[50], e diversi professori dell'Università di Padova fra cui l'entomologo Luigi Masutti e il docente di Geometria Remo Gattazzo e dell'Università di Verona come il pedagogista Emilio Butturini[60] .

Controversie modifica

Nel 2010 un'indagine di Report ha accusato Giuliano Zoso, allora presidente della sede romana del Mazza, di una gestione preferenziale verso gli studenti della Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (Luiss) e presunto riciclaggio di denaro[61][62].

Nel 2016 il collegio a Padova è stato al centro della cronaca locale per un episodio di nonnismo, reso noto dalla madre di un ex studente, nel quale uno studente del primo anno è stato frustato durante una festa tradizionale[63][64][65][66][67]. Negli stessi giorni, un altro ex studente ha denunciato episodi simili avvenuti anche negli anni precedenti, mettendo in luce il fatto che la direzione del collegio sarebbe stata a conoscenza di queste pratiche, ma che nulla sarebbe stato fatto per porre fine agli episodi[68]. A seguito degli eventi, la direzione del collegio ha rilasciato un comunicato spiegando il contesto in cui si erano svolti i fatti e indicando come responsabile dell'azione un esterno, prontamente allontanato dagli studenti[69]. Inoltre, con una lettera inviata ai giornali, l'assemblea degli studenti ha reagito all'immagine negativa proposta dai media, insistendo sulla rarità di questo tipo di episodi, descrivendo le opportunità di crescita offerte secondo loro dall'istituzione e parlando della "fraternità, dell’aiuto reciproco e della condivisione di tutti i momenti, anche di quelli goliardici" vissuti, nella loro esperienza, nel collegio[70].

Sedi modifica

Il Collegio don Nicola Mazza in Padova è organizzato nelle residenze "Giuseppe Tosi" (maschile) ed "Isabella Scopoli" (femminile), la prima delle quali è sede legale e storica del Collegio. Sorgono rispettivamente in Via dei Savonarola ed in Via Canal, entrambe situate all'interno delle mura venete di Padova nella borgata storica dei Savonarola.

Costituiscono sede staccata del collegio a Padova la residenza "Job Campus", a Verona le residenze "San Carlo" (Maschile) e "Campofiore" (Femminile), a Roma si trova la residenza "Giuseppe Tovini" che in seguito ad un accordo con l'Università Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli accoglie solo gli studenti iscritti a tale ateneo.

Organi di governo modifica

Il Collegio è guidato da un consiglio di amministrazione a durata triennale. Esso è composto a titolo di consiglieri dal Direttore generale del Collegio, da un delegato del MIUR, un delegato del Rettore dell'università di Padova ed un delegato dell'Ordinario diocesano di Padova affiancati da due rappresentanti degli studenti di cui solo uno è dotato di diritto di voto. Esso è guidato da un Presidente designato dal Superiore generale della Pia Società di Don Nicola Mazza e da un Segretario Generale eletto dal consiglio stesso.

Il collegio in Padova è retto da un Direttore ed un Vicedirettore affiancati dall'assemblea degli studenti guidata da un consiglio eletto. Ognuna delle sedi staccate è guidata da un Direttore proprio. Le direzioni delle diverse sedi vengono coordinate dal già nominato Direttore Generale.[71]

Note modifica

  1. ^ Padova - Miur, su hubmiur.pubblica.istruzione.it. URL consultato l'8 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2016).
  2. ^ Padova - collegiuniversitari.it, su collegiuniversitari.it. URL consultato l'8 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2016).
  3. ^ Bando di Concorso 2016 - Test Ammissione Collegio Mazza, in Collegio Universitario D. Nicola Mazza. URL consultato l'8 novembre 2016.
  4. ^ “La passione per vari anni così rimase ammorzata, ma non spenta né morta; covava una bragia sotto la cenere. Cercava sempre modo di sciogliermi gli obbiettivi. Se tu mandi i giovani mi dicea nelle università, ed accademie soli, che si reggano da sé, son quasi perduti, ma li salvi se alla custodia loro mandi insieme preti de’ tuoi compagni”. Mazza, Scritti, cit., pp. 343-344..
  5. ^ Mazza, Scritti, cit., p. 19, nota 2.
  6. ^ Mazza, Scritti, cit., p. 340.
  7. ^ Cracco, Sull’accesso dei poveri all’istruzione superiore: l'opera di don Mazza nell’Ottocento, cit., p. 326, nota 8.
  8. ^ Don Giuseppe Tosi nel ricordo di allievi, collaboratori, familiari e amici a trent'anni dalla morte - Quaderni mazziani, pag.27, su docslide.it (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2016).
  9. ^ a b c Francesco Massagrande, Uomini e vicende di un'istituzione, in Note Mazziane.
  10. ^ idem pag 28.
  11. ^ idem pag 29.
  12. ^ Socialità e studi nel collegio “Mazza” la carica dei ragazzi che non hanno mollato, su Il Mattino di Padova, 12 aprile 2021. URL consultato il 28 novembre 2023.
  13. ^ Giuseppe University of Illinois Urbana-Champaign e Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana, Storia di Padova della sua origine sino al presente, Padova : F. Sacchetto, 1874. URL consultato il 2 aprile 2024.
  14. ^ Educazione, formazione, istruzione - Treccani, su Treccani. URL consultato il 29 marzo 2024.
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  16. ^ FOSCARINI, Sebastiano - Treccani, su Treccani. URL consultato il 3 aprile 2024.
  17. ^ Giuseppe Gullino, Una riforma settecentesca della Serenissima: il Collegio di San Marco, in Studi Veneziani, vol. 13, 1971, pp. 515-586.
  18. ^ Samuele Romanin, Storia Documentata di Venezia, Giusto Fuga Editore, 1925.
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  23. ^ La moda, collana Storia d'Italia : Annali / [coordinatori dell'opera Ruggiero Romano e Corrado Vivanti], 1. rist, Einaudi, 2008, ISBN 978-88-06-15628-2.
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  60. ^ a cura di Serena Guariento, Signori, vi ho consegnato il mio cuore: rendetemi il vostro Don Giuseppe tosi nel ricordo di allievi, collaboratori, familiari e amici a trent’anni dalla morte., Padova - Roma - Verona, Collegio Universitario “Don Nicola Mazza”, 2005.
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  62. ^ Report vs Zoso, scintille sulla puntata del 29 maggio, su vicenzapiu.com. URL consultato il 21 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2016).
  63. ^ Nonnismo, studente frustato al collegio don Mazza, su Il Mattino di Padova, 24 ottobre 2016. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  64. ^ Padova, nonnismo in collegio giovane matricola presa a frustate, su Corriere del Veneto, 24 ottobre 2016. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  65. ^ Veneto, frustate ed angherie: bullismo in collegio, su Rainews. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  66. ^ Docce con il brodo di pollo e frustate in collegio, dalla goliardia al nonnismo, su ilgazzettino.it. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  67. ^ Reteveneta, TG PADOVA (24/10/2016) - NONNISMO NEL COLLEGIO: «EPISODIO ISOLATO FATTO DA PERSONA ESTERNA», 24 ottobre 2016. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  68. ^ «Chi provava a chiedere aiuto al don si sentiva dire “arrangiati”», su ilgazzettino.it. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  69. ^ Nonnismo al collegio Don Mazza: studente frustato durante la festa delle matricole, su PadovaOggi. URL consultato il 3 maggio 2023.
  70. ^ Nonnismo al Don Mazza, studenti: "Non siamo aguzzini e il nostro collegio non è un incubo", su PadovaOggi. URL consultato il 3 maggio 2023.
  71. ^ Organizzazione e personale ~ Collegio Universitario D. Nicola Mazza, in Collegio Universitario D. Nicola Mazza. URL consultato l'8 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2016).

Bibliografia modifica

  • AA.VV., Padova. Basiliche e chiese, Neri Pozza Editore
  • P. del Negro, I collegi per studenti dell'Università di Padova. Una storia plurisecolare, Signum Padova Editrice
  • Giovambattista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture, ed architetture di Padova, in Padova MDCCLXXX Stamperia del Seminario
  • Giuseppe Toffanin, Le strade di Padova, Newton e Compton Editori

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