Colorazione di Wright

La colorazione di Wright è una colorazione istologica di laboratorio che facilita la differenziazione dei tipi di cellule del sangue. È di solito composta da una miscela di eosina e blu di metilene. Viene utilizzata principalmente per colorare strisci di sangue periferico, campioni di urina e aspirati di midollo osseo che vengono esaminati al microscopio ottico. In citogenetica, viene utilizzata per colorare i cromosomi per facilitare la diagnosi di sindromi e malattie.

Linfociti alla colorazione di Wright

Prende il nome da James Homer Wright, che ideò tale colorazione nel 1902 come una modifica della colorazione di Romanowsky. Poiché grazie ad essa si riesce a distinguere facilmente i globuli rossi viene ampiamente utilizzata per il loro conteggio differenziale, un'analisi necessaria nella diagnosi di infezioni o leucemia.

La colorazione di Wright nei campioni di urina permette di identificare gli eosinofili, la cui presenza può essere indicativa di una nefrite interstiziale o di una infezione del tratto urinario.[1]

Note modifica

  1. ^ H. L. Corwin, R. A. Bray e M. H. Haber, The detection and interpretation of urinary eosinophils, in Archives of Pathology & Laboratory Medicine, vol. 113, n. 11, 1º novembre 1989, pp. 1256–1258, ISSN 0003-9985 (WC · ACNP), PMID 2479358.

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