Com'è bella la città

canzone del 1969 scritta da Giorgio Gaber

Com'è bella la città è una canzone scritta da Giorgio Gaber, la ballata inneggia sarcasticamente al modello di sviluppo frenetico delle città.

Com'è bella la città
ArtistaGiorgio Gaber
Autore/iGiorgio Gaber
GenereChanson
Musica d'autore
Pubblicazione originale
Incisione-
Data1969

Storia e testoModifica

Il fenomeno dell'inurbamento, susseguente al miracolo economico italiano iniziato negli '50, aveva stravolto in maniera consistente i costumi e le abitudini di vita degli italiani. Grandi flussi di emigranti si erano riversati sulle grandi città (principalmente del nord) alla ricerca di una vita migliore, attirati principalmente dal modello consumistico[1]. L'autore richiama l'attenzione proprio su questo aspetto e sui risvolti negativi di tale corsa sfrenata verso modelli di vita che presentano numerose insidie.

Per rendere bene l'idea di questa crescita frenetica Gaber ripete il ritornello con un ritmo crescente e sempre più incalzante. Il «crescendo» ricorda la canzone del suo maestro Jacques Brel La Valse à mille temps.

EdizioniModifica

Com'è bella la città/Chissà dove te ne vai
singolo discografico
ArtistaGiorgio Gaber
Pubblicazione1969
GenereChanson
EtichettaVedette VVN 33180
Formati7"
Giorgio Gaber - cronologia

La canzone uscì come Lato A del singolo Come è bella la città/Chissà dove te ne vai, pubblicato nel 1969 per la Vedette, sotto la direzione dell'orchestra di Giorgio Casellato[2].

NoteModifica

  1. ^ Pasquale Villani, L' età contemporanea (XIX-XX secolo), il Mulino, Bologna, 1998, p.685
  2. ^ Discografia Nazionale della Canzone Italiana

BibliografiaModifica

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