Contrabbando

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Il contrabbando è il traffico clandestino di beni tra diversi Paesi, al fine di approvvigionare detti beni senza pagare il dazio che un Paese impone su di essi, oppure di procurarsene laddove il Paese ne proibisca o contingenti il commercio.

Bottiglie di alcolici sequestrate a contrabbandieri durante il periodo del proibizionismo.

Il contrabbando è illegale in numerosissimi ordinamenti giuridici in quanto sottrae risorse alle finanze pubbliche e introduce un elemento di concorrenza sleale nei confronti del commercio. Può inoltre rappresentare un pericolo laddove oggetto di contrabbando siano alimentari o altri prodotti che non passino tramite i canali ufficiali di importazione attraverso i quali possa essere certificata la propria idoneità sanitaria e di sicurezza. A contrasto del fenomeno di contrabbando sono istituiti controlli di confine ed esistono leggi che prevedono sanzioni sia amministrative che penali.

Le merci oggetto di contrabbando possono essere, per esempio, beni di consumo (sigarette, alcoolici, vestiario), beni strategici (armi, materie prime, pesticidi), droghe (farmaci, oppiacei, cocaina, hashish), animali rari, opere d'arte, beni archeologici provenienti da furti o scavi illegali.

Contrabbandieri del dazio Modifica

Fino a tempi recenti, le città erano circondate da cinte daziarie, che richiedevano, qualora si decidesse di passare con la merce, di dover prima pagare dazio. Questa era una consuetudine presente fin dal medioevo.

Per taluni beni, quali carburanti, sigarette e alcoolici, i dazi sono rimasti in vigore fino agli anni sessanta del secolo scorso. In ogni città era presente, quindi, un'attività di contrabbando delle merci, che aveva lo scopo di evadere il dazio. A Milano, ad esempio, i contrabbandieri erano noti come sfrosadùr.[1]

Contrabbando di sigarette Modifica

Italia Modifica

Negli anni settanta del XX secolo il contrabbando di sigarette proveniente per la maggiore dalla Puglia, "punto di arrivo" di questa attività, raggiunse livelli da economia sommersa e coinvolgeva un gran numero di persone soprattutto nelle tre città cui facevano capo le rotte di ingresso nel paese: Napoli, Venezia, Genova. Tale economia era ampiamente tollerata in periodo di grave crisi economica dalle forze dell'ordine in nome dell'"ammortizzatore sociale" teso a prevenire crimini maggiori ad opera delle persone coinvolte nel traffico. Infatti le operazioni di scarico in città avvenivano sotto gli occhi di tutti e le imbarcazioni stesse erano impunemente ormeggiate nei porti (fuorché a Venezia, dove chiunque poteva ormeggiarle sotto casa). Tali imbarcazioni partivano generalmente di notte in gran numero contemporaneamente uscendo dalle acque territoriali dove le aspettavano navi carretta battenti bandiere ombra, e dopo aver caricato tornavano in città incorrendo spesso in controlli della Guardia di Finanza.[2][3]

Tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni duemila, gruppi di contrabbandieri legati alla Sacra Corona Unita praticarono attivamente il contrabbando di sigarette fra l'Italia e i paesi dei Balcani. In particolare nel brindisino, questo fenomeno criminoso ebbe talvolta risvolti tragici, causando anche la morte di diversi membri delle forze dell'ordine e di civili di passaggio a causa di inseguimenti spericolati, che spesso terminavano con lo speronamento volontario delle auto delle forze dell'ordine da parte dei contrabbandieri, i quali disponevano di fuoristrada modificati con delle protezioni in ferro nella parte anteriore attrezzati a tale scopo.[senza fonte]

Romania Modifica

La Romania nel 2017 occupa il primo posto in Europa centrale e dell'est per traffico illegale di tabacchi. A marzo 2018 il mercato nero delle sigarette in Romania ha raggiunto il 17,2% del totale circolante +1,6% rispetto all'anno precedente. Secondo il sito stopcontrabanda, nel 2017 le autorità romene hanno sequestrato 150 milioni di sigarette illegali, solo il 3% di tutte quelle illegali circolanti. All'anno si perdono 3 miliardi di Lei causa contrabbando, sotto forma di accise mancate. La Romania ha 2.000 km di frontiera con paesi non UE dove il costo delle sigarette è sei volte minore. Secondo l'Interpol il traffico di tabacchi è legato quasi sempre a quello della droga, armi, e persone.[4]

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