Corolla

parte del fiore delle angiosperme
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La corolla è una parte del fiore delle angiosperme. Formata dall'insieme dei petali[1], costituisce la serie più interna di elementi del perianzio. È posizionata all'interno del calice (formato dai sepali) e prima dell'androceo (formato dagli stami) e del gineceo (formato dai pistilli).

Corolla di rosa canina

Descrizione modifica

Insieme al calice forma il perianzio, ovvero l'insieme delle foglie sterili trasformate (antofilli) che nel fiore svolgono funzione di protezione nei confronti delle foglie fertili (stami e carpelli) e funzione di richiamo degli impollinatori (funzione vessillare)[1].

Il colore della corolla, dal quale dipende la sua funzione vessillare, può essere dato da vari fattori. La presenza di carotenoidi, contenuti nei cromoplasti, sarà responsabile delle colorazione giallo-aranciate; flavoni e flavonoli, pigmenti idrosolubili vacuolari, danno colorazioni dal bianco al giallo (poiché questi composti assorbono la radiazione UV, la loro presenza è percepita ad esempio dalle api); antociani, pigmenti idrosolubili vacuolari, che impartiscono colorazioni dal rosa all'azzurro, in funzione sia della loro struttura chimica che del pH del succo vacuolare. Infine, alcune corolle sono bianche perché le cellule che formano i petali sono vuote e quindi riflettono la luce incidente.

Tipologie modifica

I petali che formano la corolla possono essere separati tra loro e la corolla viene detta "dialipetala" (ad esempio il garofano, famiglia Caryophyllaceae). Se i petali sono fusi, la corolla è detta "gamopetala"[2] (ad esempio la campanula).

Se i petali inseriti nel talamo sono disposti secondo una simmetria raggiata, la corolla è detta "actinomorfa" (ad esempio nella famiglia delle Rosaceae). Se questa simmetria viene persa a favore di una simmetria bilaterale, la corolla è "zigomorfa" (ad esempio nell'orchidea). Se non esiste simmetria la corolla è detta "asimmetrica".[3] La tendenza evolutiva è il passaggio da corolle attinomorfe dialipetale (nelle quali è ben chiaro che i petali sono in realtà foglie trasformate) a corolle zigomorfe gamopetale (con aspetti alquanto complessi).

Quando petali e sepali non sono morfologicamente distinguibili, si parla di tepali (esempio è il giglio)[4]. Nel narciso, la corolla presenta delle appendici che formano un involucro, detto corona (paracorolla).

Sistematica modifica

In generale, la forma della corolla costituisce un carattere sistematico di grande importanza.

Alcune famiglie mostrano come carattere distintivo un particolare tipo di corolla, alcuni esempi sono

 
corolla papillionacea di Pisum sativum
 
corolla bilabiata
  • corolla papilionata

è dialipetala, zigomorfa, tipica della famiglia delle Papilionacee o Fabacee. si distingue un petalo superiore detto "vessillo" due petali laterali dette "ali", e due petali inferiori saldati a doccia detti "carena". La simmetria à del tipo bilaterale.

  • corolla bilabiata

è gamopetala, zigomorfa, tipica della famiglia delle Labiatae. Si distingue un labbro superiore formato da due petali saldati, ed un labbro inferiore con tre petali, dei quali il centrale molto ampio e i due laterali più piccoli. La simmetria à del tipo bilaterale.

  • Nelle Asteraceae, quello che ha l'aspetto di un fiore, in realtà è un'infiorescenza che mima un fiore unico. Tale infiorescenza è detta capolino. Quindi quella che sembra una corolla, in realtà è formata dalla singole corolle dei fiori più esterni del capolino, detti fiori del raggio.

Note modifica

  1. ^ a b Corolla, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Pier Andrea Saccardo, Sommario di un corso di botanica tenuto nella Regia Universita di Padova da P. A. Saccardo, F. Sacchetto, 1880, p. 126, ISBN non esistente. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  3. ^ Serafino Cannavò e Francesco Forestieri, Botanica sistematica (PDF), Università Mediterranea, ISBN non esistente. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  4. ^ Maria Antonietta Colasante, Iridaceae presenti in Italia – Iridaceae Present in Italy, Sapienza Università Editrice, 2018, p. 72. URL consultato il 1º gennaio 2021.

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