Il Corona fu un vascello di linea veneziano da 74 cannoni che prestò servizio nella Armada tra il 1712 e il 1728. Primo vascello da 74 cannoni nominali ad essere costruito presso l'Arsenale non fu replicato, sostituito sugli scali dalla classe Leon Trionfante.

Corona
Descrizione generale
Tipovascello a due ponti
ClasseClasse Corona
CantiereArsenale di Venezia
Impostazione1709
Varo25 novembre 1711
Entrata in servizio1712
Radiazione7 agosto 1728
Destino finaledemolita
Caratteristiche generali
Lunghezza43,46 m
Larghezza13,2 m
Pescaggio6,25 m
PropulsioneVela
Armamento
ArmamentoArtiglieria[1]:

Alla costruzione

  • 28 cannoni da 50 libbre veneziane
  • 28 cannoni da 20 libbre
  • 18 cannoni da 14 libbre
  • 2 obici da 50 libbre sul casseretto

Totale: 76

[1]
voci di navi e imbarcazioni a vela presenti su Wikipedia

Storia modifica

La costruzione del vascello di primo rango da 74 cannoni Corona fu ordinata dal Senato nel 1708,[2] e la nave fu impostata nel 1709 sotto la direzione del Proto marangon Zuan Battista de Zorzi, e la supervisione del futuro Capitano Straordinario delle Navi Fabio Bonvicini. La nuova nave fu varata presso l'Arsenale il 25 novembre 1711 ed entrò subito a far parte dell'Armata Grossa[N 1] Questa nave costituiva una nuova classe a sé stante, differente per dimensioni alla precedente San Lorenzo Giustinian, ma non venne replicata, sostituita sugli scali dalla classe Leon Trionfante. Tutti i cannoni erano in realizzati, per ragioni apparentemente di prestigio, in bronzo.[1]

Per decisione del Pregadi il vascello andò in armamento a partire dal 7 aprile 1712, destinato a prestare servizio insieme al Sacra Lega in Dalmazia.[2]

L'unità raggiunse l'Armata Grossa a Corfù per partecipare alla settima guerra turco-venenziana, inquadrato nella "Divisione rossa"[N 2] della squadra del nuovo Capitano Straordinario delle Navi Lodovico Flangini[3][N 3] (1677-1717).[4] Dopo la morte del Flangini, spentosi poco dopo la fine della battaglia combattuta nelle acque fra il promontorio di Monte Santo e l'isola di Strati (16-17 e 22 giugno 1717) che terminò con la ritirata della flotta turca nei Dardanelli, e la sua sostituzione con Marcantonio Diedo, la nave si distinse anche durante la grande battaglia di Capo Matapan (19-21 luglio 1717) che costrinse la flotta turca a ritirarsi verso il Mare Egeo.[4]

Il Corona fu demolito presso l'Arsenale, previo Decreto, a partire dal 7 agosto 1728.[2]

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Nel 1696 fu deciso che le navi appartenenti alla Armata Grossa avrebbero adottato la seguente colorazione: corallo per la prua, i capodibanda, la poppa, le porte dei fanali e gli intagli, rosso per i portelli dei cannoni, e doratura in oro zecchino per il leone a prua e le figure scolpite a poppa. Lo specchio di poppa era quasi sempre dipinto di blu.
  2. ^ Tale divisione navale era composta dai vascelli Leon Trionfante, Aquila Valiera, Grande Alessandro, Costanza, Madonna dell'Arsenal, San Francesco, Fenice, Sant'Andrea e Corona, alle dirette dipendenze del Flangini.
  3. ^ Lodovico era figlio terzogenito di Gerolamo Flangini, Senatore della Serenissima e Membro del Consiglio dei Dieci.

Fonti modifica

Bibliografia modifica

  • Guido Candiani, I vascelli della Serenissima: guerra, politica e costruzioni navali a Venezia in età moderna, 1650-1720, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, 2009.
  • Guido Candiani, Dalla galea alla nave di linea: le trasformazioni della marina veneziana (1572-1699), Novi Ligure, Città del Silenzio, 2012.
  • Guido Ercole, Duri i banchi. Le navi della Serenessima 421-1797, Gardolo, Gruppo Modellismo Trentino di studio e ricerca storica, 2006.
  • Cesare Augusto Levi, Navi da guerra costruite nell'Arsenale di Venezia dal 1664 al 1896, Venezia, Stabilimento Tipografico Fratelli Visentini, 1896.
  • Mario Nani Mocenigo, L'Arsenale di Venezia, Roma, Ufficio Storico della Regia Marina, 1938.

Collegamenti esterni modifica