Corrado Quaglino

anarchico e pubblcista italiano

Corrado Cesare Quaglino (Torino, 17 marzo 1900Biella, gennaio 1990) è stato un anarchico e pubblicista italiano.

Biografia modifica

Aderisce giovanissimo alla organizzazione giovanile socialista per poi passare all'anarchismo. Nel 1917 pubblica un volantino antimilitarista per il quale viene condannato (insieme ad altri militanti) a due anni di carcere dal Tribunale militare con l'accusa di “eccitamento alla rivolta e vilipendio all’esercito”. Viene liberato e richiamato alle armi ma diserta subito[1].

Nel dopoguerra si trasferisce sotto falso nome a Milano. Qui diventa, alla fine di febbraio del 1920 cronista del quotidiano Umanità Nova[2] dove cura, tra le altre, la rubrica La voce del soldato. Tiene conferenze antimilitariste tra i militari di leva, rimediando una nuova denuncia. Collabora anche a La Valanga di Roma e saltuariamente anche a L'Ordine Nuovo di Antonio Gramsci. Con lui e le sue posizioni libertarie polemizza lo stesso Gramsci scrivendo "For Ever [pseudonimo sotto cui si nasconde Quaglino] è uno pseudo rivoluzionario: chi basa la propria azione sulla mera fraseologia ampollosa, sulla frenesia parolaia, sull’entusiasmo romantico è solo un demagogo, non un rivoluzionario”[3][1].

Nell'ottobre 1920 viene arrestato insieme ad Errico Malatesta e praticamente all'intera redazione di Umanità Nova e detenuto nel Carcere di San Vittore. Dopo cinque mesi di detenzione preventiva gli arrestati danno inizio ad uno sciopero della fame per sollecitare la rapida celebrazione del processo ma devono interromperlo a seguito della Strage del Diana [4].

Assolto, rientra a Torino dove riprende in pieno l'attività politica, anche come corrispondente di Umanità Nova nel frattempo trasferitasi a Roma. Con l'avvento del fascismo viene strettamente vigilato.

Durante la Resistenza collabora ad una rete che favorisce l'espatrio in Svizzera di ricercati. Nel dopoguerra riprende l'attività nell'ambito della Federazione anarchica italiana e fa parte del Consiglio nazionale della stessa[1].

Note modifica

  1. ^ a b c Dizionario biografico degli anarchici italiani.
  2. ^ Mantovani, pp. 181-182.
  3. ^ Lo stato e il socialismo, L’Ordine nuovo, 28 giu./5 lug. 1919
  4. ^ Mantovani, p. 319, 384-390, 455-456.

Bibliografia modifica

  • Corrado Quaglino, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, Pisa, BFS, 2003. URL consultato il 22 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2020).
  • Vincenzo Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Milano, Rusconi, 1979.
  • Paolo Spriano, L’Ordine Nuovo” e i consigli di fabbrica (1919-1920), Torino, 1971, p. 56 nota.
  • Armando Borghi, Mezzo secolo di anarchia: 1898-1945, Catania, Anarchismo, 1998.
  • Vincenzo Mantovani, Anarchici alla sbarra: la strage del Diana tra primo dopoguerra e fascismo, Il Saggiatore, 2007 [1979], ISBN 9788851523640. URL consultato il 24 marzo 2020.
  • Gigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L’anarchismo in Italia dal Biennio rosso alla Guerra di Spagna 1919-1939, Pisa, Bfs, 2001, ISBN 8886389620.