Portopalo di Capo Passero

comune italiano
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Portopalo di Capo Passero è un comune italiano di 3 753 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Siracusa in Sicilia.

Portopalo di Capo Passero
comune
Portopalo di Capo Passero – Stemma
Portopalo di Capo Passero – Bandiera
Portopalo di Capo Passero – Veduta
Portopalo di Capo Passero – Veduta
Capo Passero, il punto più meridionale dell'isola di Sicilia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Siracusa
Amministrazione
SindacoRachele Rocca (lista civica) dal 29-5-2023
Territorio
Coordinate36°41′10″N 15°08′10″E / 36.686111°N 15.136111°E36.686111; 15.136111
Altitudine20 m s.l.m.
Superficie15,09 km²
Abitanti3 791[1] (31-3-2023)
Densità251,23 ab./km²
Comuni confinantiPachino
Altre informazioni
Cod. postale96010
Prefisso0931
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT089020
Cod. catastaleM257
TargaSR
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona B, 728 GG[3]
Nome abitantiportopalesi
Patronosan Gaetano
Giorno festivo7 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Portopalo di Capo Passero
Portopalo di Capo Passero
Portopalo di Capo Passero – Mappa
Portopalo di Capo Passero – Mappa
Posizione del comune di Portopalo di Capo Passero nel libero consorzio comunale di Siracusa
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Capo Passero.

Territorio modifica

La cittadina dista 58 chilometri da Siracusa ed è il comune più a sud dell'isola siciliana, ma non dell'Italia, pur trovandosi al di sotto del parallelo di Tunisi (il comune di Lampedusa e Linosa è più meridionale). Del suo territorio fanno parte l'isola di Capo Passero, a poche decine di metri dalla terraferma, e l'isola delle Correnti. La prima era un tempo una penisola, mentre la seconda tuttora lo diventa durante la bassa marea.

È un centro prevalentemente agricolo e marinaro ed è su queste attività che fonda le sue basi e le sue fortune economiche, alimentate dal boom del turismo che da circa un decennio ha coinvolto anche l'estremità del siracusano e della Sicilia sud-orientale. Portopalo è bagnata dai due mari che qui hanno il loro punto di incontro: lo Ionio e il Mare di Sicilia.

Sullo Ionio sorgeva un tempo il piccolo porto dove sono ancora presenti, anche se ormai quasi cadenti, le casette dei pescatori. Verso est si staglia l'isola di Capo Passero dove è ubicato il Forte di Capo Passero e la statua bronzea di Maria SS Scala del Paradiso.

Nel territorio comunale, presso il faro della locale Marina Militare è ubicata dal 1929 la stazione meteorologica di Cozzo Spadaro, ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione meteorologica mondiale e gestita dal servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare.

Clima modifica

Il clima è mediterraneo, contraddistinto da estati calde (mitigate dalla brezza marina) e da inverni miti e piovosi.

Geologia modifica

Nel territorio di Portopalo e dintorni, di natura vulcanica, si possono trovare le vulcaniti e le colate laviche più antiche degli Iblei e della Sicilia, visto che proprio da Capo Passero è iniziata la storia geologica e vulcanologica siciliana che poi è proseguita con la formazione e lo sviluppo sempre più rapido dell'Etna, attualmente riconosciuto come il vulcano emerso e attivo più alto d'Europa[4][5].

Storia modifica

Il territorio che oggi comprende Portopalo era abitato sin dall'antichità. Il villaggio è stato denominata in vari modi: inizialmente Capo Pachino, in seguito Terra Nobile ed infine Porto Palo. Il fondatore di Portopalo è don Gaetano Deodato Moncada, che se ne interessò fin dal 1778 e che nel 1792 fece edificare a sue spese un centinaio di case intorno alla tonnara[6]. Il primo nucleo urbano era composto da circa 300 persone, tra contadini, pastori e pescatori[7].

Fino al 1812, quando fu abolita la feudalità, Portopalo fu villaggio suburbio di Noto. Passò poi sotto il decurionato di Pachino, che la ebbe come frazione fino all'8 marzo 1975 quando divenne comune autonomo grazie alla tenacia dei portopalesi e in particolare grazie al Dott. Salvatore Gozzo, medico e politico[6][8]. L'autonomia del neonato comune, che intanto aveva assunto il nome completo di Portopalo di Capo Passero, fu approvata in sede di Assemblea regionale con legge regionale n. 1 del 1º marzo 1975.

Nel 1936, come risulta dal censimento, era abitato da 1.710 persone sistemate in piccole abitazioni lungo la via Vittorio Emanuele (oggi la strada principale del paese), e si presentava come un tranquillo borgo di campagna. La maggior parte delle case erano bianche e screpolate dal sole e dalla salsedine. In quasi tutte era presente un piccolo spazio ('u bagghiu) adibito a stalla, dove era anche possibile coltivare un piccolo orto.

In paese non esisteva una rete idrica che fornisse acqua alle abitazioni: le donne erano quindi costrette, per lavare i panni, a recarsi al pozzo comunale presso il castello Bruno di Belmonte (ora Tafuri). La vita dei portopalesi si consumava di giorno nei campi e di sera al mare, al cianciolo, per arrotondare le entrate[9].

Alle due e mezzo della notte del 10 luglio del 1943 i primi soldati inglesi e canadesi sbarcavano sulle spiagge di Portopalo di Capo Passero e di Marzamemi, nel corso dell'operazione Husky. Il medico di Portopalo, Salvatore Gozzo, aveva convinto i millecinquecento abitanti del borgo a scendere nel rifugio che si trovava proprio davanti alla chiesa madre. Secondo alcuni testimoni oculari, dalla batteria di semplici cannoni che si trovavano nel paese di Portopalo furono sparati solo alcuni colpi, peraltro andati a vuoto e assolutamente inadeguati al confronto con le potenti artiglierie navali del nemico[10].

La strage del Natale 1996 modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Naufragio della F174.

Il 25 e il 26 dicembre 1996 un tragico evento funestò il paese. Il naufragio, non lontano da Portopalo, di una nave che trasportava migranti fece 283 vittime finendo per rappresentare, all'epoca, la più grande tragedia navale del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica n. 1830 del 25 aprile 1988.

Lo stemma è partito semitroncato: nel primo d'oro, al faro di rosso, costituito da due palchi e fondato su una campagna di azzurro; nel secondo d'argento, alla stella di azzurro, di otto raggi; il terzo di rosso, a tre spighe di grano d'oro, impugnate, legate di azzurro.

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[11]

Cultura modifica

Feste religiose e tradizioni popolari modifica

 
Ceramica sulla facciata di una casa di Portopalo

17 gennaio - Festa di sant'Antonio Abate modifica

La sera prima della ricorrenza, le donne del paese, preparavano gli ingredienti essenziali per la "cuccia", un prodotto a metà tra il dolce e una minestra, tradizione per lo più andata persa.

E sempre nello stesso giorno, alcune devote preparavano a casa i "panuzzi di sant'Antonio" piccoli e rotondi con due segni a forma di croce sul dorso e poi venivano portati in chiesa per essere benedetti e distribuiti ai presenti in nome del santo.

19 marzo - Festa di san Giuseppe modifica

La caratteristica di questa festa è costituita dalla "vampanigghia", che consiste in una catasta di frasche da accendere a tarda notte.

7 agosto - Festa del santo patrono san Gaetano modifica

Al santo patrono non sono tributati particolari festeggiamenti, a parte la processione della statua per le principali vie del paese, concludendo con l'entrata del santo in chiesa, verso sera, in una cornice di giochi d'artificio.

Nei giorni che seguono vengono organizzate regate con barche locali nel mare di "Scalo Mandria". Segue la "rottura dei pignatelli" in via Vittorio Emanuele e altre gare e giochi di sapore popolare.

Cinema modifica

A Portopalo sono stati girati:

Economia modifica

L'economia di Portopalo è fortemente legata al mare, sia per quanto riguarda la pesca, che ha come luogo centrale di smercio il mercato ittico realizzato a partire dal 1977 dall'architetto Vincenzo Palazzotto (1931-2005) ed è un punto di riferimento per i pescatori siracusani e catanesi, sia per quanto riguarda il turismo balneare.

A partire dagli anni novanta Portopalo, insieme al comune limitrofo di Pachino, ha incrementato notevolmente la produzione agricola, con prodotti di nicchia e di alta qualità. Tra questi spicca in particolare il pomodoro di Pachino che ha altresì ottenuto il marchio IGP. Tipica di Portopalo, così come delle vicine Pachino e Marzamemi, è la cremolata, una sorta di granita dalla quale si differenzia per il minore contenuto di acqua e per il maggiore contenuto di frutta, per la maggiore cremosità e granulosità e per la sottilezza dei cristalli di ghiaccio[12][13].

Amministrazione modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
22 novembre 1988 13 giugno 1990 Corrado Luciano Democrazia Cristiana Sindaco [14]
13 giugno 1990 2 luglio 1991 Salvatore Nardone Partito Socialista Italiano Sindaco [14]
2 luglio 1991 21 settembre 1992 Salvatore Carmelo Vaccaro Partito Socialista Italiano Sindaco [14]
25 settembre 1992 25 febbraio 1994 Emanuele Cimino Democrazia Cristiana Sindaco [14]
25 febbraio 1994 15 maggio 1995 Salvatore Nardone Partito Socialista Italiano Sindaco [14]
30 maggio 1995 14 giugno 1999 Michele Angelo Figura lista civica Sindaco [14]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Fernando Cammisuli lista civica Sindaco [14]
16 giugno 2004 8 giugno 2009 Fernando Cammisuli lista civica Sindaco [14]
8 giugno 2009 27 maggio 2014 Michele Taccone lista civica Sindaco [14]
27 maggio 2014 17 marzo 2018 Giuseppe Mirarchi lista civica Sindaco [14]
10 giugno 2018 29 maggio 2023 Gaetano Montoneri lista civica Sindaco [14]
29 maggio 2023 in carica Rachele Rocca lista civica Sindaco [14]

Sport modifica

Ha sede nel comune la società di calcio Asd Portopalo, che ha disputato campionati dilettantistici regionali, fino alla prima categoria[15]. Una particolarità di Portopalo è stata il campionato locale che si è disputato ogni estate fino agli anni 90[16].

Le società di calcio a 5 Capo Passero e Or.Sa Domenico Savio hanno vinto entrambe il campionato di Serie D, rispettivamente nel 2000 e nel 2003.

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ I vulcani dei Monti Iblei: estinti, ma dal cuore ancora sismicamente attivo, su lagazzettasiracusana.it.
  5. ^ Non solo Etna. Il "vulcanismo" ibleo, su scordia.info.
  6. ^ a b Cenni storici (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2011). dal sito ufficiale del comune di Portopalo.
  7. ^ Salvo Sorbello, La pesca del tonno nel capolinea del sud. Le tonnare di Vendicari, Marzamemi e Portopalo di Capo Passero, ISBN 978-88-7428-093-3.
  8. ^ Cronologia Autonomia Comune di Portopalo di Capo Passero (SR), su youtube.com.
  9. ^ Salvo Sorbello, La pesca del tonno nel capolinea del sud. Le tonnare di Vendicari, Marzamemi e Portopalo di Capo Passero, ISBN 978-88-7428-093-3.
  10. ^ Nome in codice Operazione Husky, di Salvo Sorbello, La Sicilia quotidiano del 10.7.2018
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ Granite e cremolate, su donpeppinu.it. URL consultato il 2 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2022).
  13. ^ siciliafan.it, https://www.siciliafan.it/cremolata-siciliana/?refresh_ce.
  14. ^ a b c d e f g h i j k l http://amministratori.interno.it/
  15. ^ Il Portopalo riparte dalla terza categoria, su pachinonews.it.
  16. ^ Al di sotto del parallelo di Tunisi, su ilnobilecalcio.it.

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