Damnamenia vernicosa

Damnamenia vernicosa (Hook.f.) Given, 1973 è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (Basal grade) e sottotribù Celmisiinae. Damnamenia vernicosa è anche l'unica specie del genere Damnamenia Given, 1973.[1][2][3]

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Damnamenia vernicosa
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Astereae

Basal grade

Sottotribù Celmisiinae
Genere Damnamenia
Given, 1973
Specie D. vernicosa
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Astereae
Genere Damnamenia
Specie D. vernicosa
Nomenclatura binomiale
Damnamenia vernicosa
(Hook.f.) Given, 1973
Nomi comuni

"Daisy Black-eyed"
(margherita ad occhio nero)

Specie
(Vedi testo)

Etimologia modifica

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Joseph Dalton Hooker (1817-1911) e D.R. Given nella pubblicazione " New Zealand Journal of Botany. Wellington, N.Z." ( New Zealand J. Bot. 11(4): 787) del 1973.[4] Il nome scientifico del genere è stato definito nella stessa pubblicazione.

Descrizione modifica

Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne stolonifero con un ceppo basale legnoso e spesso.[5][6][7][8][9][2][10]

Fusto. La parte aerea normalmente è eretta, semplice o ramosa. Gli steli sono tipo caudice.

Foglie. Le foglie sono disposte alla base in modo spiralato-embricato. La lamina è semplice e lineare con apici appuntiti, lucida e glabra.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose (capolini solitari). Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale lungamente peduncolato e brattetao di tipo radiato. I capolini sono formati da un involucro, con forme campanulate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, con forme lineari-oblanceolate con peli non ghiandolosi e a consistenza erbacea, sono disposte in modo più o meno embricato su 2 - 3 serie. Il ricettacolo, alveolato, in genere è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è obconica.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono femminili e sono disposti su una sola serie; la forma è ligulata (zigomorfa); a volte sono presenti degli staminoidi;
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi.
*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
  • Corolla:
    • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti; il colore è bianco o rosso pallido;
    • fiori del disco: la forma è tubulare-snella bruscamente divaricata in 5 lobi ciatiformi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma ampiamente triangolare; il colore è porpora o giallo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono leggermente caudate; le appendici apicali delle antere sono vistose; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[9][12]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[5] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate.[13] I due bracci dello stilo hanno una forma ampiamente triangolare e possono essere ricoperti da lunghi peli.
  • Fioritura: fiorisce da novembre a gennaio e fruttifica da dicembre a marzo.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo; in alcune specie è presente un certo dimorfismo (gli acheni dei fiori del raggio differiscono dagli acheni dei fiori del disco);

  • achenio: gli acheni, con forme obconici, hanno alcune coste laterali; la superficie è setosa; la parete dell'achenio è formata da celle contenenti rafidi ma prive di fitomelanina; il carpoforo normalmente è anulare; le setole con punte a forma di ancora non sono presenti;
  • pappo: il pappo è formato da 2 serie di setole piumose.

Biologia modifica

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat modifica

Le specie di questo genere sono distribuite nella "Antipodean Island".[3] La pianta è endemica anche delle isole Auckland e delle Isole Campbell, isole subantartiche della Nuova Zelanda.[14] I suoi habitat preferiti sono le torbiere montane con muschi a cuscino e i prati erbosi a Pleurophyllum. Cresce anche in siti esposti e con scarsa vegetazione.

Sistematica modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]

Filogenesi modifica

La tribù Astereae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) comprende circa 40 sottotribù. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi:[2]

  • Basal grade: include alcuni generi isolati, il gruppo "South American-Oceania", alcune sottotribù africane e il gruppo dei generi legnosi del Madagascar.
  • Bellis lineage: comprende le sottotribù eurasiatiche e una sottotribù africana.
  • Aster lineage: include i generi asiatici di Asterinae e i principali gruppi dell'Australia e dell'Oceania.
  • Baccharis lineage: include alcuni gruppi sudamericani.
  • North American lineage: include la vasta gamma di sottotribù del Nordamerica, Messico e alcuni gruppi distribuiti nel Sudamerica.

Il genere Damnamenia (insieme alla sottotribù Celmisiinae) è incluso nel lignaggio "Basal grade". In particolare fa parte del sottogruppo relativo agli areali dell'Oceania.[2]

Il genere di questa voce, insieme ai generi Macrolearia e Pleurophyllum, fa parte del clade "Pleurophyllum " (uno dei due cladi in cui è suddivisa la sottotribù Celmisiinae ). Questo clade è definito dalle corolle dei fiori del disco ciatiforme (a forma di coppa) e colorate dal viola al rosso scuro (carattere assente negli altri membri delle Celmisiinae). Altre caratteristiche significative del clade sono: la particolare forma di crescita (piccolo-arboreo), la presenza di specifici tricomi nelle foglie e nelle corolle a disco, la morfologia dei bracci dello stilo e la presenza/assenza di staminodi e nella morfologia degli acheni.[18]

In precedenti trattazioni questo genere è descritto all'interno della sottotribù Hinterhuberinae (ora sinonimo della sottotribù Baccharidinae).[9]

I caratteri distintivi della specie Damnamenia vernicosa sono:[9]

  • la corolla dei fiori del disco è strettamente imbutiforme;
  • il pappo è formato da setole piumose;
  • si tratta di un endemismo delle isole Auckland e Campbell.

Il livello di ploidia principale è 12x (ma anche 10x, 24x, 32x, 36x e 48x).[2] Il numero cromosomico della specie è: 2n = 18.[9]

Sinonimi modifica

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[3]

  • Aster vernicosus (Hook.f.) F.Muell.
  • Celmisia vernicosa Hook.f.
  • Elcismia vernicosa (Hook.f.) B.L.Rob.
  • Celmisia campbellensis F.R.Chapm.
  • Celmisia chapmannii Kirk
  • Celmisia vernicosa var. mollicula Allan
  • Elcismia campbellensis (F.R.Chapm.) B.L.Rob.

Note modifica

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d e Nesom 2020.
  3. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 9 gennaio 2024.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 gennaio 2024.
  5. ^ a b Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ a b Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 589.
  9. ^ a b c d e f Kadereit & Jeffrey 2007, p. 284 e 296.
  10. ^ nzflora, su nzflora.info, p. Damnamenia Given. URL consultato il 9 gennaio 2024.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 15 febbraio 2012.
  13. ^ Judd 2007, pag. 522.
  14. ^ (EN) Damnamenia vernicosa, in New Zealand Plant Conservation Network. URL consultato il 9 luglio 2016.
  15. ^ Judd 2007, pag. 520.
  16. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  18. ^ Saldivia "et al" 2022.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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