De Musica

opera di Agostino d'Ippona

Il De Musica è un'opera in sei libri di Agostino d'Ippona.

Sulla musica
Titolo originaleDe musica
AutoreAgostino d'Ippona
1ª ed. originale389 ca.
Generetrattato
Lingua originalelatino

Il tema e la stesura modifica

Agostino, sensibilissimo al fascino musicale e al canto sacro[1], si è interessato alla musica, scientia bene modulandi[2], durante la permanenza a Milano[3]. Il De Musica, iniziato dopo il battesimo e terminato nella quiete di Tagaste nel 389, faceva parte di un progetto sulle arti liberali (che aveva appreso leggendo le opere di Varrone) rimasto, però, semplicemente abbozzato[4]: fu concepito da Agostino come sezione di un più vasto corpus enciclopedico comprendente la sistematica esposizione, distribuita in singoli trattati, delle sette discipline liberali costituenti un sistema organicamente strutturato e già bipartito nei due sottosistemi denominato trivio e quadrivio[5].

In quest'opera Agostino, nel contesto culturale e filosofico del mondo cristiano, investiga ed esamina la fenomenologia della musica in una fondamentale visione o prospettiva dicotomica, che separa la scienza teoretica dalla prassi o dalla materialità del suono e che si pone in logica continuità con la concezione estetica della classicità greca[6].

Struttura dell'opera modifica

L'opera si compone di sei libri scritti sotto forma di dialogo fra maestro e discepolo.

Il primo libro (Quid sit musica eiusque motus et numeri. Quae musices sit scientia) ha una funzione esclusivamente introduttiva e molte delle tematiche qui esposte trovano un loro approfondimento nei libri successivi. Il libro è comunque prevalentemente finalizzato ad introdurre la tematica ritmologica: secondo Agostino, il "ben modulare" tende a collegare le unità musicali in base ad un modus, ossia una misura ritmica che possa esprimersi in rapporti matematici di natura scientifica[7]. La ratio numerica costituisce la base per una possibile interpretazione della fenomenologia musicale, connessa se non generata dal numero, fonte di perfezione estetica e condivisa con la grammatica nella composizione dei piedi e dei versi.

La caratteristica dei libri dal II al V consiste, invece, in una marcata tecnicità ritmica e metrica, assai diversa dalla vocazione speculativa del I e VI libro.

 
Agostino ritratto da Piero della Francesca

Infatti, nel secondo libro (De pedibus ratio exponitur. Qui immixti sint pedes) Agostino afferma che il materiale elementare raccolto non può essere utilizzato in modo casuale, ma che occorrerà un principio, una ratio, che permetta l'elaborazione di una apposita disciplina capace di ordinare il materiale raccolto. Agostino sottolinea che il principio di accostamento di varie unità prosodiche elementari, cioè i piedi, in unità di maggiore ampiezza, impiegabili artisticamente, non dipende dall'arbitrio di un poeta, ma dalla logica interna del materiale prosodico e fonetico[8].

Il terzo libro (Quaenam rhythmi et metri sit ratio. Quae rhythmi et metri sit ratio) si apre con la spiegazione della differenza tra il concetto di rhythmus e il concetto di mensura. Agostino afferma che il passaggio da ritmo a metro si ha nel momento in cui il materiale ritmico, di per sé stesso ripetibile senza limitazione, viene sottoposto al limite: il passaggio dall'unità elementare del ritmo alla più complessa ottica del metrum si ha quando al fluire regolare, ma illimitato, del ritmo si impone un ulteriore momento di disciplina, cioè il limite che consente la riconoscibilità delle strutture[9].

Nel IV libro (Quae metri sint rationes. Quot enumerentur metra) Agostino presenta un elenco dei metri possibili, divisi per categorie, e diverse regole per la scansione corretta, ammettendo la possibilità di duplici scansioni.

All'inizio del V libro (Quae de versu sit ratio. Quid sit versus) Agostino presenta nuovamente una discussione sulla relazione reciproca delle nozioni di ritmo, metro, verso insistendo ancora una volta sul fatto che il passaggio dall'una all'altra di queste categorie comporta sempre un ulteriore progresso verso l'organizzazione del materiale sonoro.

Il VI libro (De numeris ratio atque sapientia)[10] esprime e rappresenta la sua filosofia sui ritmi dell'anima e le profonde connessioni con le sensazioni e il piacere estetico. Il piacere generato dalla musica sembra ricondursi al dualismo tra musica come scienza teoretica e musica come pratica esecutiva o fonte primaria dello stesso piacere estetico[11]. Il giudizio di Agostino sulla pratica esecutiva sembra limitarsi solo alla corretta interpretazione del movimento ritmico (modulatio), che s'addice ai cantores, purché ne seguano correttamente le regole. Ben altra considerazione esprime nei confronti degli strumentisti, poiché la relativa pratica strumentale tende a disgiungere e a scindere il naturale connubio fra arte e ragione, avvalendosi del principio dell'imitazione.

Infine, Agostino infierisce anche sull'ascolto medesimo, ossia sulla musica concretamente udita e sulla stessa percezione estetica della musica, sempre intesa nella commistione di canto, danza e recitazione.

Si può intendere il De Musica fondato sulla sistematica definizione della musica rhythmica, vista «quale manifestazione dell'ordine creato e ipostasi formale dei numeri celesti», come ipotizza il Mainoldi nell'Ars Musica[12]. Il De musica è dunque un insostituibile documento di quell'impatto fra cultura classica e messaggio evangelico di cui ancora oggi si discute e le cui conseguenze sono destinate a protrarsi a lungo nella storia del pensiero dell'Occidente.

Note modifica

  1. ^ In proposito diversi autori fra i quali:
    • Enrico Fubini, Estetica della musica, Volume 3 di Lessico dell'estetica, Sez. 2.: Il sistema delle arti, Il Mulino, 1995
    • Gino Stefani, L'etica musicale di S.Agostino, in Jucunda Laudatio - Rassegna Gregoriana, Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 1968 - A Stefani si deve la definizione che vuole Agostino «unico dei Padri della Chiesa ad affrontare la musica e l'arte e l'estetica musicale sul piano formale»
  2. ^ "Scienza del retto modulare"; rispetto al significato moderno e tecnico di modulazione, l'uso del termine al tempo si riferiva piuttosto, secondo la traduzione-definizione del Capuano, alla "scienza del misurare correttamente (secondo un ritmo)". Si veda Gianluca Capuano, I segni della voce infinita, Vol. 604 di Di fronte e attraverso - Lo spoglio dell'Occidente, Ed. Jaca Book, 2002 - ISBN 8816406046. Alla modulatio si riferisce anche, tre secoli dopo l'Ipponate, Isidoro di Siviglia il quale, definendo a sua volta la musica non senza fare cospicuo riferimento ad Agostino, la ritrae come «peritia modulationis sono cantuque», perizia nel modulare suono e canto. Cfr. M. Randel-Nils Nadeau, voce Isidore of Seville, in New Grove Dictionary of Music and Musicians, ed. Stanley Sadie, XXIX vol., Londra, Macmillan, 1980, Vol. IX, p. 340.
  3. ^ A Milano riferisce di aver conosciuto gli inni ambrosiani e con essi il canto sacro, che gli suscitò una commozione violenta descritta nelle Confessioni (IX, 6, 14) - In argomento:
    • Agostino Trapè, Sant'Agostino, uomo e maestro di preghiera: testi scelti, in Collana di studi Agostiniani - "Gaudium de veritate", Nuova biblioteca agostiniana, Ed. Città Nuova, 1995 - ISBN 8831134078
    • Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI), La festa della fede. Saggi di escatologia liturgica, Vol. 196 di Già e non ancora, Ed. Jaca Book, 1990 - ISBN 8816301961 - Il Pontefice si sofferma sulla portata di questa commozione: «[...] l'esperienza vissuta della Chiesa che canta divenne per lui un'emozione che lo pervase tutto intero, e portò sulla via della Chiesa lui, l'accademico, che valutava il cristianesimo come una filosofia, e che non poteva vedere che con un certo disagio la Chiesa, come alcunché di largamente volgare»
  4. ^ Riguardo alla cronologia dell'opera, da una parte si afferma che la sua stesura avvenne dopo il ritorno in Africa: «eosdem sex libros iam baptizatus iamque ex Italia regressus in Africam scripsi»; subito dopo viene sottolineato che la stesura sarebbe da spostarsi assai più addietro - «incoaveram quippe tantummodo istam apud Mediolanum disciplinam». L'Armerio ha identificato nell'espressione apud Mediolanum un puntuale riferimento al ritiro di Cassiciaco. Franco Armerio, Il «De musica» di S. Agostino, Torino, Società Editrice Internazionale, 1929, p. 36
  5. ^ Mentre il termine quadrivium già compare in Boezio, per trivium si deve attendere la testimonianza degli Scholia Vindobonensia all'Ars poetica di Orazio (ed. J. Zechmeister, Vindobonae 1877, ad v. 307, p. 37) databili all'epoca di Alcuino.
  6. ^ La vita di Aurelio Agostino d'Ippona (354 – 430), dottore e santo della Cristianità, africano di nascita, ma di cultura ellenistico-romana, è pienamente narrata nella sua opera più importante, le Confessioni, mentre l'evoluzione del suo pensiero filosofico si evince dalla sua opera più tarda, le Retractationes.
  7. ^ Nella tarda latinità modus assume direttamente il significato estensivo di cantus rhythmicus, mentre in alcuni casi il verbo deponente transitivo modulor si rende nel transitivo modulisare (Charles de Fresne Du Cange, Glossarium Ad Scriptores Mediae et Infimae Latinitatis, Francofurti ad Moenum, Ex Officina Zunneriana, apud Johannem Adamum Jungium 1710, p. 667).
  8. ^ Per un quadro della situazione degli studi di metrica latina imperiale cfr. Giuseppe Morelli, La metricologia del basso impero, in «La cultura in Italia tra tardo-antico e alto medioevo. Atti del Convegno» (Roma, CNR, 12-16 novembre 1979), Roma, Herder, 1981, pp. 411-421.
  9. ^ Sulla questione cfr. l'introduzione di I. Mariotti all'ed. dell'ars di Mario Vittorino, Firenze 1967 e Giuseppe Morelli, Ricerche sulla tradizione grammaticale latina 1,1, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1970 (Ricerche di storia della lingua latina, 9), pp. 23-68.
  10. ^ Il VI libro del De Musica non è coevo ai primi cinque: venne scritto alcuni anni dopo, in età più matura, assieme al De Magistro.
  11. ^ Si veda la relazione sul De Ordine tenuta da Jean Doignon nel Convegno su L'opera letteraria di Agostino fra Cassiciaco e Milano: Agostino nelle terre di Ambrogio. Atti del convegno (Gazzada, 1986), a cura di Giovanni Reale et al., Palermo, Augustinus, 1987, pp. 113-150) e la relazione di Ubaldo Pizzani, L'enciclopedia agostiniana e i suoi problemi, in Atti del Congresso internazionale su S. Agostino nel XVI centenario della conversione, (Roma, 15-20 ottobre 1986), Roma, Institutum patristicum Augustinianum, 1987 (Studia Augustinianum, 24), I, pp. 331-361.
  12. ^ Ernesto Mainoldi, Ars Musica. La concezione della musica nel medioevo, Milano, Rugginenti, 2001, p. 84.

Bibliografia modifica

  • (EN) T. W. Adorno, Music, language, and composition, in Essays on Music, R. Leppert, editor, Berkeley-Los Angeles, 2002.
  • (FR) Prosper Alfaric, L'évolution intellectuelle de Saint Augustin, volume I: Du manicheisme au néoplatonisme, Paris, 1918.
  • Hannah Arendt, Der Liebesbegriff bei Augustin, 1929. Ed. italiana: Il concetto d'amore in Agostino: saggio di interpretazione filosofica; traduzione a cura di Laura Boella, Milano, SE, 1992.
  • Rosario Assunto, La civiltà medioevale come civiltà estetica, in Musica e arte figurativa nei secoli X e XII. Convegno del Centro di studi sulla spiritualità medievale, n. 13, Todi, 1972.
  • Werner Beierwaltes, Agostino e il neoplatonismo cristiano, Milano, 1995.
  • Maria Tilde Bettetini, Ragione e sensibilità, arti e scienza. lettura del de musica, in Agostino e il destino dell'Occidente, Ed. L. Perissinotto, Roma, 2000.
  • G. Catapano. Introduzione a Agostino. Il maestro e la parola. Milano, 2004.
  • M. Cristiani. Dal sensibile all'intelligibile. la musica nell'enciclopedia del sapere tra antichità e medioevo. In G. Perillo M. Cristiani, C. Panti, editor, Harmonia mundi. Musica mondana e musica celeste fra Antichità e Medioevo. Atti del Convegno internazionale di studi (Roma, 14-15 dicembre 2005), 2007.
  • E. Gilson. Introduzione allo studio di Sant'Agostino. Genova, 1983.
  • S. Prodigo, La Trattatistica musicale nella latinità medievale. Aracne, 2014.
  • «De Musica» di Agostino d'Ippona, commento di Ubaldo Pizzani e Guido Milanese, Edizioni Augustinus, Palermo, 1990.
  • http://www.cassiciaco.it/navigazione/opere/dialoghi/musica/presentazione.html

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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