Demetrio di Tessalonica

santo e martire cristiano
Disambiguazione – Se stai cercando Demetrio del Monferrato, re di Tessalonica, vedi Demetrio del Monferrato.

Demetrio di Tessalonica (in greco Άγιος Δημήτριος της Θεσσαλονίκης?) (III secolo306) fu un martire del IV secolo. I greci-ortodossi gli attribuiscono il titolo di Megalomartire ed è considerato un santo miroblita.[1]

San Demetrio di Tessalonica
San Demetrio di Tessalonica.
 

Martire della Chiesa Greco-Cattolica

 
NascitaIII secolo
Morte306
Venerato daChiesa cattolica, Chiese ortodosse
Ricorrenza26 ottobre (Chiese ortodosse) 9 aprile (Chiesa cattolica)
Attributiarmatura da soldato romano, cavalca un cavallo rosso
Patrono diTessalonica, San Demetrio Corone, eparchia di Piana degli Albanesi, Morigerati, soldati, Crociati (solo per i cattolici)

Biografia modifica

Le origini del suo culto sono oscure, la prima prova della sua esistenza si ha soltanto 175 anni dopo il suo martirio e molti studiosi dubitano addirittura che sia mai esistito un Demetrio martire in Tessalonica.

Tuttavia l'agiografia tradizionale su questo santo narra che fosse un diacono del luogo e che fu trafitto da lance nei fianchi intorno al 306, durante le persecuzioni contro i cristiani volute dall'imperatore romano Diocleziano o forse Galerio.

Una tradizione più tarda vuole che sia stato un militare romano e addirittura un proconsole e per questo motivo venne adottato come santo protettore dai Crociati insieme a san Giorgio durante il Medioevo.

Culto modifica

Le sue reliquie sono conservate in Salonicco, in Grecia, città della quale è anche il santo patrono ed il giorno in cui viene celebrato è il 26 ottobre.

Il Martirologio Romano ne celebra la memoria invece il 9 aprile, riprendendo la tradizione del Martirologio Siriaco.

Tra i Serbi appartenenti alla Chiesa ortodossa viene venerato come Mitar e il giorno delle celebrazioni in suo onore, ha il nome di Mitrovdan, ed è l'8 novembre, giorno di festività pubblica nella parte serba della Bosnia ed Erzegovina.

San Demetrio Megalomartire è il patrono di San Demetrio Corone, in provincia di Cosenza, comune dalla tradizione arbëreshë. Le celebrazioni in suo onore si svolgono il giorno 26 ottobre.

Le ossa di san Demetrio sono state trasferite dall'abbazia di San Lorenzo in Campo a Salonicco, dapprima il teschio il 24 ottobre 1978, poi tutte le altre ossa, tranne i femori, nella primavera del 1980. I femori si possono venerare nella cripta della chiesa a San Lorenzo in Campo, mentre le altre reliquie sono conservate nella chiesa di San Demetrio a Salonicco.

Iconografia modifica

La sua iconografia lo raffigura in armatura da soldato romano, sebbene le sue prime rappresentazioni precedenti al 600 lo vedono vestito di una semplice tunica. Dopo la caduta di Costantinopoli esso venne sempre più spesso associato a san Giorgio ed insieme raffigurati a dorso di un cavallo, spesso di colore rosso per san Demeterio e bianco per san Giorgio, un altro elemento che permette di distinguerli è il loro obbiettivo: san Giorgio uccide un drago, mentre Demetrio un moro.[2] Inoltre similmente a Giorgio anche san Teodoro è raffigurato nello sconfiggere un drago, spesso anche un serpente.[3][4]

Un'altra iconografia per questo santo lo vede dipinto con lo sfondo della Torre bianca di Tessalonica che nell'iconografia è raffigurata così come era nota durante il XVI secolo, poiché l'architettura e la conformazione della torre dell'epoca di san Demetrio è rimasta ignota. Una delle più antiche ed importati iconografie di questo santo è oggi custodita nel museo civico di Sassoferrato.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • James C. Skedros, Saint Demetrios of Thessaloniki: Civic Patron and Divine Protector 4th-7th Centuries CE, Trinity Press International, 1999. in JSTOR
  • David Woods, Thessalonica's Patron: Saint Demetrius or Emeterius?, Harvard Theological Review, luglio 2000, [1]
  • James C. Skedros, Reponse to David Woods, Harvard Theological Review, luglio 2000, in JSTOR

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN27865375 · CERL cnp00584620 · GND (DE118677691 · BNE (ESXX5266998 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-27865375