Desaparecidos
L'espressione desaparecidos (letteralmente "scomparsi" in spagnolo e portoghese)[1] si riferisce alle persone che furono arrestate per motivi politici, o anche semplicemente accusate di avere compiuto attività "anti governative" dalla polizia dei regimi militari argentino, cileno e di altri paesi dell'America latina, e delle quali si persero in seguito le tracce.
Tipico del fenomeno dei desaparecidos fu la segretezza con cui operarono le forze governative; gli arresti e i sequestri avvenivano spesso di notte e in genere senza testimoni, così come segreto rimaneva tutto ciò che seguiva all'arresto; le autorità non fornivano ai familiari la notizia degli avvenuti arresti e gli stessi capi di imputazione erano solitamente molto vaghi. Della maggioranza dei desaparecidos non si seppe effettivamente mai nulla e solo dopo la caduta del regime militare e il ritorno alla democrazia, con la pubblicazione del rapporto Nunca más (Mai più), che permise la ricostruzione di una parte degli avvenimenti e della sorte di un certo numero di "scomparsi", fu possibile conoscere che molti di loro furono detenuti in campi di concentramento e in centri di detenzione clandestini, torturati e infine assassinati segretamente, con l'occultamento delle salme in fosse comuni o gettati nell'Oceano Atlantico o nel Río de la Plata con i cosiddetti voli della morte.
La sparizione forzata è un fenomeno che si è verificato anche in altri paesi e in altri momenti storici, situazioni per le quali il termine spagnolo è divenuto una parola mantello d'uso comune. Tale fenomeno è stato riconosciuto come crimine contro l'umanità dall'articolo 7 dello Statuto di Roma del 17 luglio 1998 per la costituzione del Tribunale penale internazionale e dalla risoluzione delle Nazioni Unite numero 47/133 del 18 dicembre 1992.
Desaparecidos in ArgentinaModifica
Si ritiene che tra il 1976 e il 1983 in Argentina, sotto il regime della Giunta militare, siano scomparsi fino a 30.000 dissidenti o sospettati tali (9.000 accertati secondo i rapporti ufficiali del CONADEP[2]) su 40.000 vittime totali.
Le modalità di sequestro e di sparizione delle vittime della repressione fu ideata per perseguire due obiettivi: il primo era quello di evitare quanto verificatosi a seguito del Golpe cileno del 1973, che aveva portato al potere la Giunta militare comandata dal generale Pinochet, dove le immagini della prigionia dei dissidenti nello stadio di Santiago del Cile avevano fatto il giro del mondo, sollevando l'indignazione e l'interessamento delle associazioni per la difesa dei diritti umani; l'assoluta segretezza degli arresti viceversa garantì per lungo tempo al regime militare argentino una sorta di "invisibilità" agli occhi del mondo; dovettero passare infatti almeno 4 o 5 anni dall'inizio della dittatura prima che all'estero si iniziasse ad avere una percezione esatta di quanto stesse accadendo in Argentina. Il secondo era quello di terrorizzare la popolazione, attraverso la mancata diffusione di notizie in merito alla sorte degli arrestati, limitando in questo modo fortemente non solo ogni possibile dissenso al regime ma anche la semplice richiesta di notizie da parte dei parenti.
Gli arresti avvenivano molto spesso con modalità da "rapimenti": squadre non ufficiali di militari arrivavano con una Ford Falcon verde scuro senza targa, la cui sola vista suscitava il terrore, e piombavano nelle case in piena notte[3], sequestrando a volte intere famiglie. L'assoluto mistero sulla sorte degli arrestati fece sì che le stesse famiglie delle vittime tacessero per paura. La conseguenza di queste modalità fu che nella stessa Argentina per lungo tempo il fenomeno rimase taciuto, oltre che totalmente ignorato nel resto del mondo. Una volta arrestate, le vittime erano rinchiuse in luoghi segreti di detenzione, senza alcun processo, quasi sempre torturate, a volte per mesi, e solo in rari casi, dopo un processo sommario e senza alcuna garanzia legale, gli arrestati vennero rimessi in libertà.
Secondo alcune fonti, spesso testimonianze di militari coinvolti nell'operazione, molti desaparecidos furono imbarcati a bordo di aerei militari, sedati e lanciati nel Río de la Plata, oppure gettati nell'Oceano Atlantico[4] col ventre squarciato da una coltellata affinché i loro corpi fossero divorati dagli squali, i cosiddetti vuelos de la muerte, voli della morte; altri furono detenuti in centri di detenzione clandestini. Uno di questi, rimasto sinistramente celebre, ebbe sede nella scuola di addestramento della Marina Militare ESMA, a Buenos Aires. Un altro episodio tristemente famoso fu quello che iniziò nel settembre 1976 e che passò alla storia come notte delle matite spezzate, un'operazione di repressione organizzata contro i movimenti studenteschi delle scuole superiori; ne furono il pretesto le manifestazioni per la concessione, e successivamente contro l'abolizione, del boleto estundiantil, un tesserino studentesco che consentiva sconti sui libri di testo e sui trasporti. Un grande numero di studenti, per la maggior parte minorenni, fu sequestrato, sottoposto a torture e almeno 238 di loro furono uccisi.
Un altro fenomeno fu quello delle donne arrestate mentre si trovavano in stato interessante oppure rimaste incinte a seguito delle violenze subite nei centri di detenzione: molte donne partorirono mentre erano detenute, molte di esse furono uccise, e i loro figli illegalmente affidati in adozione a famiglie di militari o poliziotti. Dalla restaurazione della democrazia nel 1983, le istituzioni argentine si sono in parte adoperate per ritrovare questi bambini e restituirli alle loro famiglie. Le indagini fatte in questo senso sono state fondamentali per scoprire molte delle atrocità commesse dal regime militare. Inoltre queste indagini consentirono la condanna di ex funzionari del regime che, per i reati strettamente politici, erano stati prosciolti o amnistiati sulla base del loro obbligo di obbedire agli ordini all'epoca dei fatti attraverso la cosiddetta legge della "obbedienza dovuta".
La denuncia e la scoperta degli orrori avvenuti in Argentina durante il regime militare si deve in grande parte all'azione delle Madri di Plaza de Mayo, madri dei giovani desaparecidos che con una protesta pacifica, sfidando il regime, riuscirono a far conoscere alla opinione pubblica il dramma che stava avvenendo nel loro Paese[5] e della Nonne di Plaza de Mayo che si sono date, dal 1977, il compito di localizzare e restituire alle famiglie legittime tutti i bambini sequestrati dopo aver ucciso e fatto sparire le madri. Tra le sue presidenti María Eugenia Casinelli, che ne fu anche fondatrice, e in seguito Estela Barnes de Carlotto. Tuttavia, una volta tornata la democrazia, dopo le prime sentenze di condanna contro ufficiali dell'esercito emesse sotto la presidenza Alfonsin, le successive pressioni degli ambienti militari hanno fatto sì che vi fossero numerose amnistie e, di fatto, un colpo di spugna sul periodo della dittatura. Il 13 gennaio 2007 Isabelita Peron è stata arrestata in Spagna per la morte di un giovane desaparecido[6]. Solo negli anni 2000, a seguito della pressione del presidente Néstor Kirchner, alcune amnistie sono state revocate e i responsabili hanno subito varie pene; il tenente generale Jorge Videla, ad esempio, è stato condannato a due ergastoli e 50 anni di carcere. All'età di 87 anni, il 17 maggio 2013 Jorge Videla è morto senza svelare la verità sulle sue vittime.
Desaparecidos in CileModifica
In Cile durante la dittatura del generale Augusto Pinochet si stimano, tra circa 2000 morti e molti desaparecidos, una cifra intorno a 40.000 vittime; gli scomparsi sono circa 38.000. Pinochet prese il potere l'11 settembre 1973 rovesciando Salvador Allende, il presidente eletto, che si suicidò nel palazzo presidenziale. Dal giorno del golpe, il regime pinochetista cominciò una durissima repressione. Fino al 27 giugno 1974 Pinochet era semplicemente il presidente della Giunta militare, leadership che avrebbe dovuto alternarsi con quelle dei comandanti delle altre forze armate. Da quella data assume il titolo di "Capo Supremo della Nazione", poi ufficializzato in Presidente del Cile. La violenza e il bagno di sangue del colpo di Stato continuarono però durante l'amministrazione di Pinochet. Una volta al potere, Pinochet governò con pugno di ferro. La tortura contro i dissidenti era pratica comune, sia per avere informazioni, sia come metodo per incutere terrore, in modo che, se un oppositore fosse stato rilasciato, non avrebbe più avuto la forza di impegnarsi politicamente. Molte delle persone sequestrate, a differenza di quanto avvenne in Argentina, furono poi rilasciate dopo tempi più o meno lunghi di detenzione, ma costrette all'esilio o all'isolamento sociale e politico (come accadde al futuro scrittore e regista Luis Sepúlveda e alla scrittrice Isabelle Allende). I dissidenti assassinati per aver pubblicamente parlato contro la politica di Pinochet venivano invece definiti "scomparsi". Non si sa esattamente quanta gente sia stata uccisa dalle forze del governo e dei militari durante i diciassette anni che rimase al potere, ma la Commissione Rettig, voluta dal nuovo governo democratico, elencò ufficialmente più di 3000 vittime (2.095 morti e 1.102 "desaparecidos") su 130.000 sequestri. L'ultimo computo aggiornato, presentato nell'agosto 2011 da una commissione incaricata dal governo, porta il numero totale delle vittime a 40.018[7] e 600.000 arresti.
Tra le vittime, ucciso nello Estadio Nacional de Chile insieme a molti altri durante i giorni del golpe, anche il regista e cantante Víctor Jara. Migliaia di cileni lasciarono il Paese per sfuggire al regime. Tranne che per la strage dell'Estadio Nacional de Chile, in cui gli eccidi furono documentati, Pinochet tentò di insabbiare questi crimini parlando di morti in scontri di guerriglia o di esiliati, anziché di sequestri e omicidi, soprattutto nel caso degli scomparsi. Minore fu il numero di voli della morte rispetto alla dittatura argentina, infatti numerose fosse comuni di vittime scomparse sono state rinvenute.
La presidenza di Pinochet era frequentemente resa instabile da sollevazioni e da isolati attacchi violenti. I tentativi di assassinio erano comuni, il che aumentò la paranoia del governo e probabilmente alimentò il ciclo dell'oppressione.
Desaparecidos in altre dittatureModifica
Numeri consistenti di persone uccise e scomparse vi furono nei primi anni del franchismo in Spagna, in Paraguay, in Uruguay, in Brasile, in Guatemala, nell'Iraq di Saddam Hussein, in Cambogia, nella Libia di Gheddafi, in Grecia, nei primi anni della Jugoslavia di Tito e in molti altri paesi[8]; recentemente il fenomeno è ricomparso in maniera massiccia nell'Egitto di al-Sisi.[9]
I desaparecidos nella culturaModifica
FilmModifica
Fra i numerosi film che trattano il tema dei desaparecidos, a vario titolo:
- Missing - Scomparso (1982) di Costa-Gavras
- La notte delle matite spezzate (1986) di Héctor Olivera
- La morte e la fanciulla (1995) di Roman Polański
- La storia ufficiale (1985) di Luis Puenzo
- Moebius (1996) del professore argentino Gustavo Mosquera insieme ad alcuni studenti dell'Universidad del Cine di Buenos Aires.
- La casa degli spiriti (1993) di Bille August, dall'omonimo libro di Isabel Allende
- D'amore e ombra (1994) regia Betty Kaplan tratto dall'omonimo libro della Allende.
- Garage Olimpo (1999) di Marco Bechis
- Figli/Hijos (2001) di Marco Bechis
- Kamchatka (2002) di Marcelo Piñeyro
- Immagini (2002) di Christopher Hampton
- Cronaca di una fuga - Buenos Aires 1977 (2006) di Israel Adrián Caetano
- Complici del silenzio (2008) di Stefano Incerti
- La loma - no todo es lo que aparenta di Roberto Luis Garay
- Tony Manero (2008) di Pablo Larraín
- Dawson Isla 10 (2010) di Miguel Littín
- Post mortem (2010) di Pablo Larrain
- Tango per la libertà (fiction RAI 1 2015) ispirata al libro Niente asilo politico di Enrico Calamai
DVDModifica
- Antonio Ferrari e Alessia Rastelli (inchiesta), Il viaggio di Vera dalla Shoah ai desaparecidos, testi di Ferruccio De Bortoli, Alessandra Coppola, Vera Vigevani Jarach, Marco Bechis (la storia della desaparecidos Franca figlia di Vera), RCS Divisione Media, Milano 2015, ISSN 1120-4982
Opere letterarieModifica
Romanzi e racconti che trattano, ricordano o sono legati all'argomento:
NarrativaModifica
- Dittatura argentina
- Massimo Carlotto, Le irregolari - Buenos Aires horror tour, E/O, 1998, ISBN 88-7641-337-5
- Massimo Carlotto, Il giorno in cui Gabriel scoprì di chiamarsi Miguel Angel, Edizioni EL, 2005, ISBN 978-88-477-1632-2
- Peppino Canneddu, "30.000 Desaparecidos". Corredato con fotografie in esclusiva e con la prima intervista rilasciata da Hebe de Bonafini. Edizioni Storiche 1984
- Julio Cortázar, racconto La seconda volta in Uno che passa di qui, Guanda, 1997, ISBN 88-8246-000-2
- Nathan Englander, Il ministero dei casi speciali, Mondadori, 2007, ISBN 978-88-04-57253-4
- Giovanni Greco, L'ultima madre, Feltrinelli, 2014 ISBN 978-88-07-04104-4
- Stefano Medaglia, Tango Irregolare, Editoriale Fernando Folini, 2013, ISBN 978-88-7266-093-5
- Elsa Osorio, I vent'anni di Luz, Mondolibri, 2000; Guanda, 2000 - racconta la storia di una figlia di desaparecidos
- Laura Pariani, Quando Dio ballava il tango, Rizzoli, 2002
- Raoul Precht, Senza tracce, muto, come affonda una nave, Foschi Editore, 2008
- Luis Sepúlveda, Le rose di Atacama, Guanda, 2012
- Federico Tulli, Figli rubati. L'Italia, la Chiesa e i desaparecidos, L'asino d'oro, 2015
- Lorenzo Marotta, Mailén, Vertigo, 2016, ISBN 978-88-6206-383-8
- Dittatura cilena
- Dittatura uruguayana
- Mauricio Rosencof e Eleuterio Fernández Huidobro, Memorie dal calabozo - 13 anni sottoterra, Iacobellieditore, 2009
Saggi, reportage e testimonianzeModifica
- dittatura argentina
- AA.VV., Memoria del buio. Opera collettiva di 112 prigioniere politiche argentine ("Nosotras, presas políticas"), con prefazione di Italo Moretti, Sperling & Kupfer, 2008
- Peppino Canneddu: "30.000 Desaparecidos". Fatti realmente accaduti durante la dittatura militare. Il libro è corredato da fotografie inedite della prima marcia della resistenza delle Madres de Plaza de Mayo.
- Munù Actis, Cristina Aldini, Liliana Gardella, Miriam Lewin, Elisa Tokar, Le reaparecide, traduzione di Fiamma Lolli, Stampa Alternativa, 2005 ISBN 978-88-7226-867-4
- Miguel Bonasso, Ricordo della morte, il Saggiatore, 2012 ISBN 978-88-565-0262-6
- Enrico Calamai, Niente asilo politico. Diplomazia, diritti umani e desaparecidos, Feltrinelli, 2006 ISBN 978-88-07-81912-4
- Massimo Carlotto, Le irregolari. Buenos Aires Horror Tour, Edizioni e/o, 1998 ISBN 88-7641-337-5
- Victoria Donda, Il mio nome è Victoria - cosa succede nella vita di una ragazza argentina che scopre a 27 anni di essere figlia di desaparecidos?", Corbaccio, 2010 - è la storia vera di Victoria Donda
- Claude Mary, Una voce argentina contro l'impunità. Laura Bonaparte, una Madre de Plaza de Mayo, 24marzo Onlus, 2012
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Bompiani, 2005
- Lino Rossi (a cura di), Lo sguardo di Juan. Sequestrato e desaparecido a Santiago del Cile dal 26 maggio 1976, Castelvecchi, 2017 EAN 9788832821321
- Roberto Turrinunti, Estanislao Kowal. Argentina 1976-1983. Il dramma di un desaparecido romagnolo, Il Ponte Vecchio, 2011
- Horacio Verbitsky, Il volo. Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos, Feltrinelli, 1996 ISBN 978-88-07-17019-5 Fandango tascabili, 2008 ISBN 978-88-6044-091-4
- Horacio Verbitsky, L'isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, Fandango Libri, 2006 ISBN 978-88-6044-004-4
- altro
- L'Osso di Dio - Cristina Zacaria. Le mafie si prendono le vite delle persone. Le rubano giorno dopo giorno. Ma in quelle terre di Calabria una piccola donna ha osato sfidare la n'drangheta. Ha dimostrato il suo carico di errori e il suo amore di madre, che una possibilità di scelta esiste sempre. (2009 Flacconio Editore)
- Operazione Massacro di Rodolfo Walsh (1972)
MusicaModifica
Canzoni sulla dittatura militare argentina (1976-1982) e i desaparecidos[10]: (in ordine cronologico)
- Donde estan dei Quilapayún, sui desaparecidos del Chile, contenuta nell'album La marche et le drapeau, 1977
- Los Desaparecidos di Steve Van Zandt, contenuta nell'album Voice of America, 1983
- Desapariciones di Rubén Blades, contenuta nell'album Buscando América, 1984
- Desaparecido dei Litfiba, contenuta nell'album omonimo, 1985
- They Dance Alone (Cueca solo) di Sting, contenuta nell'album ...Nothing Like the Sun, 1987
- Mothers of the Disappeared degli U2, contenuta nell'album The Joshua Tree, 1987
- Santiago dei Litfiba, contenuta nell'album Litfiba 3, 1988
- Bambini di Paola Turci, contenuta nell'album Paola Turci, 1989
- Canzone per i desaparecidos e Salvador dei Nomadi, contenute rispettivamente negli album Quando ci sarai, 1996 e Solo Nomadi, 1990
- Desaparecido di Manu Chao, contenuta nell'album Clandestino, 1998
- Aria di Buenos Aires di Lalli, contenuta nell'album Tempo di vento, 1998
- Desaparecido di Daniele Silvestri, contenuta nell'album Sig. Dapatas, 1999
- Nunca mas di Patrick Bruel, contenuta nell'album Juste avant, 1999
- Plaza de Mayo degli Atarassia Grop, contenuta nell'album Aqui estamos, 2003
- Hijos degli Askra, contenuta nell'omonimo album, 2004
- 30000 Hermanos di Luca Persico, contenuta nell'album 'O Zulù in the Al Mukawama experiment 3, 2005
- Plaza de Mayo della Casa del vento contenuta nell'album Al di là degli alberi, 2005
- Trentamila cuori di Javier Girotto & Aires Tango, 2006
Il 24 marzo 2009, 33º anniversario del golpe militare, i Radiohead in concerto a Buenos Aires hanno dedicato la loro canzone How to Disappear Completely alle vittime della dittatura[11].
Approfondimenti storiciModifica
- Il silenzio infranto, il dramma dei desaparecidos italiani in Argentina a cura di Carla Tallone e Vera Vigevani Jarach (2005, Silvio Zamorani editore)
- Le vene aperte dell'America Latina di Eduardo Galeano (2008,
- Argentina paese dei paradossi di Marίa Seoane (2004, Editori Laterza)
NoteModifica
- ^ Il verbo desaparecer, come l'italiano "sparire", è intransitivo; desaparecidos è un participio passato transitivo, usato in modo da implicare il significato di "chi è stato fatto scomparire". Il termine viene utilizzato comunemente nel parlato, in maniera estesa per ogni fenomeno analogo, commesso anche in paesi all’infuori dell’America Latina.
- ^ Copia archiviata, su nuncamas.org. URL consultato il 17 gennaio 2006 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2006).
- ^ Nunca Mas: Il sequestro, su nuncamas.it (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2012).
- ^ Nunca Mas: Eliminazione, su nuncamas.it (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2012).
- ^ Nunca Mas: Le donne custodi della memoria, su nuncamas.it (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2012).
- ^ Desaparecidos, arrestata in Spagna l'ex presidentessa argentina Isabel Peron - esteri - Repubblica.it
- ^ BBC News: Chile recognises 9,800 more victims of Pinochet's rule
- ^ In Turchia "Sebla Arcan dell’Insan Haklari Derneci, (...) da 20 anni si occupa degli scomparsi insieme alle madri di Galatasaray, che ogni sabato protestano esibendo i ritratti dei loro parenti": Giuliana Sgrena, Svolta nell’area per la proposta di pace del leader curdo, Il manifesto, 22.04.2015.; e anche in Messico
- ^ Sparizioni forzate, torture, prove falsificate: ecco come al Sisi tiene in scacco l'Egitto, su espresso.repubblica.it.
- ^ La dittatura militare argentina. 1976-1982. I desaparecidos da Canzoni contro la guerra
- ^ How to Disappear Completely - Radiohead - Argentina - YouTube
Voci correlateModifica
- Operazione Condor
- Nunca más
- Notte delle matite spezzate
- Processo di riorganizzazione nazionale
- CONADEP
- Guerra sporca
- Plaza de Mayo
- Voli della morte
- Madri di Plaza de Mayo
- Nonne di Plaza de Mayo
- Giornata internazionale dei desaparecidos
. Desaparecidos chek uouo
Altri progettiModifica
- Wikiquote contiene citazioni di o su desaparecidos
Collegamenti esterniModifica
- Dossier desaparecidos del centro italiano studi per la pace, su studiperlapace.it.
- Le liste nere di Videla, su repubblica.it.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh89002409 |
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