Diamond Dogs

album di David Bowie del 1974

Diamond Dogs è l'ottavo album di David Bowie, pubblicato dalla RCA nel maggio 1974.

Diamond Dogs
album in studio
ArtistaDavid Bowie
Pubblicazione24 maggio 1974
Durata38:28
Tracce11
GenereGlam rock[1]
Funk[1]
EtichettaRCA
ProduttoreDavid Bowie
RegistrazioneOlympic e Island Studios, Londra; Studio L Ludolf, Hilversum, Paesi Bassi; ottobre 1973 - febbraio 1974
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera del Regno Unito Regno Unito[2]
(vendite: 100 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[3]
(vendite: 500 000+)
David Bowie - cronologia
Album precedente
(1973)
Album successivo
(1974)
Singoli
  1. Rebel Rebel
    Pubblicato: 15 febbraio 1974
  2. Diamond Dogs
    Pubblicato: 14 giugno 1974
  3. 1984
    Pubblicato: luglio 1974
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[4]
Blender[5]
Chicago Tribune[6]
Christgau's Record GuideC+[7]
Encyclopedia of Popular Music[8]
The Guardian
Pitchfork9/10[9]
Q[10]
The Rolling Stone Album Guide[11]
Select5/5[12]

Il disco modifica

 
David Bowie nei panni di "Halloween Jack" esegue Rebel Rebel a Top Pop nel febbraio 1974.

Il tema del concept album era la fusione tra il romanzo 1984 di George Orwell, Ragazzi selvaggi di William S. Burroughs[13] e la visione glam di un mondo postapocalittico nel tipico stile del cantante.

Bowie voleva organizzare una produzione teatrale basata sul libro di Orwell e cominciò a comporne le musiche dopo aver completato le sessioni di registrazione per il suo album Pin-Ups del 1973, ma gli eredi di Orwell, possessori dell'opera letteraria, gli negarono i diritti. Le canzoni finirono nella seconda metà dell'album Diamond Dogs nonostante siano stati mantenuti i riferimenti a 1984 come risulta evidente dai titoli.

Sebbene l'album fosse stato registrato e pubblicato ben dopo The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars a metà del 1973, e sebbene il personaggio principale fosse originale (Halloween Jack, "un tipo strafigo (cool cat) che vive nella decadente Hunger City"), molti commentatori considerano lo spirito di Ziggy come ancora molto presente in Diamond Dogs, notando in particolare il taglio di capelli di Bowie sulla copertina e lo stile glam-trash del primo singolo Rebel Rebel. È stata identificata in alcune canzoni, come successe per l'album Aladdin Sane, l'influenza dei Rolling Stones, soprattutto nella canzone di testa Diamond Dogs e in Rebel Rebel, tuttavia sembra che Bowie avesse evoluto il suo stile rispetto ai suoi primi lavori con una vena epica nella ballata Sweet Thing / Candidate / Sweet Thing (Reprise), e soprattutto in Big Brother, mentre Rock 'n' Roll with Me e 1984 (con l'arrangiamento ispirato a Shaft) si dimostrarono una anticipazione del futuro periodo plastic soul del cantante. L'album originale si concludeva con un verso, "Bruh-bruh!", una storpiatura di "Big Brother", ripetuto insistentemente.

Diamond Dogs fu il primo album dal 1969 a non comprendere nessuno degli Spiders from Mars, la band che accompagnava Bowie resa famosa in The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars. Invece il ruolo di bassista fu affidato a Herbie Flowers, mentre le percussioni vennero divise tra Aynsley Dunbar e Tony Newman. Con una mossa che sorprese molti critici, Bowie attribuì a sé stesso il ruolo di primo chitarrista che era di Mick Ronson, tranne che in 1984. L'album fu una pietra miliare nella carriera di Bowie, perché lo spinse alla riunione con Tony Visconti, che avrebbe co-prodotto quasi tutti i suoi lavori per il resto della decade.

Benché Diamond Dogs abbia conquistato la prima posizione nel Regno Unito, la quinta negli Stati Uniti ed una imprevista prima posizione nella classifica italiana[senza fonte] (redatta da Ciao 2001, rivista cult degli anni '70), è stato criticato per i suoni duri ed il tema pretenzioso. Tuttavia allo stile brusco di Bowie con la chitarra e alle visioni di caos urbano, bambini disperati e amori nichilistici (We'll buy some drugs and watch a band / And jump in the river holding hands: "compreremo delle droghe e guarderemo una band / E salteremo nel fiume tenendoci per mano") furono anche attribuite importanti influenze che condizionarono la rivoluzione punk dei seguenti anni.

Bowie suonò tutte le canzoni dell'album (eccetto We Are the Dead) durante il suo tour nordamericano del 1974 (Diamond Dogs Tour), e alcune (Diamond Dogs e Rebel Rebel) nel seguente Isolar Tour del 1976. Solo Rebel Rebel è stata mantenuta nei concerti successivi al 1978.

Copertina modifica

L'immagine di copertina mostra un inquietante Bowie mezzo-cane dipinto da Guy Peellaert. È stata molto contestata perché nella versione completa mostrava chiaramente i genitali ibridi della creatura. Il dipinto fu corretto ad aerografo per la copertina dell'album, mentre una seconda copertina mostrante il cantante in sombrero che regge un cane rabbioso fu scartata: entrambe però furono incluse nelle riedizioni targate Rykodisc/EMI.[14][15] L'artwork aveva avuto origine da una seduta fotografica con il fotografo Terry O'Neill. Bowie decise di non utilizzare nessuno dei precedenti collaboratori grafici delle sue copertine e richiese invece i servizi dell'illustratore belga Guy Peellaert, che aveva recentemente pubblicato il libro Rock Dreams, con numerose illustrazioni realizzate con foto ritoccate con l'aerografo, che stava riscuotendo molto successo. Bowie invitò Peellaert a una sessione fotografica dove egli posava insieme a un alano.[16][17] Quindi chiese a Peellaert se gli sarebbe piaciuto elaborare un'illustrazione per la copertina del suo nuovo album, basandosi su uno storyboard che lo ritraeva come un essere mezzo uomo e mezzo cane, stilisticamente simile a quanto stava facendo Peelleart per la copertina dell'album dei Rolling Stones It's Only Rock 'n' Roll. Peellaert accettò l'offerta, prendendo spunto da un libro in suo possesso sul parco dei divertimenti di Coney Island. I due "freak" dietro a Bowie sono basati su Alzoria Lewis (conosciuta come "The Turtle Girl") e Johanna Dickens ("The Bear Girl"), entrambe deformi attrazioni del Cavalcade Variety Show del luna park di Coney Island.[16][17]

Pubblicazione modifica

In Gran Bretagna, la RCA Records pubblicò come singolo apripista dell'album la canzone Rebel Rebel il 15 febbraio 1974 con il numero di catalogo LPB05009, e curiosamente come lato B del 45 giri fu scelta Queen Bitch, una traccia di Hunky Dory, album ormai vecchio di tre anni.[18] Lo stesso giorno, Bowie registrò in playback un'esecuzione di Rebel Rebel presso l'Avro Studio di Hilversum, per la messa in onda nel programma televisivo olandese Top Pop. Il singolo si rivelò un successo e divenne in breve tempo un inno glam rock.[19][20]

Diamond Dogs venne pubblicato il 24 maggio 1974 con numero di catalogo APLI 0576.[21] L'album fu un grande successo commerciale, raggiungendo la vetta della classifica UK Albums Chart nel Regno Unito e la posizione numero 5 nella Billboard 200 statunitense.[22][23] Per promuovere il disco, fu indetta una campagna promozionale da 400,000 dollari che includeva l'affissione di cartelloni pubblicitari a Times Square e su Sunset Boulevard, articoli di riviste, poster in metropolitana che recavano la scritta "The Year of the Diamond Dogs" ("L'anno dei cani di diamante") e uno spot televisivo, uno dei primi del suo tipo per un album di musica pop.[24] In Canada l'album bissò il successo riscosso nelle classifiche inglesi, raggiungendo la prima posizione nel luglio 1974, dove rimase per due settimane.[25] Il 14 giugno 1974 la RCA fece uscire anche un secondo singolo estratto dall'album, la title track Diamond Dogs (n. cat. APBO-0293), con una versione ri-registrata del singolo di Bowie del 1971 Holy Holy come B-side.[26][27] Il secondo singolo non andò altrettanto bene come il primo, raggiungendo la posizione numero 21 della UK Singles Chart e fallendo l'entrata in classifica negli Stati Uniti.[28][29] 1984 venne pubblicata come terzo ed ultimo singolo estratto dall'album negli Stati Uniti e in Giappone, ma non entrò in classifica.[30] Recensendo il singolo nell'agosto 1974, la rivista Billboard descrisse 1984 "la canzone più commerciale di Bowie... da molto tempo a questa parte".[31]

Tracce modifica

  • Tutte le canzoni e i testi sono opera di David Bowie, tranne dove indicato.
Lato A
  1. Future Legend - 1:00
  2. Diamond Dogs - 6:04
  3. Sweet Thing - 3:39
  4. Candidate - 2:40
  5. Sweet Thing (Reprise) - 2:32
  6. Rebel Rebel - 4:34
Lato B
  1. Rock 'n' Roll with Me (Bowie/Warren Peace) - 4:02
  2. We Are the Dead - 5:01
  3. 1984 - 3:27
  4. Big Brother - 3:23
  5. Chant of the Ever Circling Skeletal Family - 2:06
  • Il missaggio è di Bowie e Visconti, tranne per Rebel Rebel, Rock 'n' Roll with Me e We Are the Dead (missaggio di Keith Harwood).

Ristampe modifica

Questo album è stato ripubblicato su CD cinque volte: la prima nel 1984 dalla RCA, la seconda nel 1990 dalla Rykodisc (contenente due tracce bonus), la terza nel 1999 da EMI (in versione rimasterizzata a 24-bit ma senza tracce extra), la quarta nel 2004 da EMI in versione 30th Anniversary Deluxe Edition, contenente un secondo disco con materiale inedito, e la quinta nel 2016 dalla Parlophone, inclusa inizialmente solo all'interno del cofanetto Who Can I Be Now?, poi pubblicata separatamente. Una versione demo strumentale di Sweet Thing chiamata Tragic Moments (conosciuta nei circoli bootleg come Zion o A Lad in Vain) venne programmata per l'inclusione nell'edizione del 30º anniversario, ma rimane tuttora inedita.

Tracce bonus edizione 1990 modifica

  1. Dodo (traccia precedentemente inedita) - 2:55
  2. Candidate (versione demo) - 5:05

Tracce bonus edizione 2004 modifica

  1. 1984/Dodo (anche conosciuta come You Didn't Hear It from Me) - 5:27
  2. Rebel Rebel (versione singolo US) - 2:58
  3. Dodo - 2:53
  4. Growin' Up - (Bruce Springsteen) - 3:23
  5. Alternative Candidate (demo per il proposto musical 1984) - 5:05
  6. Diamond Dogs (K-Tel edit) - 4:37
  7. Candidate (Intimacy mix) - 2:57
  8. Rebel Rebel (re-registrazione 2003) - 3:10

Formazione modifica

Note modifica

  1. ^ a b Claudio Fabretti, David Bowie Il dandy che cadde sulla Terra, su ondarock.it, OndaRock. URL consultato il 24 giugno 2021.
  2. ^ (EN) Diamond Dogs, su British Phonographic Industry. URL consultato il 21 aprile 2016.
  3. ^ (EN) David Bowie - Diamond Dogs – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 21 aprile 2016.
  4. ^ Stephen Thomas Erlewine, Diamond Dogs – David Bowie, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 10 luglio 2008 (archiviato il 17 giugno 2012).
  5. ^ Ross Raihala, David Bowie: Diamond Dogs, in Blender. URL consultato il 14 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2005).
  6. ^ Greg Kot, Bowie's Many Faces Are Profiled On Compact Disc, in Chicago Tribune, 10 giugno 1990. URL consultato l'11 novembre 2020 (archiviato il 16 aprile 2016).
  7. ^ Robert Christgau, B, in Christgau's Record Guide: Rock Albums of the Seventies, Ticknor and Fields, 1981, ISBN 0-89919-026-X. URL consultato il 10 luglio 2020. Ospitato su robertchristgau.com.
  8. ^ Colin Larkin, Bowie, David, in The Encyclopedia of Popular Music, 5th concise, Omnibus Press, 2011, ISBN 978-0-85712-595-8.
  9. ^ Barry Walters, David Bowie: Diamond Dogs, su Pitchfork, 22 gennaio 2016. URL consultato il 21 novembre 2015 (archiviato il 24 gennaio 2016).
  10. ^ David Bowie: Diamond Dogs, in Q, n. 158, novembre 1999, pp. 140–41.
  11. ^ Rob Sheffield, David Bowie, in The New Rolling Stone Album Guide, 4th, Simon & Schuster, 2004, pp.  97–99., ISBN 0-7432-0169-8.
  12. ^ Nick Griffiths, Diamond Jubilation, in Select, n. 5, novembre 1990, p. 124.
  13. ^ David Bowie - biografia, recensioni - Ondarock, su ondarock.it. URL consultato il 27 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2016).
  14. ^ Pegg, Nicholas; The Complete David Bowie, 2016, Londra, Titan Books, p. 371, ISBN 978-1-78565-365-0
  15. ^ Cann, Kevin; Any Day Now – David Bowie: The London Years: 1947–1974, 2010, Croyden, Surrey: Adelita, p. 323-325, ISBN 978-0-95520-177-6
  16. ^ a b Cann, 2010, p. 325
  17. ^ a b Pegg, 2016, p. 371
  18. ^ O'Leary, Chris (2015). Rebel Rebel: All the Songs of David Bowie from '64 to '76. Winchester: Zero Books, p. 562, ISBN 978-1-78099-244-0.
  19. ^ Pegg, 2016, pp. 221–222
  20. ^ Carr & Murray, 1981, p. 60
  21. ^ Diamond Dogs album is forty today, su davidbowie.com, David Bowie Official Website, 24 maggio 2014. URL consultato il 14 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2014).
  22. ^ David Bowie > Artists > Official Charts, su officialcharts.com, UK Albums Chart. URL consultato il 31 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013).
  23. ^ Diamond Dogs Chart History, su Billboard. URL consultato l'11 luglio 2020.
  24. ^ Pegg, 2016, pp. 371–372
  25. ^ RPM Top Albums (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). in Collections Canada (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2014)..
  26. ^ O'Leary, 2015, p. 562
  27. ^ Pegg, 2016, p. 114
  28. ^ O'Leary, 2015, p. 424
  29. ^ Pegg, 2016, pp. 74–75
  30. ^ Pegg, 2016, p. 199
  31. ^ Top Single Picks (PDF), in Billboard, 10 agosto 1974, p. 74. URL consultato il 6 dicembre 2020. Ospitato su worldradiohistory.com.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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