Dinastia Liao
La dinastia Liao (cinese tradizionale: 遼朝; cinese semplificato: 辽朝; pinyin: Liáo Cháo), 907-1125, conosciuta anche come impero Kitai (契丹國 / 契丹国 / Qìdān Guó), fu una dinastia che regnò sulle regioni della Manciuria, della Mongolia e su parte della Cina settentrionale. Fu fondata dalla tribù Yelü (耶律 Yēlǜ) del popolo Kitai nell'ultimo periodo della dinastia Tang, anche se il primo sovrano, Ābǎojī (阿保機 / 阿保机), proclamò il primo periodo di regno solo nel 916. Con una superficie di 4,6 milioni di km² fu il più vasto impero del suo tempo nel X secolo.
Nel 947 (o secondo altre fonti nel 938) l'imperatore Yelü Ruǎn adottò ufficialmente il nome "Liáo" (formalmente "Grande Liáo"). Abbandonato nel 983, il nome fu poi ripreso nel 1066.
Il regno dei Liao fu distrutto dagli Jurchi della dinastia Jīn nel 1125. I superstiti, guidati da Yelü Dashi, fondarono la dinastia Liao occidentale 1125-1220 o Kara Khitay, che sopravvisse fino all'arrivo dell'esercito mongolo di Gengis Khan.
StoriaModifica
Periodo pre-imperialeModifica
Non esistono fonti scritte sulla storia dei Kitai fino all'XI secolo. Le uniche fonti sulla storia di questo popolo sono le fonti cinesi, anch'esse scarse, sebbene le prime notizie risalgano al IV secolo.
I Kitai vivevano nella parte orientale dell'attuale Mongolia Interna, ed avevano sviluppato un'economia basata sull'allevamento di bestiame e di cavalli. La loro cultura, nel corso dei secoli, fu influenzata dai contatti con i popoli confinanti, sia sedentari sia nomadi. I Kitai infatti erano aperti ai matrimoni con i membri delle tribù vicine.
Durante il periodo della dinastia Tang, i Kitai erano sottomessi agli Uiguri, che avevano stabilito la loro capitale nell'altipiano della Mongolia, prima di muovere ad ovest alla metà del IX secolo. L'espansione iniziale dei Kitai avvenne quindi verso ovest, nelle terre abbandonate dagli Uiguri dopo la loro partenza. Gli altri popoli che risiedevano nella regione erano gli Shiwei, gli Xi e i Tartari.
Ascesa di ĀbǎojīModifica
Le fonti cinesi riportano l'esistenza di otto tribù Kitai. La più potente era la tribù Yila, alla quale apparteneva Abaoji. La tribù Yila aveva rapporti con la dinastia Tang, e spesso era in conflitto con i governatori militari Tang insediati nelle regioni nord-orientali. Ābǎojī fu eletto capo della tribù Yila nel 901. Nel 905 strinse un'alleanza con Li Keyong, governatore militare della regione corrispondente allo Shanxi settentrionale. Nel 907 fu eletto Gran Khan dei Kitai.
L'espansione territoriale dello stato Kitai portò questo popolo nomade a contatto con le popolazioni cinesi stanziali, e comportò problemi di amministrazione dovuti alle diverse tradizioni e culture. Ābǎojī disegnò quindi un sistema amministrativo duplice, dividendo il territorio in due distretti amministrativi, del nord e del sud: a nord l'amministrazione era affidata a funzionari kitai, eletti dalle tribù, mentre a sud l'amministrazione era affidata a funzionari cinesi che seguivano le tradizioni della dinastia Tang. Le leggi avevano una diversa applicazione nei due distretti: a nord il sistema legislativo manteneva le tradizioni distintive del popolo nomade kitai, mentre a sud, l'influenza cinese era più marcata.
Nel 918 la capitale fu stabilita in una nuova città fortificata, chiamata Shangjing (上京). Oltre alla capitale, furono costruite più di trenta città fortificate, alcune delle quali, oltre a servire da capitali delle regioni amministrative, divennero anche importanti centri commerciali.
Cultura e religioneModifica
I Kitai non possedevano una scrittura. Solo nel 920 fu introdotto un sistema di scrittura per la lingua kitai, conosciuto come "scrittura grande" che, sebbene incorporasse caratteri cinesi, non era intelligibile dalle popolazioni di lingua cinese, e non è ancora stato decifrato dai linguisti. Nel 925 fu introdotto un nuovo tipo di scrittura, basato sulla trascrizione fonetica ed imitato dal sistema di scrittura degli Uiguri, che è conosciuto come "piccola scrittura". Questo sistema è stato parzialmente decifrato, e recenti scoperte effettuate nelle vicinanze di Datong, dove sorgeva la capitale occidentale del regno, permetteranno forse la completa decifrazione.
I Kitai erano tradizionalmente animisti. Dopo la fondazione dell'impero, però, Ābǎojī ordinò la costruzione di templi buddhisti, confuciani e taoisti. Gli imperatori successivi abbracciarono il buddhismo.
Successione e declinoModifica
Nel 918, Ābǎojī tentò di introdurre un'altra innovazione, prendendo in prestito il concetto cinese di primogenitura: nominò infatti suo successore il figlio maggiore, principe Bei. Il sistema della trasmissione del potere al figlio primogenito, tuttavia, non prese piede fra i Kitai fino alla fine del X secolo. La vedova di Abaoji, Yangtian, infatti, non accettò il principio di primogenitura, ritenendo il secondogenito Déguāng (926–947) più adatto a succedere al padre. Il principe Bei, pur essendosi ritirato dalla lotta per la successione, fu ucciso nel 936.
I problemi di successione si ripresentarono alla morte di Deguang, nel 947, e si risolsero con la salita al trono del nipote di Ābǎojī, Shìzōng.
Shizong, quello stesso anno, lanciò una spedizione contro la capitale della dinastia Jin posteriore, Kaifeng, riuscendo ad occuparla per breve tempo.
La debolezza dei Song si manifestò di nuovo nel 1004, quando i Kitai inflissero loro una sconfitta decisiva e li obbligarono a pagare un tributo in cambio della restituzione del territorio conquistato.
Nel 1044 i Kitai attaccarono il regno Tangut conquistando parte del suo territorio.
L'apparente forza dei Liao, tuttavia, si trovò a fronteggiare un nuovo nemico, gli Jurchen della dinastia Jīn, che attaccarono il regno kitai da nord, sconfiggendolo definitivamente nel 1125. Alcuni nobili kitai, guidati da Yelü Dashi, si rifugiarono nell'Asia Centrale dove fondarono l'impero di Kara Khitay.
Gli imperatoriModifica
Nome di tempio | Nome postumo | Nome | Durata del regno | Denominazione dei periodi |
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Tàizǔ 太祖 |
大聖大明神烈天皇帝 Dà Shèng Dà Míngshén Liètiān Huángdì |
Yēlǜ Ābǎojī 耶律阿保機 |
907–926 | Shéncè神冊 916–922 Tiānzàn 天贊 922–926 Tiānxiǎn 天顯 926 |
Tàizōng 太宗 |
孝武惠文皇帝 Xiàowǔ Huìwén Huángdì |
Yēlǜ Déguāng 耶律德光 |
926–947 | Tiānxiǎn 天顯 927–938 Huìtóng 會同 938–947 Dàtóng 大同 947 |
Shìzōng 世宗 |
孝和莊憲皇帝 Xiàohé Zhuāngxiàn Huángdì |
Yēlǜ Ruǎn 耶律阮 |
947–951 | Tiānlù 天祿 947–951 |
Mùzōng 穆宗 |
孝安敬正皇帝 Xiàoān Jìngzhèng Huángdì |
Yēlǜ Jǐng 耶律璟 |
951–969 | Yìnglì應曆 951–969 |
Jǐngzōng 景宗 |
孝成康靖皇帝 Xiàochéng Kāngjìng Huángdì |
Yēlǜ Xián 耶律賢 |
969–982 | Bǎoníng 保寧 969–979 Qiánhēng 乾亨 979–982 |
Shèngzōng 聖宗 |
文武大孝宣皇帝 Wénwǔ Dà Xiàoxuān Huángdì |
Yēlǜ Lóngxù 耶律隆緒 |
982–1031 | Qiánhēng 乾亨 982 Tǒnghé 統和 983–1012 Kāitài 開泰 1012–1021 Tàipíng 太平 1021–1031 |
Xīngzōng 興宗 |
神聖孝章皇帝 Shénshèng Xiàozhāng Huángdì |
Yēlǜ Zōngzhēn 耶律宗真 |
1031–1055 | Jǐngfú 景福 1031–1032 Chóngxī 重熙 1032–1054 |
Dàozōng 道宗 |
孝文皇帝 Xiàowén Huángdì |
Yēlǜ Hóngjī 耶律洪基 |
1055–1101 | Qīngníng 清寧 1055–1064 Xiányōng 咸雍 1065–1074 Tàikāng 太康 bzw. Dàkāng 大康 1075–1084 Dà'ān 大安 1085–1094 Shòuchāng 壽昌 bzw. Shòulóng 壽隆 1095–1101 |
Tiānzuòdì 天祚帝 |
Yēlǜ Yánxǐ 耶律延禧 |
1101–1125 | Qiántǒng 乾統 1101–1110 Tiānqìng 天慶 1111–1120 Bǎodà 保大 1121–1125 |
Vedi anche: Khitan
BibliografiaModifica
- Gernet, Jacques. A History Of Chinese Civilization. Cambridge University Press, 1972. ISBN 0-521-24130-8
- Mote, F.W. Imperial China (900-1800). Harvard University Press, 1999, 31-91.
- Wittfogel K.A. Feng Chia-Sheng History of Chinese Society. Liao (907-1125). Philadelphia, 1949 (Transactions of the American Philosophical Society, new series, 36)
- Hansen, Valerie. The Open Empire. A History of China to 1600. W.W. Norton and Company, New York, 2000
- Biran, Michal. The Empire of Qara Khitai in Eurasian History: Between China and the Islamic World. Cambridge University Press, 2005.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dinastia Liao
Collegamenti esterniModifica
- Gilded Splendor—Treasures of China's Liao Empire (907–1125), su asiasociety.org. URL consultato il 18 maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2009).
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