La diocesi di Asolo (in latino: Dioecesis Acellensis) è un'antica sede vescovile soppressa.

Asolo
Sede vescovile titolare
Dioecesis Acellensis
Chiesa latina
Sede titolare di Asolo
Vescovo titolareJuan José Salaverry Villarreal, O.P.
Istituita1968
StatoItalia
RegioneVeneto
Diocesi soppressa di Asolo
Erettaprimi documenti: fine VI secolo
Soppressa10 agosto 969
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Fu abolita dall'imperatore Ottone I nel 969 (ma probabilmente era già da tempo abbandonata) per essere incorporata alla diocesi di Treviso.

Storia

La data di erezione della diocesi è incerta. La presenza di una comunità paleocristiana è provata dai resti ritrovati sul monte Ricco di una chiesa, forse dedicata al Salvatore, risalenti alla fine del VI secolo. Effettivamente l'antica Acelum era un municipium di una certa importanza e, come in tutte le altre città dell'epoca, doveva essersi diffuso già da tempo il cristianesimo.

Il primo atto che la cita si riferisce al 588 o al 591: al sinodo di Marano partecipò anche un Agnellus episcopus sanctae Acelinae ecclesiae. La documentazione in merito è però anche in seguito molto scarsa: nell'827 (o forse nell'835) al sinodo di Mantova si ricorda la presenza di un Arthemius episc. Asolensis.

Nel secolo successivo la diocesi è di fatto estinta e la sua soppressione viene ufficializzata il 10 agosto 969 in un atto dell'imperatore Ottone I, il quale la assegna a quella di Treviso. La decadenza interessò un po' tutta Asolo ed è forse connessa alle invasioni degli Ungari, che nell'899 sconfissero re Berengario non lontano dal paese.

Non è nemmeno chiara l'estensione dell'antico territorio, ma si è ipotizzato che andasse dalle Prealpi sino alla via Postumia, e dal Piave al Brenta. Comprendeva quindi anche la zona di Bassano del Grappa che, dopo la soppressione, fu incorporata nella diocesi di Vicenza per compensarla delle mutilazioni territoriali subite nel 917 a favore di Padova[1].

Secondo Barzon, al sinodo Romano organizzato da papa Leone IX nel 1049, avrebbe partecipato anche un Ugo Asiliensis, che però edizioni più moderne degli atti del sinodo ascrivono alla sede di Assisi[2] Barzon congettura che il pontefice non avesse ratificato la decisione di Ottone e la diocesi fosse rimasta in qualche modo attiva; Ugo sarebbe il terzo vescovo di Asolo conosciuto[3].

Nel Settecento Asolo riuscì ad ottenere il titolo di città proprio perché era stata sede vescovile. Il fatto fu preceduto da un'accesa polemica; in particolare, lo storico trevigiano Rambaldo degli Azzoni Avogaro affermava che il paese non era mai stata sede di una diocesi vera e propria, poiché sembrava che fosse subordinata alla diocesi di Treviso (e per questo i suoi vescovi erano detti corepiscopi). Asolo ottenne comunque l'ambito titolo, perché gli abitanti fecero notare che se la diocesi non fosse davvero stata tale, allora Ottone I non avrebbe avuto bisogno di sopprimerla e di incorporare i suoi territori a quella di Treviso, a cui di fatto già sarebbe appartenuta.

Dal 1968 Asolo è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 10 febbraio 2021 il vescovo titolare è Juan José Salaverry Villarreal, O.P., vescovo ausiliare di Lima.

Cronotassi

Vescovi

Vescovi titolari

Note

  1. ^ Diocesi di Vicenza, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 29 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2015).
  2. ^ Monumenta Germaniae Historica, Concilia, , VIII, n. 25, p. 217
  3. ^ Antonio Barzon, Padova cristiana. Dalle origini all'anno 800, Padova, Tipografia Antoniana, 1955, p. 214.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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