Diocesi di Cesarea di Mauritania

La diocesi di Cesarea di Mauritania (in latino Dioecesis Caesariensis in Mauretania) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Cesarea di Mauritania
Sede vescovile titolare
Dioecesis Caesariensis in Mauretania
Chiesa latina
Arcivescovo titolareMarek Solczyński
IstituitaXIX secolo
StatoAlgeria
Diocesi soppressa di Cesarea di Mauritania
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Resti dell'anfiteatro di Cesarea di Mauritania.

Storia modifica

Cesarea di Mauretania, oggi sito archeologico nei pressi di Cherchell in Algeria, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Mauretania Cesariense.

Cesarea dovette ricevere il cristianesimo molto presto, forse già nel II secolo, come attestano alcuni reperti archeologici. Essa fu patria di molti martiri, menzionati nel Martirologio Romano: Arcadio (12 gennaio), Severiano e Aquila (23 gennaio), Marciana (11 luglio)[1], Fabio (31 luglio) e Vittore (26 agosto). Nessuno di questi martiri può essere tuttavia collocato con sicurezza nel tempo. Il Vetus Martyrologium Romanum ricorda inoltre Fabio (31 luglio).

Sono diversi i vescovi noti di questa antica sede episcopale, che è ancora documentata nell'VIII secolo. Le scoperte epigrafiche hanno restituito i nomi di due presunti vescovi di Cesarea, Evelpio e Crescente, la cui attribuzione alla serie episcopale cesarense è tuttavia incerta.[2] Un altro vescovo, il cui nome non è riportato, è documentato da un'altra epigrafe, databile alla metà del IV secolo.[3]

Primo vescovo storicamente documentato è Fortunato, che partecipò al concilio di Arles del 314, e sottoscrisse la lettera sinodale a papa Silvestro I.[4] Clemente fu vescovo di Cesarea durante la rivolta di Firmio, principe moro, contro i romani (circa 371-372). Clemente è lodato da Quinto Aurelio Simmaco, in una lettera al fratello Tiziano databile al 380 circa, perché seppe difendere la città, da buon cittadino.[5]

Cesarea divenne un centro donatista e il suo principale rappresentante fu Emerito, che prese parte, assieme al cattolico Deuterio, alla conferenza di Cartagine del 411, che vide riuniti assieme i vescovi cattolici e donatisti dell'Africa. Emerito era già vescovo di Cesarea nel 394, epoca in cui fu uno dei protagonisti al concilio donatista di Bagai, dove fu incaricato di leggere la condanna dei vescovi donatisti dissidenti, sostenitori di Massimiano.[6] La querelle che l'oppose a sant'Agostino è documentata dagli scritti del santo, il quale nell'autunno del 418 si recò a Cesarea come inviato pontificio assieme ad Alipio di Tagaste e a Possidio di Calama. In seguito a questa ispezione e ad un confronto pubblico, Emerito venne esiliato. Di questo confronto pubblico, Agostino ci ha lasciato una relazione che prende il titolo di Atti del confronto con Emerito vescovo donatista.[7]

Il cattolico Deuterio è ancora documentato nel 418, quando è chiamato a presenziare, in qualità di metropolita della Mauritania, al confronto pubblico tra Emerito e il santo di Ippona. Deuterio infine fu uno dei destinatari della lettera che Galla Placidia scrisse il 20 marzo 419 con lo scopo di convocare un concilio a Spoleto che risolvesse lo scisma creatosi nella Chiesa di Roma, contesa tra Bonifacio e Eulalio.[8]

Alla morte di Deuterio, nell'autunno del 419, si creò un problema di successione nella sede di Cesarea. Infatti parte del clero e dei fedeli scelse Onorio, vescovo sconosciuto dalle fonti coeve, che operava nel territorio di Cartenna, ma su cui vi era una forte opposizione. Sant'Agostino fu incaricato da papa Bonifacio di trovare una soluzione, ma il suo intervento non ebbe fortuna, e il vescovo d'Ippona dovette rimettere il suo mandato. Non è dato sapere, per mancanza di fonti, come fu risolta la questione.[9]

Ultimo vescovo conosciuto di questa diocesi africana è Apocorio, il cui nome appare al 21º posto nella lista dei vescovi della Mauritania Cesariense convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Apocorio, come tutti gli altri vescovi cattolici africani, fu condannato all'esilio.[10]

Dal XIX secolo Cesarea di Mauretania è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 26 novembre 2011 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Marek Solczyński, nunzio apostolico in Turchia, Azerbaigian e Turkmenistan.

Cronotassi modifica

Vescovi modifica

Vescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ Il Vetus Martyrologium Romanum menziona la stessa santa alla data del 9 gennaio.
  2. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 1068, M. A. I. Severianus 2; p. 224, Crescens 13.
  3. ^ Mesnage, L'Afrique chrétienne, p. 448.
  4. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 489, Fortunatus 1.
  5. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, pp. 212-213, Clemens 1.
  6. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, pp. 340-349, Emeritus 2.
  7. ^ Testo in italiano.
  8. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, pp. 275-276, Deuterius 4.
  9. ^ (FR) Serge Lancel, Saint Augustin et la Maurétanie Césarienne (2): L'affaire de l’évêque Honorius (automne 419 - printemps 420) dans les nouvelles Lettres 22*, 23* et 23*A, Revue des Etudes Augustiniennes 30 (1984), pp. 251-262.
  10. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 83, Apocorius.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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