Arcidiocesi di Lucca

arcidiocesi della Chiesa Cattolica in Italia
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L'arcidiocesi di Lucca (in latino: Archidioecesis Lucensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Toscana. Nel 2021 contava 311.455 battezzati su 318.390 abitanti. È retta dall'arcivescovo Paolo Giulietti.

Arcidiocesi di Lucca
Archidioecesis Lucensis
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaToscana
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
ArcivescovoPaolo Giulietti
Vicario generaleMichelangelo Giannotti
Arcivescovi emeritiBenvenuto Italo Castellani
Presbiteri193, di cui 178 secolari e 15 regolari
1.613 battezzati per presbitero
Religiosi29 uomini, 218 donne
Diaconi21 permanenti
 
Abitanti318.390
Battezzati311.455 (97,8% del totale)
StatoItalia
Superficie1.520 km²
Parrocchie362
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleSan Martino
Santi patroniSan Paolino, San Frediano
IndirizzoVia Arcivescovato 45, 55100 Lucca, Italia
Sito webwww.diocesilucca.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La basilica di San Frediano a Lucca.

Territorio modifica

L'arcidiocesi comprende la provincia di Lucca, con le eccezioni di parte del comune di Altopascio (di cui comprende solo la frazione di Badia Pozzeveri) e Montecarlo che appartengono alla diocesi di Pescia e i comuni di Barga, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Seravezza e parte di Stazzema, che appartengono all'arcidiocesi di Pisa. Fa parte dell'arcidiocesi lucchese anche la parte occidentale del comune di Pescia in provincia di Pistoia (parrocchie di Collodi, Veneri, Aramo, Fibbialla di Medicina, Medicina, Pontito, San Quirico di Valleriana e Stiappa).

Sede arcivescovile è la città di Lucca, dove si trova la cattedrale di San Martino. L'arcidiocesi comprende anche 4 basiliche minori: San Paolino e San Frediano a Lucca, Sant'Andrea e San Paolino a Viareggio.

Parrocchie e zone pastorali modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie dell'arcidiocesi di Lucca.

Il territorio è suddiviso in 362 parrocchie, raggruppate in 11 zone pastorali[1]:

Area Sinodale di Lucca
  1. Zona urbana di Lucca - 10 parrocchie
  2. Zona suburbana I - 23 parrocchie
  3. Zona di Moriano - 25 parrocchie
  4. Zona di Valfreddana - 23 parrocchie
Area Sinodale di Capannori
  1. Zona suburbana II - 24 parrocchie
  2. Zona suburbana III - 18 parrocchie
  3. Zona di Segromigno, Villa Basilica, Valleriana - 24 parrocchie
Area Sinodale di Castelnuovo - Bagni di Lucca
  1. Zona della Garfagnana - 108 parrocchie
  2. Zona di Valdiserchio - 60 parrocchie
Area Sinodale di Camaiore, Massarosa, Viareggio
  1. Zona di Camaiore - Massarosa - 33 parrocchie
  2. Zona di Viareggio - 14 parrocchie

Storia modifica

La diocesi di Lucca fu eretta nel I secolo. Secondo la tradizione protovescovo sarebbe stato san Paolino, inviato a Lucca dallo stesso apostolo san Pietro e martirizzato all'epoca dell'imperatore Nerone.

Un catalogo episcopale di Lucca, scoperto tra i manoscritti dell'archivio capitolare, riporta il nome di 15 vescovi. Di questi, sei vescovi sono riscontrabili anche in altre fonti: ciò rende plausibile l'autenticità storica anche degli altri nove. Tutti sono precedenti la metà del VII secolo: infatti il catalogo non menziona il vescovo Leto, che sottoscrisse il sinodo di Roma nel 649 e nemmeno il vescovo Eleuterio, presente ad un altro sinodo romano del 680.

Storicamente la più antica menzione di un vescovo di Lucca è quella di Maximus a Tuscia de Luca, che sottoscrisse gli atti del concilio di Sardica (circa 343). Le ricerche archeologiche attestano l'antichità della chiesa di Lucca, grazie agli scavi condotti sotto la basilica di Santa Reparata, che hanno portato in luce i resti di un battistero databile al IV secolo e di una basilica a tre navate risalente al V secolo.

Fin dall'inizio la sede episcopale è stata immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Nel 683 fu consacrata la chiesa dedicata a san Frediano, eretta su un'altra più antica dedicata ai santi martiri Lorenzo, Vincenzo e Stefano. Nello stesso anno la chiesa fu affidata ai monaci guidati dall'abate Babbino. Verrà poi ricostruita nel XII secolo e consacrata da papa Eugenio III.

Con l'occupazione longobarda Lucca divenne sede di un importante ducato e negli anni successivi il territorio della diocesi fu notevolmente ampliato. Verso Sud infatti, attraverso il medio Valdarno, la giurisdizione dei vescovi di Lucca si spingeva in Valdera e Val d'Elsa e arrivava alla Maremma fino a Roselle, attuale Grosseto e, sul litorale, ai centri di Gualdo, Populonia e Monteverde; anche numerose proprietà abbaziali poste in territorio senese appartenevano alla giurisdizione lucchese. La diocesi di Lucca confinava ad est con la diocesi di Pistoia e Firenze; verso Sud toccava il Valdarno inferiore, la Val d´Elsa e la Val d´Era con i territori di Montopoli, Santa Croce sull'Arno, e Fucecchio, ed il castello di San Miniato al Tedesco; a nord con l'antica Luni e con la diocesi di Modena; ad ovest con la diocesi di Pisa. La più antica descrizione della diocesi risale al 1260 ed è contenuta nel Libellus extimi Lucane Dyocesis, documento che elenca tutte le chiese, i monasteri e i luoghi di culto con rendite, redatto in occasione della raccolta di una decima papale.

La cattedrale, dedicata a san Martino di Tours, fu consacrata nel 1070 dal papa Alessandro II, il quale era anche vescovo di Lucca.

Tra il 1081 e il 1086 ebbe luogo lo scisma di Lucca, un episodio della lotta per le investiture. Sulla cattedra lucchese si installò lo scismatico Pietro, consacrato dall'antipapa Clemente III il 25 luglio 1081 grazie al supporto dell'imperatore Enrico IV di Franconia. Il vescovo Anselmo II nel 1081 abbandonò la città. Lo scisma perdurò fino che il vescovo Gottifredo, sostenuto dalla contessa Matilde di Canossa, poté rientrare in città, nell'ottobre del 1092[2].

Nel 1120 papa Callisto II concesse ai vescovi di Lucca l'uso del pallio, del pileolo o zucchetto rosso (a quel tempo insegna cardinalizia) e della croce astile metropolitica. Un altro privilegio singolare era l'incendio della stoppa al Gloria durante la Messa pontificale. Nel 1387 l'imperatore Carlo IV concesse ai vescovi di Lucca il diritto di conferire lauree in utroque iure, filosofia e medicina, di nominare notai e cavalieri e di legittimare i bastardi.

I vescovi di Lucca godevano dei titoli di principe del Sacro Romano Impero, conte palatino, conte di Diecimo, Piazza e Sala di Garfagnana. Nel 1726 la giurisdizione temporale sulle terre della cosiddetta Contea vescovile[3], che i vescovi avevano per antichi privilegi imperiali fin dal Medioevo, fu venduta alla repubblica di Lucca[senza fonte].

Con la nascita del Granducato di Toscana, cui Lucca resterà estranea, l'enorme diocesi fu progressivamente smembrata per motivi eminentemente politici. Infatti si finì per far coincidere, dopo secoli di aggiustamenti, il territorio diocesano con quello della Repubblica di Lucca. Benedetto XIII, il 17 marzo 1726, eresse la diocesi di Pescia: l'antico piviere, con oltre 60 chiese della Valdinievole e della Valleriana, era stato elevato alla dignità di prepositura nullius dioecesis da papa Leone X il 25 settembre 1519. Gregorio XV il 9 dicembre 1622, su istanza di Maria Maddalena d'Austria, granduchessa di Toscana, staccò 118 chiese dalla giurisdizione del vescovo di Lucca per creare la diocesi di San Miniato.

L'11 settembre 1726 la diocesi fu elevata al rango di arcidiocesi, non metropolitana, con la bolla Inscrutabili divinae di papa Benedetto XIII.

Il 26 maggio 1754 papa Benedetto XIV concesse alla repubblica di Lucca il privilegio, durante la vacanza della sede, di presentare una terna di nomi, dai quali i pontefici sceglievano poi i futuri nuovi arcivescovi. Il primo arcivescovo nominato con questa nuova procedura fu Giovanni Domenico Mansi, erudito e autore della Sacrorum Conciliorum Nova Amplissima Collectio.

Pio VI, il 18 luglio 1789, soddisfacendo alla richiesta di Pietro Leopoldo, granduca di Toscana, concesse a Pisa i vicariati di Barga e di Pietrasanta e la parrocchia di Ripafratta, mentre, a Lucca passarono sette parrocchie in precedenza di pertinenza pisana: Massaciuccoli, Bozzano, Balbano, Chiatri, Quiesa, Castiglioncello, Torre del Lago.

Papa Leone XII nel 1823 staccò da Lucca 41 parrocchie e 7 cure appartenenti al vicariato di Garfagnana e al priorato di Castiglione e le unì alla diocesi di Massa (oggi Massa Carrara-Pontremoli. Pio IX, il 17 dicembre 1853, unì alla diocesi di Massa le parrocchie del vicariato di Gallicano con Cardoso, Bolognana, Verni, Perpoli, Campo di Perpoli, Fiattone, Lupinaia, Treppignana, Riana.

Per ragioni pastorali nel 1955 la parrocchia di Palagnana passò dall'arcidiocesi di Pisa a quella di Lucca.

Il 5 settembre 1992 l'arcidiocesi si è nuovamente estesa al vicariato della Garfagnana (comprensivo di 106 parrocchie), che era appartenuto alla diocesi di Massa Carrara-Pontremoli.[4]

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

  • San Paolino † (I secolo)
  • San Valerio †[5]
  • Massimo † (menzionato nel 343 circa)[6]
  • San Teodoro † (prima del VII secolo)[7]
  • Lorenzo † (menzionato nel 556 circa)[8]
  • Ossequenzio †[9]
  • San Frediano † (? - prima del 593 deceduto)[10]
  • Valeriano †[11]
  • Paterno † (tra III e VII secolo)
  • Pisano † (tra III e VII secolo)
  • Vindicio † (tra III e VII secolo)
  • Probino † (tra III e VII secolo)
  • Aureliano † (tra III e VII secolo)
  • Nunnoso † (tra III e VII secolo)
  • Dicenzio † (tra III e VII secolo)
  • Avenzio † (tra III e VII secolo)
  • Abbondazio † (tra III e VII secolo)
  • Leto † (menzionato nel 649)
  • Eleuterio † (menzionato nel 680)
  • Felice † (prima del 685 - dopo il 686)
  • Balsari † (menzionato nel 700)
  • Talesperiano † (prima del 713/714 - dopo dicembre 729)
  • Walprando † (prima del 737 - dopo il 754)
  • Peredeo † (prima di settembre 755 - dopo febbraio 779)
  • Giovanni I † (prima di settembre 781 - dopo novembre 800)
  • Jacopo I † (prima di luglio 801 - luglio-novembre 818 deceduto)
  • Pietro I † (prima di giugno 819 - dopo gennaio 834)
  • Berengario I † (prima di novembre 837 - dopo giugno 843)
  • Ambrogio † (prima di dicembre 843 - dopo febbraio 852)
  • Geremia Aldobrandeschi † (prima di dicembre 852 - dopo novembre 867)
  • Gherardo I † (prima di giugno 869 - dopo novembre 895)
  • Pietro II † (prima di ottobre 896 - dopo ottobre 932)
  • Corrado † (prima di maggio 935 - dopo aprile 964)
  • Aghino † (menzionato nel 967)
  • Adalongo † (prima di agosto 968 - dopo giugno 978)
  • Guido I † (prima di febbraio 979 - dopo ottobre 981)
  • Teudigrimo † (prima di maggio 983 - dopo maggio 987)
  • Isalfredo † (prima di aprile 988 - dopo dicembre 989)
  • Gherardo II † (prima di gennaio 991 - dopo giugno 1003)
  • Rodilando † (menzionato nel 1005)
  • Grimizzo † (prima di marzo 1014 - 22 ottobre 1022 deceduto)
  • Giovanni II † (prima di settembre 1023 - 28 maggio 1056 deceduto)
  • Anselmo I † (prima del 23 marzo 1057 - 21 aprile 1073 deceduto)[12]
  • Sant'Anselmo II † (aprile o maggio 1073 - 18 marzo 1086 deceduto)
  Lo stesso argomento in dettaglio: Scisma di Lucca.

Persone legate alla diocesi modifica

Statistiche modifica

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 318.390 persone contava 311.455 battezzati, corrispondenti al 97,8% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 259.227 259.270 100,0 538 415 123 481 151 177 248
1970 259.915 260.138 99,9 482 357 125 539 156 834 261
1980 277.885 279.035 99,6 417 315 102 666 109 708 260
1990 278.522 279.934 99,5 333 269 64 836 3 70 609 256
1999 302.140 306.774 98,5 346 282 64 873 13 77 535 362
2000 302.000 306.000 98,7 339 275 64 890 13 77 548 362
2001 302.000 308.360 97,9 342 280 62 883 16 74 546 362
2002 301.200 307.507 97,9 316 287 29 953 16 49 457 363
2003 293.140 299.972 97,7 306 277 29 957 16 50 452 363
2004 293.145 312.369 93,8 306 277 29 957 17 50 426 362
2013 315.200 323.200 97,5 203 186 17 1.552 22 33 261 362
2016 316.900 323.900 97,8 193 178 15 1.641 21 29 218 362
2019 315.200 322.200 97,8 193 178 15 1.633 21 29 218 362
2021 311.455 318.390 97,8 193 178 15 1.613 21 29 218 362

Note modifica

  1. ^ Curia Arcivescovile, Annuario Diocesano 2011, Lucca, Arcidiocesi di Lucca, 2011.
  2. ^ Iacopo Fulgeri, Le scritture dei canonici lucchesi nei secoli, tesi AA. 2016/2017, p. 24
  3. ^ I territori della contea comprendevano i paesi di Diecimo, Sesto, Aquilea, Santo Stefano, San Quirico, San Cassiano, San Lorenzo e San Michele di Moriano.
  4. ^ Cfr. decreto Pastoralis collocatio della Congregazione per i Vescovi ed elenco delle parrocchie in AAS 85 (1993), pp. 205-212.
  5. ^ Secondo Lanzoni (op. cit., pp. 594-595), questo vescovo, il cui nome compare in un'iscrizione del 1201, potrebbe essere lo stesso Valeriano del manoscritto dell'archivio capitolare, successore di san Frediano.
  6. ^ Un Maximus a Tuscia de Luca era presente al concilio di Sardica (cfr. Lanzoni, p. 590).
  7. ^ Un sanctus Theodorus episcopus lucanae civitatis è ricordato per la prima volta come contitolare della chiesa lucchese di San Donato nell'887 (cfr. Lanzoni, p. 590).
  8. ^ Secondo Duchesne, è il vescovo della Tuscia Annonaria a cui scrisse una epistola papa Pelagio I (cfr. Lanzoni, p. 590).
  9. ^ Predecessore immediato di san Frediano.
  10. ^ Di lui parla papa Gregorio I in una lettera del 593, dalla quale si evince che era morto da poco tempo.
  11. ^ Successore immediato di san Frediano.
  12. ^ Eletto papa il 30 settembre 1061 con il nome di Alessandro II, mantenne la guida della diocesi di Lucca anche dopo l'ascesa al soglio pontificio.
  13. ^ Tra Roberto e Opizzone, Eubel e Gams collocano Gualtero (menzionato nel 1209) e un R. eletto il 7 ottobre 1225, ed ignorano Ricciardo.
  14. ^ Durante la vacanza della sede, la diocesi fu data in amministrazione al vescovo di Firenze e all'arcivescovo di Pisa (cfr. Eubel).
  15. ^ La tradizione, accreditata anche da Eubel e Gams, menzionano un vescovo Paganello (I), collocato tra il 1269 ed il 1272; la cronotassi riportata dal sito web ufficiale dell'arcidiocesi, nega che questo vescovo sia mai esistito. Secondo questa fonte, Pietro Angiorello fu eletto dal capitolo nel 1269 e confermato dalla papa Gregorio X il 14 maggio 1272.
  16. ^ Paolo Cherubini, Franciotti della Rovere, Galeotto, in Dizionario Biografico Treccani.
  17. ^ Nominato vescovo titolare di Porfireone.
  18. ^ Il 20 gennaio 1845 fu nominato arcivescovo titolare di Traianopoli di Rodope.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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