Diocesi di Emmaus

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La diocesi di Emmaus (in latino Dioecesis Emmausensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Emmaus
Sede vescovile titolare
Dioecesis Emmausensis
Patriarcato di Gerusalemme
Sede titolare di Emmaus
Resti della Basilica bizantino-crociata di Emmaus Nicopolis
Vescovo titolareGiacinto-Boulos Marcuzzo
IstituitaXVIII secolo
StatoIsraele
Diocesi soppressa di Emmaus
Suffraganea diCesarea
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Il battistero di Nicopoli, risalente al V secolo

Storia modifica

Emmaus è un'antica sede vescovile della provincia romana della Palestina Prima nella diocesi civile d'Oriente. Faceva parte del patriarcato di Gerusalemme ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Cesarea.

Persiste a tutt'oggi un problema di identificazione geografica della biblica Emmaus. Infatti sono diversi i luoghi santi in Israele e Palestina che rivendicano tale diritto: Amwās-Nicopoli, Abu-Ghosh/Kiryat Anavim, Al-Qubeibeh, Beit Mizzeh.

A partire almeno dal IV secolo si è imposto il sito di Nicopoli come luogo dell'Emmaus evangelica, soprattutto per le testimonianze autorevoli di Eusebio di Cesarea e di san Girolamo. Il sito antico, già menzionato nel II secolo a.C., fu prima abbandonato e poi distrutto nei primi decenni dell'era cristiana. Venne ricostruito durante le campagne di Vespasiano e fu chiamato Nicopolis, che divenne sede episcopale con l'affermarsi del cristianesimo.[1]

Sono tre i vescovi di Nicopoli tramandati dalle fonti letterarie. Pietro prese parte al concilio di Nicea del 325.[2] Rufo fu presente al concilio di Costantinopoli del 381,[3] Zenobio fu tra i vescovi palestinesi presenti al sinodo patriarcale di Gerusalemme del 536 contro i monofisiti.[4]

Nel sito di Nicopolis sono state scoperte alcune iscrizioni mosaicate; una di queste, datata tra V e VI secolo, riporta il nome del vescovo Giovanni; un'altra, datata al VI secolo, menziona un vescovo, il cui nome tuttavia è andato perduto.[5]

A Nicopoli i bizantini costruirono una grande basilica, dotata di battistero, ed un palazzo episcopale. Con l'avvento dell'Islam, Nicopoli cadde in rovina, e mutò il proprio nome in Amwās. Durante l'epoca crociata, nel XIII secolo, le rovine bizantine furono restaurate dai crociati, che riedificarono in parte l'antica basilica, in seguito caduta nuovamente in rovina. Il villaggio arabo di Amwās fu raso al suolo durante la guerra dei Sei Giorni (1967).

Dal XVIII secolo Emmaus è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica;[6] dal 29 ottobre 1994 il vescovo titolare è Giacinto-Boulos Marcuzzo, già vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini.

Cronotassi modifica

Vescovi greci di Nicopoli modifica

  • Pietro † (menzionato nel 325)
  • Rufo † (menzionato nel 381)
  • Giovanni † (V/VI secolo)
  • Anonimo † (VI secolo)
  • Zenobio † (menzionato nel 536)

Vescovi titolari di Emmaus modifica

Note modifica

  1. ^ Delle varie località che rivendicano il diritto di essere la biblica Emmaus, solo Nicopoli fu sede episcopale.
  2. ^ (ELLA) Heinrich Gelzer, Heinrich Hilgenfeld, Otto Cuntz, Patrum nicaenorum nomina Latine, Graece, Coptice, Syriace, Arabice, Armeniace, Lipsia, 1898, p. LX, nº 28. Le Quien riporta erroneamente il nome di Longino, che fu invece vescovo di Ascalona.
  3. ^ Le Quien, Oriens christianus, vol. III, col. 593.
  4. ^ Collectio Sabbaitica contra acephalos et origeniastas destinata, edidit Eduardus Schwartz, «Acta Conciliorum Oecumenicorum» III, Berlino, 1940, p. 188, nº 26.
  5. ^ Corpus Inscriptionum Iudaeae/Palaestinae, volume IV, part 1, Berlin-Boston, 2018, pp. 456-457 (nn. 3083 e 3084).
  6. ^ Solo a partire dal XVIII secolo si impone la sede Emmausensis. Tuttavia nei secoli precedenti si trova la sede Nicopolitana in Palaestina (cfr. Eubel, op. cit., vol. 1 Archiviato il 9 luglio 2019 in Internet Archive., pp. 364-365; vol. 2 Archiviato il 4 ottobre 2018 in Internet Archive., p. 202; vol. 3 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., p. 258; vol. 4 Archiviato il 4 ottobre 2018 in Internet Archive., p. 259).
  7. ^ L'Annuario Pontificio 1872, p. 215, riporta come data di nomina il 18 dicembre 1840. La stessa Catholic Hierarchy riporta come data alternativa il 6 febbraio 1842.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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