Diocesi di Tolentino

La diocesi di Tolentino (in latino Dioecesis Tolentina) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica in Italia.

Tolentino
Sede vescovile titolare
Dioecesis Tolentina
Chiesa latina
Sede titolare di Tolentino
Arcivescovo titolareRolandas Makrickas
Istituita2022
StatoItalia
RegioneMarche
Diocesi soppressa di Tolentino
Suffraganea diFermo
Erettaattestata tra V e VI secolo
ristabilita il 10 dicembre 1586
Ritoromano
CattedraleSan Catervo
Soppressa30 settembre 1986
sede soppressa e unita alla diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, il cui nome è stato modificato in diocesi di Macerata nel 2022
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
La basilica di San Nicola da Tolentino.

Territorio modifica

La diocesi comprendeva i comuni di Tolentino e di Colmurano, nelle Marche.

Sede vescovile era la città di Tolentino, dove fungeva da cattedrale la basilica di San Catervo.

Al momento della piena unione con la diocesi di Macerata, nel 1986, la diocesi di Tolentino comprendeva 11 parrocchie, così distribuite:[1]

  • a Tolentino: la cattedrale, Sacro Cuore, San Francesco, San Giuseppe, Santa Famiglia, Santa Maria delle Grazie, Santa Maria Maddalena, Santissimo Crocifisso, Spirito Santo, Santa Maria Annunziata;
  • a Colmurano: San Donato.

Storia modifica

Tolentino fu un'antica sede episcopale del Piceno, legata alla memoria di san Catervo, patrono della città e della diocesi. Secondo un'antica iscrizione Flavius Iulius Catervius ricevette il battesimo dal vescovo Probiano di Tolentino, vissuto all'incirca nella seconda metà del IV secolo.[2] Altro vescovo noto di Tolentino è Basilio, che partecipò ai sinodi romani del 487, del 499 e del 502.[3] Con l'invasione dei Longobardi, la diocesi scomparve ed il suo territorio venne assorbito da quella di Camerino.

La diocesi fu ristabilita da papa Sisto V il 10 dicembre 1586 con la bolla Super universas, ricavandone il territorio dalla diocesi di Camerino, ed unita aeque principaliter alla diocesi di Macerata. La diocesi era molto piccola e comprendeva solo 5 parrocchie, di cui 2 nella città di Tolentino; primitiva cattedrale era la chiesa matrice di Santa Maria, ma già nel 1653 fu trasferita nella chiesa di San Francesco, fino al trasferimento nella basilica di San Catervo nel 1817.

Primo vescovo delle diocesi unite di Macerata e Tolentino fu Galeazzo Moroni, già vescovo di Macerata, che morì il 1º settembre 1613. Il seminario fu istituito dal vescovo Papirio Silvestri nel 1653 e restò aperto fino al 1975.

L'11 febbraio 1976 Francesco Tarcisio Carboni fu nominato vescovo di Macerata e Tolentino, di Recanati, di Cingoli e di Treia, che furono così unite in persona episcopi.[4]

Il 25 gennaio 1985, con il decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi furono unite aeque principaliter le sedi di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia.

Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della medesima Congregazione per i vescovi, fu stabilita la plena unione delle cinque diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica assunse il nome di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, suffraganea dell'arcidiocesi di Fermo.

Il 17 dicembre 2022 la diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia ha assunto il nome di "diocesi di Macerata", e Tolentino è diventata una sede vescovile titolare della Chiesa cattolica; dall'11 febbraio 2023 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica papale di Santa Maria Maggiore.

Cronotassi modifica

Vescovi modifica

Vescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, nº 274 del 25-11-1986, pp. 18-19.
  2. ^ (FR) Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. II, Rome, 2000, p. 1835.
  3. ^ (FR) Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, Rome, 1999, pp. 263-264.
  4. ^ Tecnicamente, Macerata e Tolentino erano ancora unite aeque principaliter.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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