Diritto e Giustizia
Diritto e Giustizia | |
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(PL) Prawo i Sprawiedliwość | |
Presidente | Jarosław Kaczyński |
Vicepresidente | Mariusz Kamiński Adam Lipiński Antoni Macierewicz Beata Szydło |
Portavoce | Marcin Mastralek |
Stato | ![]() |
Sede | ul. Nowogrodzka 84/86 02-018 Varsavia |
Abbreviazione | PiS |
Fondazione | 13 giugno 2001 |
Ideologia | Nazionalismo polacco Populismo di destra[1][2][3] Conservatorismo nazionale[4][5] Nazionalismo economico[6][7][8] Conservatorismo sociale[5][9] Cristianesimo democratico[10][11] Sovranismo Interventismo Euroscetticismo |
Collocazione | Destra/Estrema destra |
Partito europeo | Alleanza dei Conservatori e Riformisti Europei |
Gruppo parl. europeo | Conservatori e Riformisti Europei |
Seggi Sejm | 235 / 460
(2019) |
Seggi Senato | 44 / 100
(2019) |
Seggi Europarlamento | 25 / 52
(2019) |
Iscritti | 30 000 (2015) |
Sito web | www.pis.org.pl |
Diritto e Giustizia (in polacco Prawo i Sprawiedliwość, PiS) è un partito politico polacco di destra di ispirazione conservatrice[12] clericale.
Il PiS è stato fondato nel marzo del 2001 dai gemelli Lech e Jarosław Kaczyński, dall'unione di una parte dell'Azione Elettorale Solidarność con il partito Accordo di Centro.
A livello europeo aderisce al partito Alleanza dei Conservatori e Riformisti Europei e nel Parlamento Europeo i suoi esponenti siedono nel gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei.
Il partito esprime attualmente due propri esponenti, Andrzej Duda e Mateusz Morawiecki, quali presidente e primo ministro della Polonia.
StoriaModifica
Diritto e Giustizia è stato fondato nel marzo del 2001 da Lech Kaczyński, già presidente della Corte Suprema di Controllo e già ministro della Giustizia, e dal suo gemello Jarosław Kaczyński, già capo della Cancelleria della Presidenza della Repubblica all'epoca di Lech Wałęsa. Il partito è formato dall'unione tra una parte dell'Azione Elettorale Solidarność e l'Accordo di Centro.
Alle elezioni parlamentari del 2001, il PiS ottenne il 9,5% dei voti e 44 su 460 deputati. Alle elezioni amministrative il partito si alleò formalmente con i liberalconservatori di Piattaforma Civica, anche se sostenne indirettamente alcuni candidati della Lega delle Famiglie Polacche, mente il PO sostenne candidati dell'Unione Liberale e dell'Alleanza della Sinistra Democratica. Il PiS entrò a far parte di quattro governi regionali su sedici e Kaczyński fu eletto sindaco di Varsavia.
Alle elezioni europee del 2004, il PiS aumentò i suoi consensi passando al 12,7% dei voti e ottenendo 7 seggi su 57. Il PiS, entrando per la prima volta al Parlamento Europeo, decise di aderire al gruppo dell'Unione per l'Europa delle Nazioni, il gruppo politico europeo che raccoglie i partiti conservatori ed euroscettici.
Alle elezioni parlamentari del 2005, il PiS, puntando su un programma decisamente conservatore, ha raddoppiato i consensi delle europee ed è giunto al 27% dei voti, divenendo il primo partito politico polacco e determinando la caduta del governo socialdemocratico.
Il PO ottenne anch'esso un buon risultato elettorale, tanto che sembrava scontato un governo composto dai due partiti, però la vittoria di Lech Kaczyński alle presidenziali del 2005, ai danni di Donald Tusk del PO, rese impossibile l'accordo e costrinse il PiS a dar vita ad un governo di minoranza, sostenuto esternamente dai due partiti di destra: la Lega delle Famiglie Polacche e l'Autodifesa della Repubblica Polacca. Il governo venne guidato dal fratello di Kaczyński, Jarosław. Il fatto suscitò vive polemiche, non tanto per l'inopportunità del fatto che due fratelli fossero contemporaneamente presidente della Polonia e primo ministro, ma perché i due fratelli durante la campagna elettorale avessero escluso il verificarsi di questa possibilità.
Alle elezioni parlamentari del 2007, anticipate per le divisioni nella maggioranza governativa, il PiS ottenne 166 seggi, 11 in più rispetto alle precedenti, ed il 32,1% con il 5,1% in più. Il risultato positivo dei conservatori, però, fu tutto a discapito degli alleati di Autodifesa della Repubblica Polacca e della Lega delle Famiglie Polacche, che crollarono rispettivamente all'1,5 ed all'1,3%, non superando così lo sbarramento del 4%. La maggioranza governativa uscente pertanto si ritrovò priva dei 100 seggi assicuratigli dai nazionalisti agrari e dai nazionalisti cattolici. Veri vincitori delle elezioni risultarono i liberali di PO, che con il 41% dei voti e 209 seggi divennero il primo partito e ottennero di poter guidare il paese, decidendo di allearsi con i centristi-agrari del Partito Popolare Polacco. Si creò così la coabitazione tra il presidente Lech Kaczyński conservatore ed il primo ministro Donald Tusk liberale[13].
Il 10 aprile 2010 avvenne l'incidente aereo presso la base aerea di Smolensk, dove perse la vita il presidente e futuro candidato Lech Kaczyński. Alle elezioni presidenziali del 2010 si presenta il fratello di Lech Kaczyński, Jarosław Kaczyński, che però perse al ballottaggio contro il liberale Bronisław Komorowski[14].
Alla fine del 2010 una piccola componente critica le posizioni troppo estremiste del partito e ne forma uno nuovo: La Polonia è la Più Importante.
Alle elezioni parlamentari del 2011 il PiS è secondo a livello nazionale e si schiera all'opposizione del liberale Donald Tusk.
Nel 2015 ritorna al governo vincendo sia le elezioni presidenziali del 2015, con Andrzej Duda, sia le elezioni parlamentari del 2015, dove conquista 235 seggi al Sejm e 61 seggi al Senato. Appartiene al PiS anche il primo ministro, l'antropologa Beata Szydło, sostituita nel 2017 da Mateusz Morawiecki.
IdeologiaModifica
Il PiS pone l'accento sulla sicurezza pubblica.
Il PiS per quanto riguarda le questioni etico sociali è particolarmente avverso alle politiche di liberalizzazione delle droghe, alla legalizzazione dell'eutanasia e alle unioni omosessuali. In campo economico, il PiS è favorevole ad uno Stato sociale forte e all'intervento statale in economia nei settori strategici[15].
In politica estera è atlantista[16] ma moderatamente euroscettico, contrario al federalismo europeo, nonché scettico verso la Russia e fautore della cooperazione tra i Paesi del Gruppo di Visegrad, uniti da numerose istanze comuni a livello politico-economico[17]. A livello europeo ha aderito in passato all'Alleanza per l'Europa delle Nazioni ed è stato uno dei fondatori dell'Alleanza dei Conservatori e Riformisti Europei.
Risultati elettoraliModifica
Elezione | Voti | % | Seggi | |
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Parlamentari 2001 | Sejm | 1.236.787 | 9,50 | 44 / 460
|
Europee 2004 | 771.858 | 12,67 | 7 / 54
| |
Parlamentari 2005 | Sejm | 3.185.714 | 26,99 | 155 / 460
|
Parlamentari 2007 | Sejm | 5.183.477 | 32,11 | 166 / 460
|
Europee 2009 | 2.017.607 | 27,40 | 15 / 50
| |
Parlamentari 2011 | Sejm | 4.295.016 | 29,89 | 157 / 460
|
Europee 2014 | 2.246.870 | 31,78 | 17 / 51
| |
Parlamentari 2015 | Sejm | 5.711.687 | 37,58 | 217 / 460
|
Europee 2019 | 6.192.780 | 45,38 | 23 / 51
| |
Parlamentari 2019 | Sejm | 8.051.935 | 43,59 | 199 / 460
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Senato | 8.110.193 | 44,56 | 48 / 100
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Elezione | Candidato | Voti | % | Esito | |
---|---|---|---|---|---|
Presidenziali 2005 | I turno | Lech Kaczyński | 4.947.927 | 33,10 | ✔️ Eletto |
II turno | 8.257.468 | 54,04 | |||
Presidenziali 2010 | I turno | Jarosław Kaczyński | 6.128.255 | 36,46 | ❌ Non eletto (2º) |
II turno | 7.919.134 | 46,99 | |||
Presidenziali 2015 | I turno | Andrzej Duda | 5.179.092 | 34,76 | ✔️ Eletto |
II turno | 8.630.627 | 51,55 | |||
Presidenziali 2020 | I turno | 8.450.513 | 43,50 | ||
II turno | 10.440.648 | 51,03 |
NoteModifica
- ^ James Traub, The Party That Wants to Make Poland Great Again, in New York Times, 2 novembre 2016.
- ^ Remi Adekoya, Xenophobic, authoritarian – and generous on welfare: how Poland’s right rules, in The Guardian, 25 ottobre 2016.
- ^ Protests grow against Poland’s nationalist government, in The Economist.
- ^ Vít Hloušek e Lubomír Kopeček, Origin, Ideology and Transformation of Political Parties: East-Central and Western Europe Compared, Ashgate, 2010, p. 196.
- ^ a b Wolfram Nordsieck, Poland, in Parties and Elections in Europe, 2015. URL consultato il 14 agosto 2018.
- ^ Program działań Prawa i Sprawiedliwości. Tworzenie szans dla wszystkich - Instytut Sobieskiego, su www.sobieski.org.pl. URL consultato il 12 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2016).
- ^ Dossier : What PiS would change in the economy, in Polityka Insight, PI Research, October 2015. URL consultato il 14 agosto 2018.
- ^ http://blogs.reuters.com/breakingviews/2015/10/26/polands-tilt-to-nationalism-is-bad-for-investment/
- ^ Why is Poland’s government worrying the EU? The Economist. Published 12 January 2016. Retrieved 22 July 2017.
- ^ Dominik Hierlemann (a cura di), Lobbying der katholischen Kirche: Das Einflussnetz des Klerus in Polen, Springer-Verlag, 2005, p. 131, ISBN 978-3-531-14660-7.
- ^ Unentschlossene als Zünglein an der Waage, su News ORF. URL consultato il 24 maggio 2015.
- ^ (EN) Wolfram Nordsieck, Poland, in Parties and elections. URL consultato il 14 luglio 2013.
- ^ la Repubblica - Gli eredi di Walesa scacciano i gemelli K, 22 ottobre 2007 - p. 1 sezione: PRIMA PAGINA
- ^ la Repubblica - Komorowski è il nuovo presidente, 5 luglio 2010 - p. 15 sezione: POLITICA ESTERA
- ^ Conservatori e contro la Russia: così il PiS ha cambiato la Polonia, Gli Occhi della Guerra, 15 marzo 2019
- ^ La Polonia di Kaczynski tra la Chiesa e gli Stati Uniti, Gli Occhi della Guerra, 13 dicembre 2017
- ^ I dubbi dei Paesi Visegrad tra crescita economica e demografia, Gli Occhi della Guerra, 14 dicembre 2018
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Diritto e Giustizia
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su pis.org.pl.
- (EN) Diritto e Giustizia, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 2649156317456102350006 · LCCN (EN) no2010106610 · GND (DE) 7698706-1 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2010106610 |
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