Discussione:Pietro Isabello

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A proposito della casa dell'arciprete. Non so chi è che interviene a modificare quanto scrivo. Se crede di saperne qualcosa sull'attività dell'Isabello a Bergamo, dite da quanto tempo fate ricerche sull'Isabello, premettendo che negli ultimi anni, purtroppo, sono rimasto l'ultimo a fare ricerche d'archivio su di lui. E credo di aver contribuito più di altri a individuare quali sono le sue opere che ancora esistono, essendo il sottoscritto la persona che ha trovato la documentazione o ancor meglio ha riconosciuto la casa Cassotti al n 76 di Pignolo, la probabile progettazione della casa Vertova, la casa Angelini di via Pignolo, la casa Spini di via XX Settembre e potrei continuare. E allo stesso modo ho lavorato per togliere dal suo catalogo opere che non gli competevano, come il palazzo Brembati Colleoni di via S. Giacomo, la casa Cassotti al n 72 di via Pignolo, lo scalone seicentesco della villa Tasso alla Celadina e la casa dell'arciprete che studio dal 1978. Cosa credete, che si arrivi a individuare il committente di una casa perchè lo si trova in catasto? Ci si arriva partendo dalla datazione il più possibile corretta dell'edificio e dall'individuare con certezza tutti i proprietari delle case vicine. Poi un colpo di fortuna riesce a far quadrare il tutto con un piccolo stemma in un particolare della facciata. Tenendo presente che in quegli anni è assai facile trovare nella casa stemmi delle parentele e quindi la presenza dello stemma deve trovare conferma nelle antiche carte. E non sempre è facile. Quindi o siete in grado di documentare che la casa è sua, che la frequentava negli anni in cui era in costruzione, a partire da fine '400, ecc. ecc. E non scrivete che vi si ritrovano i segni inconfondibili che si trovano nella casa A o nella casa B, quando magari per la casa A e la casa B sono documentati altri autori oppure l'unico collegamento è la forma dei capitelli, che magari si ritrovano quasi uguali in molte altre case della città. La forma dei capitelli serve semmai alla datazione dell'opera e a indicare l'ambito delle botteghe di lapicidi che vi lavorarono. Quindi per favore lasciate perdere la casa dell'arciprete che è troppo veneziana e troppo singolare per essere dell'Isabello. Peraltro nel 1520, data che si ripete per la datazione, il committente era già morto. Perchè la casa non la si deve guardare dal davanti, perché non la si poteva vedere intera dal davanti, ma la si comprendeva salendo lungo la strada, dove le sporgenze e le rientranze servono per farne percepire fortemente la presenza, per spezzare l'impressione dell'eccessiva altezza e per farla immaginare più grande. Quindi pensiamo ad un architetto più grande e più capace, la qual cosa non è certo per diminuirne l'importanza. Gmp

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San Paolo d'Argon modifica

Il chiostro piccolo di San Paolo d'Argon è stato costruito su un modello commissionato a Brescia ad un architetto sconosciuto (così precisano fonti antiche). Siccome l'Isabello in quegli anni (1512) è costantemente a Bergamo è dura attribuirglielo. Inoltre: nel 1512 vengono predisposti i disegni delle prime tre cappelle verso l'altare maggiore, a destra, della chiesa di Santo Spirito. Provate che tra le due architetture (S. Paolo d'Argon e cappelle) ci sia la più lontana affinità e poi continuate a scrivere. Peraltro: Chi prima di noi ha studiato la casa dell'arciprete, che di architettura se ne intendeva, ha scritto che nulla ricollega il palazzetto alle opere note dell'architetto. Gmp

buongiorno sig. Petrò, la ringrazio per l'importante studio che ha fatto e che prosegue per la ricerca della storia di Bergamo, del suo territorio, purtroppo questa informazione è riportata anche sul sito dell'abazia, questa cosa andrebbe segnalata anche al sito stesso. ringrazio e buon lavoro.--Nazasca (msg) 08:56, 22 nov 2021 (CET)Rispondi

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