Discussione:Sbarco in Sicilia

Ultimo commento: 8 mesi fa, lasciato da 93.45.238.179 in merito all'argomento OPERATION "MINCEMEAT"
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Sbarco in Sicilia
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Progetto Wikipedia e scuola italiana

La battaglia nella piana di Catania e l'errore di Augusta e Siracusa modifica

Allora, chiariamo che Catania e la sua piana non hanno assolutamente nulla a che vedere con Augusta, nulla, quindi se ci si ostina a tenere la caduta di Augusta nel capitolo intitolato "la battaglia nella piana di Catania" non solo si fa un torto nel sottovalutare l'imporanza che ebbe la caduta di Augusta, e quindi si priva di storicità l'evento, negandogli il diritto di un singolo capitolo, ma si fa mostra di non conoscere a sufficienza la geografia della Sicilia, collocandolo nell'area sbagliata e dicendo l'assurdità che la piana catanese sia in qualche modo connessa al golfo di Augusta... e non c'è scusa che tenga, poiché mi ricordo che durante la valutazione quando feci notare questo "rilevante" dettaglio mi si disse che in ambiente "bellico" era normale accumunare i due eventi... ok, certo, ma "accumunare" non vuol dire "mescolare" e privare di indentità propria la caduta di Augusta, la quale ebbe conseguenze silenziose, forse, ma ben più importanti e pesanti della battaglia catanese. Le fonti, belliche e non belliche, parlano chiaro.

Per cui, se non si "libererà" Augusta da quel titolo errato e fuorviante chiederò presto la messa in discussione per la qualità, premiata con la stella d'argento, di questa voce. --Stella (msg) 21:01, 27 gen 2017 (CET)Rispondi

Aggiungo che anche Siracusa - non mi ero accorta prima o forse non avevo capito quel che si stava combinando - non merita di essere privata di un proprio capitolo, visto che gli inglesi e altre wikipedie ci hanno mandato in vetrina una "voce intera" sulla caduta di Siracusa. Non commento nemmeno la collocazione geografica... niente di più diverso di Siracusa dalla piana di Catania... le motivazioni aumentano e le stonature anche. --Stella (msg) 21:23, 27 gen 2017 (CET)Rispondi

Come detto in sede di vaglio, le fonti parlano del settore Augusta-Siracusa-Catania come di un unicum operativo, perché le due città, strategicamente fondamentali e praticamente disertate dalle unità italiana, furono occupate come prodromo all'avanzata verso Catania, l'Etna e quind Messina (cosa che poi non si realizzò così alla svelta). Su questo evento le fonti sono concordi e, penso, fare una voce a parte sarebbe eccessivo. Infine non sono riuscito a trovare le voci da vetrina a parte che hai indicato: scusa, probabile incapacità mia.--Elechim (msg) 10:57, 28 gen 2017 (CET)Rispondi
Scusami ma non è assolutamente vero e appena ho il tempo spero di riuscire a portarti tutte le fonti che ho trovato io dove si parla dell'importanza che ebbero la cattura di Siracusa e la caduta di Augusta. Per quanto riguarda la vetrina, ecco questo è il wikilink alla voce inglese: en:Operation Ladbroke, la nostra in italiano è una traduzione di questa, ma va ancora ben sistemata, nonostante sia stata arricchita di immagini. Ma se gli altri ci fanno un'intera voce e tu mi dici che qui non merita nemmeno un paragrafetto, allora rimango più che perplessa nel pensare a che genere di fonti si siano qui utilizzate se si tace il tutto e lo si tratta di striscio, e mi riferisco ovviamente anche alla correlata caduta di Augusta. Del resto se Catania era tanto importante, se la sua piana era tanto importante, perché i capi degli Alleati rimasero a Siracusa? Perché Montgomery, Eisenhower e gli altri ufficiali scelsero di tornare a Cassibile? Del resto a settembre Catania e tutta la sua piana era già in mano loro, perché scegliere nuovamente Siracusa? E perché scegliere il suo porto e installare qui la base centrale del loro potere se potevano andarsene a Catania? E dopo Siracusa mi risulta che il governo alleato se ne andò direttamente a Palermo, non mi risulta che fece tappa a Catania. Negare l'importanza di questi eventi è negare lo sbarco stesso degli Alleati in Sicilia.
Il titolo inserito non sta né in cielo e né in terra e non so quale genere di fonte abbia potuto occulatare il territorio di Siracusa etichettandolo come "piana catanese"... è una cosa che mi fa solo ridere e non mi fa certo pensare alla qualità.
L'unico passaggio dove un territorio di Siracusa può essere etichettato come parte della piana catanese, l'unico, è la presa di Sigonella, che all'epoca non si chiamava ancora così, in territorio di Lentini, al confine tra gli Iblei e la piana di Catania. Tutto il resto sono assurdità logistiche qui disegnate o fonti molto particolari che andranno verificate con cura, perché non si occulta la storia e la si fa passare per voce di qualità. --Stella (msg) 11:33, 28 gen 2017 (CET)Rispondi
Non so se abbiate preso spunto dalla voce in inglese sullo sbarco, ma a tal proposito sul nostro oggetto del contendere, la Wikipedia inglese dice (cito interamente): «The task of General Montgomery's British Eighth Army was, therefore, to capture the Pachino airfield on Cape Passero and the port of Syracuse before moving northwards to take the ports of Augusta and Catania. Their objectives also included the landing fields around Gerbini, on the Catania plain. The objectives of Lieutenant General Patton's U.S. Seventh Army included capturing the port of Licata and the airfields of Ponte Olivo, Biscari and Comiso. It was then to prevent the enemy reserves from moving eastward against the Eighth Army's left flank»
Quindi, Syracuse, Augusta e Catania sono accomunati "solo" quando si parla della presa dei tre porti, mentre la piana di Catania (on the Catania plain) viene nominata "solo" quando si parla dell'aeroporto di Gerbini, ovvero della futura Sigonella. Quindi, e andando avanti non si trova da nessuna parte un simile capitolo intitolato "Battaglia nella piana di Catania" dove viene inclusa la presa di Siracusa e quella di Augusta. C'è solo un capitolo intitolato "Battles for Etna positions" dove si parla dell'Etna e non di Catania e non si menziona assolutamente qui la presa dei centri siracusani ma si ci concentra sui centri che attorniano l'Etna, compresa Centuripe nella Sicilia centrale, parte del territorio etneo. E dal titolo si capisce che la battaglia è incentrata per controllare l'Etna; Catania e la piana - che va ricordato tra l'altro, un tempo si chiamava "piana di Lentini" mica piana di Catania - fa parte del gruppo perché sorge lì vicino ma questo non dà alcun diritto alla versione italiana di far credere che la caduta di Siracusa e Augusta fosse in funzione della battaglia della piana di Catania: le due cose vanno distinte. --Stella (msg) 12:59, 28 gen 2017 (CET)Rispondi
Guarda, per mia personalissima opinione distinzioni di tal genere sull'evento "x", accaduto nel territorio di una città piuttosto che di un'altra (città distanti tra di loro pochi chilometri), lasciano il tempo che trovano e hanno sapore di campanilismo. Però io non sono nessuno e capisco il tuo punto di vista, legittimo quanto il mio. Aspettiamo allora altri pareri, che ne dici? Una discussione a due su una voce riconosciuta di qualità sarebbe parziale e ingiusta. PS: grazie delle voci, avevo cercato male io con altro titolo.--Elechim (msg) 14:33, 28 gen 2017 (CET)Rispondi
Quando diedi il consenso a farla entrare tra le voci di qualità ho sbagliato a non insistere su questo particolare per niente di poco conto. Mi spiace, tu dici che capisci il mio punto di vista ma poi mi tacci di campanilismo dicendo che si tratta di due città divise solo da pochi km... e allora non capisci il mio punto di vista, poiché sto dicendo che la questione non riguarda la distanza tra le due o tre o quattro o cinque città! Riguarda la trappola fatta con questo titolo errato! Sarebbe così tanto disdicevole separare in due il capitolo fino a dove si parla di Augusta?! Sarebbe così tanto assurdo accomunare come è naturale che sia la caduta di Siracusa e Augusta che "non" fanno assolutamente parte di questa benedettisima piana di Catania?! Siamo tutti bravi a parlare fuori dall'occhio del ciclone, ma io vorrei vedere se al posto di Siracusa - che è facile da sopraffare - ci fosse una città del nord dove, parlo per esperienza, conta anche un ponte che li divide di soli 500 metri!! Vorrei vedere se si occultasse uno di quei territori e lo si infilasse nel territorio di un'altra città... che cosa accadrebbe... Tra l'altro parliamo di due eventi importantissimi per lo sbarco di Sicilia, qui snobbati, e la cosa è ancora più grave perché a differenza di quella inglese questa voce è stata approfondita! Ma non si è sentito il bisogno di separare gli eventi come si deve.
Sono molto delusa guarda, adesso potrei andare avanti, portare qui altre fonti, intavolare una discussione volta a condividere l'apertura di un dubbio di qualità su questa voce, e forse potrei benissimo spuntarla. Ma non farò niente di tutto ciò perché sono davvero stanca di battagliare per una cosa che ai miei occhi è "evidentissima" e sta solo sulla versione italiana di questa storia. Farò finta di niente e andrò avanti come se nulla fosse, non mi prenderò un'altra accusa di campanilismo per la voglia di fare giustizia. Teniamo così questa voce; certamente la prossima volta starò molto più attenta prima di dare il mio consenso all'inserimento tra la qualità quando mi accorgo di errori evidenti come questo. Ciao, ci si vede. --Stella (msg) 20:16, 28 gen 2017 (CET)Rispondi
Alt, momento momento momento. Mi sono spiegato male. Non ti ho accusato di campanilismo, ho detto che io ritengo la tua puntualizzazione come tale. Io. Il che, su wikipedia, non conta un cavolo, come si suol dire: è solo un mio pensiero. Tutto qui. Poi senti, io non ce l'ho affatto né con il cosiddetto "Sud" né con il cosiddetto "Nord", termini che davvero non digerisco perché settari e offensivi; anche "Centro" non lo sopporto – si dovrebbe dire (in televisione, a scuola etc.) Italia meridionale, Italia settentrionale, Italia centrale e possibili varianti Comunque, torno in argomento, scusa la divagazione.
Quel che dico, al di là della mia opinione, è: aspettiamo il parere di altri e troviamo un accordo, anche alla luce delle tue fonti. Io su questo episodio bellico, sono sincero, ho bibliografia non vasta e ci sta benissimo che, pertanto, sia della vulgata. Magari i tuoi libri/articoli riportano pareri più recenti, o più studiati. Davvero, non volevo offenderti e se l'ho fatto, è stato un errore. Ti chiedo dunque di accettare le mie scuse e, mi permetto, di non abbandonare la conversazione.--Elechim (msg) 22:06, 28 gen 2017 (CET)Rispondi
Non c'è bisogno che ti scusi, stiamo solo parlando, civilmente :) Che tra le varie parti d'Italia ci sia una leggera differenza culturale è un dato di fatto.. non penso ci sia nulla di male nel rilevare ciò. Tornando a quel titolo, io posso anche portare fonti su fonti, la cosa che mi dispiace è che non ci dovrebbe nemmeno essere bisogno di provare alcunché perché è chiaro leggendo il capitolo in questione che si tratti di due diversi territori uniti erroneamente nella piana di Catania.. gli Alleati non avevano certo intenzione di fermarsi nella piana catanese.. quello che a loro importava era acchiappare Siracusa, quel che rappresentava, il suo territorio (non è certo un caso che non abbiano tralasciato nemmeno un comune di questa zona, che abbiano frugato persino nelle grotte carsiche e che abbiano infine scelto Cassibile per costringere l'Italia alla resa) e poi proseguire, assicurarsi il dominio dell'Etna - non di Catania - e dopo proseguire per Messina e finalmente sbarcare nella parte continentale dell'Italia. Qui invece si è scelto di fare una suddiviose, permettetemi, errata, in quanto si è scelto di nominare nei titoli solamente Catania e Palermo... ma se lo stesso generale Eisenhower (figura in capo di tutta l'operazione alleata) dice (cito dalle testuali parole messe in questa voce): «L'intera impresa dipendeva dall'impadronirsi dei porti di Siracusa e Augusta, e se possibile di Catania, al più presto possibile dopo lo sbarco» ma direi che è chiaro come il sole che per loro era "fondamentale" impadronirsi di Siracusa e Augusta e "se possibile" anche Catania... il che vuol dire che fin dall'inizio sapevano quel che volevano. Quindi perché in questa voce si deve invece far credere con quel titolo fuorviante che per gli Alleati contava andarsi a impantare nella piana di Catania?! Io non dico che non si deve dare la giusta importanza alla battaglia del ponte di primo sole ma per questo non si deve però occultare quel che ci fu prima! Perché come si può notare dai fatti sarà poi fondamentale per quel che ci sarà dopo!
Ecco un po' di fonti che accomunano solo Siracusa e Augusta e nominano Catania dopo e insieme a Messina, perché non era un punto di stop ma un intermezzo.
1) Il giorno della battaglia di Rick Atkinson (premio Pulitzer), libro originale The Day Of Battle: The War in Sicily and Italy 1943-44 cap. The Burning Shore, 2013; sempre un altro suo libro: The Liberation Trilogy Box Set nel capitolo Across the Middle dove parla di Siracusa e Augusta e poi di Palermo.
2) Dwight David Eisenhower, The Papers of Dwight David Eisenhower: The war years, 1970, il presidente ricorda gli anni di guerra e a pag. 1232 parla dei porti di Siracusa e Augusta, senza nominare Catania.
3) R. W. Thompson, Churchill and the Montgomery Myth, p. 221 dove si dedica ampio spazio alla presa di Siracusa e la si accomuna con Augusta, non si parla in alcun modo di piana catanese.
E potrei continuare ancora a lungo, basta sfogliare i tantissimi libri sull'argomento. Mi fermo qua però. Io dividerei il capitolo in questione così: L'occupazione di Siracusa e la caduta di Augusta (capitolo tra l'altro molto ampliabile perché ci sono alrre informazioni al riguardo sui libri) e poi il capitolo La battaglia nella piana di Catania dove si parla appunto dell'arrivo nella piana di Catania e della battaglia di primo sole; da non mischiare con gli eventi che vengono prima.
Questo è quanto, come vedi non ho abbandonato la discussione, adesso però non saprei che altro dire e rischierei di ripetermi, quindi mi farò risentire in caso accoglieste la mia richiesta con fonti, altrimenti pace, ci si vede. --Stella (msg) 11:24, 29 gen 2017 (CET)Rispondi
Ho capito. Forse il problema sta appunto nell'impiego delle fonti. Infatti, se guardi il paragrafo in questione, noterai che i ref contengono rimandi a Trizzino e a D'Este, a Giorgerini e a Caruso: siccome Wikipedia deve solo riportare, e non interpretare, penso sia stata riportata solo una versione dei fatti, tralasciando invece la versione che tu hai rilevato mancare. Quindi va bene, mi trovi piuttosto d'accordo nel fare tale precisazione. Ah, sai cosa anche: ho motivo di credere che le azioni militari di quei giorni (10-12 luglio) sono state unite e riassunte per necessità di spazio, poiché la voce è di oltre 140 kb. Comunque... io non ho ragioni per contestare la modifica, purché ben inserita. Attendiamo che qualcun'altro si faccia vivo, magari lascio un cenno al progetto:Guerra, o se vuoi puoi farlo te.--Elechim (msg) 12:40, 29 gen 2017 (CET)Rispondi
Grazie, sono lieta di sentirtelo dire, preferirei che il cenno al progetto lo facessi tu. --Stella (msg) 14:50, 29 gen 2017 (CET)Rispondi
Direi che dividere il capitolo in due va benissimo, ma giusto per chiarire, qui nessuno ha voluto "nascondere", "sottovalutare" o "occultare" niente, e non capisco nemmeno per quale motivo io e Stone l'avremmo dovuto fare. C'è un limite di kb, c'è il bisogno di condensare oltre un mese di intense lotte e moltissimi avvenimenti importanti in una voce tutto sommato molto breve. Non buttiamo accuse nel mucchio, non ce n'è bisogno, siamo tutti adulti e raziocinanti. Saluti--Riöttoso 17:32, 1 feb 2017 (CET)Rispondi
Io non ho nominato nessun utente in particolare, io ho parlato in generale, ricordando a stento una discussione avuta in passato su questa voce, motivo per cui ho ribadito fin dal principio "perché" secondo me era giusto insistere nel dividere il capitolo; opportunità che prima mi era stata negata. Quindi ho pensato fosse meglio prima discutere e poi modificare. Mi fa comunque piacere che siate favorevoli alla divisione, ci speravo. --Stella (msg) 18:05, 1 feb 2017 (CET)Rispondi
Sono passati un po' di giorni, visto che non c'è stato nessun contrario, proseguo alla modifica come sopraindicato. Tra l'altro cercando sui testi on-line ho trovato delle info che parlano della caduta di Siracusa e Augusta, sempre accumunandole, molto interessanti, solo che sono in lingua tedesca e inglese, quindi vanno prima tradotti, intanto proseguo con la divisione del cap. --Stella (msg) 13:20, 9 feb 2017 (CET)Rispondi
  Fatto, mi riprometto comunque di tornare sull'argomento non appena avrò il tempo per farlo, poiché così la divisione va bene ma ci sono altre info da poter aggiungere. --Stella (msg) 14:06, 9 feb 2017 (CET)Rispondi

Operazione Martin modifica

Occorrerebbe dire nella Voce che da parte degli Stati Maggiori delle Forze Armate italiane e e dei Comandi tedeschi in Italia l’operazione di sbarco degli in Sicilia era attesa e, contrariamente a quanto troppo spesso viene affermato con troppa enfasi, non generò alcuna sorpresa nei comandi dell’Asse, dal momento che non servirono ad ingannarli i vari espedienti realizzati dagli Alleati. Il più famoso fu quello del cadavere di un uomo deceduto in Inghilterra di polmonite e che, sotto il nome fittizio di “maggiore Martin” e per simularne la morte per annegamento, fu mollato in mare dal sommergibile SERAP e fatto arenare sulle coste spagnole di Cadice, con lettere contraffatte di alti ufficiali britannici che indicavano la Grecia quale obiettivo dello sbarco. Nessuna forza tedesca, com’è stato sostenuto per vantare il presunto successo dell’Operazione “Martin”, lasciò la Sicilia che, anzi, fu per quanto possibile rinforzata. In definitiva, con buona pace per i britannici, l'Operazione "Martin" non servi a nulla.

Francesco Mattesini

Ciao, anzitutto. Ti ho sistemato il messaggio con un titolo; altrimenti sembrava parte del post precedente e invece mi pare di capire che tu parli di ben altra cosa. Ascolta, quel che hai scritto, senza le dovute fonti a supporto, rimane una tua personale opinione. Se desideri che venga fatto anche un solo accenno a quanto tu sostieni, devi portare le fonti: presentati qui con almeno quattro o cinque fonti che attestino tutte la stessa cosa; ovvero che l'Asse non si fece per nulla sorprendere dall'astuto piano dei Britannici e allora si può parlare di inserire tale opinione in voce; perché detto sinceramente, a distanza di 70 anni, è difficile dire chi abbia avuto torto o ragione, e sicuramete non sarà il tuo post a cambiare una tradizione ampiamente accettata come questa. Però ciò non significa che non possa esistere una differente versione; ma con fonti alla mano. --Stella (msg) 11:37, 19 gen 2018 (CET)Rispondi
Faccio riferimento a quanto leggo in en:Operation Mincemeat (paragrafi "German reaction; outcome" e "Aftermath") e alle relative fonti lì citate: è vero che lo sbarco in Sicilia era stato ampiamente previsto dai comandi dell'Asse e che nessuna unità italo-tedesca fu spostata dall'isola in ragione dell'operazione Mincemeat; è pur vero, però, che in ragione dell'operazione Mincemeat ulteriori truppe tedesche furono dislocate molto lontano dalla Sicilia e i comandi germanici temettero fino all'ultimo che quella sull'isola fosse solo una manovra diversiva per sviare l'attenzione da uno sbarco nei Balcani. In generale il giudizio sull'esito di Mincemeat è articolato, e non è facile calcolare con oggettività quanto l'operazione abbia influito sulla riuscita dello sbarco in Sicilia. --Franz van Lanzee (msg) 18:16, 19 gen 2018 (CET)Rispondi


Posseggo copia dei documenti consegnati a Roma dagli agenti che si trovavano sulla spiaggia di Ceuta. Domani, farò un sunto. Comunque la aconsiderazione che tu mi chiedi e riportata nel mio libro "La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo", e anche in un saggio pubblicato nel "Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della Marina Militare". Non mi risuklta poi che il Comando Supremno abbia protestato, comed avrebbe fatto, se unità tedesche destinate alla Sicilia fossero state spostate in altre zone. Ciao Francesco

A quanto pare abbiamo materiale sufficiente per inserire in voce anche questa versione dei fatti. E sottolineo anche, Francesco, perché non si può comunque cancellare da un giorno all'altro una versione dei fatti che è entrata nella storia. Considera, che come ha riportato Franz, è molto difficile dire oggettivamente se quell'espediente degli inglesi abbia funzionato o meno. Però se davvero tu possiedi le copie di questi importanti documenti, allora portale a supporto di questa tesi... o se preferisci verità dei fatti. Mi auguro che il tutto sia aggiunto alla voce con equilibrio; considera che questa è una delle voci tra la qualità. --Stella (msg) 21:23, 19 gen 2018 (CET)Rispondi
Ma veramente abbiamo a che fare con Francesco Mattesini lo storico?-- Pulciazzo 00:04, 20 gen 2018 (CET)Rispondi
Francesco Mattesini? Se è lui chiedo scusa per il tono che forse è potuto sembrare poco rispettoso... è che su Wiki è abitudine dare del "tu" a tutti; a prescindere dall'età e dal ruolo :) inoltre io non me ne intendo di storia della marina militare e quant'altro... diciamo che ho solo preservato la voce attuando la normale procedura che si usa in tal caso quando si vuole affermare qualcosa: la richiesta di fonti. Bene, allora se si tratta di uno storico affermato è con maggiore piacere, per la qualità della voce, che aspettiamo le sue fonti. --Stella (msg) 08:46, 20 gen 2018 (CET)Rispondi
Il "tu" non è sicuramente irrispettoso. Chi viene su questa piattaforma deve sapere come relazionarsi con gli altri utenti a prescindere dal proprio prestigio personale. Il problema è che non c'è modo di sapere se si tratti veramente di lui... Fino a prova contraria però dobbiamo crederci in buona fede e ponderare forse con una maggiore attenzione quello che afferma e sostiene. -- Pulciazzo 09:02, 20 gen 2018 (CET)Rispondi
Mattesini è già intervenuto in precedenza sulle pagine di discussione di wikipedia, in particolare, se non erro, sulla questione della difesa di Roma, ciò non toglie ovviamente che anche lui debba inserire le relative fonti a conferma di ciò che sostine. Peraltro riguardo la questione sollevata, ritengo corretta sostanzialmente sia la valutazione di Franz che quella di Mattesini; sicuramente gli anglosassoni come al solito hanno romanzato cinematograficamente l'astuzia e l'efficacia della troppo spesso citata operazione di depistaggio "mincemat"; è vero, come afferma Mattesini, che l'importanza dell'operazione dal punto di vista strategico generale equivale quasi a zero, è anche vero però che l'alto comando dell'Asse, pur prevedendo correttamento la probabilità di uno sbarco in Sicilia, avesse anche previsto e studiato molte altre opzioni operative: sbarco in Sardegna, in Corsica, in Jugoslavia, a Creta, nel Peloponneso, Grecia continentale....e di conseguenza avesse distribuito le sue limitate forze in tutti le possibili aree critiche. Segnalo in particolare il trasferimento dell'eccellente e modernamente equipaggiata 1. Panzer-Division ad Atene nell'estate 1943 in piena battaglia di Kursk.--Stonewall (msg) 09:07, 20 gen 2018 (CET)Rispondi
Insomma allora diciamo che l'Asse (Italia-Germania) si mise in difficoltà da sola... senza bisogno dell'inganno degli inglesi. Se dite che Mattesini è intervenuto altre volte qui, allora molto probabilmente è proprio lui quello con il quale io sopra ho dialogato... forse, come dice Pulciazzo, non ho alcun motivo per sentirmi di essere stata irrispettosa, però in caso lo fossi sembrata, mi dispiace. Tutto qui :) adesso auguro una buona prosecuzione in tal senso: ieri ha detto che oggi faceva un sunto per la voce, quindi probabilmente arriverà. --Stella (msg) 09:17, 20 gen 2018 (CET)Rispondi

[ Rientro] Ringrazio Mattesini per l'intervento, e concordo sul fatto che questa operazione di depistaggio non servì a molto, si tratta solo di uno dei tanti stratagemmi, probabilmente è solo il più romanzato. Possiamo però inserire qualche riga che spieghi che da una parte i tedeschi furono comunque indotti a schierare forze in diversi settori del Mediterraneo, ma dall'altra Micemeat non garantì l'effetto sorpresa che si aspettavano gli Alleati. --Riöttoso 12:08, 20 gen 2018 (CET)Rispondi


In attesa di portare a conoscenza la documentazione in mio possesso, sulla questione dell’Operazione “Mincemeat” ho scritto nel 1980 alle pagine 397-398 del mio libro La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo (1940-1945)", ristampato nel 2003 da Albertelli, quanto segue:

Nella preparazione dell’operazione “Husky” i Comandi anglo-americani misero in atto misure molto elaborate per confondere il nemico circa la data e la destinazione dell’attacco. Tra l’altro, nella speranza di ritardare i rinforzi alla Sicilia, di ridurre la minaccia aerea ai proprio convogli d’invasione e di tenere le forze navali principali italiane lontane dalla zona, fu adottato il famoso e macabro trucco di mettere in mare al largo della costa spagnola, simulandone la morte per affogamento, il cadavere di un uomo deceduto invece di polmonite (pseudo maggiore William Martin dei “Royal Marines”), con indosso lettere contraffatte di alti ufficiali inglesi.

Il corpo del “maggiore Martin”, mollato in mare dal sommergibile SAERAP, galleggiò fin verso Cadice, ove i falsi documenti caddero nelle mani di un agente dell’Asse che li spedì a Berlino. In essi si asseriva che l’obiettivo dell’operazione “Husky” era il Dodecaneso, mentre in una lettera per l’ammiraglio Cunningham [Comandante in Capo delle Forze Navali Alleate ad Algeri] si accennava a delle “sardine”, un nome di copertura che poteva essere identificato con la Sardegna.

Tale trucco, onorato col nome di operazione “Mincemeat”, sebbene avesse indubbiamente allarmato Hitler e i suoi collaboratori, non ingannò però, contrariamente a quanto troppo stesso viene affermato i comandi italiani e tedeschi, tanto è vero che durante giugno [1943] giunsero in Sicilia numerosi rinforzi, che portarono il presaidio dell’isola a duecentosessantamila uomini, dei quali circa trentamila tedeschi. Questi ultimi, a differenza degli italiani, disponevano di ottimo armamento campale e di centosessanta carri armati facenti parte della Divisione corazzata “Hermann Goring” e della 15a Divisione “Panzer Granadier”.

Francesco


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Ricordo che l’operazione “Mincemeat” si svolse il 29 aprile 1943, quando il sommergibile SERAPH mise in mare il cadavere di Martin. Si stava ancora combattendo in Tunisia, e lo sbarco della Sicilia avvenne il 10 luglio, mentre i rinforzi tedeschi furono inviati sull'isola in giugno.

Quando allo spostamento della 1a Panzer Divisione si verificò nell’estate ma solo perché Hitler, fin dall’autunno del 1942 si era messo in testa che gli Alleati sarebbero sbarcati in Grecia, oppure nel Dodecaneso, motivo per il quale anche gli italiani furono costretti, sulle pressioni tedesche, a rinforzare quel fronte. Come si vede l’Operazione Mincemeat non ebbe nessuna influenza sulle decisioni di Berlino, e lo ripeto risultò inutile.

Francesco ___________________________

Quindi fu colpa di Hitler che si era fissato con la Grecia... capisco. Però ciò non toglie che anche se non fu a causa dell'operazione Martin, o come si chiama, alcune truppe alla fine vennero spostaste dalla Sicilia, no? E quindi di questo dato si deve anche tenere conto. Ad ogni modo credo che così salga un capitolo bene equilibrato che racconti davvero come andarono le cose. Adesso si deve fontare bene e inserire in voce. --Stella (msg) 12:37, 20 gen 2018 (CET)Rispondi
  • Temo che sensa un consenso esplicito dell'editore, inserimenti simili direttamente dalle pagine di un libro violino il copyright anche se inserti dall'autore. Che non possiamo identificare. -- Pulciazzo 13:14, 20 gen 2018 (CET)Rispondi


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MAGGIORE WILLIAM MARTIN

Riporto, di seguito, il Documento di Supermarina in mio possesso (in copia), in cui si prenbdono in considerazioni varie ipotesi, compresa quella del Maggiore Martini, ma senza arrivare ad una qualsiasi conclusione di certezza degli obiettivi. Non ho rintracciato i Documenti che avrebbe fornito Berlino, ma nella successiva documentazioni, inclusi i verbali del Comando Supremo e i Documenti degli Stati Maggiori, incluso quello tedesco dell’OBS (feldmaresciallo Kesselring), l’episodio del maggiore Martin viene del tutto ignorato. ___________________

Bozza di lettera compilata intorno al 9-10 Maggio 1943

SUPERMARINA

[bozza di lettera non spedita]

Prot. N. …. XXX, li ……………………... Segreto Riservato Personale

ARGOMENTO : Intenzioni operative del nemico.

AL COMANDO SUPREMO – P.M. 21

1°) Si segnalano particolarmente attendibile le tre informazioni allegate.

2°) La prima (allegato 1) e la seconda (allegato 2) concordano nel ritenere imminente l’esecuzione di operazioni di sbarco in Mediterraneo Occidentale e nello escludere siano dirette contro le coste e le isole della Spagna. Restano quindi, quali probabili obiettivi, la costa della Provenza, la Sardegna e la Sicilia. L’intensificarsi delle azioni aeree sui porti siculi, i vantaggi derivanti dalla conquista delle posizioni della Tunisia, la possibilità di ottenere il controllo del Canale di Sicilia mediante il possesso della Sicilia occidentale porterebbero a concludere che questa è l’operazione che il nemico tenterà per prima. Però lo schieramento attuale dei mezzi da sbarco è maggiormente predisposto per un attacco alla Sardegna. Fino a quando questo schieramento non venga modificato e fino a quando non siano eseguiti i lavori per la messa in efficienza anche parziale delle posizioni navali ed aeree della Tunisia (dragaggio – apertura anche parziale dei porti e degli aeroporti), si deve ritenere che il primo obiettivo del nemico sia la Sardegna e che eventuali azioni contro la Sicilia (come quelle aeree dell’8-9 maggio) siano una finta od abbiano altri scopi contingenti (rendere difficile il rifornimento e la protezione aerea delle nostre forze concentrate sulla penisola di Capo Bon).

3°) Tale apprezzamento trova conferma nella terza informazione (allegato 3). Questa prevede due operazioni di sbarco, una nel Mediterraneo Occidentale, con finta verso la Sicilia ed obiettivo principale non precisato, ma che sembra logico supporre sia la Sardegna, ed una nel Mediterraneo Orientale che comprenderebbe una finta contro il Dodecaneso ed un’azione effettiva contro ala Morea mirante all’occupazione dei campi di aviazione di Araxos e di Calamata. Queste precisazioni rendono particolarmente attendibile l’informazione. L’operazione nel Mediterraneo Orientale diretta contro la zona più debole del nostro schieramento per la conquista di obiettivi di primaria importanza per le successive operazioni aeree risulta molto probabile. Tuttavia per un’operazione del genere è necessaria una preventiva concentrazione in Levante di unità navali da trasporto e per scorta ai convogli. Il deflusso di tali unità attraverso il Canale di Sicilia richiederà qualche tempo e, comunque, non dovrebbe passare inosservato.

4°) In conclusione, allo stato attuale delle cose si deve presumere imminente un’operazione diretta alla occupazione della Sardegna, meno probabili risultano operazioni verso altri obiettivi.

IL CAPO DI STATO MAGGIORE

Annotazione: Atti. ________________________

Allegato n. 1

STATO MAGGIORE DELLA REGIA MARINA

9 Maggio 1943-XXI

N. 33877 – Fonte fiduciaria germanica (9/5/43) comunica:

Si ritiene come imminente (anche fine settimana) operazione di sbarco anglo-americana con obiettivo Francia meridionale aut isole tirreniche.


Allegato n. 2

STATO MAGGIORE DELLA REGIA MARINA

9 Maggio 1943-XXI

N. 33875 – Fonte particolarmente attendibile riferisce che Ammiraglio Gibilterra in conversazione con Ufficiale spagnolo ha accennato che sbarco est questione di giorni (alt) Si ritiene fermamente che dabbano escludersi operazioni contro territori aut isole spagnole.


Allegato n. 3

UFFICIO GERMANICO PROTEZIONE TRAFFICO

9 Maggio 1943-XXI

N. 1905 – Comando Supremo Marina Germanica (OKM) 1 SKL comunica ore 215509 quanto segue

Riservato Personale

K O in Spagna comunica che est stato messo in terra in Spagna un corriere inglese. Aveva con se una lettera personale del Chief of the Imperial Generale Staff indirizzata al Generale Alexander in data 23 aprile. 1) Sono progettate due imprese di sbarco, nominativo HUSKY et BRIMSTONE. 2) HUSKY probabilmente significa Grecia. Ad ogni modo est previsto il rinforzo della 5^ Divisione per attaccare Capo ARAXS et della 56^^ Divisione per attaccare Calamata. 3° BRIMSTONE significa probabilmente una impresa nel Mediterraneo occidentale. 4°) Sono proposte per l’impresa HUSKY una impresa finta sul Dodecaneso e per l’impresa BRIMSTONE una impresa finta sulla Sicilia. 5°) K O in Spagna manderà copie degli originali. _____________________________ N.B. faccio notare che l’obiettivo HUSKY era la Sicilia e BRIMSTONE la Sardegna/Corsica. Faccio anche notare che in Grecia, compreso Creta ed Egeo, vi erano soltanto quattro Divisioni tyedesche, tra cui la 1a Corazzata. E’ logico che, nell’incertezza a Berlino abbiano ritenuto di inviare qualche rinforzo, ma non era quello che doveva andare in Sicilia. Francesco Mattesini – 19 gennaio 2018

Concordo sostanzialmente con Mattesini; la farsa di "Mincemat" non influì affatto con la pianificazione dell'OKW che dipendeva invece da considerazioni molto più complesse correlate con la guerra sul Fronte Orientale, il temuto crollo del Fascismo e la imminente entrata in servizio delle famose "divisioni Stalingrado", cioè una parte delle divisioni distrutte a Stalingrado nell'inverno 1942-43 che erano in fase di ricostituzione accelerata in Francia o in Germania. Hitler e i suoi generali in pratica non escludevano alcuna possibilità e cercavano di coprire con forze mobili tutti i possibili punti critici del fronte mediterraneo; inoltre nella Francia meridionale erano anche quasi pronte le due ottime divisioni paracadutisti del generale Student, che poi andarono una in Sicilia e una a Roma. Al contrario dalla classica vulgata anglosassone i tedeschi erano preoccupatissimi per l'Italia di cui temevano il cedimento e nell'estate 1943 trasferirono la HG e 90. PzGr. (ricostruite dopo l'Africa), la 15. PzGr, la 29. PzGrD., la 16. e 26. PzD (ricostruite dopo Stalingrado): queste forze non furono tutte inviate subito in Sicilia non ha causa dell'inganno di Mincemeat ma perchè Hitler e l'OKW, ipotizzando un tradimento italiano, intedevano mantenere a disposizione una forza di manovra nella penisola e inoltre temevano che le forze tedesche schierate nell'isola, in caso di defezione dell'alleato, sarebbero rimaste isolate e quindi sarebbe inevitabilmente andate perdute.--Stonewall (msg) 15:43, 20 gen 2018 (CET)Rispondi
Cioè vuoi dire che Hitler e i tedeschi ancora prima dell'approdo alleato e dell'armistizio di Cassibile sospettavano già che l'Italia li avrebbe "traditi"? Ad ogni modo dal documento emerge chiaramente che il comando italiano si aspettava, quasi al 100% uno sbarco in Sardegna... non in Sicilia; almeno questo è quello che ho colto io leggendolo. Comunque, sono tutte notizie interessanti - e devo dire che fa anche un certo effetto leggere quelle parole scritte in un momento davvero drammatico e concitato della storia - però il punto è: si può fare un sunto citando queste fonti e metterlo in voce? --Stella (msg) 16:11, 20 gen 2018 (CET)Rispondi
Beh.. non ci sono dubbi che Hitler e i suoi temessero e ipotizzassero un crollo del Fascismo e un cambio di campo dell'Italia praticamente da sempre e sicuramente, dopo la catastrofe del Don e della Tunisia, presero le prime decisioni operative nella primavera 1943; il "Piano Alarich" è di maggio e prevede dettaglatamente tutte le misure operative da prendere per neutralizzare la defezione e sgominare le forze italiane in tutti i teatri di operazione dove erano impiegate (Balcani, Dodecaneso, Francia...). Quanto al problema Sardegna o Sicilia, Hitler sulla base di considerazioni strategiche riteneva più probabile uno sbarco in Sardegna (da dove gli alleati prosegundo per Livorno o Piombino, avrebbero tagliato fuori in un colpo solo tutta l'Italia meridionale e centrale), ma la dislocazione delle forze tedesche di fatto non confermava questa "intuizione" hitleriana (formalmente corretta); in Sicilia c'erano più forze tedesche che in Sardegna.--Stonewall (msg) 16:24, 20 gen 2018 (CET)Rispondi
Comunque tutte queste cose le scrissi alcuni anni fa (con fonti puntuali) in operazione Achse.--Stonewall (msg) 16:40, 20 gen 2018 (CET)Rispondi


Avete compreso quale era la situazione. I tedeschi, come scrisse il generale Marras da Berlino al Comando Supremo, temevano che uno sbarco potesse verificarsi in qualsiasi punto, dalla Norvegia alla Francia settentrionale, dalla Spagna alla Francia Meridionale, in Sicilia, in Sardegna, nelle Isole Ioniche (che furono rinforzate),nel Dodecaneso e in Grecia. In queste condizioni di incertezza, tedeschi e italiani non sapoevano dove sbattere la testa per rinfoprzare adeguatamente i vari fronti, ma i tedeschi lo fecero invece sulla penisola italiana, a discapito delle forze da inviare in Sicilia, perché temevano, come avvenne, una sedizione italiana, dopo accordo con gli Allerati.

Le informazioni che arrivavano sul fronte del Mediterrraneo erano sempre più numerose con il passare dei mesi, ma dal momento che la situazione del navigli di sbarco alleta, tenuto sotto controllo dai ricognitori tedeschi, e per quanto poossibile italiani, si trovava concentrato sui territori dell'Africa Settentrionale e della Libia-Egitto, era convincimento generale, e non poteva essere differentemente, che lo sbarco sarebbe avvenuto in Sicilia. In Grecia furono inviati quei rinforzi già programmati da tempo, come veniva fatto come in altri settori europei, ritenuti minacciati.

Se avete paziensa leggete il capito del mio libro precedente a quello dello sbarco in Sicilia. Vi accogerete che quello che dico é esatto. L'operazione "Mincemeat/Maggiore Martin" é servita a qualcuno che nel dopoguerra (a Londra) era interressato a parlar bene di un'operazione in realtà fallimentare, tanto che i personaggi della storia si trovano nel Film "L'uomo che non é mai esistito", con Clifton Webb, che ha messo mezzo mondo al di fuori della verita, all'epoca del film me compreso.

Francesco ___________________________

Ha scritto Alberto Santoni a pag. 48 del suo libro dell’Ufficio Storico Esercito, Le operazioni in Sicilia e in Calabria - Luglio Settembre 1943:

“I falsi documenti sequestrati al pari del cadavere dalle autorità spagnole, giunsero in mano tedesca il 9 maggio 1943, come previsto e sperato dagli inglesi, e la conseguenza fu che il 12 mese l’O.K.W. annunciò che “provvedimenti riguardanti la Sardegna e il Peloponneso dovevano avere la precedenza sugli altri”. Pertanto fu ordinato alla 1a divisione corazzata tedesca di spostarsi dalla Francia alla Grecia, alla 90a div. Leggera di spostarsi in Sardegna e infine all’XI Fliegerkorps del Gen. Student di portarsi con due div. Paracadutisti nella Francia meridionale per parare uno sbarco nella stessa Sardegna”.
Il risultato di questo spostamento, che si sarebbe verificato anche senza il “cadavere”, avvenne al momento stesso in cui le truppe tedesche e italiane in Tunisia si erano arrese (11-12 maggio), e si prevedeva che la prossima mossa del nemico sarebbe stata rivolta ad uno degli obiettivi del Mediterraneo ritenuti più probabili. Li abbiamo già elencati.
Dobbiamo considerare:
  1. Lo spostamento della 1a Divisione corazzata, da Rennes, era necessario in Grecia dove si trovavano soltanto tre divisioni di fanteria tedesche. La Divisione aveva ricevuto i carri tipo IV con cannone lungo e il Reggimento d’artiglieria rinforzato con un gruppo semovente. E’ difficile pensare che altrimenti sarebbe venuta in Italia per difendere la Sicilia, dato che vi erano destinate altre forze. Il 10 luglio 1943 il Gruppo di Armate C del feldmaresciallo Kesselring diponeva in Italia di otto Divisione, due delle quali in Sicilia, e ne era stato richiesto dal Comando Supremo italiano l’arrivo di altre due Divisioni. Quindi per il fronte della Sicilia lo spostamento in Grecia derlla 1a Divcisione non ebbe alcuna influenza.
  2. Lo spostamento in Sardegna della 90a Divisione Panzergranadieren, del Gruppo di Armate C di Kesselring, avvenne su insistenze del Comando Supremo italiano che ancora temeva che quello potesse essere l’obiettivo prescelto dagli Alleati. Comunque la Divisione si trovava già in Italia.
  3. Lo spostamento delle due Divisioni paracadutiste dell’XIII Fliegerkorps del generale Student, essendo state inviate nella Francia meridionale, si avvicinavano alle due grandi isole italiane, Sardegna e Sicilia, più che alla Grecia dalla quali erano distanti. Se avessero dovuto difendere la Grecia, potevano essere mandate in una zona dell’Europa Orientale, ad esempio in Romania, o anche in Italia. Qui arrivarono proprio dopo lo sbarco in Sicilia, dislocandosi a Pratica di Mare (Roma) da dove poi la 1a Divisione paracadutisti partecipò alla difesa della Sicilia, nella Piana di Catania, e alla successiva evacuazione dell’Isola.
Questa è la situazione, e non mi venute più a parlare, come è stato scritto in Internet, che il “cadavere” permise agli Alleati di conquistare la Sicilia. Niente di più ridicolo.

Francesco Mattesini

Roma, 21 Gennaio 2018

Perfetto Mattesini, concordo su tutto, del resto hai scritto esattamente le stesse cose che avevo già scritto sopra io.--Stonewall (msg) 15:14, 21 gen 2018 (CET)Rispondi

_________________________________

Milto bene. Grazie

Francesco

Ho sistemato il passaggio di cui si discute in questo modo, spero vada bene a tutti. --Franz van Lanzee (msg) 16:36, 23 gen 2018 (CET)Rispondi


Possono dire che sono un visionario. Occoirre qualcosa di più convincente, magari inserendo il documento di Supermarina. Occorre anche dire che a Berlino forse furono ingannati dal "Cadavere", ma che ciò non avvenne per i Comandi Italiani e per il Cpomandasnte tedesco del Sud (O.B.S.),feldmaresciallo Albert Kesselring.

Francesco

Ho messo in forma più esplicita --Franz van Lanzee (msg) 19:04, 25 gen 2018 (CET)Rispondi


Molto bene, così é comprensibile.

Francesco

Fonte modifica

Segnalo questo file: http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:qHDEIGQpOLIJ:www.intrasformazione.com/index.php/intrasformazione/article/download/268/pdf+&cd=34&hl=it&ct=clnk&gl=it che contiene parecchie informazioni che potrebbero essere utili per alcune parti della pagina. --193.206.177.144 (msg) 13:02, 27 feb 2018 (CET)Rispondi

Collegamenti esterni modificati modifica

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento esterno sulla pagina Sbarco in Sicilia. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 11:28, 5 mag 2019 (CEST)Rispondi

"Autosmobilitazione" a Licata modifica

Il seguente paragrafo: "Lo sbarco 25 chilometri più a ovest, presso Licata, fu invece decisamente più spedito e ordinato. La "JOSS Force", acronimo di Joint Operations Support System Task Force, del maggior generale Truscott (3ª Divisione, un battaglione ranger, gruppi di carri della 2ª Divisione corazzata) incontrò debole resistenza; l'artiglieria italiana si manifestò con tiri sporadici e imprecisi e le spiagge non erano neppure minate.[98] La costituzione della testa di ponte costò perdite umane tutto sommato lievi, limitate ai settori sulle ali dove i reparti lottarono contro la caparbia 18ª Brigata fanteria italiana, messa in rotta dal pesante fuoco navale[99]. L'operazione fu inoltre facilitata da una spessa cortina fumogena stesa dalle navi e dal distruttivo cannoneggiamento preparatorio[100]. Alle 02:57 la Green Beach, coincidente con la baia della Mollarella e la spiaggia Poliscia, fu calcata dai primi ranger[101] e nel volgere di un'ora approdarono dieci battaglioni appoggiati da plotoni di carri armati: dopo brevi scaramucce furono fatti prigionieri 2.000 italiani. Gran parte degli altri soldati abbandonò armi ed equipaggiamenti per fuggire verso l'interno, sulle montagne, in un processo definito da ufficiali di stato maggiore come «autosmobilitazione»[100]."

Appare alquanto in contrasto con quanto è scritto nella storia ufficiale dello sbarco compilata dall'esercito statunitense, Sicily and the Surrender of Italy, Cap. VI:

Almost constant enemy fire harassed the boats. Soldiers in some instances became casualties before they reached the ramps, others were hit while disembarking. The LCI on the left flank drew the heaviest fire, a flanking fire from both left and right. The Italians shot away her controls and communications as she beached, and though able to lower both ramps, the LCI started to broach almost immediately and had to cut the ramps away. She swung completely around until her stern rested on the shore. Disdaining normal disembarkation procedures, the troops scrambled over her stern and dropped to the beach. By 0500, the bulk of the 2d Battalion was ashore. Two companies swarmed inland and seized Monte Marotta (some four and a half miles inland west of the north-south Highway 123), while the third turned northeast after landing, cut the railroad, and established a roadblock at Station San Oliva where the railroad crossed Highway 123 some three and a half miles northwest of Licata. By 1000, after bypassing most of the enemy resistance along the beach, the 2d Battalion was on its objectives and successfully drove off a dispirited counterattack launched against Station San Oliva by an Italian coastal battalion, a XII Corps reserve unit.

While the five 2d Battalion LCI's were trying to retract from the beach, six LCI's carrying Lt. Col. John A. Heintges' 3d Battalion came in, along with three LCI's transporting part of the engineer beach group. With some overlapping of the 2d Battalion's LCI's, the 3d Battalion touched down at 0500 on the left end of RED Beach and received the same heavy fire from the shore defenders which was peppering the leftmost LCI of the 2d Battalion group. In fact, it was not until the LCIs' guns went into action to provide covering fires that the 3d Battalion troops were landed.

The section of beach where the 3d Battalion landed--near Gaffi Tower--had not been cleared either by the 1st or 2d Battalion. Nevertheless, despite wire entanglements along the side of the bluff and despite heavy Italian rifle and machine gun fire from positions along the top of the bluff, the battalion pushed aggressively inland and cleared the immediate beach area. One company, after capturing nineteen Italians along the cliff, pushed westward and inland, took the tower, and occupied the high ground just south of the railroad and coastal highway. The other two companies occupied the hill mass north of the highway. An eight-man demolition section pushed on to the west through a defile and blew the railroad crossing over the Palma River, some two miles in front of the battalion's hill positions.

The LCI bearing Colonel Sherman and his staff came ashore near the center of the beach as dawn was breaking. Tangling with another LCI on its way to assist the broached LCI of the first wave, the boat lost both ramps after only fifteen men had disembarked. The LCI commander tried to discharge the rest of his troops by rigging wooden ladders and rope lines over the side of the boat. But the weight of individual equipment hampered the men, and they floundered in the water, helpless against the fire coming from shore. The craft commander stopped the unloading by this method, deliberately broached the LCI, and sent the RCT command group over the sides. The RCT headquarters opened ashore at 0615, just inland from the beach on top of the cliff.

Naval gunfire might have helped the small craft to the beach, but the two fire support destroyers assigned to RED Beach--the Swanson and the Roe--had collided near Porto Empedocle at 0255 and were concerned with their own troubles. However, help was arriving. At 0520, with enemy fire still falling on the beach, twenty-one LCT's carrying the RCT's supporting armor and artillery approached through the heavy seas. Fearful for the safety of the LCT's landing under enemy fire, the commander of the RED Beach naval force ordered the craft to halt until the fire could be silenced. But four of the LCT's, either ignoring the order or failing to receive it, kept on going and beached at 0630. The four carried the 10th Field Artillery Battalion. Unloading quickly, utilizing the full-tracked mobility of its M7's the artillery unit established firing positions 500 to 1,000 yards inland and began firing in support of the infantry units.12

At about the same time, the destroyer Buck, which had been serving as escort for the LCT convoy, was sent in by Admiral Conolly to take over the RED Beach fire support role.13 The cruiser Brooklyn, which had been firing in support of the GREEN Beach landings, also moved over on Conolly's orders and opened fire on Italian artillery positions which had been firing on RED Beach.14 By 0715, Italian fire had slackened appreciably. Seven minutes later, Conolly ordered the remaining LCTs to beach regardless of cost. Two additional destroyers moved over to assist the Buck in laying a smoke screen on the beaches to cover the LCT landings. Concealed by the smoke and covered by the Brooklyn's six-inch guns, the LCT's touched down without incident. By 0900 the supporting tanks and the 7th Infantry's Cannon Company were ashore, followed soon after by the remainder of the engineer beach group and two batteries of antiaircraft artillery. The 7th RCT's assigned objectives were secured by 1030 and its establishment of a defensive line on the arc of hills bordering the western side of the Licata plain assured the protection of the beachhead's left flank. Heavy equipment and supplies were pouring ashore and being moved inland over the soft sand.

A mile to the east of RED Beach and three miles west of Licata, GREEN Beach, flanked by rocks, had the most dangerous approach. Divided into two distinct parts by the Mollarella Rock (82 feet high), which was joined to the island by a low, sandy isthmus, the western part (350 yards wide and almost 20 yards deep) was rockbound except for a short stretch of about 150 yards, the eastern part (400 yards wide, 40 yards deep) lay within a snug cove with a mouth 200 yards across. The eastern beach opened into a stream bed and to a number of tracks providing good vehicular and personnel exits to Highway 115, about a mile and a half inland. The west beach also possessed exits, but its limited size would restrict its use to personnel traffic. Both appeared to be obstructed by barbed wire entanglements. Gun positions on Mollarella Rock dominated the west beach. Immediately back of a stretch of vineyards on the sector of land forming the beach, a defensive position containing at least four machine gun positions and a trench and wire system had been located.

The special force, spearheaded by the 3d Ranger Battalion, touched down at 0257, just twelve minutes behind schedule. Moving smartly, three Ranger companies cleared the beaches and Mollarella Rock and established a defensive line on the high ground at the left end of GREEN West, while the other three companies cleared the way inland to the western edge of Monte Sole. Lt. Col. William H. Billings' 2d Battalion, 15th Infantry, went in over GREEN West at 0342, reorganized, passed through the Rangers at Monte Sole as planned, and thrust toward Licata, the left inner claw of the planned pincer movement. Clearing enemy hill positions as they moved eastward, the men of the 3d Battalion by 0730 had possession of Castel San Angelo, but a strong naval bombardment of Licata in support of the YELLOW Beach landings prevented the battalion from pushing immediately into the city.

YELLOW and BLUE Beaches east of Licata were much better for assault landings. Beginning not quite two miles east of the mouth of the Salso River and running almost due east for a mile and a half, YELLOW Beach was of soft sand, about 60 yards deep at the western end, narrowing gradually to 15 yards at the eastern end. Licata on the left and the cliffs of Punta delle due Rocche on the right would serve as general guides in the approach. Many good paths and cart tracks ran from the beach across a cultivated strip to Highway 115, here only some 400 yards inland. One-half mile to the east lay BLUE Beach, which consisted generally of firm sand with occasional rocky outcrops. Not quite a mile wide, BLUE Beach deepened from 15 yards on the left to 60 yards on the right. Low sand dunes backed up the right half of the beach; a low, steep bank, the left half. Exits for personnel and vehicles were easy and plentiful, and Highway 115 ran everywhere within 500 yards of the beach.

Naval bombardment was the American answer to the only real Italian interference with the YELLOW Beach landings. The opposition consisted primarily of an Italian railway battery on the Licata mole, an armored train mounting four 76-mm. guns. When the naval fire finally lifted, the train had been destroyed and other Italian resistance silenced. Soldiers from both GREEN and YELLOW Beaches swarmed into Licata, while a battalion which had swung north from YELLOW Beach to the bend in the Salso River moved south into the city shortly after.

At BLUE Beach, farthest to the right, the Italian defenders put up a somewhat bigger show of resistance, though not so strong as that offered at RED Beach. With the 30th RCT forming the right outer claw of the pincer, the naval task force had been delayed in reaching its transport area. The LST's leading the convoy moved into position and began anchoring at 0115. But the anchorage later proved to be well south of the correct position, thus forcing the LCVP's carrying the assault battalion to make a much longer run to the beaches than planned. Despite this, the first LCVP's grounded just two hours after the LST's had begun anchoring and only a half-hour behind schedule. The first wave met some rifle and machine gun fire from pillboxes on the beach, and some artillery fire from guns on Poggio Lungo, high ground off to the right. Like its counterpart on the far left, the 7th RCT, the 30th RCT before noon occupied its three primary objectives: three hill masses bordering the eastern side of the Licata plain

Strana consistenza della flotta italiana secondo Sadkovich modifica

Considerando che la Regia Marina, nel luglio del 1943, aveva ben più che "tre corazzate, tre incrociatori e otto cacciatorpediniere", come superficialmente scritto in codesta "voce di qualità", si tratta di capire il contesto della citazione dell'autore, che magari voleva riferirsi alle sole unità di pronto impiego. Ma in ogni caso il conto non tornerebbe. Non si fa inoltre il minimo riferimento agli agguati di sommergibili, per lo più infruttuosi , anche se il sommergibile Alagi riuscì a silurare, il 16 luglio 1943, l'incrociatore HMS Cleopatra (cfr. Alberto Santoni & Francesco Mattesini, La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo (1940-1945), Edizioni dell’Ateneo, Roma, 1980, p. 435-436.). Inoltre basta riferirsi alla pagina di Wikipedia dedicata alla consegna della flotta italiana agli alleati per apprezzarne la consistenza e la dislocazione circa due mesi dopo lo sbarco in Sicilia [1] --Frantzisku (msg) 11:52, 1 apr 2022 (CEST)Rispondi

  1. ^ Erminio Bagnasco, In guerra sul mare, in Dossier Storia Militare N° 4, 2012, p 426-429
Il dato va rivisto ma in effetti non è del tutto scorretto, se ci si riferisce alle unità contemporaneamente pronte all'uso e bellicamente efficienti al momento dello sbarco alleato: le corazzate, ad esempio, erano sei in totale ma solo due effettivamente utilizzabili (Littorio e Vittorio Veneto; la Roma era in cantiere per riparare i danni subiti in un bombardamento, Doria e Duilio erano in corso di riarmo dopo essere state poste in riserva perché ormai obsolete, la Cesare era in disarmo a Pola con funzioni di nave scuola). Marc'Antonio Bragadin, La Marina italiana 1940-1945 riporta che gli incrociatori erano dieci in totale ma, tolti quelli in riparazione o obsoleti, solo cinque erano impiegabili; discorso analogo per i cacciatorpediniere: tolti quelli in riparazione, solo una decina erano disponibili per scortare una sortita della flotta da battaglia. Numeri non troppo diversi da quelli di Sadkovich, insomma.
Sulle operazioni navali nel corso della campagna posso vedere di sopperire creando un paragrafo apposito. --Franz van Lanzee (msg) 12:05, 2 apr 2022 (CEST)Rispondi

Poletti modifica

Ho francamente qualche dubbio sull'utilità di questa aggiunta [1], peraltro basata su una fonte giornalistica: dato che si parla di teorie minoritarie e che quindi c'è in ballo WP:IR, credo sia sufficiente il paragrafo successivo. ----FriniateArengo 12:45, 10 nov 2022 (CET)Rispondi

Problema delle correlate modifica

[@ Elechim, Franz van Lanzee] Salve a tutti. Non capisco questa resistenza a inserire tre nomi in croce tra le correlate. Per punti:

  1. Tra le correlate devono andare le correlate, non le correlate meno "qualcosa", secondo imperscrutabili intendimenti del contributore di passaggio.
  2. Il criterio per la presenza di una voce tra le correlate è quello della forte correlazione: le nostre vaghe convenzioni in proposito parlano di voci "che trattano un argomento connesso con quello della voce in questione" e dicono che "il nesso [...] deve essere il più possibile evidente". Ho aperto un thread (questo) per migliorare il testo della policy. Ad ogni modo, tutte e tre le bio che ho inserito sono indubbiamente rilevanti e hanno un nesso evidente con la voce in questione, quindi possono e debbono stare tra le correlate.
  3. Sia come sia, NON esiste tra le convenzioni alcuna previsione che escluda l'inserimento di una voce tra le correlate solo perché essa è presente in un infobox, nell'incipit o addirittura nel corpo del testo. Non ha molto senso che tra le correlate debbano stare voci con un "evidente nesso" tranne quelle che ricorrono nel corpo del testo. Se il nesso c'è, si suppone che queste voci appaiano nel corpo del testo.
  4. Non è strano navigare su wp attraverso le voci correlate: al lettore è utile avere una sezione in cui sono raccolte in modo ragionato le voci più rilevanti, evocate nel corpo del testo. Il lettore potrebbe anche decidere di leggere solo una sezione e poi di voler visitare la voce X per approfondire: il lettore deve poter andare alla sezione correlate e confidare di trovarvi le voci... correlate.
  5. Perché quelle sì e altre no? Risposta: se qualcuno ritiene di dover integrare la sezione Correlate di questa voce lo faccia. Io non ho detto da nessuna parte "solo queste, altre no".
  6. Allo stato, tra le correlate sembrano non fare problema voci come Incidenti degli schiaffi, Operazione Dragoon o In guerra per amore, la cui presenza nella sezione appare inspiegabile per il lettore meno avvisato (non vengono infatti menzionate nemmeno di striscio nel resto della voce e il loro nesso con la voce *appare* quanto meno misterioso). Se il lettore, scorrendo la voce e constatando che Patton o Alexander o Montgomery sono personaggi centrali della vicenda, a un certo punto vuole visitare la bio di uno di loro, non deve essere costretto a cercare il link da qualche parte nella voce: potrebbe non essere nell'infobox, potrebbe non essere nell'incipit e non ha senso costringere il lettore a cercarlo nel lago del testo. Invece, resta oscuro, a leggere questa voce, perché mai il lettore dovrebbe andare a leggere degli "incidenti degli schiaffi".

Vi invito tutti a partecipare alla discussione che vi ho indicato. Grazie. --pequod76talk 10:57, 20 feb 2023 (CET)Rispondi

Avevo notato l'apertura della discussione generale sulle convenzioni in merito alle correlate e mi ero giusto ripromesso di intervenire a breve (tempo tiranno). Qualche risposta sul caso specifico, ma anche qualche considerazione generale che mi riprometto di trasferire anche nell'altra discussione:
  • la linea guida, nelle sue scarne previsioni, chiede di valutare la correlazione in ragione della forza del legame secondo buon senso, e di adottare un limite di base di non più di una quindicina di collegamenti inseriti nella sezione. Se una voce ha cento correlate, quindi, è da evitare di inserirle tutte e cento nella sezione, ma di selezionare una lista più ristretta (magari non di esattamente quindici voci, ma comunque vicina a quel numero) guardando alla maggior forza del legame. Soprattutto con voci molto generali come questa, non è praticamente mai possibile mettere tutte le correlate nell'apposita sezione;
  • non si capisce perché la voce relativa a Montgomery abbia un legame più forte con questa voce rispetto alla voce relativa a Guzzoni o a Kesselring; si capisce piuttosto bene, invece, che mettere tutte le voci biografiche correlate all'argomento della voce ci porterebbe a sforare ampiamente il limite (pur indicativo) previsto dalla convenzione. A maggior ragione se, dopo le biografie, prendiamo in considerazione anche le voci su luoghi geografici, unità militari, navi etc etc. Vedi sopra, buon senso chiede di scremare: non essendo possibile mettere tutti i biografati correlati, meglio non metterne nessuno invece che qualcuno si e qualcuno no con un criterio (apparentemente) del tutto casuale;
  • "Se il lettore, scorrendo la voce e constatando che Patton o Alexander o Montgomery sono personaggi centrali della vicenda, a un certo punto vuole visitare la bio di uno di loro, non deve essere costretto a cercare il link da qualche parte nella voce": vero, ma i link in questione sono già collocati in posizioni di per sè molto evidenti (appunto sezione iniziale e infobox, cui aggiungere anche un template di navigazione), godendo già di un risalto superiore a quello di altri link. Ampliare ulteriormente questo risalto ponendoli anche nelle correlate è sproporzionato;
  • la convenzione non esclude l'inserimento di una voce tra le correlate solo perché essa è presente altrove in voce, ma allo stesso tempo non dice nemmeno che le voci correlate devono essere già state richiamate nel testo della voce. Anzi, per come ho sempre personalmente interpretato il concetto la sezione dovrebbe raccogliere primariamente le voci correlate NON richiamate altrove nel testo, appunto per ampliare la capacità di navigazione del lettore oltre i link già presenti nel corpo del testo. Motivo per cui è IMHO più appropriato avere nella sezione Incidenti degli schiaffi piuttosto che il link a Montgomery.
--Franz van Lanzee (msg) 17:24, 20 feb 2023 (CET)Rispondi
[@ Franz van Lanzee] Grazie per la tua risposta. Seguo i tuoi punti.
  • La voce allo stato misura circa 154 kbyte, quindi nulla di esagerato. Sicuramente una voce grossa, ma non "gonfia". Con le tre bio che ho inserito e con Mincemeat siamo a 14 correlate, un numero ampiamente gestibile. Voci di queste dimensioni possono raggiungere anche il doppio delle correlate: ad esempio, Babilonia (regione storica), che misura 143 kbyte, ne ha ben 51. Certo, sono numeri che possono intimidire, ma la storia di Babilonia è lunga 2000 anni. Sicuramente la resa della sezione non è il massimo, ma asciugare la sezione sarebbe più arbitrario della scelta fatta. E non sono tutte le correlate: sono 51 voci davvero davvero davvero centrali nell'economia della voce. Sarebbe meglio rimuovere la sezione che scendere a 15. Ovviamente, quando si arriva a questi numeri una buona soluzione è quella del TdN, che però non ha la stessa duttilità della sezione Correlate. Altrettanto ovviamente, non voglio dire che avere una sezione con 51 correlate sia ottimale: la questione è certamente spinosa e possiamo cercare insieme soluzioni anche inedite, suggerite proprio da quanto stiamo discutendo.
  • Guzzoni e Kesselring: non è necessario mettere tutte le voci biografiche. Sicuramente Guzzoni e Kesselring andrebbero aggiunti, come anche, io penso, von Senger. luoghi geografici, unità militari, navi etc etc. Capisco, però il bello della sezione Correlate è proprio la sua duttilità: io credo sia comprensibile supporre che ci si senta attratti innanzitutto dalle biografie. Ho inserito anche l'isola di Sicilia, btw. :) Quindi, sì, criterio "casuale" nel senso di criterio non così stringente come per i TdN (che richiedono una omogeneità forse eccessiva per il nostro caso) e scelta umana, un po' arbitraria ma non stupida.
  • la convenzione [...] non dice nemmeno che le voci correlate devono essere già state richiamate nel testo della voce: vero e infatti ho lasciato "schiaffi" e tutto, però converrai con me che è un po' spaesante come strategia sistematica. A me è capitato di inserire qualche correlata non menzionata in voce perché mi è noto il nesso, ma sempre come "promemoria", con l'idea di sviluppare in voce qualcosa che giustificasse l'inserimento del tema X tra le correlate. Ritengo sia strano che un nesso che si richiede sia evidente non si traduca nella presenza del tema da qualche parte nella voce. Diversamente, l'arbitrarietà della scelta appare ben maggiore...
In ogni caso, è chiaro che questo caso specifico è solo... un caso. Perdonami se non sono riuscito a postare qualcosa di più succinto. ;) pequod76talk 19:49, 20 feb 2023 (CET)Rispondi
[@ Pequod76] perdona la mia scomparsa, ma posso dedicare veramente poco tempo a Wikipedia, in questo periodo; mi spiace assai non averti dato pronta risposta. Sono comunque dello stesso pensiero di Franz che gentilmente e inconsapevolmente ha risposto al posto mio.--Elechim (msg) 18:20, 23 feb 2023 (CET)Rispondi


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Dal mio recente libro “L’Operazione Mincemeat”, L’uomo che non è mai esistito e la messa in scena che non inganno i tedeschi”, e in particolare gli italiani, riportò alcuni brani della conclusione, in parte rielaborati, per dare al lettore la prova che i film e gli scritti nei paesi anglosassoni, e non solo, fanno parte di una grande presunzione a cui ha creduto mezzo mondo.


Francesco Mattesini


Circa la identificazione della Sicilia quale obiettivo dello sbarco degli Alleati in Mediterraneo, il Servizio Informazione Militare del Comando Supremo italiano (SIM), ne era stato convinto fin dal 13 febbraio 1943, ritenendo che dopo la conquista della Tunisia gli Alleati sarebbero sbarcati sull’isola. Né fecero ritenere il contrario le molte false informazioni che venivano riportate ad arte dai servizi d’informazione degli anglo-americani e notizie pervenute da nazioni neutrali a loro favorevoli, dove vi erano una quantità di agenti il cui compito era quello di compiere, nei riguardi della Germania e dell’Italia, depistaggi e confusione.

Il generale Cesare Amè, Capo del SIM, riferendosi ai “falsi documenti posti su un cadavere vestito da ufficiale inglese ed abbandonato in mare”, che secondo una pubblicazione britannica, creando confusione ed errati apprezzamenti, avrebbero costretto a sospendere i lavori di difesa della Sicilia, sostenne nel suo libro “Guerra Segreta in Italia 1940 – 1943”, che queste considerazioni erano “del tutto immaginarie”. E concluse affermando: “I falsi documenti scritti di pugno dal Vice-capo dello S.M. Imperiale britannico” (generale Archibald Nye), non servirono al depistaggio, ma invece fecero confermare al SIM “l’esatta valutazione”, ossia che l’obiettivo dello sbarco nemico era proprio la Sicilia.

Era anche la considerazione di Winston Churchill, che evidentemente, lasciando al generale statunitense Eisenhower, Comandante in Capo delle Forze Alleate, il compito di autorizzare la fattibilità dell’operazione “Mincemeat”, riteneva che italiani e tedeschi, “tutti meno un dannato sciocco” (Adolf Hitler), non sarebbero caduti nella trappola del comandante Ewen Montagu, che come protagonista scrisse l’episodio in un libro da cui fu realizzato il film; ossia quella di far pervenire ai tedeschi i falsi documenti del generale Nye, in modo da costringerli a sguarnire la Sicilia a favore della Sardegna, indicata come l’obiettivo della “Mincemeat”. Soltanto una Divisione corazzata tedesca, la 1a Panzer, fu trasferita dalla Francia in Grecia, mentre nello stesso tempo affluirono in Italia, dove in Sicilia si trovava in ricostituzione la 15a Divisione Panzergrenadier veterana della campagna d’Africa, ben sette Divisioni tedesche, di cui tre corazzate, offerte da Hitler a Mussolini per la difesa della penisola e delle Isole.

E di tali sette Divisioni, che alle dipendenze del feldmaresciallo Albert Kesselring Comandante Superiore del Sud (OBS) si aggiungevano alla 90a Panzergrenadier, una fu inviata in Sicilia (corazzata Hermann Göring), una in Sardegna (90a Panzergrenadier), quattro in Italia meridionale (16a e 26a Panzer, 29a Panzergrenadier, 1a Paracadutisti) e una a nord di Roma (3a Panzergrenadier), mentre in Corsica fu destinata una Brigata d’assalto.

Anche il capitano di fregata Mario De Monte, Capo dell’Ufficio Servizio “B”, dal quale dipendevano i servizi di Intercettazione Estera e dei crittografi del 5° Reparto Informazioni Segrete della Regia Marina (SIS), ha scritto in un suo libro del dopoguerra [Uomini ombra, Ricordi di un addetto al Servizio Segreto Navale] che, tra le tante notizie ricevute sulle operazioni degli anglo-americani “L’ipotesi più verosimile era quella di uno sbarco in Sicilia”, che “era stato previsto da tempo”.

Ed in effetti, anche i maggiori storici britannici e statunitetensi che hanno trattato la guerra nel Mediterraneo, S.W. Roskill, C.J.C.Molony e S.E. Morison, sono concordi nel ritenere che il falso piano dell’operazione “Mincemeat”, sebbene arrivato alla conoscenza di tedeschi e italiani, non ebbe nessuna influenza favorevole alla grande operazione di sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943.

Oggi sappiamo che gli schiocchi sono coloro che, facendo film e scrivendo romanzi e articoli sull’argomento, hanno alimentato il presunto successo di una operazione, la Mincemeat, che assolutamente non funzionò.

In definitiva, ritornando a Churchill, gli illusi sono ancora oggi nel Regno unito, e gli ingenui, frutto dell’ignoranza, tra tutti coloro che, in particolare in Italia, hanno creduto e glorificato quella macabra messa in scena.

Fortunatamente da parte britannica abbiamo un ottimo sunto sulla campagna di Sicilia da parte di Liddell Hart, che scrisse nel suo libro: Storia di una sconfitta. Parlano i generali del III Reich:


Passarono due mesi prima che gli Alleati sfruttando la vittoria conseguita in Tunisia, sbarcassero in Sicilia il 10 luglio. Anche allora per fronteggiare l’attacco di otto divisione alleate c’erano nell’isola soltanto due divisioni germaniche [le sei divisioni italiani, tranne alcuni reggimenti di artiglieria, si erano sbandate con un vergognoso “tutti a casa”]. Ma i tedeschi, pur essendo privi di appoggio aereo e ricevendo soltanto due divisioni di rinforzo, riuscirono a contenere l’esercito d’invasione, che aveva ricevuto rinforzi ben maggiori. Dopo aver ritardato l’avanza delle armate alleate fino alla metà di agosto, i tedeschi si sottrassero alla caccia ritirandosi attraverso lo stretto di Messina grazie ad un’efficace protezione antiaerea. Il feldmaresciallo Kesselring, comandante in capo delle forze tedesche nell’Italia meridionale, fu ben lieto del periodo di respiro procuratogli dalle truppe germaniche in Sicilia; ma trovò anche un notevole sollievo quando esse ripararono sane e salve in Calabria perché aveva temuto che l’avversario , con uno sbarco sulla punta dello stivale italiano, potesse bloccare la loro ritirata mentre erano ancora impegnate in Sicilia.

Questo fu l’esito della campagna di Sicilia, in cui l’operazione “Mincemeat” non ebbe alcuna influenza. 

In definitiva, nessun elemento di reparto terrestre, navale e aereo tedesco lasciò per la Grecia e per altra località la Sicilia, che anzi fu notevolmente rinforzata, rendendo vano il tentativo dell’operazione Mincemeat, il cui scopo principale era proprio quello di non farvi arrivare rinforzi. E' questo é un fatto incontestabile.

Non si vede proprio come il cadavere di Glyndwr Michael [il falso maggiore Martin] “possa aver cambiato le sorti della seconda guerra mondiale”, che è ancora oggi in molti l’opinione corrente. E il film The Man Who Never Was (L’uomo che non è mai esistito), del 1956, con il grande attore americano Clifton Webb nella parte del principale realizzatore del piano “Mincemeat”, il comandante Ewen Montagu, è da considerare come un fatto storico reale che però, lo ripetiamo, a dispetto di quanto sono convinti in Gran Bretagna (e anche in Italia), non ebbe alcun risultato pratico. Servì, però, a portare a Montagu, improvvisato scrittore e sceneggiatore, fama e un mucchio di soldi. Pertanto anche il nuovo film L’Arma dell’inganno, del 2021, è soltanto una ripetizione di quella storia, che si era conclusa nello sbarco in Sicilia in un nulla di fatto.

Altro che “l’inganno che ha cambiato la storia dell’umanità”, come è scritto in un sito italiano.

Tra le centinaia di documenti che ho consultato, alla fine la maggioranza delle opinioni degli Stati Maggiori, su dove sarebbero sbarcati gli anglo-americani, portava sempre ad una conclusione: la Sicilia. Ed era la Sicilia, più che la Sardegna che veniva, nei limiti delle possibilità, continuamente rinforzata da italiani e tedeschi, che però non mancarono di preparare per entrambe le isole piani d’azione. Essi prevedevano anche l’intervento della flotta italiana, particolarmente raccomandato da Berlino e dall’OBS; e quest’ultimo si impegnò ad assicurarne l’indispensabile scorta aerea con i suoi reparti da caccia. Come è noto, le navi italiane, facendo irritare i tedeschi, non intervennero perché troppo grande era il divario di forze navali degli Alleati che appoggiarono lo sbarco in Sicilia.

Risulta che anche il Presidente del Consiglio Benito Mussolini ne era consapevole. E poiché la Marina avrebbe potuto impiegare contro il nemico soltanto due corazzate (Italia e Vittorio Veneto) e cinque incrociatori (Garibaldi, Abruzzi, Eugenio di Savoia, Montecuccoli e Aosta), al momento disponibili, non fece alcuna opposizione alla rinuncia dell’impiego della Flotta quando, il 10 luglio 1943, il Duce fu informato dall’ammiraglio Arturo Riccardi, Capo di Stato Maggiore della Regia Marina della situazione, in cui emergeva una schiacciante superiorità delle forze navali ed aeree anglo-americane.  

           

--93.45.236.73 (msg) 10:31, 8 lug 2023 (CEST)Rispondi

OPERATION "MINCEMEAT" modifica

Avevo postato quanto ho scritto per Voi in Wikipedia inglese, ma é stato subito cancellato senza farne un qualsiasi piccolo commento.

Comunque il mio libro é stato pubblicato anche in lingua inglese, ma l'editore Cristini ha dovuto trovare un tradutore italiano perché il professore con cui era in contatto a Londra aveva rifiutato riferendo "E' stata una nostra Vittoria".

Il titolo del libro: "Operation Mincemeat - The man who was and the straging that did not fool the Germans".

Francesco --93.45.238.179 (msg) 19:45, 28 lug 2023 (CEST)Rispondi

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