Discussione:Simone Martini

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Simone Martini
Argomento di scuola secondaria di II grado
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titolo modifica

Sarebbe da cambiare il titolo in Simone Martini. --Patty 10:39, Gen 11, 2005 (UTC)

Sicuramente, sì. Ora lo sposto. Twice25 (ri-cicciati - stai al passo, segui il flusso)   12:34, Gen 11, 2005 (UTC)
Non so perchè si parlasse di gotico internazionale, che è un movimento della fine del trecento e del XV secolo... ho cambiato qua e là in gotico francese o transalpino --SailKon le mani tra i capelli. 12:41, 6 lug 2007 (CEST)Rispondi

La Formazione modifica

Proporrei di aggiungere nel capiotolo biografico un paragrafo sulla formazione di S.M. (o piuttosto sulle ipotesi in merito). Segue la mia proposta, grazie.

Nessuna fonte certa esiste sulla formazione di Simone Martini, ma è consolidata l’ipotesi che essa si si sia svolta nella bottega di Duccio di Buoninsegna. Tuttavia, la presenza nella pittura di Simone, già nelle sue opere più precoci giunte sino a noi, anche di elementi non ducceschi lascia presumerne che il tirocinio del pittore sia stato arricchito anche da esperienze diverse. Innanzitutto, in Simone si coglie una particolare sensibilità per la resa plastica delle figure umane, sicuramente maggiore di quanto non fosse nella coeva pittura senese e in quella di Duccio in particolare, il che rende presumibile un contatto, già in età giovanile, con le novità giottesche. Possibile veicolo di tale contatto potrebbe essere stato Memmo di Filippuccio – futuro genero di Simone – che fu attivo nel cantiere assisiate apprendendovi della rivoluzione giottesca, poi diffusa in area senese. La traccia dell’attività di Simone in San Gimignano, ove era situata la Bottega di Memmo e i futuri rapporti familiari con quest’ultimo, legittimerebbero l’ipotesi che la formazione di Simone Martini sia completata proprio presso Memmo. Altro elemento caratterizzante l’opera di Simone, sin dagli esordi noti, è la sua attenzione per le arti suntuarie, fiorenti nella Siena del tempo. Ne è testimonianza il diffuso utilizzo di raffinati stampini e punzoni, mediante i quali Simone arricchisce di eccezionali elementi decorativi i suoi dipinti (si pensi ai nimbi della Vergine e del Bambino della Maestà del Palazzo Pubblico). Del pari gli oggetti in oro illusionisticamente raffigurati nelle sue opere sono riprodotti con ineguagliabile maestria (si veda in questo senso il trono della Vergine della stessa Maestà, quasi un ingrandimento di alcuni bellissimi reliquiari senesi dell’epoca). Sulla base di questi elementi si è ipotizzato che il giovane Simone abbia avuto familiarità con l’arte orafa. Ipotesi che peraltro spiegherebbe anche un ulteriore elemento distintivo dell’opera del Martini, cioè la sua conoscenza del gusto gotico oltremontano, diffuso a Siena soprattutto nel campo dell’oreficeria, dove, in taluni, è evidente la ripresa di modelli transalpini, come ad esempio nell’opera di Guccio di Mannaia.

Sì sì, mi piace questo paragrafo, devi però indicare le fonti da cui prendi queste infotmazioni (sono vietate le WP:Ricerche originali) --Sailko 13:05, 8 mag 2013 (CEST)Rispondi

Ci manchrebbe, del resto ricerche originali sono molto al dl la della mia portata... la fonte è: Pierluigi Leone de Castris, Simone Martini, Federico Motta Editore, Milano 2003 (libro che consiglio.. del resto l'intera collana, ora edita dal Sole 24 Ore, è veremante fatta bene)

Va bene allora, aggiungilo e in fondo metti questa nota <ref>Pierluigi Leone de Castris, ''Simone Martini'', Federico Motta Editore, Milano 2003.</ref> --Sailko 14:12, 8 mag 2013 (CEST)Rispondi

fatto, spero vada tutto bene

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