Distruzione della flotta napoletana

La distruzione della flotta napoletana avvenne la sera dell’8 gennaio 1799, quando fu data alle fiamme dal commodoro Donald Campbell, comandante del vascello Afonso de Albuquerque, diretto sottoposto dell’ammiraglio marchese di Niza, comandante in capo della squadra portoghese del Mediterraneo, ciò contravvenendo alle disposizioni ricevute dall’ammiraglio Nelson di bruciare la flotta solo all’ultimo nell’eventualità che essa fosse in estrema minaccia di cattura da parte dei francesi; gli incendi terminarono l’indomani 9 gennaio 1799 con l’affondamento delle maggiori unità della Real Marina di Napoli e Sicilia.

Distruzione della flotta napoletana
parte della guerra della seconda coalizione
Data8 e 9 gennaio 1799
LuogoMar Tirreno Meridionale,
Golfo di Napoli
Esitovantaggio tattico britannico
Schieramenti
Comandanti
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Storia modifica

Furono dati alle fiamme e affondati i vascelli Guiscardo, Partenope e Tancredi (tutti da 74 cannoni), il San Gioacchino (64 cannoni) la fregata Pallade (40 cannoni), la corvetta Flora (24 cannoni), bruciate cinque lance cannoniere e due bombardiere, mentre la Cerere fu depredata e abbandonata alla deriva in mare aperto.[1]

Il vicario generale Francesco Pignatelli, principe di Strongoli, rimasto a Napoli, se ne lamentò direttamente con Nelson, il quale chiese informazioni al marchese di Niza e al commodoro Donald Campbell disapprovandone l’operato con una dura reprimenda e dovendo scusarsene personalmente con Ferdinando IV di Napoli e Giovanni Acton[2], tuttavia ogni provvedimento punitivo come il deferimento alla corte marziale fu sospeso dietro richiesta della regina consorte di Napoli Maria Carolina.[3]

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Mariano d'Ayala. Le vite dei più celebri capitani e soldati napoletani. Napoli, Stamperia dell'Iride, 1843.
  • Giuseppe de Luca. L'Italia meridionale e l'antico reame delle Due Sicilie. Descrizione geografica, storica e amministrativa. Napoli, Stabilimento Classici Italiani, 1860.
  • Antonio Formicola, Claudio Romano, Napoli 9 gennaio 1799: una Flotta in fumo, Supplemento alla Rivista Marittima, Roma, Gen/1999.
  • Antonio Formicola, Claudio Romano, La Base Navale di Napoli, dalle origini ai giorni nostri, Supplemento alla Rivista Marittima, Roma, Apr/1995;
  • Antonio Formicola, Claudio Romano, Pittori di Marina alla Corte dei Borbone di Napoli, Supplemento alla Rivista Marittima, Roma, Apr/2004;
  • Antonio Formicola, Claudio Romano, Storia della Marina da Guerra dei Borbone di Napoli - vol. I - 1734-1799, Uff. Storico M.M. Roma, 2005;
  • Antonio Formicola, Claudio Romano, Storia della Marina da Guerra dei Borbone di Napoli - vol. II, tomo I: 1799-1815, tomo II 1815-1830, Uff. Storico M.M. Roma, 2010.
  • Virgilio Ilari, Piero Crociani e Giancarlo Boeri,Le Due Sicilie nelle guerre napoleoniche (1800-1816), Roma, USSME, 2008, II, pp. 879–942 ("La Real Marina (1800-1815)".
  • Ruello Majolo. L'Accademia Borbonica della Real Marina delle Due Sicilie ed.f.c. Ass. Nunziatella, Napoli, 1994.
  • Benedetto Maresca. La marina napoletana nel secolo XVIII. Napoli, Pierro, 1902.
  • Lamberto Radogna, Storia della Marina militare delle Due Sicilie 1734-1860, Milano, Mursia, 1978. ISBN 88-425-8753-2
  • Lamberto Radogna Cronistoria unità da guerra Marine preunitarie Roma, Uff. Storico M.M. 1981.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica