Diyarbakır
Diyarbakır comune metropolitano | |
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(TR) Diyarbakır (KU) Amed | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Anatolia Sud Orientale |
Provincia | Diyarbakır |
Distretto | Non presente |
Territorio | |
Coordinate | 37°55′N 40°13′E / 37.916667°N 40.216667°E |
Altitudine | 675 m s.l.m. |
Abitanti | 592 557 (stime 2007) |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+2 |
Targa | 21 |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Diyarbakır o Diyarbekir (turco-ottomano Diyar-i Bekr دیاربکر, 'terra dei Banu Bakr'[1]; curdo Amed; siriaco ܐܡܝܕ Āmîḏ; greco Ἄμιδα Amida; armeno Ամիդ Amid) è una città del sudest della Turchia, situata lungo le sponde del fiume Tigri, e capoluogo della provincia omonima.
È nota principalmente come città di interesse culturale, per il suo ricco folclore e per la produzione di angurie.
È inoltre una delle città turche a contare la maggior presenza di curdi[2][3], tanto da essere talvolta definita, dai curdi stessi e da alcuni osservatori esterni, come "la capitale del Kurdistan turco"[4][5]. Questa definizione non è comunque ufficiale, né tantomeno accettata dal governo di Ankara. Stando ad uno studio[6] il 72% degli abitanti della città parla curdo (oltre che persiano), e lo utilizza come lingua primaria al posto del turco. Nei pressi della città è inoltre molto sentita la festa del Nawrūz, il capodanno curdo festeggiato il 21 marzo.
StoriaModifica
Nel 359 era una fortezza frontaliera dell'Impero romano, posta sotto assedio dalle forze dell'Impero persiano dei Sasanidi. In quella estate il Comes la raggiunse alla testa di sei legioni[7] e una vexilatio comitatensis.[8][9] Malgrado ciò, l'esercito sasanide del re Sapore II vinse la battaglia che si svolse nei suoi pressi e conquistò la città, massacrando la popolazione locale.
NoteModifica
- ^ È opinione comune che questo termine derivi dalla fusione del sostantivo arabo dār (pl. diyār), che significa "sede, casa") col nome della tribù araba dei B. Bakr, che si installarono nella regione a seguito della conquista islamica nel VII secolo Copia archiviata, su diyarbakir-bld.gov.tr. URL consultato il 22 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2006)., così come il Diyar Rabì'a prende il nome dalla tribù araba dei B. Rabì'a.
- ^ Distribution of Kurdish People — GlobalSecurity.org
- ^ Administrative Units of Contemporary Kurdistan (GIF), su geo.ya.com. URL consultato il 22 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2007).
- ^ English :: Tariq Ali Diary on Diyarbakır and More - Bianet Archiviato il 29 settembre 2007 in Internet Archive.
- ^ UNPO: Kurdistan: Capital Amed Celebrates Newroz
- ^ Diyarbakir Sur Belediyesi: "Sur Municipality Survey of Field Research" cited in the daily newspaper Radikal Archiviato il 30 settembre 2007 in Internet Archive.
- ^ Si trattava di due legioni comitatensi (i Tricensimani e i Decimani Fortenses) e quattro auxilia comitatenses (i Magnentiaci, i Decentiaci, i Superventores e i Praeventores), per un totale di quattromila fanti e trecento o quattrocento cavalieri (Maurizio Colombo, "Constantinus rerum nouator: dal comitatus dioclezianeo ai palatini di Valentiniano I", Klio, 90, 2008, pp. 124–161).
- ^ Identificabile con i Comites sagittarii seniores, i Comites sagittarii iuniores, o i Comites sagittarii Armenii (Colombo, ibidem).
- ^ Ammiano Marcellino, Res gestae, xviii.9.3–4.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Diyarbakır
- Wikinotizie contiene l'articolo Turchia: morti e feriti in un attentato nel sud del paese, 3 gennaio 2008
Collegamenti esterniModifica
- (TR) Municipalità metropolitana di Diyarbakır, su diyarbakir-bld.gov.tr. URL consultato il 22 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2006).
- (TR) Camera del Commercio di Diyarbakır, su diyarbakirtso.org.tr. URL consultato il 28 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2008).
- (TR) Informazioni su Diyarbakır, su diyarbekir.com.
- (EN) L'antico sito di Amida su livius.org, su livius.org.
- (EN) Tour di Diyarbakir su mappa con link riguardanti le principali attrazioni turistiche, su routefollower.com. URL consultato il 7 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2015).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 148996542 · LCCN (EN) n85272750 · GND (DE) 4091063-5 · WorldCat Identities (EN) lccn-n85272750 |
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