Dolci inganni
Dolci inganni[1] è un film del 1960 diretto da Alberto Lattuada.
Trama
modificaFrancesca, che ha diciassette anni, è innamorata di Enrico, un architetto che ha vent'anni più di lei. A scuola la ragazza parla con le sue amiche delle esperienze vissute con Enrico. Uscita da scuola, Francesca accompagna la signora Margherita a fare compere e incontra un ragazzo, presentato come amico intimo della famiglia (in realtà un gigolò), che la porta nella villa patrizia di una principessa, la quale "usa" il ragazzo nel tempo libero. Giunta la sera, l'adolescente sente il bisogno di rivedere Enrico, così lo raggiunge sul posto di lavoro. Pian piano, però, Francesca si rende conto di essersi sbagliata sul suo conto.
Produzione
modificaLattuada cercò di cavalcare l'onda del successo del romanzo Lolita, incentrando il film sul medesimo tema, dichiarando però che il suo lavoro voleva avere ben più ampio respiro piuttosto che occuparsi di una questione di cocente attualità. Nella stesura del soggetto consultò numerosi psicologi, medici, insegnanti, religiosi e persino dirigenti del centro prematrimoniale di Milano, i quali approvarono il contenuto del suo film[3].
Secondo il primo abbozzo, il film si sarebbe dovuto intitolare Le ninfette[4].
Censura
modificaA causa del tema di natura sessuale il film venne pesantemente modificato dalle direttive censorie. La censura, accusando il film di "prendere le mosse del lolitismo oggi imperante", "un concentrato di situazioni riprovevoli e assolutamente inaccettabili" e "un film degradante, che non fa certo onore al cinema italiano, e che lascia lo spettatore nauseato e disgustato"[5] ordinò subito la modifica di 14 dialoghi[6]. Con tali modifiche, il film esce nelle sale nazionali l'11 ottobre 1960 col divieto ai minori di 16 anni; il 26 novembre il Ministero del Turismo e dello Spettacolo, per ordine del Procuratore della Repubblica milanese Carmelo Spagnuolo, emise un'ordinanza verso le prefetture di tutta la penisola affinché il film venisse immediatamente sequestrato e ritirato dalla programmazione[7][8][9][10][11], addirittura interrompendo in alcuni casi la proiezione in corso.[12]
Il 5 marzo 1961 la censura autorizzò la distribuzione ma, oltre alle modifiche ai dialoghi, ordinò l'eliminazione di 8 scene per un totale di 301,5 metri di pellicola.[14][15]
Il 29 febbraio 1964 il giudice istruttore Generoso Petrella proscioglie Lattuada e il produttore Goffredo Lombardo da ogni accusa di oscenità, ordinando il dissequestro della pellicola col suo minutaggio originario.[16][17]
Il regista ricorda:
La revisione del 3 novembre 1998 elimina il divieto ai minori e reintegra i tagli della prima revisione.[18] Il finale del film, quindi, è una delle cause del sequestro della pellicola. Tale finale nella prima versione della sceneggiatura aveva un esito molto differente:
Critica
modificaSulle pagine de l'Unità il critico Mino Argentieri si scagliò duramente contro la censura:
Poiché non esiste una morale di Stato, a nostro parere, la controversia dovrebbe avere una facile soluzione; si aggiunga, inoltre, che il film incriminato ha le carte in regola con le esigenze della creazione artistica, e per le persone oneste e sane di mente automaticamente ne discende che qualsiasi ostacolo alla libera circolazione dei Dolci inganni equivale a un atto illegale e arbitrario. [...][19]»
Non potendo arrivare all'ultima franchezza, Lattuada ha caricato di espressioni il volto della sua giovanissima interprete, la promettente Catherine Spaak, figlia del noto sceneggiatore; con effetti spesso intensi, come nella scena iniziale del risveglio. Ha anche introdotto episodi e figure non strettamente necessarie (la principessa e il gigolò, la madre dell'amica); ma in complesso ha raffinato la materia scabrosissima e nella bellezza delle immagini ha rasentato quell'innocenza che più ancora che alla Francesca stava a cuore a lui come regista di un tema scandaloso. E non è soltanto colpa sua se il film non riesce a esprimersi tutto; se, non parliamo nella morale, ma neanche nella amoralità, non risulta convincente.»
Colonna sonora
modificaNote
modifica- ^ Sebbene il titolo sia più noto con l'articolo iniziale, questo non è presente nei titoli di testa della pellicola: vedi
- ^ a b Lattuada racconta le peripezie dei «Dolci inganni», il film che lanciò la Spaak. Il più «sforbiciato» degli italiani
- ^ Il film sulle «ninfette» incontra difficoltà di censura.
- ^ a b I dolci inganni: adolescente irrequieta
- ^ 1° visto-censura, p. 16
- ^ 1° visto-censura, pp. 2, 3, 8, 9, 11, 12, 13, 14, 15, 24, 25, 26
- ^ 1° visto-censura, pp. 30, 31, 36-44
- ^ Sequestrato «Dolci inganni» - parte 1 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità del 27 novembre 1960
- ^ Sequestrato «Dolci inganni» - parte 2 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità del 27 novembre 1960
- ^ "I dolci inganni" sequestrato a Milano, La Stampa, 27 novembre 1960
- ^ a b c Dolci inganni (1960, Alberto Lattuada) Archiviato l'11 gennaio 2015 in Internet Archive. su visioniproibite.it
- ^ Sostituito con un western "I dolci inganni" a Casale, La Stampa, 28 novembre 1960
- ^ a b I dolci inganni (A. Lattuada, 1960) su italiataglia.it
- ^ Autorizzato (con tagli) il film "I dolci inganni", Stampa Sera, 6 marzo 1961
- ^ Prima di consentirne la proiezione. Il magistrato taglia 300 m. a Lattuada Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità del 6 marzo 1961
- ^ 1° visto-censura, p 46
- ^ Il giudice assolve Lattuada e Lombardo per «l dolci inganni» Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità del 5 marzo 1964
- ^ Dolci-inganni-2^-Edizione (PDF), su cinecensura.com.
- ^ Il regista Lattuada accusa la censura
- ^ Rassegna stampa I dolci inganni | MYmovies
Bibliografia
modifica- Mario Gallo, Morando Morandini, Alberto Moravia e Leo Pestelli, I dolci inganni in Il nuovo spettatore cinematografico, n. 17 (novembre 1960), pp. 92–94.
- Luigi Faccini, Maurizio Ponzi, Intervista con Alberto Lattuada in Filmcritica n. 158 (giugno 1963), pp. 343–344.
- Lino Peroni, Incontro con Alberto Lattuada in Inquadrature, n. 11 (settembre 1963), pp. 1–8.
- Tatti Sanguineti, a cura di, Italia taglia, Transeuropa, Ancona, 1999.
- Karianne Fiorini, Dolci inganni, amare sorprese, Cinegrafie, n. 16, 2003
- Silvia Tarquini (a cura di), L'inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada, Centro sperimentale di cinematografia, Roma, 2009.
- Simone Starace, Guardie svizzere. La censura italiana e le donne di Lattuada
- Per altri riferimenti vedi BIBLIOGRAFIA, di Sara Leggi con la collaborazione di Sebastian Calà.
Altri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Dolci inganni
Collegamenti esterni
modifica- I dolci inganni, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Dolci inganni, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- Dolci inganni, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
- (EN) Dolci inganni, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Dolci inganni, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Sweet Deceptions, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Dolci inganni, su FilmAffinity.
- (EN) Dolci inganni, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Dolci inganni, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).