Domenico Agostino Vandelli

scienziato, naturalista e botanico italiano
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Domenico Agostino Vandelli (Padova, 8 luglio 1735Lisbona, 27 giugno 1816) è stato uno scienziato, naturalista e botanico italiano.

Domenico Agostino Vandelli
Museo Machado de Castro

Biografia modifica

Vandelli Domenico Agostino nacque l'8 luglio 1735 a Padova da Girolamo Vandelli e Francesca Stringa, entrambi esponenti della nobiltà modenese e veneziana. La formazione scientifica del Vandelli avvenne già in seno alla famiglia. All'Università degli Studi di Padova si laureò nel 1756 in Medicina con una tesi intitolata: Dissertationes tres: de Aponi thermis, integrata con la precedente pubblicazione: De nonnullis insectis terrestribus et zoophytis marinis, et de vermium terrae reproductione atque taenia canis.

Vandelli si era già fatto conoscere in ambito accademico per una disputa contro il fisiologo tedesco Albrecht von Haller che si ritrova pubblicata nell'Epistola de sensibilitate pericranii, Periosteii, Medullæ, Duræ Meningis, Corneæ et Tendium, in Padova, 1756 e nell'Epistola secunda et tertia de sensivitate halleriana, in Padova, 1758.[1]

Continuò gli studi naturalistici in Italia collaborando con Bartolomeo Lavagnoli, con il Morgagni, ed altri esponenti accademici.

Nel 1760 a Padova diede alle stampe l'Analisi di alcune acque medicinali del Modenese e nel 1761 il Tractatus de Thermis agri patavinum, e lo Specimen plantarum quae in urbe et agro mediolanensi nascuntur.

Tanta fama in poco tempo gli valse una certa reputazione negli ambienti accademici, entrò presto in contatto con il celeberrimo naturalista svedese Carl von Linné (1707-1778) con il quale intrattenne uno scambio epistolare per lungo tempo; le lettere frutto di questa collaborazione scientifica e di amicizia furono pubblicate in appendice al testo: Floræ Lusitanicæ et Brasiliensis Specimen, in Coimbra, 1788.

Molto importante per le scienze naturali è una lettera che Vandelli scrisse a Linneo il 16 marzo 1761, la Epistola de Holuthurio et testudine coriacea ad celeberrimum Carolum Linnaeum equitem Naturæ curiosorum.

Nel 1763 divulga a Modena la notoria dissertazione Dell'acqua di Brandola.

Tra il 1761 ed il 1764, Vandelli viaggiò attraverso varie regioni del Nord Italia, dal Tirreno all'Adriatico, raccogliendo manufatti archeologici e campioni di storia naturale. Riunì così una vasta collezione di reperti e campioni biologici, mineralogici e specie paleontologiche, che utilizzò per costituire un museo privato a Padova a cui diede il proprio nome: "Conspectus Musei Dominici Vandelli". Le collezioni erano vaste e si ricorda che nel 1763 occupavano 28 armadi. Vandelli riceveva il supporto di alcuni studenti ed amici naturalisti sparsi in Germania, Italia, Grecia, Gallia, in Sicilia ed in Egitto, ed altri luoghi; questa rete gli permise di incrementare la propria collezione. Egli non si limitava tuttavia alla sola raccolta, studiava ogni reperto metodicamente, descrivendolo ed illustrandolo con grande arte. Tutte queste collezioni costituirono successivamente il nucleo fondante del Museo di Storia Naturale dell'Università di Coimbra.[1]

Nel 1763 Vandelli ricevette l'invito del Marchese de Pombal per professare Chimica e Storia Naturale nel Real Colégio dos Nobres de Lisboa, ed un invito esplicito di Caterina II per assumere la cattedra di Scienze naturali all'Università di San Pietroburgo.

Nel 1764 Vandelli, sciolto l'indugio per l'esortazione instancabile del Marchese de Pombal partì per il Portogallo.[2][3][4] Vandelli arriva così in Portogallo, come parte di un gruppo di accademici italiani, impegnato a insegnare materie scientifiche (matematica, chimica, fisica e storia naturale) presso il Royal College della Nobiltà, un istituto pre-universitario, fondato a Lisbona, con l'obiettivo di dare la formazione iniziale alla nobiltà portoghese; Vandelli assunse la cattedra di Chimica e Scienze Naturali. Questa attività accademica non ebbe molto successo, poiché gli aristocratici portoghesi non sembrarono essere molto interessati alla formazione scientifica in ragione delle loro discendenza. Deluso anche dalla mancanza di prospettive, Vandelli decise di tornare in Italia.

Nel 1765, il Marchese di Pombal lo esortò caldamente ancora una volta e così tornò di nuovo in Portogallo, gratificandolo con la nomina a responsabile della progettazione e della costruzione dei nuovi Giardini Botanici di Ajuda a Lisbona.

Nel 1767 per i suoi lavori naturalistici pubblicati e consolidati dalla comunità scientifica gli verrà dedicato il genere Vandellia e le sottofamiglia delle Vandellinae.

Nel 1772, venne nominato professore di Chimica e Storia Naturale presso l'Università di Coimbra appena riformata dal Marchese di Pombal. Prima del Vandelli non esistevano questi insegnamenti in nessun ateneo lusitano, perciò lo si può considerare fondatore in terra portoghese delle nuove scienze. Durante gli anni della docenza si adoperò per la costruzione di importanti istituzioni, per l'Università e per il pubblico, molte delle quali sono in funzione ancora oggi. Il Laboratorio chimico fu aperto nel 1774, e permise la preparazione di una nuova vernice: la Guttaperca, grazie alla quale il Vandelli poté essere il primo a ripetere l'esperimento di ascesa dei fratelli Montgolfier con un pallone ad idrogeno. Fondò il Museo di Storia Naturale nel 1775, e l'Orto botanico dell'Università di Coimbra nel 1790. Vandelli si era già occupato precedentemente, nel 1793, del Giardino botanico presso il Palácio da Ajuda a Lisbona, un giardino all'italiana che ebbe ed ha tuttora un grande successo per la scienza (più di 5000 specie) e per il pubblico.[1]

Nel 1777 il "Tractatus de Thermis agro Patavini», già pubblicato nel 1761 fu tradotto in portoghese dallo stesso Vandelli e presentato a Maria I del Portogallo, la Regina del Portogallo.

Nel 1779 sulla scia dell'esempio di altre prestigiose accademie come la Royal Society di Londra, Vandelli indusse a fondare l'Academia das Ciências de Lisboa. Egli curò personalmente le raccolte delle ricerche e delle scoperte dell'Accademia che furono raccolte nei vari volumi delle Memórias da Academia Real das Ciências de Lisboa.

Vandelli divenne anche un membro influente della Junta do comercio grazie alle sue numerose pubblicazioni di economia, di agricoltura e di sviluppo industriale[5][6][7][8].

Durante gli anni accademici Vandelli pubblicò diverse opere di grande valore tra le quali si evidenziano le seguenti: Dissertatio de arbore draconis, seu dracæna, in Lisbona, 1768; Memoria sobre a utilidade dos Jardins Botanicos, in Lisbona, 1770; Fasciculus Plantarum cum novis generibus et speciebus, in Lisbona, 1771; Floræ Lusitanicæ et brasiliensis specimen et epistolæ ab eruditis viris Carolo Linné, Antonio de Haen ad Dominicum Vandelli scriptæ, in Coimbra, 1788; Diccionario dos termos technicos de Historia natural extrahidos das obras de Linnéo, com a sua explicação, e estampas abertas em cobra, para facilitar a inteligência dos mesmos e a Memoria sobre a utilidade dos Jardins Botanicos, in Coimbra, 1788; Viridarium Grisley Lusitanicum, Linneanis, Nominibus illustratum iussu accademiæ in lucem editum, in Coimbra, 1789.

 

Nel 1807 la storia travolse anche Domenico Vandelli e la sua famiglia; a seguito dell'invasione delle truppe Napoleoniche, il Vandelli, che era massone, fu ingiustamente arrestato dal governo portoghese con l'accusa di aver collaborato con i Francesi e per questo fu esiliato, ad 80 anni, assieme al figlio maggiore Alexandre Antonio nelle Azzorre, nell'isola Terceira nel 1810. Fu grazie alla sua notorietà ed alle sue conoscenze influenti, in particolare del Presidente della Royal Society, Sir Joseph Banks, che riuscì a recarsi in Inghilterra con un lasciapassare dopo poco più di sei mesi di prigionia[9]. L'occupazione francese durò sino al 1811, ma solo nel 1815, con la restaurazione a seguito del Congresso di Vienna, Domenico Vandelli poté tornare in Portogallo dimostrando la sua estraneità alle accuse a lui addebitate.[10]

Nel seguito il Vandelli riprese immediatamente la sua fervida attività di scienziato, rivisitando le sue numerose opere, non dimentico però di appoggiare altresì le istanze della popolazione lusitana stremata dalla recente guerra. Con tale sensibilità pubblicò una celebre lettera Limpeza da cidade –conselhos de Vandelli para o principe regente, in Lisbona, 1815, giunta sino a noi nella sua forma manoscritta.

 
 
 

Vandelli che aveva risentito pesantemente nel fisico a causa della prigionia alla sua età, morì il 27 giugno 1816 a Lisbona, rimpianto da sua moglie D. Feliciana Isabel Marchesa Bon e dai suoi quattro figli ed altresì da tutto quel mondo accademico e scientifico che lo aveva tanto ammirato e celebrato.[1]

Contributi scientifici modifica

L'impronta scientifica del Vandelli nelle scienze naturali è notevole e fondamentale. Numerose piante e animali riportano la radice del suo cognome (Vandellis, Vandellia, Vandellii) e sono a lui attribuite per opera di catalogazione o per diretta scoperta. Tra queste riportiamo le principali:

 
 

Nel 1761 Vandelli cataloga e raffigura una gigantesca tartaruga marina che venne donata all'Università di Padova. La denominazione di Dermochelys Coriacea Testudo servì a Carlo Linneo per la sua esemplare e prima descrizione della specie Dermochelys coriacea pubblicata nella XII edizione del Systema Naturae.[1]

Il ritrovamento di resti fossili di una balena in località Adica in Portogallo condusse il Vandelli nello studio anche in questo ambito. Egli per primo descrisse, disegnò e catalogò questo cetaceo che in seguito fu denominato (tassonomia) come: Aulocetus Vandelli, Cetotherium (Cetotheriophanes) Vandelli, Cetotherium Vandellii, Metopocetus Vandelli, Plesiocetus Vandellii, tutte specie del genere Tranatocetus[19].

Opere modifica

Vandelli pubblicò numerose opere tra le quali riportiamo per brevità le seguenti:

  • Dissertatio de arbore Draconis, seu Dracœna. Accessit disserta tio de studio Historioe Naturalis necessario in Medicina, Economia, Agricultura, Artibus et Commercio. Olissipone, apud. Ant. Rod. Galliardum 1768.
  • Fasciculus Plantarum cum novis generibus et speciebus. Ibi, ex Typ. Regia 1771.
  • Memoria sobre a utilidade dos Jardins Botanicos. Lisboa, na Regia Offic. Typ. 1770.
  • Diccionario dos termos technicos de Historia Natural, extrahidos das obras de Linnêo, com sua explicação e estampas abertas em cobre, para facilitar a intelligencia dos mesmos, Coimbra, na R. Of fic. da Univ. 1788.
  • Memoria sobre a utilidade dos Jardins Botanicos. Coimbra, na R. Of fic. da Univ. 1788.
  • Viridarium Grisley Lusitanicum, Linnareanis nominibus illustratum. Jussu Academiœ in lucem editum. Olisipone, ex Typ. Reg. Acad. Scient. Olisip. 1789.
  • Florae Lusitanicae et Brasiliensis Specimen. Et Epistoloe ab eruditis viris Carolo a Linné, Antonio de Haen ad Dom. Vandelli scriptœ. Conimbricae, ex Typ. Academico Regia, 1788.

Tre le sue opere di economia, di agricoltura ed industriali si evidenziano:

  • Memoria sobre a ferrugem das oliveiras”, tomo I, 1789.
  • Memoria sobre a agricultura deste reino e das suas conquistas”, tomo I, 1789.
  • Memoria sobre algumas producções naturaes deste reino…”, tomo I, 1789.
  • Memoria sobre algumas producções naturaes das conquistas…”, tomo I, 1789.
  • Memoria sobre as produccões naturaes do reino e das conquistas, primeiras materias de differentes fabricas, ou manufacturas”, tomo I, 1789.
  • Memoria sobre a preferencia que em Portugal se deve dar á agricultura sobre as fabricas”, tomo I, 1789.
  • Memoria sobre varias misturas de materias vegetaes na factura dos chapéos”, tomo II, 1790.
  • Memoria sobre o modo de aproveitar o carvão de pedra e paus bituminosos”,tomo II, 1790.
  • Memoria sobre o encanamento do rio Mondego”, tomo III, 1791.
  • Memoria sobre as Aguas livres, tomo III, 1791.
  • Memoria sobre o sal gemma das ilhas de Cabo Verde, tomo IV, 1812.
  • Memoria sobre a gravidade especifica das agoas de Lisboa e seus arredores”, tomo IV, 1812.
  • Dominici Vandelli Florae, et Faunae Lusitanicae Specimen”, tomo I, 1797.
  • De Vulcano Olisiponensi et montis Erminii”, tomo I, 1797.
  • Varias Observações de Chimica, e Historia Natural”, tomo I, 1797.
Vand. è l'abbreviazione standard utilizzata per le piante descritte da Domenico Agostino Vandelli.
Consulta l'elenco delle piante assegnate a questo autore dall'IPNI.

Note modifica

  1. ^ a b c d e Lucas Onorato Braga, Domingos Vandelli (1735-1816): História Natural e utilitarismo ilustrado em fins do Antigo Regime português, su sucupira.capes.gov.br. URL consultato il 14 marzo 2024.
  2. ^ Sebastião José de Carvalho e Melo Conte di Oeiras e Marchese di Pombal è stato un importante politico portoghese. Fu "Ministro del Regno" e, de facto, capo del governo sotto il Regno di Giuseppe I dal 1750 al 1777.
  3. ^ Domenico Vandelli era un uomo intraprendente ed uno scienziato scrupoloso, e divenne noto oltre i confini d'Italia. Ebbe così molte offerte di lavoro dall'estero. Accettò l'invito del Marchese di Pombal, il grande riformatore portoghese, seguace dei Lumi, che volle introdurre il metodo sperimentale nelle Università del Portogallo.
  4. ^ Vandelli desiderava visitare altri paesi per poter osservare altre terre, più varie e ricche di flora e fauna rispetto a quella italiana, che lui già conosceva bene. Il fatto che flora & fauna delle terre portoghesi e delle sue colonie fossero ancora largamente inesplorate, gli offriva la prospettiva di trovarne di nuove e la possibilità di partire per un "viaggio filosofico" in Brasile, è stato determinante per il Vandelli nell'accettare l'invito per recarsi in Portogallo.
  5. ^ Cfr.: José Luís Cardoso, A História Natural ao serviço de uma estratégia económica, Vandelli Ciência em Portugal - Episódios
  6. ^ Si veda: Vandelli, Domingos. Aritmética Política, Economia e Finanças (1770-1804). Lisboa: Banco de Portugal, 1994 (Colecção de Obras Clássicas do Pensamento Económico Português).
  7. ^ Si veda: Cardoso, José Luís, 1988. Os escritos económicos e financeiros de Domingos Vandelli. Ler História, nº13, 31-51.
  8. ^ Cardoso, José Luís, 2003. From Natural History to Political Economy: The Enlightened Mission of Domenico Vandelli in Late Eighteenth-Century Portugal. Studies in the History and Philosophy of Science. Vol. 34:4, 781-803.
  9. ^ Vandelli era membro effettivo della Royal Society
  10. ^ Le accuse si basavano sui contenuti di alcuni scambi epistolari che il Vandelli mantenne con gli esponenti della sua famiglia a Padova e soprattutto Modena; per i modenesi la rivoluzione francese e la figura di Napoleone era certamente positiva. In ogni caso il Vandelli non esiste alcuna prova di azioni anti-portoghesi commesse da lui commesse.
  11. ^ Vandellia beccarii Archiviato il 29 settembre 2013 in Internet Archive.
  12. ^ Vandellia sanguinea
  13. ^ Sassifraga di Vandelli - Saxifraga vandellii - Parco Nazionale dello Stelvio
  14. ^ Botanická zahrada Teplice - Barbacenia, su botanickateplice.cz. URL consultato il 25 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  15. ^ Foto Vandellis Mannsschild mit der Ricoh Cablio R 5 aufgenommen - Immagine di Velten Feurich di - Fotografia (12570542) - fotocommunity.it
  16. ^ Plants Profile - Lindernia palustris Hartmann (Scrophulariaceae) - Vandellia palustre
  17. ^ PlantSystematics.org image, phylogeny, nomenclature for Mayaca vandellii
  18. ^ Allium cirrhosum Vandelli - Flora delle Alpi Marittime
  19. ^ Cetotherium Vandelli, Van Beneden and Gervais, 1868.Fossilworks: Cetotherium vandelli Archiviato il 15 novembre 2021 in Internet Archive.

Bibliografia modifica

  • Saggio d'istoria naturale del Lago di Como e della Valsassina e altri luoghi lombardi (1763), Milano, Jaca Book, 1989
  • AA.VV., Domenico Vandelli, Jaca Book, Milano, 1989
  • AA.VV., Gabinete transnatural de Domingos Vandelli, Artez, Coimbra, 2008
  • Palhinha Ruy Telles, Domingos Vandelli, Graf. de Coimbra, Coimbra, 1945
  • VANDELLI, Domingos, Memórias de História Natural, Porto, Porto Editora, 2003 (Colecção Ciência e Iluminismo), Introdução e Coordenação Editorial de José Luís Cardoso.
  • CARDOSO, José Luís, “Introdução”, in Memórias Económicas da Academia Real das Ciências de Lisboa, para o adiantamento da agricultura, das artes, e da indústria em Portugal, e suas conquistas (1789-1815), Lisboa, Banco de Portugal, 1990, vol. I, pp. XVII-XXXIII.
  • CARDOSO; José Luís, “Os escritos económicos e financeiros de Domingos Vandelli”, Ler História, n.º , 13, 1988, pp. 31-51.
  • CARDOSO, José Luís, “From Natural History to Political Economy: The Enlightened Mission of Domenico
  • Vandelli in Late Eighteenth-Century Portugal”, Studies in the History and Philosophy of Science, Vol. 34, 4, 2003, pp. 781-803.
  • COSTA, A. M. Amorim da, Primórdios da Ciência Química em Portugal, Lisboa, ICLP, 1984.
  • COSTA; A. Amorim da, “Domingos Vandelli (1730-1816) e a Cerâmica Portuguesa”, in Publicações do Centenário da Academia das Ciências de Lisboa, 2, 1986, pp. 353-372.
  • SERRÃO, José Vicente, “Introdução” in Domingos Vandelli, Aritmética Política, Economia e Finanças (1770-1804), Lisboa, Banco de Portugal, 1994 (Colecção de Obras Clássicas do Pensamento Económico Português).

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