Domenico da Piacenza

danzatore italiano

Domenico da Piacenza (Piacenza, 1390 circa – Ferrara, 1470 circa[1]) è stato un danzatore italiano. Detto anche Domenichino da Ferrara[2] o Domenico da Ferrara[3] o Domenico di Piacenza[4][5] o Domenichino di Piacenza[5], fu maestro di buone maniere ed esperto danzatore alla corte di Francesco Sforza a Milano e a quella della famiglia d'Este di Ferrara.

La sua figura è estremamente importante per la compressione del ruolo del professionismo coreico agli albori delle forme coreografiche moderne: l'appartenere ai salariati di casa d'Este significa infatti ricoprire un ruolo preciso all'interno della corte, che per Domenico consiste soprattutto nella creazione di danze per le frequenti celebrazioni festive. Non è infatti raro trovare Domenico citato nell'autobiografia artistica del suo allievo Guglielmo Ebreo da Pesaro, col quale il maestro danza certamente a Milano nel 1455 in occasione dei festeggiamenti indetti per celebrare il fidanzamento di Ippolita, secondogenita di Francesco I Sforza e Bianca Maria Visconti, con Alfonso duca di Calabria figlio di Ferdinando d'Aragona. A Domenico si deve il pionieristico tentativo di far accettare al potere costituito e alla collettività la danza come arte liberale, di pari dignità rispetto alla musica e alla pittura, che pure, nella stessa epoca, vengono sottoposte ad un processo di revisione teorica. La legittimazione della professione del ballerino è quindi la logica conseguenza dell'accettazione della danza ed è simbolicamente rappresentata dalla nomina di Domenico a cavaliere, una delle cariche più alte cui poteva accedere un uomo che non fosse nobile di nascita.

Produsse il trattato De arte saltandi et choreas ducendi/De la arte di ballare et danzare[6] diviso in due parti: la prima teorica con introduzione e trattazione di moti e misure; la seconda pratica con la descrizione e notazione musicale di diciassette balli più cinque basse danze prive di musica.

Note modifica

  1. ^ Non si hanno notizie certe sulla data di nascita e di morte
  2. ^ Gino Tani, La danza e il balletto, Parma, Nuova Pratiche Editrice, 1995
  3. ^ Enciclopedia dello spettacolo, Milano, Garzanti, 1986
  4. ^ Mario Pasi, La danza e il balletto. Guida storica dalle origini a Béjart, Firenze, Ricordi/Giunti Martello, 1983
  5. ^ a b Curt Sachs, Storia della danza, Milano, Il Saggiatore, 1985
  6. ^ Copia fotografica di De arte saltandi et choreas ducendi/De la arte di ballare et danzare, manoscritto probabilmente non autografo, conservato presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, f. Ital 972, datato 1425

Bibliografia modifica

  • Alessandro Pontremoli, Patrizia La Rocca Il Ballare lombardo. Teoria e prassi coreutica nella festa di corte del XV secolo, Milano, Vita e Pensiero 1987
  • Alessandro Pontremoli La danza di Domenico da Piacenza tra Medioevo e Rinascimento, in «Il Castello di Elsinore», XIX 2006, no. 56, pp. 5–38.
  • Alessandro Pontremoli, Danza e Rinascimento. Cultura coreica e buone maniere nella società di corte del XV secolo, Macerata, Ephemeria 2011
  • Patrizia Procopio, Il "De arte saltandi et choreas ducendi" di Domenico da Piacenza. Edizione e commento, Ravenna, Longo, 2014, ISBN 978-88-8063-791-2

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