Donato Velluti Zati di San Clemente

arcivescovo cattolico italiano (1845-1927)

Donato Simone Girolamo Luigi Giuseppe Raffaello Francesco di Sales Velluti Zati dei Duchi di San Clemente (Firenze, 30 settembre 1845Firenze, 11 dicembre 1927) è stato un arcivescovo cattolico italiano, vescovo di Pistoia e Prato, vescovo titolare di Oropo, vescovo di Pescia, infine arcivescovo titolare di Patrasso.

Donato Velluti Zati di San Clemente
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato30 settembre 1845 a Firenze
Ordinato diacono21 dicembre 1867
Ordinato presbitero29 giugno 1869
Nominato vescovo15 marzo 1883 da papa Leone XIII
Consacrato vescovo1º aprile 1883 dal cardinale Luigi Maria Bilio, B.
Elevato arcivescovo15 aprile 1907 da papa Pio X
Deceduto11 dicembre 1927 (82 anni) a Firenze
 

Biografia modifica

Nacque a Firenze, nel palazzo di San Clemente, da don Simone Vincenzo Velluti Zati, duca di San Clemente, e da Marianna Giuntini, patrizia di Firenze; suo cugino fu il futuro arcivescovo di Pisa Ferdinando Capponi.

Compì gli studi di teologia nel Convento domenicano di San Marco a Firenze e fu ordinato sacerdote nella chiesa di San Firenze il 29 giugno 1869. Per la messa novella, il padre fece comporre la "Missa Ducalis" dal musicista Jacopo Tomadini da Cividale del Friuli. Fu un buon sacerdote, solerte nelle sue mansioni, fino a quando ebbe problemi di salute e dovette rinunciare a molti incarichi.

Divenne canonico della metropolitana di Firenze. Nel 1883, gli giunse la nomina a vescovo di Pistoia e Prato. Fu consacrato dal cardinale Luigi Maria Bilio, B., assistito dagli arcivescovi Alessandro Sanminiatelli Zabarella e Mario Mocenni (entrambi futuri cardinali) nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Roma.

Di fatto, per i problemi di salute, non fu mai presente nelle diocesi assegnategli, affidò ogni mansione al vicario generale, tra il disappunto del clero e dei fedeli, che non avevano un pastore. Il 2 marzo 1885, presentò le dimissioni dall'incarico. Ricevette la carica di vescovo in partibus infidelium di Oropo e fece ritorno a Firenze, in famiglia. Il 24 marzo 1899 gli giunse la nomina a vescovo di Pescia. Governò per i primi due anni con discreto impegno, poi si ritirò nuovamente in famiglia a Firenze, affidando la guida della diocesi a mons. Serafino Milani, già vescovo di Pontremoli, che viveva nel convento francescano di Colleviti a Pescia. Rientrò in diocesi nel settembre del 1902, ma periodicamente se ne allontanò, quando per rientrare a Firenze e quando per andare nella sua villa di Viareggio. Nel 1906, mons. Milani morì, perciò non ci fu più un presule che lo sostituisse alla guida della diocesi. Pertanto, presentò le dimissioni da vescovo di Pescia a papa Pio X, il quale le accettò, ma gli chiese di rimanere amministratore apostolico fino alla nomina del nuovo vescovo. Nel 1907 fu nominato il nuovo vescovo nella persona di Giulio Serafini, il quale rinunciò. Poi fu la volta di Angelo Simonetti, che rimase per più di quarant'anni. Lasciata la guida della diocesi di Pescia, fu promosso arcivescovo titolare di Patrasso e ritornò a Firenze. Morì nella sua città nel 1927.

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Bibliografia modifica

  • G. Di Piramo, La Chiesa di Pescia. Le origini - I vescovi - Diocesani illustri, Pescia, 1981.

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN3723154867601360100008 · SBN LIAV091621 · BAV 495/262239 · GND (DE1176217682 · WorldCat Identities (ENviaf-3723154867601360100008