I due minuti di odio sono una pratica collettiva esercitata dal governo del Grande Fratello nel romanzo 1984 di George Orwell.[1]

Tale pratica collettiva viene attuata sui posti di lavoro, negli incontri di partito, ovunque sia possibile; consiste nel riunirsi spontaneamente degli astanti, al segnale emesso da altoparlanti, dinanzi a un teleschermo che proietta immagini del nemico supremo della patria Oceania, Emmanuel Goldstein, scene di guerra e sequenze studiate per coinvolgere psicologicamente gli spettatori, accompagnate da suoni e rumori fastidiosi.

Dopo pochi secondi il pubblico inizia a dare in escandescenze e a inveire contro “Goldstein” o contro lo schieramento con cui ci si trova in guerra in quel momento - Eurasia oppure Estasia - e si arriva a lanciare oggetti contro il teleschermo, imprecando colti da implacabile furore, sotto lo stretto controllo di incaricati del partito. Chiunque manifesti segnali di eterodossia, o perfino micro-espressioni facciali non consone al contesto, viene considerato come un possibile traditore.

Questo meccanismo rappresenta, tra le altre cose, una valvola di sfogo dell'aggressività dei cittadini e un modo per individuare un capro espiatorio da demonizzare addossandogli la colpa delle difficoltà della vita quotidiana. I "due minuti d'odio" sono funzionali a mantenere un controllo ancora più stretto e serrato sul popolo e sui membri del partito.

Note modifica

  1. ^ George Orwell, 1984, Oscar Mondadori, Milano, 1973.